Produrre vino in tempo di guerra

di Elena Di Luigi

Nonostante la guerra e un futuro del tutto incerto in Siria, i winemakers Karim and Sandro Saade anche quest’anno imbottigliano il loro vino per dire che si può e si deve andare avanti. Anche se residenti a Beirut, a 150 miglia dai loro vigneti sulle montagne siriane, i Saades seguono la produzione guidando via telefono 60 dipendenti che inviano i campioni per le analisi oltre confine via taxi. L’obiettivo è quello di mantenere in vita un’attività che spera di vedere tempi futuri migliori e di continuare una tradizione iniziata con i Romani 2,000 anni fa.

1 Commento

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postatore_occasionale

circa 11 anni fa - Link

assaggiai tempo fa dei vini libanesi e armeni a una bancarella di un locale torinese temporaneamente distaccata in romagna, i vini (rossi) erano buoni, la sommelier (oriunda) carina gentile e competente e il kebab di agnello una meraviglia la bandiera dei guerriglieri siriani col topic non c'entra molto

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