3 suggerimenti editoriali spassionati per le truppe cammellate del magazine Bibenda 7

di Alessandro Morichetti

Bibenda 7, magazine online dell’Associazione Italiana Sommelier, è giunto al terzo mese di vita ma qualcosa non torna. Il direttore Franco Ricci tira le prime somme ed è un gioco di chiaroscuri. Lettori ce ne sono ma non abbastanza. Titolare “Diteci come lo volete” l’editoriale di una rivista a tasso zero di interattività, il 20 maggio 2011, è un po’ come Cappuccetto Rosso che chiede al lupo di consigliarle un ristorante. Noi siamo angioletti e qualche consiglio spassionato agli autori del magazine per sommelier e non solo lo diamo, e con piacere.

1) Apritevi ai commenti. Il bello è discutere e voi che fate? Un magazine che sa di vecchio a mille miglia, con la firma in calce al compitino e zero interattività. Ah no, dimenticavo, esiste la mail a cui mandare i suggerimenti per migliorare il format. Minchia. Spacciarsi per i migliori comunicatori del vino da Gutenberg ai giorni nostri e poi presentarsi così alla generazione dei nativi digitali, insomma, è un’equazione che non torna.
Nota a margine: da una ventina d’anni hanno inventato una cosa, si chiamano link. Non è mai troppo tardi per iniziare a farsi un’idea di come funzionano e molto di più.

2) Assoldare un grafico, ma uno bravo. Voi, re dell’immagine applicata al tastevin, voi che presenziate sontuosamente i nostri tg prandiali dispensando cultura e prestazioni dialettico-retoriche da manuale… Ebbè, dico, il buon gusto scompare di botto davanti a un pc? Impaginazione squadrata da Bollettino Salesiano, veste grafica da Ms-Dos, fototessera da brigatisti prestati a un album Panini degli anni Venti e un carattere testuale grigiastro che renderebbe soporifera anche la biografia di Jenna Jameson. Ragazzi, spendere qualche milionesima parte del patrimonio Bibenda per essere più fighi è il minimo, ma proprio il minimo che possiate fare.

3) Interiorizzare l’immagine del Gran Premio di Formula 1. Il concetto è questo: non correre mai un Gran Premio di Formula 1 con una Cinquecento, e viceversa. Avete un parco autori clamoroso (tra cui Armando Castagno, Paolo Lauciani, Daniele Maestri, Daniele Cernilli) ma li state facendo giocare in Serie C1. Pezzulli con poca grinta, titoli insignificanti, da morte lenta (“In anteprima”, “La storia nel bicchiere”, “E sai cosa bevi”…) non rendono giustizia della gente brava che collabora. Spronate gli autori ad essere brillanti, originali e pieni di verve, fateci divertire cribbio, passate a noi sommelier e lettori qualche dritta efficace, non ‘ste minestre precotte. Sommelier e lettori ne saranno felici, garantito. La stoffa c’è, lavoratela al meglio.

Nell’attesa che qualcosa cambi, invito i nostri lettori ad offrire un buon esempio ad autori e lettori di Bibenda 7 che ci leggono. Siate educati, inserite i vostri eventuali suggerimenti in forma pacata ed argomentata, non abbandonatevi a grevità (cit.) e personalismi sterili. Vediamo di fare la buona figura dei consiglieri intelligenti, per una volta.

Post scriptum: qualcuno mi aiuta a capire il nuovo franchising Bibenda? Annunciato dal direttore mega presidente generale mondiale intergalattico Ricci nell’editoriale del 13 maggio, è stato presentato pochi giorni fa e l’unico report che ho trovato in rete, a firma Marina Alaimo (collaboratrice di Bibenda 7 nonché editor del Luciano Pignataro wine blog), recita:

Alla fine del dibattito è stato presentato il nuovo progetto di Bibenda, realtà editoriale che vende ben 50.000 copie all’anno. Consiste in un franchising rivolto ad enoteche di alta qualità per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino. Rappresenta  una formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione di servizi rivolti a chi vuole avviare una nuova impresa, ma non vuole partire da zero, affidandosi ad un marchio (Bibenda) già affermato.

