Vinitaly 2016 e il Salone dei distillati (questo sconosciuto)

Vinitaly 2016 e il Salone dei distillati (questo sconosciuto)

di Thomas Pennazzi

La grande kermesse vinicola veronese nasconde in seno il Salone dei Distillati: è il lato in ombra del Vinitaly, quello che le sciamanti legioni di eno-qualcosa ignorano od osservano con distratta sufficienza.

Qualche ragione la si può comprendere. I distillati italiani sono in fondo poca cosa: grappa, grappa e ancora grappa, dopodiché mosche bianche; un po’ di frutta in Trentino e Sud Tirolo, rari brandy, e quasi null’altro. Della liquoristica poi, meglio parlarne sottovoce, ché qui alla fiera assai poco di eccellente si mostra, adatto più a compiacere le chiacchiere delle vecchie e viziose zie nordeuropee che le serate dei golosi ad alto grado. Eppure potremmo…

La cultura liquoristica ci appartiene quanto il vino, la materia prima l’abbiamo eccellente, le potenzialità sono enormi, sia nell’infuso che nel distillato, ma la vetrina si mostra malinconica. Qualche diamante fa capolino, ravanando nel mucchio della fiera: nobili finché si vuole, ma sono eccezioni.

La grappa è quindi pressoché l’unica protagonista del Vinitaly a 40°, ed i nomi che contano commercialmente sono quelli soliti. Nel profluvio di alcolici esposti nel mare magnum delle aziende vitivinicole si cela tuttavia una triste realtà: quelli che la grappa la fanno per davvero sono alcune  dozzine, artigiani o industrie; tutti gli altri si servono di lavorazioni conto terzi, fatte magari anche con vinacce altrui, per poi appiccicarvi l’etichetta della casa. Le offerte sono centinaia: potreste quindi bere bene o malissimo, sia che si tratti di una grappa dal blasone inquartato o di quella del vignaiolo della porta accanto, della bianca più ordinaria come dell’improbabile monovitigno di Cococciola di Roccamontepiane.

Tra una visita e l’altra agli stand ad alto grado, la Regione Calabria che ci ha calorosamente ospitato nella parentesi dell’Intravino Meeting 2016 è stata una scoperta: una terra troppo sottovalutata, che nasconde in seno abbondanti gemme enogastronomiche. Bisogna parlarne di più, e far parlare i loro prodotti. Meritano più della loro apparente modestia.

Andando in giro per i padiglioni, ho raccolto qualche impressione e magari un’idea o due degne di diventare parte del vostro privatissimo bar.

Mazzetti – Altavilla Monferrrato – Brandy 25 anni: invecchiamento in botte grande con finishing in barrique. Appena dorato, profumi piacevoli, corpo modesto, asciutta dolcezza. Ci si potrebbe aspettare di più da un prodotto che vuole vantare una qualche pretesa. Da rivalutare con calma.

Castello di Querceto – Greve i.C. – Arzente 7 anni: produzione piccola ma costante, da vino sangiovese e canaiolo, distillato da una nota azienda toscana. Modesto al naso, ma di bella espressività al palato.

Francesco Poli – Santa Massenza – Grappa di Nosiola: la perla nascosta nel mucchio della fiera. Aromi squisiti, finezza, frutto, una vera quintessenza dell’uva regina della Valle dei Laghi. Grappa da vinaccia di Vin Santo: corposa, dolce per il finissaggio nelle botti vuotate del ricco nettare, può piacere anche a chi non frequenta le grappe. Il clan Poli di Santa Massenza è solida certezza e tradizione nell’arte del lambicar.

Hofbrennerei Unterortl – Juval/KastelbellFermentum Nobilis: grappa di fecce, il distillato più insolito e particolare che potreste trovare tra le grappe, né floreale, né fruttato, difficilmente descrivibile. Ma non meno buono. E da vecchie varietà di mele e pere autoctone, un Obstler di rara finezza. Ma qui troverete tante altre cose di soddisfazione. Martin Aurich conferma la sua grande maestria nel padroneggiare l’alambicco.

Weingut Peter Sölva & Söhne – Kaltern/Caldaro – Brandy Amistar 5 anni: da vini Chardonnay, Sauvignon e Pinot Bianco, invecchiati separatamente con finissaggio in botti ex vino rosso Amistar. Purtroppo non degustato, ma potrebbe rivelarsi di interesse non banale: qui ci sono tecnica e passione, che ti raccontano con entusiasmo. Tornare.

Distilleria Paolazzi – Faver – Acquavite di pera Williams: un classico tra i distillati di frutta, correttamente eseguito, di bella lunghezza. Un’altra distilleria cembrana, valle in cui saper fare acquavite è patrimonio di quasi ogni famiglia.

Pojer & Sandri – Faedo – Merlino: qui siamo in territori ibridi, un po’ vino e un po’ distillato, primo vin muté italiano, secondo la tradizione di Oporto. Ma quanto fine è: la base di Lagrein addizionata del profumatissimo distillato della casa produce un risultato dall’armonia celestiale. Sono acclarati mostri di bravura, questi due pericolosi soggetti: la folla davanti al loro stand era lì a testimoniarlo. Non posso che confermare.

Di altri e numerosi assaggi taccio, vuoi per le produzioni del tutto occasionali (brandy), o per la qualità assai poco potabile dell’offerta. Ci sono tanti piccoli nomi, famosi o meno, che al Vinitaly erano assenti, ma che sanno fare molto bene. Se siete curiosi non vi resta che mettervi alla loro ricerca. Potrebbero valere il viaggio.

 

 

 

 

 

 

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto fatica a ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito (il cognac), e per qualche anno ne ha scritto in rete sotto pseudonimo.

4 Commenti

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luis

circa 8 anni fa - Link

Ti segnalo, fra i presenti al Vinitaly, la Distilleria Beccaris di Costigliole d'Asti. Hanno in listino un po' troppi prodotti, ma le grappe di punta sono eccellenti. Se ti capita, oggi fai ancora in tempo...

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Denis

circa 8 anni fa - Link

Ho assaggiato un paio di cose interessanti da Aquileia tra cui un distillato di vinaccia, friulano e prugne interessante, e una grappa di traminer che ho solo annusato, ma aveva un naso così dolce che sembrava di averlo messo in un grappolo d'uva... Capovilla non c'era vero?

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Toni

circa 8 anni fa - Link

Grappe e distillati di frutta di Pilzer (Trentino).Ed un Gin strepitoso!

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Montosoli

circa 8 anni fa - Link

Villa Zarri.....Brandy Italiano da far tremare I Francesi Antica Distilleria Altavilla....Grappa di alta qualita'

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