Wines for dummies. Quand’è che “semplice” diventa “troppo semplice”

di Fiorenzo Sartore

Anni fa anche io mi sono affannato a creare il mio primo sito, ospitato su Geocities (non cercatelo, non esiste più. Geocities, intendo). E anche io, come molti, ho comperato la mia copia di “HTML for dummies”. Il linguaggio che trasformava strane formule in istruzioni per i browser era una cosa talmente complicata, per me, che avevo bisogno di quel genere di lettura, a prova di gnucco, volendo tradurre la formula for dummies.

Oggi che rivedo quella formula applicata al vino, in Wines For Dummies, mi ricordo dei bei tempi in cui apparentemente l’HTML diventava facile. Per la verità si trattò di un feeling breve, dal momento che ben presto mi accorsi che costruire siti e gestire strutture complesse era inevitabilmente una cosa da professionisti. HTML for dummies ha funzionato solo un po’, e all’inizio, il tempo necessario per capire che la faccenda era un po’ più seria.

Wines for dummies non sfugge alla regola, credo: è come una mezza verità, che quindi è una mezza fandonia. Lo dico in ricordo del manuale di HTML, e perché il vino lo frequento. Mi piace, per la verità, l’intento di semplificare, di rendere accessibile: idealmente è il principio di gran parte del web vinoso che frequento. Tuttavia c’è una certa differenza tra semplice e semplicistico.

E’ la differenza che passa, immagino, tra il Chianti for dummies (“Great served with pizza and dishes with tomato sauce”) e il Chianti. L’augurio è che il Chianti for dummies sia un punto di partenza, un livello di entrata. Poi però, quando si scopre che nelle faccende vinose le cose non riescono ad essere del tutto semplici, magari succede pure che ci si diverte di più. Prendetelo come un augurio.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

8 Commenti

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Primo Oratore

circa 11 anni fa - Link

Speriamo che chi prende il vino per dummies non lo abbandoni come hai fatto tu con l'HTML considerandolo una cosa da professionisti: messo così il tuo post contiene un parallelismo abbastanza sinistro.

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Fiorenzo Sartore

circa 11 anni fa - Link

non l'ho abbandonato, ho delegato la parte complessa a chi ne sa di piu'. traendone vantaggio.

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Primo Oratore

circa 11 anni fa - Link

:-) Pazienta, ma continuo a non capire il tuo riferimento al manuale HTML. Evidentemente è un problema mio, quindi correggimi pure se sbaglio (cosa probabile). Capisco anche che sia un po' una questione oziosa e pedante: ma in questo tuo esempio chi inizia a bere il vino for dummies e si accorge che è questione più complicata del previsto, cosa fa? Delega a bere i vini più complessi ai suoi amici/conoscenti/... più esperti e ne trae vantaggio? (è chiaro che intendo la sostanza del tuo discorso, cioè che dopo essere entrato nel mondo poi si spera che il "novizio" desideri proseguire: quello che non capisco è proprio la logica formale del tuo ragionamento).

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Fiorenzo Sartore

circa 11 anni fa - Link

cosa fa? approfondisce la conoscenza, appena capisce che il mondo non e' semplice. quindi si affida etc, allarga gli orizzonti, e si diverte di piu'. (l'enomondo e' piu' divertente dell'html).

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Rossano Ferrazzano

circa 11 anni fa - Link

"the appllation system of Birgundy is strutctured but extremely complicated, and that's the reason why wine lovers go crazy with Burgundy, that's one of the main reasons of it success: one never gets to finish the game. Italian wine can be great if it succeeds in giving a proper appeal to its unique complexity." Questo non me lo ha detto un wino (un nerd del vino, cioè, rimanendo al parallelismo con l'HTML) di un wine club di Oxford o del MIT, tanto per riferirsi ai mercati esteri culturalmente più maturi per il vino, ma un importatore di Singapore che aveva con se una dozzina di appassionati che erano tali da non più di un anno o due, alcuni appena avvicinati al vino. A fine ottobre ne manda un' altra dozzina, e questa volta non saranno nemmeno appassionati, sono "lawyers and doctors, more interested in famous names and travel experience than wine quality itself", ma la sostanza per lui non cambia: quello che fa la fortuna del vino è proprio che il vino non è una commodity, che non è un bene di consumo usa e getta.

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Rossano Ferrazzano

circa 11 anni fa - Link

In sintesi, per me la questione non è fermarsi prima che il semplice diventi semplicistico, ma prima che il complesso diventi complicato. La migliore difesa è l'attacco, insomma. Con questa perla di saggezza credo di potermi congedare concedendomi una citazione da mai dire gol, "e qui chiudo".

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Pietro

circa 11 anni fa - Link

Interessante approccio: "Wine is not art. There’s no reason to believe that aligning your tastes with those of a self-appointed elite will enrich your life, or make you more insightful or sensitive. If wine critics want to spend lavishly on the wine they like, that’s great. Leave them to their fun. Be grateful that you can gain just as much pleasure, if not more, without bankrupting yourself." e la chiusura: "You’re probably hoping for some recommendations. You don’t need them. Reviews and recommendations are great for cars or televisions or overpriced wines, because bad decisions are expensive. If you hate your cheap bottle of wine, just uncork another." http://www.slate.com/articles/life/drink/2011/11/why_you_should_be_drinking_cheap_wine.html

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