Tutti dicono Brunello di Montalcino. Intravino-Bignami: tutto il Brunello in 10 bottiglie
di Andrea GoriIl mondo si divide in due grandi categorie: i lettori di Intravino e quelli che scelgono un vino “a orecchio”. A loro, al 99,9% degli italiani che una volta l’anno sbevazzano, sono dedicati questi post che a confronto Bignami ci spiccia casa. Perché lo facciamo? Perché mentre noi stiamo qui a cercare il pelo nella bottiglia di Romanée-Conti, fuori c’è gente che il Codice Da Vinci lo ha decifrato ma le differenze tra Chianti e Chianti Classico ancora no. Per loro, e solo per loro, Intravino fa scendere in campo una squadra di esperti che a confronto Robert Langdon ci ri-spiccia casa, uomini e donne che la mamma li ha trovati sotto una pianta di nebbiolo a piede franco, altro che cavoli e rose. E allora che negroamaro, Barolo e verdicchio siano, perché la ggente deve sapere. Oggi tocca a:
Alla corte di Re Brunello.
1. Biondi Santi Tenuta Greppo
L’asset più sottovalutato dell’intero stivale enoico sta proprio a Montalcino. Il Greppo negli ultimi anni (almeno dal 1995 ad oggi) ha infilato una serie di Brunello indimenticabili, comprese due Riserve — la 2004 e la 2006 — che non sfigurerebbero tra i migliori vini italiani di sempre. Da quando Franco non è più tra noi, in cantina ci sono fondate preoccupazioni che qualcosa possa cambiare ma per nitore di frutto, mineralità, profondità e longevità sono vini che spesso hanno pochi eguali e non solo in Toscana.
2. Casanova di Neri
Tradizione di famiglia, fiuto per il nuovo mercato ed essere con il prodotto giusto nel posto giusto al momento giusto: ecco cosa ha portato una cantina comunque storica della denominazione a diventare un centro di ricerca e promozione unico nel suo genere. Pioniere nella definizione dei cru con le due diversissime etichette Cerretalto e Tenuta Nuova, Giacomo Neri ogni anno regala anche una classicissima Etichetta Bianca con tirature elevate, capace di dimostrare che con i giusti investimenti si ottengono risultati incredibili.
3. Il Marroneto
Alessandro Mori è un toscanaccio diretto e testardo ma è arrivato davvero lontano votandosi alla Madonna delle Grazie, il suo cru più pregiato. Frequenti e recenti verticali hanno dimostrato tutto il valore di una tenuta che è un punto di riferimento ormai imprescindibile.
4. Poggio di Sotto
Lasciate stare i discorsi di chi sostiene che andato via Palmucci non è più il Poggio di una volta. La mano di Staderini in cantina e la solidità economica alle spalle permettono ancora oggi di produrre alcuni tra i Brunello più solidi e meno desiderosi di piacere della denominazione, vini di spessore, difficili e rudi da giovani ma che da anni mostrano un’eleganza e una forza primigenia davvero rara. E come se non bastasse ogni anno è sempre una lotta tra gli estimatori del Rosso e quelli del Brunello su quale sia la miglior etichetta aziendale.
5. Uccelliera
Potenza e controllo, frutto e spessore, sostanza e chiarezza di visione sul vitigno. Andrea Cortonesi si è fatto da sé senza scorciatoie e oggi si gode un meritato rispetto della critica e del pubblico. Vini davvero larghi e ricchi ma che non esagerano mai nella pesantezza e nel legno, precisi e sempre emozionanti.
6. Col d’Orcia
Tra le aziende più grandi con una produzione annua impressionante per qualità complessiva e capacità di offrire tutto questo a prezzi interessanti. Per tacer del Poggio al Vento, un cru meraviglioso che produce spesso i vini migliori della denominazione.
7. Mastrojanni
L’arrivo di Illy aveva spaventato e messo sugli attenti i fan di quest’azienda rigorosa e stilisticamente elegantissima ma le ultime uscite hanno fugato ogni dubbio sul fatto che Andrea Machetti continui a fare i grandissimi vini che ha sempre fatto e, anzi, quasi meglio. Peccato che i prezzi siano saliti costantemente ma c’è anche da dire che poche aziende possono contare su una affidabilità così alta su tutta la gamma con Rosso, Brunello e cru aziendali sempre ad alti livelli; oltre allo storico ed eccelso Schiena d’Asino si è aggiunto da tre anni il luminoso e ricchissimo Vigna Loreto.
8. Le Potazzine
Viola e Sofia portano avanti l’idea e il progetto del padre Giuseppe Gorelli, ex tecnico del Consorzio, che in azienda ha portato le idee moderne di rigore e imprescindibilità dell’eleganza nel Brunello a scapito di potenza e ricchezza di estratto. Tra i vini migliori assaggiati negli ultimi anni, le loro bottiglie appaiono con una frequenza troppo elevata per essere casuale. Impegno e passione di famiglia, un successo non sempre così scontato che qui ha funzionato in maniera incredibile.
