Favorevoli e contrari al vino come investimento su Rete 4. E magari fosse un dilemma mio
di Alessandro MorichettiNon avendo da investire né sul mattone né sul vino la questione non mi sfiora ed esce dalla porta ma quando un Barolo costa 400 euro ecco che rientra e alla veloce dalla finestra. Bene di consumo era, bene di investimento diventa. Non ovunque e non per tutti. Anzi, diciamo che le griffe da investimento italiane nel vino -prevalentemente tosco/piemontesi- riempiranno poco più di un paio di mani. Se ne è parlato in un servizio su Rete 4 (a firma Stefano Pancera per Dentro La Notizia), in cui tra gli altri sono intervenuti il wine broker (o consulente di vini pregiati) albese Paolo Repetto (Vinifera), Roberto Voerzio, Mauro Mascarello, Antonio Galloni (Vinous).
La questione è interessante ma fatico a viverla serenamente, attaccato come sono al vino come oggetto culturale e sociale più che finanziario. Probabilmente sbaglio ed è un fatto direi indiscutibile che le etichette del vino più ricercate (Petrus, DRC) provengano da zone ricche perché con gli occhi dei collezionisti addosso. Lettura superficiale?
1 Commento
bettino
circa 10 anni fa - Linkil servizio appare abbastanza interessante...; il concetto di "bottiglia che vale una fortuna", però, mi fa venire il prurito ! il commento di Voerzio mi pare il più sensato Consiglerei però a chi si volesse buttare in tale tipo di "investimento", la lettura di "le vie del vino " di Jonathan Nossiter; la riconsiderazione del concetto di "vino di valore", per qualsiasi bottiglia, verrebbe ad essere un filino più consapevole.
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