Signore Te Ne Ringrazi di Michele Biagiola | Molto probabilmente, la next big thing delle Marche sporche*

Signore Te Ne Ringrazi di Michele Biagiola | Molto probabilmente, la next big thing delle Marche sporche*

di Alessandro Morichetti

Mi sono svegliato la mattina dopo con un pensiero piantato in testa, la bava e una voglia bestiale di quelle che i soldi possono comprare. La Crescia con caprese di “1000” colori (pomodori, basilici, pesca Saturnia e bufala) di Leonardo Grillo è una delizia: tripudio in fondo semplice di frutta e verdura tagliate grosse, bufala ed erbe aromatiche che già al primo occhio promette esattamente quel che poi mantiene. Un morso fresco e croccante in cui la base sostiene un debordante condimento dal profumo estivo ed invitante. 12 euro spesi meravigliosamente.

 

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A Montecosaro, in provincia di Macerata nelle Marche, sono tanti gli elementi di interesse nel nuovo ristorante di Michele Biagiola. Il bello è che nella comunicazione pre-apertura non ne avevo intuito nessuno. Il mood francescano del nome, Signore te ne ringrazi (STNR), non passa inosservato e l’ex chef della stellata Enoteca Le Case di Macerata ha deciso di rischiare in proprio.

Prenoto via wapp a Francesco Onofri, socio di Biagiola e addetto all’accoglienza, ed è una gran comodità di cui non avevo mai usufruito prima. Vado con la curiosità di capire cosa abbia spinto un cuoco ben posizionato a ripartire da zero e il menù tra le mani mi piace: sin troppo ricco e perfettibile ma accattivante e trasversale. Ci sono i piatti storici del cuoco – su tutti il signature dish che campeggia anche nel logo del ristorante, L’orto nel piatto (2003) – la piccola sezione della spaghetteria, grande passione del Biagiola che ci ha scritto anche un libro, due ulteriori primi, quattro antipasti e quattro secondi più una mini-sezione di pizze (che merita anche visivamente più spazio, vista la bontà).

La carta disegna il profilo di un’offerta polifonica che spazia dal Menù Degustazione “Signore te ne ringrazi” a 50 euro (ce ne sono altri due, a 30 e 45 euro, ma l’idea del percorso guidato è sempre meno nelle grazie di Biagiola) a pizze e piatti pensati dallo chef insieme al braccio destro Massimo Polidori, giovane sanbenedettese con un passaggio al Noma di Copenaghen nel curriculum.

Menù

 

Tra i secondi, consigliatissima la Milanese di pomodoro bisteccone, maionese, foglie di senape, cetrioli e mandorle (13 euro): una finta cotoletta con questo pomodoro bisteccone al posto della carne, panatura perfetta, leggerezza contemporanea, maionese ingrassante e verdurine sgrassanti. Ottimo il concetto, esatta la realizzazione, bello a vedersi, assai buono a mangiarsi, goal.

 

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La chiave di lettura migliore per entrare in sintonia col locale credo sia scegliere spaghetti + un piatto o pizza + un piatto. Notevoli i Tagliolini al pesce azzurro di San Beach (piatto di Polidori come indicato sul menù, ispirato alla tradizione di San Benedetto del Tronto). La dialettica Biagiola-Polidori in cucina funziona e la carta ne lascia intuire la stoffa. Un po’ di terra, un po’ di mare, tanto orto e un’elaborazione concettuale che tiene alla larga svolazzi da fenomeni.

Capitolo vini. La carta delle bottiglie è stringata e ben scelta: le etichette non sono molte (credo sulle 150) ma la scelta cautelativa si giova di un sommelier realmente preposto ad essere tale, e non succede spesso. Michele Gelsomini è un gigante buono ma sotto alle fattezze da orsacchiottone c’è uno che beve e studia senza gonfiare il petto. Un posto così è ottimo per lasciare mano libera all’uomo preposto indicando preferenze e budget di spesa. Magnum Di Gino Integrale dell’azienda Fattoria San Lorenzo a 30 euro è stata una scelta perfetta. Nessuna bottiglia importante e poche le birre: vista la bontà del comparto pizza potrebbe non essere una scelta sbagliata potenziare il segmento.

Trattandosi di una recentissima apertura con molti ingranaggi da oliare e con un tutto esaurito che somma novità, ferie estive e curiosità di provincia, ha senso attendere qualche settimana per un tuning di tempistiche e ampiezza dell’offerta. La decina buona di unità necessarie tra cucina e sala al momento sta trottando a pieno regime con qualche momento di affanno ma sembra esserci lucidità sufficiente a registrare il tutto. La maggior distanza dalla cucina del dehor esterno ha tutt’altro che alleggerito lo stress test d’apertura e sarà interessante valutare come verranno studiati gli interni del palazzo storico – al momento un po’ spogli – in cui l’ex ristorante La Luma ha scritto pagine importanti della ristorazione locale.

Novità piacevolissima nelle Marche sporche, quindi. Signore, te ne ringraziamo davvero perché ce n’era bisogno.

 

*
– Sei delle Marche Sporche se quando vai in giro per l’Italia la gente quando ti sente parlare ride e dice: “Dillo ancora che quando parli sembra che dici una cantilena” 
– Sei delle Marche Sporche se il sabato sera scendi sempre in una località di mare (Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Civitanova) 
– Sei delle Marche Sporche se bestemmi come un assassino per qualsiasi cosa 
– Sei delle Marche Sporche se sai che vuol dire il termine “Oggi salemo che non me ne à de jì a scola” 
– Sei delle Marche Sporche se sai che cos’è lo Mistrà e ti ci sei preso almeno una sbornia 
– Sei delle Marche Sporche se sai chi sono “ li frichi”, se sai che vul dire “perseche, verecocole e melonella”
– Sei delle Marche Sporche se hai detto almeno una volta ad una persona “che te possa pijà un gorbu”
– Sei delle Marche Sporche se le ami e pensi che nessun altro posto abbia mare colline e montagne così vicine 
– Sei delle Marche Sporche se confondi la g con la sc (marchigiano-marchisciano, pigiama-pisciama) 
– Sei delle Marche Sporche se hai almeno un familiare e/o amico prossimo che lavora nell’ambito calzaturiero 
– Sei delle Marche Sporche se quando parli non riesci a finire un verbo (magnà, dormì, camminà, pensà) 

 

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

3 Commenti

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Francesco Annibali

circa 8 anni fa - Link

E la S alla tedeshka?

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kraus

circa 8 anni fa - Link

Visitato poco dopo ferragosto, cucina ottima, sala decisamente da rivedere. All'atto della prenotazione mi sono state date rassicurazioni circa la possibilità di modificare alcuni piatti per un ospite con allergia, mentre una volta in sala sono state fatte difficoltà e la scelta si è ridotta a pochissimi piatti. Peccato.

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Manilo Travaglini

circa 7 anni fa - Link

Concordo pienamente, Da rivedere qualche aspetto organizzativo , ma la cucina ed il dettaglio degli accostamenti era molto interessante e piacevole.

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