Così a pelle sento puzza di maronismo – cioè Luca Maroni e la sua gestione spregiudicata della tripla veste di consulente, assaggiatore e comunicatore – ma evidentemente posso sbagliare per carenza di informazioni. Continuo la mia ricerca di delucidazioni e chi non ne ha è caldamente invitato ad evitare qualsiasi malizia.

avatar

Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

19 Commenti

avatar

Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Non sapevo chi fosse Jenna Jameson. Ora lo so. Grazie. In effetti.

Rispondi
avatar

Signora

circa 13 anni fa - Link

Bere più Taurasi....please.

Rispondi
avatar

winestories

circa 13 anni fa - Link

Forse vedo le cose con una visione di parte, ma resto sempre colpito da come non venga considerata la componente dell'immagine. Fondamentale la parte tecnica, ma il mondo del vino è anche bellezza. Perché non mostrarla?

Rispondi
avatar

antonio tomacelli

circa 13 anni fa - Link

E stiamo parlando di chi edita una rivista che, al netto dei contenuti, varebbe tutti i soldi che costa solo per la bellezza.

Rispondi
avatar

Tommaso

circa 13 anni fa - Link

Sottoscrivo

Rispondi
avatar

Tommaso

circa 13 anni fa - Link

Premesso che per me la cosa più seria che si può dire davanti ad un bicchiere di vino è: "cin" ... direi che per il sito in questione, oltre ai commenti, farebbe comodo anche una qualunque chiave per stimolare i lettori (e fidelizzarli). Dal più banale dei sondaggi, alla raccolta consigli in apposito form, ad un modulo di registrazione che dia accesso a qualche contenuto o possibilità d'interazione ulteriore e si potrebbe andare avanti. Ma per una consulenza gratuita direi che questo può bastare.

Rispondi
avatar

Tommaso

circa 13 anni fa - Link

P.S _ La raccolta consigli è intesa come "raccolta consigli di vini" ... P.P.S _ Se riscrivo "fidelizzare" spaccatemi una bottiglia in testa. Ma che sia di Sodi di San Niccolò.

Rispondi
avatar

Andrea

circa 13 anni fa - Link

personalmente ho seri dubbi sulla cutura enologica di alcuni degli aspiranti autori della rivista. A parte Lauciani e pochi altri che sanno scrivere e comunicare il vino,altri mi sembrano quasi degli estranei all'argomento.

Rispondi
avatar

Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Quello che più delude effettivamente è la parte grafica, visto che il Bibenda patinato sarebbe da conservare anche se riportasse delle previsioni meteo scadute, tanto è bello. Il sito al contrario è poco accattivante, elementare, noiosetto(sempre in riferimento alla forma). Credo che la pecca maggiore rimanga comunque la mancanza di interattività, l'impossibilità di aprire dibattiti e fare commenti. D'altronde quanti ogni giorno aprono Intravino per i post di Tomacelli e Morichetti e piuttosto che per i commenti di Nelle Nuvole e Kenray?

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...perdonami , io no , non me ne vogliate . Leggo volentieri Intravino per la prosa ( tutti bravissimi i citati ) meno per i contenuti , soprattutto enoici , piuttosto scarsini, approssimativi e "enomedioman" . Per parlare di vino preferisco decisamente il Forum del Gambero Rosso , magari più scolastico e meno accademico nella prosa ma con persone con molta più esperienza e talento relativamente al discorso vino...

Rispondi
avatar

Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

E chi ha parlato di qualità di contenuti? Non sono certo in grado di giudicare e poi io al livello enomedioman ancora non ci sono arrivato quindi per me è tutto grasso che cola

Rispondi
avatar

Francesco Amodeo

circa 13 anni fa - Link

Hai ragione, Bibenda7 osa troppo. Meglio puntare più in basso con i commenti di Kenray che attirano molti più click di quanto un articolo esageratamente competente di Castagno possa fare.

