Umbria Jazz 2016: la guida sbagliata ai locali di Perugia
di Sara BoriosiCome ogni provincia denuclearizzata, Perugia sonnecchia tutto l’anno ad eccezione dei dieci giorni nei quali si svolge Umbria Jazz: in questa occasione, i residenti tirano fuori dalla scarpiera i sandali artigianali in cuoio lavorato, il Panama di Borsalino per avere quell’aria un po’ internazionale e confondersi con le migliaia di turisti che vengono da tutto il mondo per godere del programma musicale, e di una città molto lontana dal very pitorescou al quale sono abituati immaginarci.
Milioni di anni fa, quando ero ventenne di grande energia e sete robusta, trascorrevo le notti di UJ comodamente seduta sugli sgabelli di un bar di via dei Priori, che era la sede riconosciuta di una prestigiosa elite di mattacchioni locali. I gestori del locale, persone di rara pazienza e con un senso dell’umorismo inarrivabile, curavano la clientela abituale con ogni riguardo perchè permetteva di selezionare naturalmente gli incauti avventori occasionali. Ho ricordi meravigliosi di quelle estati passate a bere qualsiasi cosa mentre il Maestro Giorgio Straccivarius declamava a memoria “Il cuore rivelatore” spaventando a morte i turisti americani. Ma in quel periodo frequentavo anche le sale scommesse e leggevo Carver e Bukowski da brava giovane alla scoperta dell’animo umano, la qualità dei locali e delle bottiglie proposte non erano in cima alle mie priorità.
Ora, se mi capita, frequento i bar dei vecchi; un po’ perché rimango sempre affascinata dalla capacità che hanno gli anziani di indossare la canottiera di lana sotto le camicie a maniche corte mentre il resto del genere umano è prossimo al punto di fusione; inoltre trovo stimolante ascoltare di nascosto i moti di odio verso il progresso, la gioventù e relativi anatemi, imparando articolate variazioni di bestemmie con il camuffo che possono tornare sempre utili.
Durante UJ la maggior parte degli anziani sospende l’attività presidiale nei bar del centro: solo i più tenaci non mollano il controllo della città garantendo la prosecuzione dei lavori nei cantieri e la sicurezza cittadina dai fastidi della gioventù odierna.
Ecco dove trovarli:
Caffè del Banco, in Corso Vannucci: la mattina per una robusta colazione che faccia sparire il cerchio alla testa dovuto agli eccessi della nottata precedente. Nel tardo pomeriggio, luogo ideale per bere qualche bicchiere di Birra Perugia Golden Ale alla spina, in attesa dei concerti gratuiti in Piazza IV Novembre. Ad accogliere la clientela, un tonicissimo Joannis capace di valutare al primo colpo d’occhio se è il caso di essere cordiali o se preferite essere lasciati in pace. Se il languore post-sbronza si impossessa dello stomaco, vale la pena fare un salto in Piazza Matteotti per mangiare la porchetta della Antica Salumeria Granieri, magari tra due fette di torta al testo.
Se dentro di voi batte il cuore di un anarcoinsurrezionalista, è consigliabile affrontare il pasto nelle ore più calde della giornata. Così, per mettersi alla prova.
A proseguire, un normalissimo caffè al Bar Arco in via Maestà delle Volte, vero ritrovo dell’anzianità riottosa. Il titolare è un ex atleta, non è dato conoscerne l’età la sua vera caratteristica sono le sopracciglia simili a quelle di Maurice Bejart. Basta sedersi e ascoltare le chiacchiere dei clienti abituali per avere un’idea di quello che resta della peruginità. Molto formativo.
Quando arriva l’ora della merenda, è bene andare alla Bottega di Perugia in Piazza Morlacchi, il paradiso della norcineria locale. Si utilizza esclusivamente pane sciapo, che dal 1540 ricorda quotidianamente l’orgoglio anticlericale della città nei confronti del cocciuto Papa Paolo III. Se non si gradiscono i salumi locali, la Bottega offre un’alternativa vegetariana, proponendo il panino dal nome eloquente: “vergògnete”, farcito con verdure di stagione. Anche qui si può alleviare la sete scegliendo dalla selezione Birra Perugia, una Suburbia ghiacciata per me, grazie. Se si è in vena di esotismi, si prosegue per Piazza Grimana fino a percorrere Corso Garibaldi dove c’è il Bacalino, un locale microscopico dove si cucina esclusivamente baccalà in tutte le sue declinazioni: è così che il mondo torna ad essere un posto meraviglioso.
Dopo un lungo peregrinare per le vie del centro, tra i concerti del pomeriggio al Teatro Pavone e la pit-stop ai giardini Carducci, è cosa buona e giusta andare in via della Viola (la via più bohémien della città) per consumare un pasto come si deve al Civico 25, per tre motivi: prima cosa, i titolari sono due fichi totali; in secondo luogo la cucina umbra rivisitata non è la solita rivisitazione della cucina umbra; infine la carta dei vini è una certezza per qualità e offerta.
E se dopo l’ultimo concerto ’round midnight’, a forza di svalicare il colle del Sole e il colle Landone si viene assaliti dalla fame nera delle prime luci dell’alba, si può raggiungere il nirvana in via dei Priori all’omonimo bar, fedele a sé stesso dal 1970 come il titolare, che prima o poi gli chiederò quale crema da giorno usa; in alternativa, il forno di Silvano (re dei funghetti al formaggio, una sorta di torta pasqualina piena d’amore), sotto l’arco della Mandorla e a venti metri da piazza San Francesco al Prato.
