S.U.V. | Ovvero Suckling Uccide il Vino

di Antonio Tomacelli

simon 2009.7Si, lo so, non si dovrebbe. Citare gli articoli della stampa straniera, o peggio di un blog, è vietato di questi tempi. Stavolta volta però passatemela, anche perchè c’è un fondo di verità. Si parla di Montalcino e chi ne scrive è Alfonso Cevola, giornalista e tenutario del blog On the wine trail in Italy. Cevola è anche consulente per i vini Italiani di Glazer‘s, un grosso distributore di vini in America. Uno che di vino italiano ne capisce, insomma, e che ci dice che le vendite di Brunello in America sono crollate.

Lo scandalo ha colpito duro, altro che chiacchiere, e a nulla servono le rassicurazioni del Consorzio o del Ministro Zaia. In America, a diecimila chilometri dal luogo del delitto, se ne fottono dei nostri distinguo, e fanno tranquillamente di ogni erba un fascio. Gli dareste torto? Cevola, tra l’altro, è uno che in Toscana ci è venuto spesso ed ora testimonia ciò che ha visto in questi anni di rombante crescita: “Quanti Porsche Cayenne intasano le strade intorno alla minuscola Montalcino? Io ci sono stato, e ho visto i gioielli  e i vestiti firmati. Tutte queste cose costano soldi e i soldi hanno comprato l’anima del paese. La tentazione ha preso tutti.”

Secondo Cevola, insomma, Il Brunello è morto per troppo successo e la richiesta dei mercati ha convinto il popolo ilcinese a piantare vigneti nei terreni adatti alle rape, nei casi peggiori a comprare il vino altrove. Gente sveglia gli americani, non c’è che dire, e disponibile anche ad elargire qualche ottimo consiglio: “Non cambiate il SUV ogni tre anni, cambiatelo ogni sei: ora servono un pò meno glamour e un po’ più di terra sotto le unghie. Solo così fra qualche anno Montalcino potrà risorgere”. Questa volta, speriamo, senza l’aiuto del palo della banda dell’ortica, l’ineffabile giornalista di Wine Spectator James Suckling, protagonista di recensioni sul Brunello memorabili. Per la Procura di Siena, ormai.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

9 Commenti

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

la cosa fuorviante e' che uno vede i SUV, e pensa al contadino che si e' arricchito con la vigna, ma nella stragrande maggioranza dei casi quelli coi soldi gia' li avevano prima di mettersi a fare vino. Anzi, forse e' proprio quello uno dei maggiori problemi: tanti hobbysti di lusso che si sono messi a fare vino senza sapere quello che facevano, affidandosi al teorema Enologodigrido-recensioniUSA-importatoreamicodiquellichefannolerecensioni. Ora e' pieno di vini fatti con quello stile, che faticano a trovare lo stesso tipo di mercato agli stessi prezzi, e spesso si trovano a collocarsi su mercati diversi, creando spesso disturbo a chi ha le spalle meno coperte dalla fabrichetta o dallo studio professionale. Naturalmente questo vale per tutto, non particolarmente per Montalcino.

