Un vino (Champagne Blanc de Noirs Benoit Lahaye), tre descrizioni: scegli la preferita e dicci perché
di Alessandro MorichettiHo pescato un ottimo vino ma l’esercizio di oggi è confrontare tre modi differenti di raccontare lo Champagne Blanc de Noirs di Benoît Lahaye. Quelle che seguono sono tre differenti descrizioni di cui abbiamo opportunamento occultato la paternità, quindi vi tocca leggerle e giudicarle blind.
Una volta che vi sentite pronti diteci quale trovate più efficace e perché, considerando che provengono da contesti editoriali diversi quindi fate un minimo di tara. Sono ammesse anche risposte multiple, ovviamente.
Ultima annotazione: i tre assaggi si riferiscono a tre sboccature differenti.
1) Bello questo connubio tra un minerale bianco, salmastro, che fa della potenza la sua cifra e la materia fruttata in pieno spolvero, appena dolce ma di quella dolcezza che nobilita e raffina, dove l’arancia rossa, il mandarino, il tamarindo, il dattero si sposano con il floreale e insieme rendono questo naso di un fascino incredibile. Per fortuna che l’assaggio non delude, anzi, con tutta la materia che viene dispiegata con possanza (ah questo miele di zagara!) così come il salmastro minerale, nota per nota, a lungo, e così ci vien naturale paragonare il vino a un’opera di Brahms (la 116, per l’esattezza). Spalla d’agnello ripiena. Cime tempestose
2) Forse il vino più rappresentativo di questo produttore, che sembra prediligere Champagne tesi, precisi e puliti. In questo caso, il vino è certamente costruito su un gran frutto, ma mai sugli eccessi di polposità e vinosità di molti Pinot Noir in purezza. Anzi, sfodera una profondissima mineralità che fa correre la mente ai grandi Riesling… Non meno bella la bocca: succosa, gustosa, vivacizzata da un’acidità al limite del perfetto, capace di conquistare per il contrasto tra il frutto scuro mai pesante e questa mineralità da Riesling. Così, chiude rotondo su queste sensazioni davvero molto lunghe. Un grande Pinot Noir in purezza di Champagne. 92/100
3) Di un giallo molto sottilmente ramato/salmone, può quasi far pensare a un rosé. Il naso svela un profilo di fattura ossidativa assai coinvolgente e articolato: buccia d’agrume, leggera noce, lievito e poi tanto lampone aspro. Il finale nel bicchiere sfuma perfettamente su gambo di sedano e crosta di pane molto fine. La bocca è bella, compatta e tirata ma non striminzita. Non lunghissimo, si concede con distensione su tutta la lingua con un finale armonizzato e asciutto. Sconsigliato sulle minestre di verdure, è una bolla da gnocco fritto e mortadella, tutta la vita. Severo e molto soddisfacente
Ora, amici, a voi. Diteci in quale descrizioni vi ritrovate di più e perché. Più avanti sveleremo chi ha scritto cosa e dove, portate pazienza.
15 Commenti
enzo
circa 9 anni fa - LinkLa descrizione n 2 è quella che prediligo. Semplice, diretta e piuttosto esplicativa soprattutto per chi non è avvezzo alle degustazioni tecniche.
RispondiGiancarlob
circa 9 anni fa - LinkLa 2, senza tanti fronzoli e ricerche di immagini, per me, assurde .....
RispondiSergio
circa 9 anni fa - LinkNasce da vigneti posizionati su tre comuni della Montagna di Reims dove regna il pinot nero: Bouzy, Ambonnay (grands crus) e Tauxières. La fermentazione malolattica viene svolta parzialmente e l'affinamento di dieci mesi viene svolto per metà in legno. Il risultato? un naso fruttato e floreale tutto giocato su finezza e leggerezza, una bocca con note di agrumi e di vaniglia che riesce a coniugare frutto, struttura e vivacità. Uno Champagne dinamico e armonioso, da tutto pasto.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkMa questa è concorrenza sleale con l'opzione 4)? :D
Rispondiantonio f.
circa 9 anni fa - Linkcirca la paternità: sono tutti e tre autori di Intravino? perchè la 2 mi sembra in stile A.L.
RispondiGianluca
circa 9 anni fa - LinkA voler fare lo schifiltoso, nessuna delle tre ha uno stile che mi abbia attratto, anche se la 2 ci arriva quasi, mentre con la 1 non ci siamo proprio, ampollosa all'inverosimile.
RispondiLiberanosamalo
circa 9 anni fa - LinkConosco Benoit da qualche anno visto che ho venduto i suoi champagne e devo dire che la seconda descrizione e' quella che si avvicina maggiormente al suo carattere, diretto, schietto e senza fronzoli. Forse il richiamo ai Riesling non lo avrei messo.......la mineralita' degli champagne di benoit e' " unica"...........
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkSOLUZIONE 1) Le migliori 99 Maison di Champagne 2014/2015 2) Grandi Champagne 2014/2015 (Alberto Lupetti) 3) Alessandro Morichetti
Rispondiantonio f.
circa 9 anni fa - Linksulla 2 c'avevo azzeccato. al di là della lettura agevole e lineare, vocaboli come "polposità" sono di sua esclusiva pertinenza
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkAhah, proprio un vocabolo che non avrei usato, laddove "tirato" rende assai meglio l'aria di un vino severo ;-). La 2 scivola via assai bene ma patisco la doppia "mineralità" e il doppio "Riesling". La 3 è perfetta ;-)
Rispondiantonio f.
circa 9 anni fa - Linkcchettodicoaffà
RispondiEmanuele Cattani
circa 9 anni fa - LinkLa 1 l'ha scritta Maroni?
RispondiSergio
circa 9 anni fa - Linkscusa Alessandro, ho inserito un divertissemet (visto che si parla di Francia...); è la traduzione (mia) della descrizione della Guida Hachette, che per sobrietà si avvicina alla tua. Niente Riesling e niente Brahms (che poi l'op. 116 è una fantasia con 7 brani)
RispondiFabrizio
circa 9 anni fa - LinkLa n.3 perché è la più asciutta delle 3. E poi adoro gnocco e mortadella (quelli buoni).
RispondiAndrea
circa 9 anni fa - LinkDi sicuro la terza perché avendolo bevuto è quella che meglio mi ha evocato le emozioni avute nel berlo.
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