Rispondi
avatar

Enrico Nera

circa 13 anni fa - Link

Io ho avuto informazioni sul FRANCHISING direttamente da Franco Maria Ricci via telefono. In sintesi: 1) apri un'enoteca seguendo per quanto riguarda lo stile interno le loro direttive (ma non è chiaro se oltre ai suggerimenti ti passino anche qualche euro) 2) il vino commercializzato deve essere di qualità medio-alta (?), ma per l'approvvigionamento i soldi ce li metti tutti tu (qui è stato chiaro)! 3) nell'enoteca deve esserci l'angolo cultura (libri e tavolini con relative sedie), in questo caso ci pensano a tutto loro (che sforzo!)! 4) il progetto può essere avviato in tutti i paesi del mondo. Effettivamente non capisco perché non può essere spiegato meglio sul sito di Bibenda. Io ho letto quelle due righe ed ho mandato un'email ma il direttore mi ha voluto parlare direttamente via telefono.

Rispondi
avatar

Sara Montemaggi

circa 13 anni fa - Link

Ho deciso di uscire dall'anonimato del nick name per assumere la mia vera e realmente anonima identità. Sul primo punto: Non esisterebbe il nuovo senza l'altro termine di paragone, il vecchio come dite voi. Quindi l'aggettivo è "l'altro, il diverso". Nota a margine: qualche migliaia di anni fa inventarono la scrittura, prima sulle pietre e poi il resto lo sapete, e tutt'ora resiste. Ma il link saranno presti morti, uccisi dai tweet. Sul secondo punto: l'essere fighi è una condizione transitoria. Nel momento in cui lo dici, già non lo sei più. E la grafica... bè devo ricordare che pochi sono capiti nel proprio tempo. Picasso, Dalì, Braque, A.Ligabue, ecc,ecc.. Se Bibenda è Salesiana, Intravino è Comboniana. Sul terzo punto: Ma quale formula 1, siamo ancora alle classifiche,alle scale di valori? ma non le avevate messe alla gogna? Vi hanno mai insegnato il valore,la dignità e l'orgoglio insito nella semplice azione "lavoro" ? Sul Post Scriptum hai ragione: puzza anche senza calpestarla,ma non so cos'è. Firmato: Sara Montemaggi alias Mara Azdora di Boncellino

Rispondi
avatar

Antonio Tomacelli

circa 13 anni fa - Link

"Ma il link saranno presti morti, uccisi dai tweet." Su questa affermazione non ci scommetterei due cent. Internet è l'ipertesto.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Post interessante, sia per le proposte bene educate, affatto provocatorie, di Moricchia, sia per i commenti altrettanto bene educati, pacati e argomentati. Mi sembra che qualcuno insinui il fatto che il grande seguito di Intravino sia dovuto all'esuberanza di qualche commentatore. Mi permetto di dissentire, il successo di questo blog é dovuto al suo essere aperto a tutti, ma con un nocciolo duro di redattori che sanno quello che scrivono. Sicuramente la grafica aiuta, Tomax ha una ragione di esistere :). Sicuramente aiuta il ritmo incalzante dei post, non so come faccia Moricchia ad essere così fresco e pimpante nel tirare fuori anche argomenti spazzatura, ma che a noi poveri comuni mortali piacciono tanto perché non ci fanno sentire inferiori. Sicuramente aiuta anche l'atteggiamento provocator/zizzaniologo (vedasi proprio questo post) che fa esclamare agli addetti ai lavori classici "ma questi chi si credono di essere!". Potrei anche dire che non é che mi garbi tanto quando a volte leggo un'introduzione a certi argomenti intesa a portare forzatamente a certe conclusioni. Però Intravino non si nasconde dietro ad un dito, sposa la sua funzione di rotocalco in cui c'é di tutto e di più. Tornando a Bibenda, ho l'impressione che "Il magazine on line" soffra dellla condizione di figlio di un magazine tradizionale e chi lo ha messo in piedi é condizionato da un'impostazione ancora legata agli schemi della carta stampata. Non é il solo, ma essendo l'organo ufficiale dell'AIS gli auguro di trovare un'identità "on line" quanto prima. La categoria dei sommelier in Italia ha bisogno di una riconoscibilità che ancora non ha e se non ci pensa l'AIS non so proprio chi possa farlo.

Rispondi
avatar

Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Mi sembra ovvio che il merito del funzionamento di Intravino non sia da ascrivere, se non in parte, ai commenti e ai commentatori. Stavo solo cimentandomi in un intervento provocator/zizzaniologo.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.