Una manciata di assaggi molto buoni targati ViViT

Una manciata di assaggi molto buoni targati ViViT

di Jacopo Cossater

Un po’ tutta la redazione ha iniziato a “sbobinare” i tanti assaggi di Vinitaly, aspettatevi quindi nei prossimi giorni altri contenuti sul tema oltre al bel post già pubblicato stamattina da Pietro Stara, a quello sui distillati di Thomas Pennazzi e a quello su Rocco Siffredi (!) di Fiorenzo. Poi, per una strana e confusa congiunzione di fattori, è toccata a me una breve rassegna sul ViViT, lo spazio del Padiglione 8 dedicato ai vini naturali (sul tema avevamo pubblicato anche un po’ di note scritte in tempo -quasi- reale da Cerea e da Villa Favorita). La formula ormai è rodata e al netto della grande folla, e di una distribuzione delle cantine che al suo interno potrebbe essere ottimizzata, funziona alla grande. Bicchiere in mano e pedalare, cercando di districarsi tra nomi più noti e realtà alla prima uscita.

Voria Rosato Frizzante 2015 Porta del Vento – La domanda a questo punto è se prima o poi si fermerà questa apparentemente inarrestabile rincorsa alla rifermentazione: basta infatti frequentare qualsiasi manifestazione per imbattersi in frizzanti sempre nuovi, di tutti i colori. Nel dubbio da queste parti si guarda a questo fenomeno con un certo interesse, ben consci che i risultati migliori sono spesso quelli di chi si cimenta con la tipologia da più tempo (per informazioni avviarsi lungo la Via Emilia o in Veneto, nella zona del Prosecco). Il Rosato di Porta del Vento, da sole uve di perricone, è tanto semplice quanto ben delineato nel frutto, soprattutto travolgente per beva (oltre ad essere il primo rifermentato siciliano che il sottoscritto abbia mai assaggiato – chi l’avrebbe mai detto).

Lambrusco dell’Emilia Frizzante 2015 Le Barbaterre – Home sweet home (vedi sopra). Va bene che è ancora giovanissimo e in gran parte in divenire ma è stato tra i vini frizzanti più buoni scoperti in questi giorni di assaggi veronesi. Sarà l’annata, sarà la scelta negli anni di usare meno grasparossa a favore di una maggiore percentuale di malbo gentile, quello che è certo è che si tratta di Lambrusco che spicca per fragranza, così ben calibrato tra belle note di lampone e di fragola prima, di ciliegia poi. Ed è subito Emilia, quella migliore.

Pinot Nero 2013 Podere della Civettaja – C’è poco da aggiungere a quanto non sia già stato detto, e scritto, a proposito di uno dei più famosi Pinot Nero prodotti in Toscana. Un rosso squisito, tanto deciso quanto setoso, ritmico, lunghissimo e piacevolmente segnato da una bella scia sapida in chiusura. L’impressione poi è quella di un vino capace di dare il meglio di sé sulla distanza, sarebbe bello riuscire a seguirne le gesta negli anni.

Cuna 2014 Podere Santa Felicita – Come sopra, uno dei Pinot Nero più stupefacenti assaggiati quest’anno. Un rosso delizioso, a dire poco, che spicca per assenza di volume più che per sottrazione: vola altissimo e sembra riuscire nell’ardua sfida non far mai sentire il proprio peso. Sfumato, setoso, ricco di richiami colorati, raffinatissimo. Tra le cose più buone e rilevanti delle ultime settimane. Riportatemi lì.

Nocenzio 2014 La Distesa – Perché in fondo i vini rossi di Corrado Dottori non sono così conosciuti, ed è un peccato. Il suo assemblaggio, soprattutto sangiovese e montepulciano, è uno di quelli davvero da non mancare, meravigliosamente semplice e complesso al tempo stesso: tutto sembra essere esattamente dove dovrebbe essere. Bilanciamento e allungo, quello che rimane stampato nella memoria è una traccia di acidità di grande purezza e sullo sfondo una trama tannica di grande precisione. Una delizia.

Bianco 2013 Il Poggio – C’è qualcosa di magnetico che in ogni occasione mi porta a tornare sui vini di quei Colli Piacentini così meravigliosamente raccontati da cantine come La Stoppa, Croci, Denavolo, Casé e -appunto- Il Poggio. Una tensione che ha pochi eguali e che le porta ad essere, ognuna a modo suo, puntuale interprete di tutto un territorio. Il Bianco di Andrea Cervini, da sole uve di malvasia, è per dire un viaggio in quelle colline lì, che guardano alla pianura e dove il sole batte bello forte. Ricco, caldo, materico, gioca su tanti bei toni di frutta a polpa gialla declinata in tutte le versioni possibili: matura, in confettura, candita. In bocca poi ha una scodata di freschezza che spiazza e che coinvolge e che invoglia a tornare immediatamente sul bicchiere. Viva.

[foto: Stefano Amerighi by Vinitaly]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

5 Commenti

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Vinocondiviso

circa 8 anni fa - Link

Grazie per aver condiviso questi assaggi di vini poco "frequentati"!

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Stefano Menti

circa 8 anni fa - Link

Bevuto i 2 pinot neri e anche Nocenzio. Buonissimi... espressioni borgognone

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Luca MIRAGLIA

circa 8 anni fa - Link

I due Pinot Nero provengono dal Casentino, incantevole valle situata a Nord di Arezzo, che per le sue caratteristiche morfologiche e climatiche sta cominciando a proporre alcuni vini davvero degni di nota e, cosa apparentemente strana, non da uve tipiche del territorio come il Sangiovese ma da vitigni internazionali (specificamente Pinot Nero e Syrah) che furono introdotti proprio lì verso la fine del 19° secolo e si sono perciò ambientati da un bel pò di tempo. Ancora un'informazione di dettaglio: il Podere Santa Felicità è la creatura enoica (ormai ben più di un hobby) di un grandissimo enologo, Federico Staderini, che si intravede nella foto di copertina accanto a Stefano Amerighi.

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Il chiaro

circa 8 anni fa - Link

Con il Cuna 2014 c'era pure il Cuna brendino 2011 che ho classificato come miglior pinot nero italiano mai assaggiato. Per me con Staderini e Civettaja i può dire che il miglior terroir italiano per il pinot nero sia proprio il casentino.

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Nic Marsél

circa 8 anni fa - Link

e il Sempremai l'avete assaggiato? L'istinto mi suggerisce ... Federico Staderini è un genio ;-)

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