Votare online l’Oscar del Vino 2013 di Bibenda? No, grazie

di Vittorio Manganelli

Nell’ormai annoso dibattito sul senso delle guide cartacee e dei loro metodi di valutazione, almeno un elemento è ben chiaro: chi fa la guida assaggia tutti i vini che può, dà il suo giudizio e lo comunica al lettore. In questo modo l’appassionato sa orientarsi e, fidandosi di una testata o dell’altra, procede ai propri acquisti in enoteca, in cantina o al ristorante. Tutt’al più si chiede, come si fa spesso in casa nostra dopo Vinitaly, qual è il vino, o la serie di vini, che ha colpito di più durante gli assaggi.

Adesso, invece, ci si inventa che le “classifiche” possono nascere dal diretto parere degli appassionati, i quali sono invitati ad esprimere le proprie preferenze su parecchie tipologie diverse di vini provenienti da tutta Italia. Le terne sono predisposte centralmente in base ai gusti degli assaggiatori “professionali”. Questa è l’ultima invenzione di Bibenda relativamente all’assegnazione degli Oscar del Vino 2013.

Intanto, una prima considerazione: quanti possono essere i bevitori che hanno assaggiato tutte le tipologie proposte, per di più da poco immesse sul mercato? La risposta è semplice: nessuno. Inoltre, nelle liste presentate non si tiene conto della reperibilità delle diverse etichette nelle varie regioni italiane, cosicché alcuni vini a distribuzione nazionale sono favoriti rispetto a quelli diffusi in ambito prettamente locale o quasi. E anche il prezzo, a questo punto, diventa un elemento dirimente.

No, così non funziona. E non va bene soprattutto per le aziende, esposte a un confronto senza regole o truccato, magari dal caso o magari da qualche esperto di pubblicità. Mi pare molto più serio che sia il curatore (singolo o collettivo) della guida ad assumersi le proprie responsabilità e a dare le proprie valutazioni. L’appassionato potrà così giudicare l’attendibilità della guida e la sua rispondenza ai propri gusti assaggiando qualcuna delle bottiglie premiate. Far credere alle persone che possono diventare protagoniste con un clic è un compito da lasciare ai politici.

2 Commenti

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Si lo so. Bibenda è in mano a Franco Ricci, il concorso non è su basi democratiche e i concorrenti sono dei creduloni manipolati. Tuttavia io gioco lo stesso. Partecipo perchè,come associato ais, mi sono ritrovato la scheda tra le mani. E questa giá mi pare una ragione sufficiente, visto che nella quota annuale è incluso il tomo,frutto di lavoro altrui che per quanto criticabile, credo merito rispetto. Forse, e dico forse, la partecipazione al gioco/voto è anche questo. Sulle ultime frasi del post faccio rispettosamente notare che i curatori giá si assumono le loro responsabilitá attribuendo punteggi e tastevin. E solo persone veramente "ingenue" possono credere di diventare protagonisti di una guida con un singolo voto. Io avrei capito che le preferenze del pubblico saranno premiate per quello che sono. Preferenze di chi si è preso la briga di votare. Sui vini proposti credo siamo tutti adulti e scafati per non innestare nuove polemiche del tipo quello si quell'altro no. Saluti a tutti. Sparate pure senza pietá.

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Rossano Ferrazzano

circa 11 anni fa - Link

Io ho scorso l'elenco dei vini pre-selezionati. Ho avuto la sensazione di non avere poi molta scelta, la grande maggioranza dei vini e delle aziende riconducono ad impostazioni tecnico-stilistiche ed economico-produttive assai localizzate. Non essendo l'Oscar del Vino dell'AIS momento di rilievo statuale, non mi sentirò in difetto nell'astenermi dal voto.

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