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Luciano

circa 14 anni fa - Link

Bravo Gianpaolo, sottoscrivo a pieno il tuo intervento Luciano

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Leone

circa 14 anni fa - Link

Ad essere in crisi non è il Brunello, ma tutti i vini sopra i 20 - 25 euro...Quindi Brunello, Barolo, Bordeaux (anche con i Second Growth)e gli stessi Californiani...Anche se poi si, ti dicono che l'Opus is very expensive, ma non che non lo comprano lo stesso.. La grande differenza tra gli USA ed il resto del mondo, Italia in primis, è che noi consideriamo un bene di lusso vini tra i 40 e i 70 euro, e loro se li bevono !! Ma noi toscani, assieme al Piemonte (Signore ti prego proteggi il nebbiolo e i suoi tannini, amen) abbiamo un'arma in più, il Sangiovese... Finchè ci saranno produttori che continueranno a creare piccoli capolavori, il brunello sarà salvo.. Vini unici, inimitabili, territoriali,emozionanti anche e soprattutto per le loro imperfezioni e difetti (Il sangiovese va amato SOPRATTUTTO nelle sue imperfezioni). Che senso ha omologare il Genius loci di un territorio ad un gusto internazionale per beginners del vino, per bevitori amatoriali... Per vendergli qualche bottiglia in più? magari si, per qualche anno funziona..ma poi basta. Chi lo vuole un Brunello che sa di Spagna, di California, di Merlot ? Magari un o che è alle prime armi..ma poi..BASTA. Ci si evolve. La noia che mi pervade quando stappo un Cerretalto qualsiasi (tanto per dirne uno) inizia da appena lo verso, già dal colore...La noia continua al naso, andando a cercare quel niente di appena mentolato, di ricordo vagamente toscano,ma...no. E la noia continua per tutta la cena,con un vino nato già morto, immobile, superficiale, banale. E rimpiango di non essere più sicuro di me stesso, e di dover dare comunque una chance ad un vino che in altrui palati viene osannato e portato ad esempio.. Uno dei produttori che preferisco ha una Panda Bianca 4x4 oggetto di mia personale invidia. tutto qua.

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Tra i beginners del vino - dal gusto internazionale - mettiamo anche una bella fetta della critica anglofona - cioé gente tipo Wine Spectator e soci?

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Luciano

circa 14 anni fa - Link

......e come non essere daccordo anche con Leone!!!

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Alfonso

circa 14 anni fa - Link

The Movie clip (in Italian) http://bit.ly/2X49Ji

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Stefano

circa 14 anni fa - Link

Io a Montalcino ci vivo e ci lavoro, e posso dire senza timore di smentite che di Porsche Cayenne non c'è n'è neppure uno. E anche tutti questi gioielli e vestiti firmati di cui parla il signor Cevola io non li ho mai visti, abbiamo tanti difetti ma qui non siamo al Forte dei Marmi. Comunque, a parte le amenità, mi piacerebbe tanto che bastasse avere la terra sotto le unghie e vivere da francescani per risolvere il calo delle vendite, se fosse così in due mesi ne saremmo fuori! Il guaio vero è che a Montalcino 140 aziende su 240 sono nate dopo il 1990, e che la stessa cosa è accaduta in tutte le altre aree di produzione di vino di qualità del mondo. Il guaio vero è che troppi genii del marketing hanno pensato di investire in vini di qualità come se si trattasse di Tiscali o di bond argentini. E ora dobbiamo gestire una situazione difficilissima; c'è (e ci sarà) una eccedenza enorme di tutti i vini di qualità. Non bastasse, siamo nel mezzo di una crisi mondiale che ha tagliato i consumi dei prodotti più cari. Questa è la realtà, e la tragedia è che ancora nessuno ha trovato una soluzione. Tutte quelle sui suv e sui gioielli sono solo irritanti amenità che chi conosce davvero il mondo del vino si dovrebbe risparmiare. Stefano

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marco

circa 14 anni fa - Link

esatto ! le storie su SUV e gioielli sono "romanticherie" che poco hanno a che vedere con l'attuale situazione. Strategie comuni, secondo me, sono l'unica soluzione adesso per venir fuori da questa situazione. Ma nel mondo del vino questo è assai difficile. Poi quelli del vino per hobby ( e son tanti) spariranno presto, e senza grandi disturbi...

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Luca Massaro

circa 14 anni fa - Link

Non mi ricordo di preciso dove ho trovato quest'aneddoto (Rousseau?) che mi pare dica: "per quanto un uomo possa essere ricco e spendere, i suoi bisogni sono eguali a quelli di chiunque altro essere umano: quindi più di tanto non può né trombare, né mangiare, né bere sennò schianta". Ergo, «l'eccedenza enorme» di vini di qualità eccelsa non potrà mai essere assorbita da una nicchia di ricconi: quindi, fate godere i' popolo, o brunellai, co' i' vostro bendiddio!

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