Quando pensi che incensare Bruno Vespa non sia l’apice della comunicazione del vino…
di Alessandro Morichetti… Ti compare Maurizio Belpietro sommelier onorario AIS (Associazione Italiana Sommelier) e pensi che no, forse non ce la possiamo fare a trovare un testimonial che ispiri qualcosa di più attraente.
La motivazione – “La Giunta Esecutiva dell’Associazione Italiana Sommelier ha deciso di conferire l’attestato e il tastevin a Belpietro per la sua attività giornalistica, sempre attenta anche alle realtà produttive del settore agroalimentare” – è splendida, senza dubbio.
[Foto: Associazione Italiana Sommelier]
17 Commenti
francesco papa
circa 9 anni fa - Linkma perchè non si lancia anche costui nella produzione di vino..magari sull'Etna che fa (faceva) tanto moda...nel solco di illustri predecessori potrebbe chiamare il vino La pietra di Belpietro.
RispondiVincenzo Geminiani
circa 9 anni fa - LinkDa chi è composta la Giunta Esecutiva dell'Associazione Italiana Sommelier, che prende queste iniziative a nome di decine di migliaia di associati e gliene fa omaggio per Natale?
RispondiOzziaccio
circa 9 anni fa - LinkChe vergogna
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkComunque adesso chi fa Prodi sommelier onorario cala l'asso, e ci manca solo. Fisar, onav, mettete in bilancio alla voce "consulenze gratuite" :D
Rispondisilvana
circa 9 anni fa - LinkVedrei bene sommelier(e) onoraria la Bonino, che ha l'aria di una che può reggere con eleganza il calice (o la coppa). Tra le donne della politica mi parrebbe la più - davvero - meritevole.
RispondiMaurizio
circa 9 anni fa - LinkMetterà in fuga il prossimo attentatore mulinando la padella tastevin
Rispondigraziano
circa 9 anni fa - LinkMaurizio Belpietro no comment, per l'AIS, che pena
RispondiArneis77
circa 9 anni fa - LinkLa motivazione che hai trascritto è incompleta. Manca la seconda parte: "L’evento è stato anche occasione per dar avvio a una collaborazione tra l’Associazione Italiana Sommelier, la più grande realtà comunicativa sul vino esistente al mondo, e il quotidiano Libero nella versione cartacea e online". Ciò denota carenza di professionalità e obiettività. Poi possiamo pure disquisire sulle scelte di marketing e di comunicazione. Io non conosco di persona Belpietro, presumo invece che chi si scandalizza lo conosca così bene da poter mettere la mano sul fuoco per affermare che è una vergogna assoluta nominarlo sommelier onorario, magari ne sa più di tutti noi di vino... fino a prova contraria.
RispondiAntonio
circa 9 anni fa - LinkE pensare che dopo l'uscita della "banda della bibenda", pensavo di rinnovare la tessera AIS! Ma anche no!!!!!!
RispondiEretico Enoico
circa 9 anni fa - LinkIn qualità di socio sommelier mi chiedo quando questa associazione deciderà di ascoltare i soci invece di trattarli come bancomat e coinvolgerli anche in iniziative simili. Una considerazione molto banale relativamente alle doti o conoscenze del signor Belpietro in materia vitivinicola : cosa ha scritto per aver ricevuto tale riconoscimento o cosa ha fatto per aver ricevuto tale riconoscimento in ambito enoculturale ? Al momento sembrerebbe solo la concessione di una spazio/ rubrica sul quotidiano che dirige .Quotidiano "Libero" ,forse il riconoscimento va rintracciato nella similitudine Farinettiana , " vino libero" ... I miei soldi non li vedrete il prossimo anno( per quello che conto ) perché preferisco dare un " riconoscimento " a chi il vino lo fa sudando in vigna e non trova spazio in quella che dovrebbe essere l'ambasciata del vino. Regalare a destra ed a manca ( sinistra),senza un motivo plausibile ed inerente alla materia, quello che molti anonimi appassionati hanno sudato, studiando ,evolvendosi,degustando e pagando e' un svalorizzare quel percorso. Giuseppe Bertini
RispondiExAis
circa 9 anni fa - LinkGià fatto da tempo !!! Aprite gli occhi ...
RispondiRenato
circa 9 anni fa - LinkStavo per postare un commento di disgusto come socio AIS ma l'Eretico Enoico ha scritto esattamente quello che penso. Telepatia Enoica!
RispondiFranco
circa 9 anni fa - LinkDevo ammetterlo, con sempre maggiore stupore (e dispiacere) riscontro miopia, incompetenza ed arroganza nel mondo degli appassionati. Come sottolinea giustamente Arneis77, immagino che tutti costoro che mal commentano la decisione presa dall'AIS, siano fini e profondi conoscitori del Belpietro persona, anzichè giornalista, e che costoro siano così fini ed attenti conoscitori e riconoscitori della fisiognomica da capire al primo sguardo (e dalla mascella prominente) che costui di vino non ne capisca una beatamazza. Vero? Siete tutti degni discepoli di nostro Signore, a quanto pare. Vi invidio certamente la capacità di giudicare il prossimo con uno sguardo, anche in ambito enoico, proprio dove anche un insospettabile può avere naso e palato tali da riconoscere descrittori così reconditi da far sgranare gli occhi ad ogni tesserato che, per il solo possesso della tesserina, pensa di capire tutto di vino. Inoltre basta con i soliti patetici e banali luoghi comuni. Imparate che nel 2014 esiste la comunicazione, che vi piaccia o non vi piaccia, ed è anzi proprio grazie alla comunicazione che siamo qui oggi a scrivere su questo prestigioso blog. Smettetela di pensare, e di far pensare, che il contadino con le mani sporche di terra sia l'unica verità assoluta. Esistono contadini che hanno accanto persone brave nella comunicazione. Esistono contadini che assumono manager per gestire le proprie cantine, ed è questo quindi uno scandalo? No, è il segnale di un settore che, VIVADDIO, si evolve e non è legato alle solite 4 fregnacce che avete imparato a memoria e di cui, questa si che è verità, non mettere mai in pratica come produttori nulla se non l'esercizio verbale o, al massimo, di tastiera.
