67 Pall Mall, benvenuti nel club londinese delle meraviglie

67 Pall Mall, benvenuti nel club londinese delle meraviglie

di Clizia Zuin

2015
Dopo più di 150 anni, per decreto reale, apre un nuovo club privato in Pall Mall e si chiama, appunto, 67 Pall Mall, all’omonimo indirizzo, non molto distante da Buckingham Palace e Westminster.

Aprile 2020
Con uno scatto sul resto del mondo alla Usain Bolt, il club manda in onda i primi webinar via Zoom sul vino in maniera del tutto gratuita. Il quinto webinar proposto è condotto da Jane Anson (20 aprile), massima esperta di Bordeaux, ma anche colei che ha degustato per prima il Petrus invecchiato nello spazio. Durante la diretta Zoom, Jane spiega le 17 terrazze geologiche della riva sinistra della Gironde con tutte le conseguenze qualitative apprezzabili durante la degustazione dei vini provenienti da queste vigne preziose, concetti successivamente ben spiegati anche nel suo tomo Inside Bordeaux, per ora non ancora tradotto in italiano. Ogni webinar offre la possibilità di fare domande agli ospiti ed è così che ho sciolto tanti dubbi e ho imparato che è bello fare domande alle persone giuste che mentre ti rispondono riescono ad aprire un universo intero su altri argomenti.

È subito amore.

Quasi contemporaneamente, battendo di nuovo ogni record, oltre ai webinar, il sito offre la possibilità di comprare in anticipo i campioni dei vini che verranno degustati dai vari giornalisti, Master of Wine e Master Sommelier durante le dirette Zoom. I vini arrivano comodamente a casa conservati in boccette di vetro sotto argon (i ragazzi sono partiti alla volta del porto di Portsmouth per trattare l’acquisto del prezioso gas inerte con i pescatori locali, personaggi caratterizzati dai modi e dal linguaggio tipici dei pirati del 1600).

Con poco più di 150/200 euro ogni giorno c’è la possibilità di degustare i vari Musigny Grand Cru di Borgogna in orizzontale, la 2005 per esempio, commentati da Jasper Morris (rispetto per Armando Castagno amore mio, ma Jasper vive e passeggia per i viottoli della Côte d’Or tutti i giorni e ogni produttore è amico suo da circa 40 anni…ho goduto parecchio durante i suoi video), Napa Valley, Mosella, Ungheria, Sud Africa, Italia, Spagna, Cile etc…Oggi le boccette sono la quotidianità, ma vi invito a ricordare quando le avete ricevute per la prima volta in Italia.

Estate 2020
Migliaia di fantastiche slide più tardi, scopro che alcuni ragazzacci italiani lavorano al 67 Pall Mall.

Con alcuni di loro esisteva un’amicizia pregressa via social. Si chiamano Federico Moccia, Daniele Arcangeli, Nelson Pari. Pochi messaggi, qualche scambio di idee e punti di vista comuni e nasce una bella sintonia.

Fine Ottobre 2021

Sono a Londra per l’esame di Wine Business del Diploma Wset4.

Dopo poche ore dall’atterraggio sono davanti alla porta del 67 Pall Mall. Nelson Pari mi sta aspettando e mi accompagna all’interno del mio tempio salvifico, quel posto magico che mi ha fatto superare gioiosamente la pandemia e una certa dose di noia cosmica nei confronti del mondo del vino che mi attanagliava da un bel po’.

Sono le 17.30, altro che ora del tè. Sui comodi divani in stile inglese, vicini alle finestre che danno sullo stesso giardino dell’ufficio di Winston Churchill, tanti uomini e donne (le quote rosa delle associate sfiorano il 50%) della politica britannica, della City di Londra e da tanti altri settori stanno bevendo dai loro calici in un’atmosfera rilassata e cordiale. Qui si beve di tutto da tutto il mondo. Il cliente medio qui chiede ai sommelier: “Come si chiama il Second Vin dell’unico 4ème cru classé 1855 di Saint-Estèphe? (non si può lavorare qui se non si è in possesso di titoli del Court of Master Sommelier et similia a meno che non si superi un test in cui la domanda più facile è: elenca i Premier cru a sinistra del Serein. Tiè).

Per entrare come clienti al club 67 Pall Mall oltre ad un abbonamento annuale non tra i più cari di Londra, si può affidare una selezione della propria cantina al club, anche solo 6 o 12 bottiglie che vengono depositate in un palazzo vicino (all’apertura del 67 Pall Mall il club si sviluppava solo al piano inferiore, ma grazie al crescente numero dei soci, è stato ampliato con il bellissimo primo piano, mentre le sale dei seminterrati sono diventate aule per masterclass).

