Le avventure di una giovane sommelier tra gli Yeti della Svizzera

di Intravino

Caro Intravino,
24 di aprile e ancora neve e nebbia: a 1600 metri ci si può aspettare questo e molto di più. Per fortuna sono in vacanza e la stagione lavorativa invernale si è da poco conclusa, quindi finché me ne sto a casa al calduccio posso anche sopportare questo tempaccio che ancora persiste e insiste. Sopporto ancora meglio se penso che tra una settimana sarò in Italia e che, tutto sommato e modestamente, me la sono cavata. È stata la mia prima esperienza da sommelier e, nonostante abbia avuto a che fare con i vinacci svizzeri, direi che l’ho sfangata alla grande.

In questa ridente cittadina della Suisse Romande, Crans Montana, che la maggior parte dei milanesi si ostina ad osannare, in tutta sincerità io non ho trovato granché, a parte neve a palate.

Ti racconto invece cosa ho trovato…

Tanto per cominciare ad elogiare la fantomatica precisione degli svizzeri, ho trovato la prima grande sorpresa ad attendermi: per raggiungere il posto di lavoro mi aspettavano ogni giorno 40 minuti a piedi in salita e in mezzo al bosco: ti lascio immaginare lo stesso percorso, fatto per quattro volte, in condizioni meteo avverse (compresi alberi pericolanti e scricchiolii sinistri…). In realtà avevo chiesto più volte se il posto di lavoro fosse raggiungibile a piedi ed avendo ottenuto risposte positive, ho deciso di lasciare la macchina in Italia. Pessima decisione, pagata cara. Ad ogni modo, dopo un training iniziale con tanto di cronometraggio e ipod nelle orecchie, mi sono dilettata nell’arte dell’autostop, selezionando appostamenti tattici e scuse inverosimili. Della serie l’importante è arrivare!

Nel ristorante gastronomico (che aspira alla stella Michelin) in cui ho lavorato c’era un simpatico team, per lo più francesi, tra cui uno chef sommelier anche lui francese (avido d’animo) che sarebbe dovuto essere il mio punto di riferimento ma che, per ragioni a me ancora oscure, non ha voluto condividere le sue conoscenze sul vino con la sottoscritta. In fondo io per lui ero solo una semplice commis sommelier, italiana e per di più donna

La carta dei vini era molto Suisse oriented. Vini svizzeri in quantità industriali più qualche vino francese e pochissimi italiani, nomi per lo più stranoti e super commerciali; zero ricerca, tutto etichetta.Insomma, una cantina dai potenziali enormi e potenzialmente triste.

Ho trovato una clientela difficile da digerire e difficile da guidare, che seleziona vini sulla carta in base al prezzo. Una clientela che obbliga bambini di sei anni a pasteggiare con lo champagne Cristal e che ti mette il piatto sporco in mano perché non vuole più vederlo davanti agli occhi. Ma in che lingua puoi spiegare loro che esistono degli addetti al beverage ed altri ai piatti se più del russo questi clienti non parlano? Meglio prendere su il piatto e lasciar stare. Il famoso linguaggio non verbale…

A parte tutto questo ho trovato la possibilità di fare tanta pratica e tanta esperienza e di questo ne sono contenta. Ah, dimenticavo, tra le cose negative ho trovato anche l’occasione di guadagnarmi un discreto mal di schiena lombare, dovuto al carico/scarico di casse di acqua/vino. Sei donna? N’importe quoi! – lo devi fare e basta – per la gioia del mio collega chef sommelier, super uomo, e per di più francese.

Ho avuto modo di capire che, forse, fare la sommelier non è esattamente il mio mestiere nella vita, ma se voglio conoscere e parlare del mondo del vino e della ristorazione questa è una tappa che sicuramente mi tornerà utile.

Nonostante tutto quindi la mia esperienza è stata positiva, anche se un po’ al limite del sopportabile – ma per Amor del Vino questo ed altro! In fondo lavorare fuori dal Bel Paese, in questi tempi di crisi, è un sacrificio che paga molto bene e alla fine del mese i conti tornano.

A presto!

Anna, dalle nevi svizzere

18 Commenti

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Adriano Aiello

circa 12 anni fa - Link

Testimonianza molto bella. Avendola letta mentre ascoltavo Jack of all Trades di Springsteen, aveva qualcosa di fortemente struggente. In bocca a lupo Anna, dalle nevi svizzere

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annaR

circa 12 anni fa - Link

Grazie mille Adriano! Crepi il lupo. Ti terrò aggiornato sulle mie prossime "avventure" ;)

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marcello

circa 9 anni fa - Link

gentile Anna poi come e' finita...? sei andata in francia ? io mi accingo ora ad andare in svizzera ma senza ancora contatti lavorativi...tu come hai fatto ad "incontrare/ approcciare " l hotel di crans montana ? grazie Marcello

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BRUNA FERRO

circa 12 anni fa - Link

Quanti "meccanismi" da smontare!! Non molli la presa e resti autenticamente incollata al mondo del Vino..scelga Lei quale, ma sempre nella verità!! AUGURI!!

