Solo due italiane tra le cinquanta donne del vino più potenti del mondo. Dov’è l’errore?

di Antonio Tomacelli

Secondo la rivista americana The Drink Business, tra le cinquanta donne del vino più potenti del mondo, ci sarebbero solo due italiane e nemmeno piazzate tra le prime 10. Gaia Gaja, infatti, occupa il 12° posto e Albiera Antinori è 18° in classifica. Pochine, vero? Potremmo consolarci con il nome e cognome molto italico della prima in classifica, ma Gina Gallo non è più italiana da un tot di generazioni. Arrivati a questo punto del post potremmo scagliarci contro la classifica — è troppo ripiegata sul mondo anglosassone, dai! — e chiuderla qui, oppure possiamo fermarci un attimo e riflettere sul perchè un paese che è il primo produttore di vino al mondo, abbia solo due presenze in questa classifica. Naturalmente rifiuto le soluzioni facili e vado avanti con l’analisi, sperando sia giusta. Dunque, vediamo: la power list prende in considerazione tutte le professioni che ruotano intorno al vino. Se il primo posto è occupato da una produttrice, è pur vero che al secondo c’è la giornalista Jancis Robinson e al terzo la responsabile acquisti della catena di supermercati Costco, Annette Alvaez-Peters. Abbondano in classifica le Master of Wine, le enologhe e più o meno tutte le professioni sono coperte da una presenza femminile. Chi è in errore, dunque, l’anglofona classifica di The Drink Business o questa Italia misogina che non da spazio alle donne? Vero è che neanche tra gli uomini vedo colossi di caratura internazionale, ma la domanda resta inevasa: perchè così poche donne nel commercio, nel giornalismo e nel marketing del vino?

P.s.: non conoscessi la bravura di Albiera e Gaia, potrei facilmente malignare sulla loro presenza in azienda per diritto dinastico. Non lo faccio, ma questo la dice lunga sulla situazione italiana.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

24 Commenti

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Per cortesia, non mi scrivere Gaja Gaja. GAIA Gaia, eccheccavolo.

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Pardon. GAIA GAJA sigh.

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Riscatto il mio errore di battitura girandovi un pregevole link: http://www.winostuff.com/WinoBabes.htm

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Le congratulazioni alle due brave colleghe sono ovvie e meritatissime, ma devo aggiungere che non capisco come ci si possa meravigliare che sono solo due; molto probabilmente tra i maschi non ne avremmo di più. Il problema é che l'Italia del vino produce molto, fa a volte moda ma conta poco. Da sempre. I personaggi influenti a livello mondiale non sono e non sono mai stati italiani in nessun comparto del settore vino, salvo i pochi i cui cognomi (non a caso, e meritatamente) sono premiati anche qui. La realtà è questa, facciamocene una ragione.

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DarioSpezza

circa 11 anni fa - Link

Concordo pienamente.

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splash

circa 11 anni fa - Link

Stefano, quello che hai scritto tu al 50%. Dopodiche' un 20% di misoginia, un 10% di auto-misoginia e un 20% ancora di misoginia. "La realtà è questa, facciamocene una ragione."

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

È buio, pioviggina e sono solo col cane ma, nonostante tutto, la misoginia non é nelle mie corde. Noi italiani del vino non contiamo un tubo all'estero non per sfiga o per poca capacità, ma perché conta solo chi muove i grandi numeri sui mercati principali. Noi lo facciamo quasi solo in Italia, che è un mercato chiuso per cui a nessuno (fuori di qui) frega nulla chi conta e chi non conta nello stagnetto nostro. Quanto ai media, conta chi da ratings ritenuti affidabili su ogni vino dalla Georgia al Paraguay passando per l'Alsazia, a chi vuoi che interessi a Seattle di leggere solo di vini italiani? E poi in italiano. Interessa solo a chi é fissato con i nostri vini, minoranza grazie a Dio esistente ma pur sempre assoluta minoranza. Questa é realtà, non depressione cronica.