Sulle proprie bottiglie stappate si paga un diritto di tappo e per accedere bisogna essere introdotti da un socio. Per chi lavora nel mondo del vino c’è un abbonamento speciale non particolarmente esoso. Il prezzo potrebbe sembrare elevato, ma vi assicuro che se avessi comprato le bottiglie di tutto quello che ho bevuto quella sera, non mi sarebbero bastati, azzardo, circa 10.000 euro e avrei ammortizzato l’abbonamento in mezz’ora circa.

Sì perché i vini al bicchiere sono almeno 750, ma a seconda del periodo si può arrivare a 1200, con la possibilità di stillare anche solo 25 ml da ogni singola bottiglia (poco più della dose Vinitaly, ma non vi lamentate, a Vinitaly bevete molto peggio e magari comprate pure il biglietto dai bagarini).

Cheval Blanc è sulla lista dei vini al bicchiere. Cheval Blanc era il mio obbiettivo di quest’anno. L’annata è la favolosa 1998.

Il prezzo per 25 ml di Cheval Blanc 1998 è 29 sterline.  Sto per commuovermi.

Verranno bevute sempre al calice nello stesso formato: Sassicaia 2010 (una solida certezza), Calon Segur 2008 (fotonico), Château Angelus 2001 (accusava un po’), Mouton-Rothschild 2007 (stellare), Opus One 2005 (monolitico e avvolgente), Château Palmer 2005 (libidine coi baffi), Château Léoville Las Cases 1985 (doppia libidine coi baffi) e ovviamente vari Champagne.

Non resisto. Pongo a Nelson e Federico tante domande e il riassunto è questo:

Il club 67 Pall Mall è frequentato da un pubblico molto eterogeneo, persone che potrebbero comprarsi un’intera MGA di Barolo, ma che preferiscono frequentare le Masterclass condotte dai resident sommelier e con i produttori in presenza, spesso italiani, e assaggiare in orizzontale i vini provenienti da uno stesso cru con curiosità e preparazione. Ci sono molti giovani tra i soci e moltissime donne. A Londra gli affari importanti si concludono sempre davanti ad un’eccellente bottiglia di vino, se non capisci nulla di vino, difficilmente risulterai credibile durante le trattative.

Il mercato del vino e del collezionismo non è mai stato così vivace come subito dopo la pandemia, ecco perché tutto il mondo viene a Londra a proporre i propri vini. L’Italia è sempre molto attraente, ma deve farsi spazio tra Napa Valley, i big di Francia e Nuovo Mondo, questi ultimi, svincolati dalle regole dei disciplinari, stanno dimostrando che altre rotte qualitative sono possibili. Quando una nuova etichetta italiana entra a far parte della carta dei vini del 67 Pall Mall, si scatena un’immediata curiosità da parte dei soci e molti di questi ladies and gentlemen ne acquistano ingenti quantità. Moltiplicato per ogni socio, potete immaginarvi che fatturati fanno le cantine che collaborano con il club.

Da qualche settimana è disponibile anche la 67 Pall Mall tv, inoltre è stata inaugurata una nuova sede in Svizzera, mentre per la sede a Singapore, prossima apertura, stanno cercando sommelier.

Qualcuno conosce i premier cru a sinistra del Serein?

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Clizia Zuin

Veneta di origine, toscana di adozione, cittadina del mondo nel cuore. Dopo la laurea in Lingue Orientali, scopre la complessità del mondo del vino e dopo tanti anni ancora non si annoia. Ha lo straordinario superpotere di trovarsi sempre nei paraggi mentre si sta stappando una bottiglia monumentale. Formazione mista AIS e WSET, con la convinzione che presto conquisterà il mondo; in attesa di diventare il Dottor Male, lavora come sommelier a Firenze.

5 Commenti

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Adesso prendo la mia copia del Grand Atlas de vin de France e giuro che te li trascrivo tutti! Ma in definitiva per questi livelli, la Brexit è come se non esistesse? E il tuo esame come è andato?

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Ci passerei un paio di settimane dormendo in una cuccetta negli sgabuzzini !

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Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Un'esperienza importante che ho vissuto di recente, anche se con modalità diverse, avendo a disposizione palato, età e esperienza differenti. Quel che conta sono le persone come Federico e Nelson, la loro energia volonterosa nel donare qualcosa di nuovo e giovane a un luogo che altrimenti sarebbe ancorato a uno stereotipo British distante da quel che è il Terzo Millennio. I vini scelti, proposti e raccontati non sono solo i soliti convenzionali e rassicuranti, molti sono classici in essere e divenire, ma "il modo di porgerli" ha quel soffio innovativo e contemporaneo da cui possiamo ancora imparare.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Stellare!!

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Alex

circa 2 anni fa - Link

Che sboronerìa

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