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annaR

circa 12 anni fa - Link

La ringrazio Bruna, certo il tutto è stato abbastanza macchinoso e decisamente poco facile, ma lo considero una buona palestra... In fondo quello che conta è arrivare in fondo. Ho ancora una stagione da fare qui, poi me ne vado in Francia a vendere il vino. Il mio non è masochismo, ma solo determinazione. Grazie per gli auguri, mi serviranno! :)

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Paolo75

circa 12 anni fa - Link

E brava Anna, la tua avventura suona abbastanza dura comunque. Vivo da quattro anni in Svizzera, dove e' vero ci si deve abituare a standard duri ma dove si lavora molto ma molto meglio rispetto all'Italia. Poi dai, che bella la passeggiata nel bosco per andare al lavoro, da milanese abituato alle code in tangenziale la preferirei sempre e comunque a quella tortura.... Chiudo spezzando una lancia in favore dei "vinacci" svizzeri...probabilmente il posto in cui hai lavorato come tu hai anche menzionato non fa alcuna ricerca e non punta molto sulla cantina (cosa a dir poco sorprendente soprattutto considerando il fatto che puntano alla stella" ) ma io da quando sono qui ho scoperto parecchi vini veramente validi, soprattutto nel Vallese e qualcosina anche nella regione di Ginevra e nei Grigioni....peccato che un ristorante di questo tipo in una citta' turistica come Crans punti piu' a i banali italiani e francesi piuttosto che a far scoprire le realta' locali...certo e' che se il target erano i vari clienti russi che si bevono il Petrus mixato alla coca cola tutto si spiega....

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annaR

circa 12 anni fa - Link

In effetti Paolo, mentre mi facevo quei miei 40 minuti in mezzo al bosco e respiravo aria pura pensavo proprio a questo: a chi si fa tutte le mattine delle ore sane in mezzo al traffico della città. Insomma, pur di trovare dei lati positivi, ti assicuro che ne ho pensate tante, compreso il lato sportivo della cosa. Per quanto riguarda i "Vinacci Svizzeri", ho un po' generalizzato, ma è mio dovere spiegare meglio. In linea di massima li reputo dei buoni prodotti, ma nell'insieme non mi hanno entusiasmato. Non mi hanno fatto pensare a niente mentre li bevevo, non mi hanno regalato nessuna emozione mentre li proponevo, salvo qualche rara eccezione. Il grande problema di questi vini, è sostanzialmente che anche se sono beverini e ben fatti, non mi rappresentato veramente un'identità o un territorio specifico. A questi vini manca l'anima. Sarà l'altitudine, sarà l'abuso di barrique, o sarà la precisione svizzera che rende omogeneo il prodotto? Il Vino svizzero difficilmente esce fuori dal paese, questo perché la Svizzera consuma molto di più di quello che produce. In più, a causa del Franco, difficilmente i vini vìni svizzeri varcano la soglia della frontiera a prezzi competitivi in rapporto alla loro qualità - frontiera che poi è rappresentata per due versanti da paesi, quali l'Italia e la Francia, di grande tradizione vitivinicola, che propongono vini di gran lunga superiori in proporzione al prezzo/qualità dei vini svizzeri. Nel vallese, dove abito io, è sorprendente arrivare e vedere tutto il versante coltivato a vite. Per la maggior parte si tratta di pendii scoscesi ed estremamente difficili, quindi tanto di cappello anche solo per lo sforzo impiegato nel seguirli, stagione dopo stagione. Viticoltura decisamente eroica. Sicuramente il sistema assomiglia molto di più a quello dei cugini francesi che a quello italiano, si dice infatti che sia stato importato qui proprio dai monaci di Borgogna, intorno all'anno mille. In conclusione, Fendant a parte, l'Amigne di Vétroz e qualche Cornalin, in linea di massima non ho trovato anima, carattere, identità in questi prodotti, che mi ostino dunque a chiamare prodotti. Cosa hai trovato tu invece, in questi vini quando dici che ne hai trovati di validi?

