Solo il biologico è davvero naturale. Parola del dipartimento agricoltura degli Stati Uniti d’America

di Antonio Tomacelli

Forse non tutti sanno che la “rapina del secolo” sta avvenendo sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, subdola e silenziosa. Nessun telegiornale ne dà notizia e le denunce alle autorità preposte sono impossibili. Gli autori del furto sono un gruppo di spregiudicati pubblicitari sparsi per il pianeta e il bottino è immenso, ancorché difficilmente stimabile. Nessuno, infatti, è  in grado di stabilire il valore economico della parola “Naturale” apposta su qualunque spazzatura edibile e/o bevibile in vendita nei supermercati, ma il business c’è e dev’essere grosso se per contrastarlo è sceso in campo nientemeno che il Dipartimento Organic del ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA). L’arma prescelta è l’ironia ma nei quattro video prodotti dal ministero americano c’è ben poco da ridere.

La visita negli ipotetici uffici dell’Industria della Pubblicità Falsa, infatti, ha un che di terribilmente reale. Si comincia con una rapida carrellata dei grandi successi dell’agenzia (la ricrescita miracolosa dei capelli, la perdita del grasso in pochi giorni, l’allungamento del pene) per poi passare all’hype del momento: la parola “naturale” appiccicata ovunque.

Le grandi industrie del settore food lo hanno capito da un pezzo: la parolina magica risolleva le vendite per cui viene aggiunta su ogni cibo, anche il più “processato”.
Qualunque porcheria, comprese le ali di pollo fritte o i popcorn fatti col mais OGM, con l’aiuto dell’ufficio grafico diventano miracolosamente Natural.

La sensazione che si ha guardando i video è decisamente sgradevole: c’è un che di fottutamente reale nelle parole del Grande Manager della Pubblicità Falsa e le situazioni illustrate sono verosimili e appena un filo sopra le righe.

Domandina finale: come ci si difende dall’abuso di “naturalità”? Qual è il confine che separa il prodotto realmente naturale dalla contraffazione?

Contro la disinformazione non c’è che un’arma possibile, l’informazione, ma quella contro i colossi del marketing e la grande industria è una lotta impari.

A meno che non intervengano i legislatori a chiarire una volta per tutte l’argomento come già è stato fatto per il settore del cibo biologico che oggi vede la denominazione “naturale” come un nemico da combattere a suon di campagne pubblicitarie.

Visitare il sito dei produttori biologici americani per credere. L’headline parla chiaro: “solo il biologico è davvero naturale”.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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Lo Scalzo Vincenzo

circa 10 anni fa - Link

Finalmente qualcuno si è accorto che non sappiamo nemmeno utilizzare a favore le definizioni latine! Da + di vent'anni sono definite internazionalmente e messe in uso con vincolo legale nel "labeling"! Senza ironia! "Naturale"! L'inflazione di uso di "bio" quando la scienza agricola mantiene tradizioni di nomenclatura millenarie sconvolge i traduttori: "naturale", "naturalmente"...

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