9. La Cerbaiona
Dagli anni ’70 sulla breccia con Diego Molinari, l’uomo che a Montalcino ha collezionato più soprannomi di chiunque altro. Con il suo Brunello siamo su cifre quasi stellari, d’accordo, ma è un vino che ogni anno svela lati del sangiovese gloriosi e magnifici. Personaggio schivo e difficile da incontrare, per fortuna i suoi vini si possono sempre stappare con gioia e grande soddisfazione con toni che vanno dall’epico al magniloquente.
10. Salvioni
Toscanità allo stato pure ma personaggio che si fa amare molto più di altri in zona per la sua trasparenza, per come lavora e come presenta i suoi vini. Non sbaglia praticamente mai e negli ultimi anni è stato spesso il vino toscano, Sassicaia a parte, più premiato d’Italia mettendo d’accordo sia chi ama la filosofia slow che tecnica e impostazioni più moderne. Futuro assicurato grazie alla figlia e vigneti tra i più belli della denominazione.
Bonus Track
San Lorenzo
Luciano Ciolfi è un esempio raro di produttore ilcinese che sfonda sul web approcciando la rete in maniera moderna. Mano felice e spirito indomito, bevendo i suoi vini ci si innamora di quello che si sta bevendo, ma si ha l’impressione che il meglio debba ancora venire.
Caprili
Romantica la posizione vicino alla Pieve di Santa Restituta e neoclassici i vini, prezzi interessanti e piglio giovane: le ultime prove molto convincenti ci portano a puntare con fermezza sui Fratelli Bartolommei per capire se davvero il sangiovese può essere potente ed elegante al tempo stesso.
Le Ragnaie
il recente 100/100esimi che ha stravolto la tranquilla vita in cantina ha preso di sorpresa pochi, in realtà, perché sono almeno 5 anni che Riccardo Campinoti ci regala gioielli incredibili sia dai cru aziendali che dal sapiente assemblaggio delle parcelle di sangiovese. Di certo, se continua così, sarà uno dei protagonisti del Brunello futuro.
Fuori concorso
Soldera Case Basse
Un tempo fu innovatore e iconoclasta, oggi è l’alfiere della tradizione più vera ma, in ogni caso, il suo è sempre un prodotto imprescindibile e oltranzista. Ha tanti detrattori ma molti di più sono quelli disposti a pagare cifre altissime per le poche bottiglie (il cui reale numero è conosciuto solo dall’Agenzia delle Entrate) che ogni anno produce. Un progetto romantico portato avanti da un uomo spigoloso e non facile. Ma finché esisteranno Case Basse come il 2001 e il 2004, chapeau. Peccato solo che non sia più nella denominazione e che i prezzi siano praticamente raddoppiati.
26 Commenti
Emanuele Cattani
circa 9 anni fa - LinkCosa dite di Terre Nere?
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - Linkl'abbiamo recensito nella nostra guida alla 2009...discreto livello ma non eccelsi
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 9 anni fa - LinkRigoletto, atto primo; "Questa e quella, per me pari sono". Parlate bene del Brunello, di chiunque parlate fate comunque bene e, incidentalmente, motivi per parlare benissimo dell'annata 2010 ce n'è quanti ne volete.
RispondiGiovanni
circa 9 anni fa - Linkogni selezione é arbitraria e sceglierne solo 10 o 15 su tanti bboni é impossibile. Quello che vi chiedo é in base a quale ragionamento inseriate nella top 10 Casanova di Neri e lasciate fuori Gianni Brunelli, Il Colle, Lisini, Fonterenza, Pian dell'Orino, Col d'Orcia, Cencioni. Con quale cuore e con quale palato fate cio? :) [img]https://farm4.staticflickr.com/3262/2864894199_60e77d30c4_o.jpg[/img]
RispondiMG
circa 9 anni fa - LinkCol d'Orcia e' al sesto posto :)
RispondiGiovanni
circa 9 anni fa - Linkmi scuso per l'amnesia e per la presenza di Col d'Orcia nei top 10 che mi era sfuggita e di cui mi rallegro. Plaudo a chi ha fatto notare l'assenza, grave, di Fuligni, in questa pur ardua graduatoria e attendo, se arriveranno, risposte circa la clamorosa inclusione (ma come?) di uno dei vini di Montalcino più clamorosamente sopravvalutati: Casanova di Neri. Sul quale ci sarebbero tante cose da dire. E tante sono state dette e scritte.
RispondiAlessandro
circa 3 anni fa - Linkmi sorprende che ti stupisca che nella top ten ci sia il Cerretalto, a mio avviso uno dei migliori Brunelli che siano mai esistiti, assieme a Cerbaiona naturalmente!
RispondiGianni Morgan Usai
circa 9 anni fa - LinkBel sunto. Complimenti.