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Paolo75

circa 12 anni fa - Link

Ciao Anna, grazie per la risposta. Onestamente ho bevuto vini che mi hanno emozionato, forse anche per il fatto di avere zero aspettative (quando mi sono trasferito qui nemmeno sapevo si producessero vini in Svizzera) e ho conosciuto produttori che credono nel territorio e lavorano la vigna seguendo criteri di qualita' assoluta. Te ne segnalo qualcuno tra i miei preferiti: Marie Therese Chappaz a Fully: Fai un giro nelle loro vigne, spettacolari. Incredibili i vini Fletrie, ma ottimi anche i Pinot Noir e i semplici Fendant. E lei e' un uno spettacolo. Nicolas Zufferey a Sierre - Petite Arvine e Fendant di grandi livelli. Preso anche qualche rosso, devo ancora provarli ma spero siano allo stessi livello dei bianchi. Per spostarsi di piu' nella mia area Cave de Satyre di Noemie Graff a Begnins. Squisiti Pinot Noir e Gamay...semplici ma veramente ottimi. Ovvio, i costi non sono sempre economici ma mi incuriosisce scoprire e provare qualche chicca anche qui. Ma tu adesso abiti in Valais? Un salutone. P

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Tutti convinti che il Russo sia un ignorantone coatto che ordina il vino a caso in base al prezzo e non capisce quello che sta facendo?? Illudetevi ..... l'invidia fa brutti scherzi

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annaR

circa 12 anni fa - Link

Caro Fabrizio, di russi quest'anno ne visti diversi e ti posso assicurare che la più parte di loro appartiene esattamente allo stereotipo del nuovo ricco che ostenta, in tutto e per tutto. Ma signori si nasce e non si diventa. Quando vai in un paese che non è il tuo, mi sembra il minimo imparare almeno a dire grazie e prego in lingua locale (almeno in inglese), buongiorno e buonasera, e guardare il tuo interlocutore negli occhi quando hai qualche richiesta da fare. Ovvio, ci sono state eccezioni e ho trovato anche qualche Signore russo cortese ed educato, ma per la maggior parte ti posso assicurare, questi signori rientrano perfettamente nello stereotipo che un po' tutti noi conosciamo.

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Salvatore

circa 12 anni fa - Link

Cara Anna, non so se sei una brava sommelier, ma sicuramente scrivi molto bene. Sara' la passione per il vino, o il modo in cui vivi le tue esperienze (al 100%), quello che conta e' che ho provato la sensazione di essere io al tuo posto... Continua cosi', i risultati arriveranno copiosi. Un abbraccio.

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annaR

circa 12 anni fa - Link

Grazie Salvatore, ti ringrazio molto per quello che hai scritto. Non so se sono una brava sommelier e nemmeno se sono una brava scrittrice. Sicuramente faccio cose che mi piacciono e nel farle metto tutta me stessa. Forse se hai riconosciuto questo è perché in fondo anche tu vivi così. Ti aggiornerò dunque, se ti fa piacere, con le mie prossime avventure... Un caro abbraccio.

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Adriano

circa 12 anni fa - Link

Il senso delle cose, in questa narrazione, è tutto qua: un grande senso d'intraprendenza, amore per la natura, curiosità. Ti aspetto a casa, saluta tutti. Tuo... papà!

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annaR

circa 12 anni fa - Link

Bene babbo, sono contenta che hai percepito tutto questo. In fondo tu sei agevolato perché conosci già chi scrive... Arrivo a casa tra non molto, ma per arrivare prendo l'aereo! À bientôt!

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Montosoli

circa 12 anni fa - Link

Gentile Anna; Grazie della introduzione... Io sono partito dal Italia per l'altra parte del Oceano senza lingua e senza certificato...Sommelier Ho fatto tutto da sola , imparato la lingua, scritta e parlata, lavorando in un Ristorante, e preso il mio certificato di Sommelier in Inglese. Il giorno dell esame ho passato le piu brutte 5 ore dell mio viaggio Nulla e stato facile.....ma sono sempre andato avanti determinato a denti stretti con il sorriso..... Ho incontrato gente di ogni Nazione del Mondo, super Chef, e Master of Wine.....ma ho sempre tenuto conto che se io voglio posso anche essere meglio di loro..... Queste storie di vita le capisce solamente chi a preso la valigia .....del emigrante Provare per credere ! All the best.....

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rampavia

circa 12 anni fa - Link

Se posso permettermi un consiglio giudica le persone per quello che sono non perchè sono svizzeri, francesi o russi. Non generalizzare mai. Nella vita incontrerai educatissimi russi, gentilissimi francesi e svizzeri con un grande cuore.

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annaR

circa 12 anni fa - Link

Concordo assolutamente con quello che dice Lei e sono la prima a NON VOLER generalizzare. Il problema è che la nostra mente, per questioni di economia cognitiva, è abituata ad analizzare per categorizzazione. Questo processo si innesca quasi automaticamente e incosciamente, in base all'esperienza che ognuno di noi ha con l'ambiente esterno, che ci piaccia o meno. Mi sono permessa di parlare per vissuto, e non per sentito dire, quindi di conseguenza ho proceduto a categorizzare le mie esperienze sulla base di dati reali - in questo caso parlavo di russi, per la maggior parte clienti poco simpatici. Con ciò non ho voluto e non voglio offendere nessuno, ma soltanto raccontare qualche mia personale vicissitudine, ripeto, senza per questo fissarmi sulle le mie convizioni, e ben contenta di poter un giorno cambiare idea.

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bug control products

circa 11 anni fa - Link

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