Abbiamo (ri)assaggiato Sassicaia 2016 e gli altri vincitori del BIWA 2019, Best Italian Wine Award

Abbiamo (ri)assaggiato Sassicaia 2016 e gli altri vincitori del BIWA 2019, Best Italian Wine Award

di Andrea Gori

Vi abbiamo  raccontato cosa significa assaggiare oltre 400 vini top da tutta Italia in tre infuocati giorni di Luglio in quel di Milano e oggi, nel giorno in cui si tiene la premiazione del BIWA, Best Italian Wine Award (di certo la classifica più contestata e vituperata del mondo del vino) siamo pronti a raccontarvi come erano i primi 10 della classifica. Si tratta di dieci vini che fotografano piuttosto bene lo stato di forza del vino italiano con una bel ritorno dei grandi bianchi e rossi, dove l’autoctono viene valorizzato tanto quanto quelli forestieri.  Tra i primi 10 la Toscana si toglie molte soddisfazioni e la bellezza assoluta della 2016 a Bolgheri (2 su 10 addirittura!) ci mette lo zampino ma se guardiamo ai primi 50 il Piemonte ha una presenza fittissima grazie a Barolo e Barbaresco e i bianchi delle Marche e del Friuli e Alto Adige si rivelano una miniera di meraviglie a portata di mano.

Sassicaia Bolgheri Sassicaia DOC Superiore 2016
Vino sottile e aromatico, pepato, mediterraneo e stiloso, balsamico e ricco ma anche femminile e sensuale. Bocca finissima ma con una forza sottesa impressionante, una vendemmia perfetta fino a metà ottobre, tutte le sue parcelle fuse all’unisono in un concerto dove nessuno fa il protagonista per lasciare il palcoscenico ad un’opera collettiva votata al piacere assoluto. Tra le note si colgono elicriso, viole, verbena, bergamotto, arancio rosso, bacche di lauro, macis, ribes nero e garrigue, sorso sontuoso delicato ma che non ti lascia un attimo. Un abbraccio serrato in cui sciogliersi, inframezzato da languide carezze  – Toscana

Barolo Monvigliero Burlotto Barolo DOCG 2015
Grandioso quadro di erbe aromatiche, timo e senape su un tappeto di frutta rossa e nera di bosco, incenso, rose che balzano al naso, bocca sontuosa, ricca e piacevole con note dolci ben miste ad altre più amaricanti sapide e croccanti. Chiude in crescendo con un tannino tambureggiante che dona ritmo travolgente ad una materia bellissima – Piemonte

Terminum Alto Adige DOC 2016 Cantina Tramin
Note intense che saltano dal bicchiere, zafferano, susine, datteri, lytchees, yoghurt agli agrumi, canfora e vaniglia. Bocca intensa e sontuosa, lunghissima in aromi e persistenza paurosa che lascia una traccia penetrante nel palato. Una esperienza decisa ma che invoglia il secondo bicchiere in maniera magnetica – Alto Adige

Galatrona Val d’Arno di Sopra DOC 2017 Petrolo
Naso sublime e intenso, baldanzoso e ricercato, prugne, olive, frutta rossa e nera carnose con anche caramello, mou, lamponi. Sorso ricco e presente, sapido e salino, lunghezza bella e terremotante che viaggia ad ampie falcate – Toscana

Vin Santo di Vigoleno Colli Piacentini DOC 2009 Lusignani Alberto
Colore e naso di melassa, mallo di noci, castagna e humus, bocca che seduce e incalza, monumentale e ricchissima, lunghezza che macchia bocca con cacao, chicco di caffè africano e tanto piacere senza pensieri.  Emilia Romagna

Donna Franca Marsala Superiore Riserva S. A. Florio
Un ventaglio nitido e solenne di ossidazioni eleganti, pepe, cannella, chiodo di garofano, rum agricolo, pepe e mostarda, spinge e disseta con equilibrio dolce, iodato e salato davvero speciale  – Sicilia

Cerretalto Brunello di Montalcino DOCG 2013 Casanova di Neri
Balsamico e fruttato, scuro, esplosivo, note di  senape, mirtillo e lavanda, incenso, viole e menta, bocca molto distinta, netta sapida con leggero sbuffo alcolico nel finale a spingere i profumi, mentre il tannino tiene botta con grande personalità e definizione – Toscana

Le Caggiole Vino Nobile di Montepulciano DOCG 2016 Poliziano
Cru “nuovo” di Montepulciano ma che rivela insospettate doti per il sangiovese della zona, inizio intenso, pepato, deciso e sontuoso, frutto bello netto “esotico” (arancio rosso, pesca, ginger, confettura di albicocca) e rassicurante al tempo stesso, tannino di eleganza rara, fitto ma discreto che non assale le gengive anzi massaggia e accarezza sussurrando più che urlando – Toscana

Grattamacco Rosso Bolgheri Superiore DOC 2016 Collemassari
Naso di viola, lavanda e ribes rosso, sorso di bella apertura e spensieratezza, finale con dolcezza e piccante ben mescolati come da tradizione di questa etichetta, cui l’annata regala spessore e ritmi ancora più completi del solito – Toscana

 Gavi Vecchia Annata Gavi DOCG del Comune di Gavi 2010 Broglia 
Dorato con ancora tanta riserva di energia, arancio giallo, canditi e zenzero ma anche sambuco, carrube vaniglia, nocciola. Al sorso si rivela sapido, grandioso e salato, ha tantissima sostanza e gusto, una bella dinamica e lunghezza freschezza sorprendente e dirompente – Piemonte

biwa ottava edizione

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

2 Commenti

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Sancho P

circa 5 anni fa - Link

Oramai si sta riconoscendo al magnifico cru di Verduno, la celebrità che merita. Secondo me Burlotto e F.lli Alessandria una spanna sopra anche la versione riserva di un'altra importante cantina della zona. Quello di Sordo un po' in sordina rispetto agli altri cru della batteria aziendale che ne fa le equivalente nel Barolo de i Produttori del Barbaresco.per numero di cru prodotti. MONVIGLIERO alla conquista del mondo!

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Aurora N

circa 5 anni fa - Link

Per una come me che non ama i vitigni che ne compongono l'uvaggio è dura ammetterlo, ma il sassicaia 2016 è un capolavoro. L'annata è completamente diversa ma a me ricorda il sassicaia 2003 che trovai strepitoso.il balsamico finissimo, la lavanda, la torrefazione accennata ecc Burlotto? Cresciuto tanto. Lo hai descritto al dettaglio e mi ci ritrovo completamente.Cantina che produce vini austeri e poco espressivi da giovani, ma che guardano lontano. Hai ragione Sancho, i loro un pelino sopra gli altri. W i grandi vini. W la mano leggera in cantina che lascia al vitigno e al terroir di esprimersi fedelmente. Le vinificazione estreme lasciamole agli artisti.

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