RispondiMauro
circa 9 anni fa - LinkUn buon riassunto quasi esaustivo dell'eccellenze di Montalcino. Grande assente Lisini (soprattutto l'Ugolaia), che per me negli ultimi 20/30 anni si è spesso distinto tra i migliori Brunello in assoluto. E meritavano un accenno i vini di Gianni Brunelli, per spontaneità e semplicità, sempre ammirevoli. Saluti
RispondiDuccio
circa 8 anni fa - Linkconcordo perfettamente.. l'Ugolaia di Lisini penso sia tra i migliori Brunello degli utlimi 10 anni come minimo. faccio notare anche l'assenza del prodotto di La Serena, a mio parere un grandissimo produttore!
Rispondibiotipo
circa 9 anni fa - Linkfaccio la solita lista delle assenze eccellenti, per me superiori ad almeno tre della vostra top ten: salicutti, tiezzi, le chiuse, lisini, fuligni, baricci, sesti, capanna, fattoi, canalicchio, canalicchio di sopra, lambardi. e tra i produttori storici, mi sembra imperdonabile l'assenza del poggione
Rispondibiotipo
circa 9 anni fa - Linkfaccio la solita lista di assenti che per me sono tutti agevolmente superiori ad almeno due dei nomi della vostra top ten: salicutti, tiezzi, le chiuse, baricci, capanna, fattoi, canalicchio, canalicchio di sopra, lambardi, fuligni, lisini, pietroso e sesti. e trovo imperdonabile l'assenza di un produttore storico come il poggione e di alfieri del naturale come fonterenza, paradiso di manfredi e stella di campalto
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - LinkE San Polino? Per me ne mette dietro parecchi di quelli che hai nominato...
Rispondibiotipo
circa 9 anni fa - Linkfaccio la solita lista di assenti che per me sono tutti agevolmente superiori ad almeno due dei nomi della vostra top ten: salicutti, tiezzi, le chiuse, baricci, capanna, fattoi, canalicchio, canalicchio di sopra, lambardi, fuligni, sesti, pietroso. e trovo imperdonabile l'assenza di un produttore storico come il poggione e di alfieri del naturale come stella di campalto, fonterenza e paradiso di manfredi
RispondiMontosoli
circa 9 anni fa - LinkChia ha dato 100/100 a Le Ragnaie.......? E stato A.Gori ?
Rispondipapillo
circa 9 anni fa - Linkchiunque sia stato, ha fatto bene. Altissimo, purissimo, ragnaie.
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - LinkE' stato James Suckling...
RispondiSottonoce
circa 9 anni fa - LinkEcco di seguito i miei migliori assaggi ilcinesi degli ultimi 15 anni, quindi dal 2000 in poi - 96centesimi Tassi 2004, Siro Pacenti 2000, Le Ragnaie 2006 - 97centesimi Solaria 2001 - 98centesimi Biondi Santi riserva 2004 - 99centesimi Cupano 2002 - 100centesimi non li assegno ad un Brunello bensì al... rullo di tamburi... Moscadello di Montalcino 2008 La Poderina, un grande campione, chi ha avuto la ventura di assaggiarlo sa che non esagero affatto...
RispondiEmanuele
circa 9 anni fa - LinkPermettete un intraleak? In redazione si previde la reazione - non solo ovvia, bensì anche auspicata - all'esiguità di un novero così limitato per un vino così proteiforme, che cambia abiti faccia e grugno di vigna in vigna. Per quanto mi riguarda, apprezzo molto lo sforzo di Andrea Gori perché mette in chiaro: a) di non aver pretese di esaustività; b) di aver scelto a gusto. E quest'ultimo essendo diverso per ciascun dipsomane frequentatore dei nostri lidi, era prevedibile che la selezione di Andrea venisse ora grigliata, ora apprezzata, ora ampliata con suggerimenti personali. Insomma: era chiaro che Andrea stesse mettendo a disposizione il suo riferimento di gusto. Va benissimo che ognuno di voi metta a disposizione il proprio per un confronto. L'evoluzione del gusto è un procedimento eminentemente discorsivo e dialettico. PS - sono molto lieto di alcune delle segnalazioni e proposte aggiuntive. Un paio di nomi a titolo personale: Tiezzi, Baricci e Fonterenza. Ma proprio quasi tutte le aggiunte mi trovano concorde. Quasi.
Rispondibiotipo
circa 9 anni fa - Linkops... ieri mi è partita la tastiera, e i commenti non erano visualizzati. sorry
RispondiRomeo
circa 9 anni fa - LinkIo non dimenticherei neppure i vini di Marino Colleoni...
Rispondimariarosa tartaglione
circa 8 anni fa - LinkCosa ne pensate di Querce Bettina?
Rispondiwinex
circa 8 anni fa - LinkE del Brunello di Silvio Nardi ne vogliamo parlare?
Rispondiferdinando
circa 8 anni fa - Linkpersonalmente ho visitato la tenuta sesta di sopra e ho bevuto del vino assolutamente buono, molto di più di alcuni che avete nominato
RispondiClaudio Ferrucci
circa 5 anni fa - LinkA me piace molto anche Altesino, però non saprei come collocarlo all'interno della storia del Brunello.
RispondiPeter
circa 4 anni fa - LinkCome mai non ci sono ne Canalicchio di Sopra ne Valdicava ?
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