Che si sia aggiunta la modalità “en politiceur” alle forme di vendita del vino?

di Pietro Stara

Esistono varie forme di acquisto di un vino e pure di un libro: lo si può comprare direttamente dal produttore e dall’editore, pagandolo con pay-pal, bonifico bancario o carta di credito. Oppure attraverso i siti di e-commerce, con gli stessi metodi. A seconda del quantitativo ordinato ci sarà poi un’aggiunta dei costi di spedizione. Oppure “franco” da ogni costo aggiuntivo. Ultimamente sono nate anche delle catene di Sant’Antonio del vino tipo vinix grassroots market, dove ti metti in gruppo, acquisti in gruppo e più acquisti meno paghi. Sui libri non è ancora stato provato, ma so per certo che alcuni tipi di Pedesina hanno ordinato tre bancali dell’Ulisse di Joyce.

Poi esistono dei luoghi fisici, come ad esempio dei produttori con cantina: se prendi un appuntamento telefonico e comprendi almeno una settantina di dialetti con relative inflessioni locali, il vino te lo vendono pure lì. Anche l’editore può fare la stessa cosa, a meno che non stia revisionando una scritto del Gadda o l’ultimo articolo di Giannone.

Tra i luoghi fisici sono contabilizzate le enoteche, con o senza mescita, e i bar dotati di apposite scaffalature espositive. Anche alcuni alimentari all’avanguardia e diverse macellerie di retroguardia dispongono delle medesime strutture adibite alla vendita. Non parliamo dei supermercati. Allo stesso modo, in molte città, esistono dei locali, dotati di confacenti vetrine su strada, denominate librerie: in alcune di queste si trovano pure dei librai, ma in tutte , proprio in tutte, si possono comprare dei libri.

I vini hanno poi un sistema di vendita unico, un po’ particolare: si chiama ”en primeur”. Una sorta di pronti contro termine, in cui si può acquistare quantitativi del vino ancora prima che questi sia imbottigliato e messo in vendita ufficialmente. Nato a Bordeaux si è velocemente diffuso a Nuova Yorke, in provincia di Cuneo.

Ultimamente si è aggiunto un nuovo sistema di compravendita che, a quanto pare, funziona sia per i libri che per il vino: “en politiceur”. Non si sa esattamente come funzioni, ma da alcune soffiate sembra che, se sei un uomo politico di un certo rilievo, con agganci solidi ed un curriculum a prova di cannone, alcune società possano acquistare ingenti quantità di libri e di vino prodotti da te medesimo o da qualche tuo parente. A tua saputa, però.

Sono giunto, dopo approfondite analisi e alcune psico-analisi, alla stessa conclusione a cui giunsero persone del mio calibro: “Il mio unico rammarico nella vita è di non essere qualcun altro.”

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Pietro Stara

Torinese composito (sardo,marchigiano, langarolo), si trasferisce a Genova per inseguire l’amore. Di formazione storico, sociologo per necessità, etnografo per scelta, blogger per compulsione, bevitore per coscienza. Non ha mai conosciuto Gino Veronelli. Ha scritto, in apnea compositiva, un libro di storia della viticoltura, dell’enologia e del vino in Italia: “Il discorso del vino”.

2 Commenti

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Emanuele

circa 9 anni fa - Link

Il mio prossimo articolo sarà pubblicato contemporaneamente dagli Editori Riuniti e dalle Edizioni Paoline. Consta di trenta graziosissime cartelle, più o meno la lunghezza minima ammessa per gli interventi dei segretari FGCI degli anni '70. Riassume gli appunti di degustazione dell'unico vino al mondo dotato di baffi e barca: l'Andreòttide, così chiamato in onore del supereroe cui il produttore, in tenera e meno tenera età, guardava come esempio di virtù.

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Gianni Morgan Usai

circa 9 anni fa - Link

Litro e moschetto...

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