Vorrei poter suggerire la chiusura di serata da Angiolino, vero ritrovo di fuoriclasse provenienti da dimensioni parallele dove musicisti professionisti si confondevano con personaggi dalla dubbia moralità a loro volta mischiati alla locale borghesia danarosa creando un parterre micidiale, ma quei tempi sono andati e Angiolino è un ricordo nella memoria di noi nostalgici. Tanto vale tuffarsi nelle vie nascoste dell’acropoli perugina a cuor leggero.
12 Commenti
roxybar
circa 8 anni fa - LinkElenco divertente ed esaustivo, lodi, lodi, lodi. L'Angiolino, mai coverto (e ormai sono vecchia.) Peccato.
Rispondisergio
circa 8 anni fa - LinkLa mia lettura più profonda del post è lo sguardo di una donna matura che ha conosciuto una Perugia che sta scomparendo. E la racconta con tenera ironia. Non si dilunga, l'autrice, sulla Perugia nata nell'era del web. Non ce n'è bisogno: è quella che potremmo trovare in tutto il modo. Sara Boriosi è stata molto brava a parlare della sua amata Perugia. I locali segnalati sono stati soltanto un pretesto. Una donna matura e, soprattutto, non ancora omologata.
Rispondivinogodi
circa 8 anni fa - Link...donna matura = milf?
Rispondisara
circa 8 anni fa - LinkDispiace, ma non avendo procreato sono costretta a vivere nell'interregno delle Cougar. O ambire al titolo di Zilf, perché ho uno stuolo di nipoti. Adesso però basta di darmi della vecchia, via.
RispondiLa Stef
circa 8 anni fa - LinkCiao, ho conosciuto Angiolino in stroke Unit silvestrini 3anni fa era compagno di stanza di mio marito e per 15 giorni mi ha alleggerito con i suoi ricordi, si era fatto portare in ospedale gli articoli e le foto che ha conservato di tutti quegli anni ed é stato per me conoscere Perugia da un punto di vista particolarissimo e stravagante, oltre a usarlo biecamente per non farmi tentare da una scatola da 30 Ferrero Rocher che era stata portata a mio marito. Era fortissimo nel senso bolognese del termine, bulo in perugino no? Ma soprattutto una persona buona come lo sanno essere solo le persone con la schiena un po piegata più che dagli anni, dai dolori tenuti orgogliosamente per sé.
Rispondisergio
circa 8 anni fa - LinkMaturo-a è, "per me", una persona che non è più giovane e non e anziana, o vecchia. Intorno ai 40-50 anni: proprio chi può aver conosciuto un mondo che sta scomparendo...e non soltanto a Perugia. Che c'azzecca matura con vecchia è proprio difficile comprenderlo. L'ho usato perché mi sembrava coerente con il ragionamento che facevo. Ma, avendo suscitato fraintendimenti, significa soltanto che non ho saputo esprimermi e spero che si capisca la mia buona fede. E chiedo scusa.
Rispondisara
circa 8 anni fa - LinkMa stavo scherzando! La prossima volta metto le virgolette. Davvero, non ti scusare: questa cosa è buffa.
RispondiZioFil
circa 8 anni fa - LinkMa che bellino l'articolo, di una simpatia unica!!!
Rispondisergio
circa 8 anni fa - LinkGrazie, Sara :-) PS Ho espresso più volte SIMPATIA e STIMA verso l'autrice del post. Scusatemi se la faccio lunga (ma poi chiudo) e lasciatemi riproporre un mio commento in un post di S.B di pochi mesi fa in cui ribadisco gli stessi concetti(OMOLOGAZIONE-IRONIA-AUTOIRONIA) . "Spesso nei blog(di qualsiasi tema) si legge: "non sai capire l'ironia", rivolto a chi ha espresso una critica.E può anche starci, ma non sempre è opportuna quella replica alla critica: o perché l'ironia non è stata usata bene o anche perché è un modo per uscire dall'angolo, per quella critica. Qui l'ironia è chiara e colpisce in modo efficace. La buona dose di autoironia la rafforza, l'ironia. Se il bersaglio dell'ironia sono le mode, l'omologazione, il conformismo...al tempo di internet(veicolate, facilitate dal web) il risultato è ancora più stimolante, per me. . Stimo molto V.M.Visintin, segnalato nel link dell' incipit del post.Ma Sara Boriosi, secondo me, non c'è in quell'elenco. Anche perché, pur essendo nel mondo dei blog, non si è fatta trascinare dal fiume dell'omologazione.Come non è omologato V.M.Visintin. . .Sara B è diversa. Diversamente ironica."
RispondiJacopo
circa 8 anni fa - LinkArticolo spettacolare..una guida unica nel suo genere. Brava
RispondiDavide
circa 8 anni fa - LinkBella guida. Qualcuno di questi locali mi manca ancora ma provvederò il prossimo anno! Mi permetto solo di aggiungere un paio di luoghi di perdizione nei quali siamo ormai da anni soliti infilarci fra un concerto e l'altro: l'Osteria a Priori, ottima cucina e carta dei vini Umbra quasi definitiva e l'Elfo, un tempio della birra dove far tardi fra jam session di livello, chiacchiere e centinaia di birre ( comprese due pagine di Lambic...).
Rispondipignoletto
circa 8 anni fa - Linkla porta vicino a san francesco al prato è porta san luca o porta trasimena, ogivale come la porta della mandorla, l antica porta eburnea, che si trova in un altra zona
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