Rispondiandrew
circa 9 anni fa - LinkGent.mo Franco, ma il punto è proprio la comunicazione, in senso tecnico, non l'ideologia. Quale brillante consulente potrebbe pensare che Belpietro sia un buon testimonial dell'Associazione? Sceglierlo significa inserirsi in un vespaio, con un personaggio dal curriculum non proprio immacolato e dalla pesante connotazione politica, non proprio una figura rispettata, qualificante e che reca lustro. Mi pare una scelta un po' da "Prima Repubblica", assolutamente in linea con quelle che si sono fatte in passato, perdendo, forse, l'occasione di perseguire un'immagine più rigorosa, professionale, e magari anche non priva di understatement, come dovrebbe essere e come, penso molti soci desidererebbero.
RispondiGiovanni
circa 9 anni fa - Linka me la scelta di fare sommelier onorario un giornalista serio, capace, tenace, magari un filo schierato come Belpietro non scandalizza affatto. Chiedo alle anime belle che oggi gridano allo scandalo come l'avrebbero presa se l'A.I.S. avesse invece deciso di nominare Travaglio del Fatto oppure Santoro, Formigli, l'Annunziata o una qualsiasi delle tante penne di sinistra del panorama italico. Sarebbero qui a battere le mani e dire bravi. E allora?
RispondiEretico Enoico
circa 9 anni fa - LinkAd Honorem ...per meriti etc Nessun giudizio sulla persona Belpietro e neanche sul giornalista ,il suo pensiero politico e' irrilevante ma e' ASSOLUTAMENTE rilevante sapere cosa ha fatto di così importante,innovativo ,culturale,sociale ,didattico per il mondo del vino ed e' importante saperlo per capire cosa giustifica l'attribuzione di un titolo in una associazione famosa tra i suoi membri per esigere serietà ,preparazione e sopratutto il rispetto di tutti i livelli formativi ( 3livelli ,due prove di esame , dopo un anno dal diploma l'eventuale esame da degustatore e nel caso con esito positivo dopo un altro anno si può tentare l'esame da relatore ) ...o il gentile ed illuminato signor Franco ritiene che l' associazione ( sottolineo la parola associazione ) debba in modo esoterico conferire il titolo per meriti esoterici ? Chiamiamo le cose con il loro nome ,trattasi di operazione pubblicitaria ( il signor Franco usa il termine comunicazione ) e di testimonial ed in questo caso giova ricordare che come socio pagante ,attivo e sommelier chiedo conto , non essendo un suddito, di una scelta che non aggiunge lustro ma semmai banalizza ( repetita iuvant) lo stesso titolo omaggiato. Non si tratta di colore politico ne di personalismi ma di una gestione troppo personalistica di quello che e' il massimo valore e la ragione stessa di una associazione che ontologicamente fa riferimento alla figura del sommelier . Ci auguriamo che tutti i sommelier soliti scorgere su blog presto vengano premiati ad honorem dall'albo dei giornalisti . p.s. Non sono io la persona che si vuole attribuire la facoltà di scegliere dei testimonial ma di certo qualcuno dovrebbe aggiornare le sue competenze in comunicazione
RispondiFranco
circa 9 anni fa - LinkCaro Eretico, il problema che così tanto attanaglia una certa fascia di iscritti è ormai chiaro, ed è la sindrome dell'anticonformismo. È sempre estremamente semplice, oggi, dichiarare non adeguato un determinato personaggio che, al di sopra di ogni nostra valutazione in merito, può avere meriti di settore che noi, fino a prova contraria, non conosciamo. È facile, perché basta che il personaggio non sia qualcuno di radical chic, di contrario agli schemi, di differente dal solito, per sommergerlo di vagonate di concime Bio, rigorosamente certificato da filiera di controllo Demetra. Sono anche io socio AIS e non sento affatto sviliti o sminuiti i miei meriti di diplomato se il Sig. Belpietro viene insignito ad honorem dello stesso diploma. Mi sento sminuito, invece, quando trovo persone dalle dubbie capacità poter discernere di vino sparando giudizi "ad minchiam". Ecco, in quel caso il mio ruolo di socio viene leso in ogni suo sacrosanto diritto "qualitativo". Ritengo inoltre pretestuoso, francamente, voler pretendere di aprire bocca su decisioni che persone preposte, da noi votate, sono chiamate a prendere senza dover necessariamente indire un referendum per una boiata del genere. La nostra possibilità è quella, semmai, di non rinnovare l'iscrizione, punto. Il resto sono fiumi di parole inutili, parliamo di vino, di piacere, di passione, di aspetti gradevoli. È ridicolo, non ci si scandalizza per tematiche politiche ben più gravi, e siamo qui a criticare una scelta che, in fondo, nasce con lo scopo di creare cassa di risonanza, magari alla luce di partnership commerciali e di comunicazione con la testata diretta da Belpietro. Lei la chiama pubblicità, quasi inorridito, perché forse non ha ancora compreso che nel 2014, senza comunicazione, sinergie, network, accordi e pubblicità, non si vende neanche più l'acqua nel deserto, con buona pace della sua opinione che, per quanto rispettabile, lascia oggettivamente il tempo che trova.
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