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Motown

circa 11 anni fa - Link

Quoto tutte e due gli interventi, Stefano. Parole sante, purtroppo.

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suslov

circa 11 anni fa - Link

... e nelle nuvole ?? dov'e' nelle nuvole ??

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Infatti, senza di lei la classifica non è credibile.

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Angelo D.

circa 11 anni fa - Link

NN è over the top. E Gaia è davvero brava.

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Sir Panzy

circa 11 anni fa - Link

Complimenti ad entrambe..Chapeau!!

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Il consumatore

circa 11 anni fa - Link

Gaia e dolce, è single?

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Antonio

circa 11 anni fa - Link

Ma che potere possono avere delle produttrici a livello mondiale ? Il potere di fare vendere milioni di bottiglie e spostare l'interesse degli opinions leader mondiali ce l'hanno le collaboratrici di Parker e qualche MW influente. :)

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Angelo D.

circa 11 anni fa - Link

Il potere sta nel girare il mondo e raccontare di persona cosa accade intorno all'azienda e a questo o quel vino. Certo il marchio, la storia, il blasone contano ma sono valori che negli ultimi anni hanno avuto sempre più necessità di una visibilità vera, tangibile, non relegata e delegata a manifesti e pagine e pubblicitarie. In America, nel mondo come in Italia è sempre più necessario stare "in mezzo" alla gente più che sull'altarino degli avi. E' in effetti una delle tante mancanze della politica, no? Dico, il distacco per autocelebrazione. Tutto il resto là fuori.

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Antonio

circa 11 anni fa - Link

Chi sono secondo Lei le persone importanti a livello mondiale che possono orientare i consumi ?? Le due produttrici italiane che stanno in mezzo alla gente ?

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

Sono d'accordo con Stefano. Aggiungo che se la classifica fosse al maschile troveremmo più o meno nella stessa posizione entrambi i padri delle due brave produttrici: Angelo Gaja e Piero Antinori. Non credo che rientrerebbe fra i primi 50 alcun opinion leader italiano - critico, giornalista, curatore di guide, bolgger, eno-editore. Forse qualche importante eminenza grigia dietro grosse realtà commerciali, chessò direttore generale di una qualsiasi GDO? Ne dubito. Forse un paio di deus ex machina di realtà importanti a livello di quantità come Zonin, GIV, Cavit, Santa Mrgherita? Forse. Mi sembra comunque che la classifica mescoli il concetto di potere con quello di visibilità. Una cosa è il potere di spostare grandi numeri in termini di bottiglie o casse, una cosa è la capacità di influenzare l'opinione pubblica internazionale, predisponendo quest'ultima ad una migliore conoscenza ed apprezzamento del vino italiano e non solo quello della propria azienda. Riguardo alla scarsa presenza di donne italiane della classifica, se devo essere sincera, mi colpisce assai poco. Tutto dipende dai parametri in base ai quali la classifica è stat stilata. Secondo me c'è stato negli ultimi dieci anni un aumento importante di donne produttrici, molto minore di donne che hanno spazio nel giornalismo specializzato e nell'area puramente commerciale. Non perché non ci siano, ma perché si trovano a dover dividere una torta che diventa ogni giorno più piccola e che viene difesa con le unghie e con i denti da chi ha già avuto la sua fettina.

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Antonio

circa 11 anni fa - Link

Quello che volevo dire era esattamente questo : le donne del vino italiano andando in giro per il mondo faranno vendere qualche migliaio di bottiglie in piu' alla loro azienda, ma non sicuramente alle altre ! Il potere è un'altra cosa, loro non possono averlo, ma ripeto questo lo detengono ancora oggi le collaboratrici di Paker ed affini, piaccia o meno ( ma è un'altro discorso ) ! Questo è lo stato delle cose attualmente in giro per il mondo ! Auguri a tutti, anche a quelli che non hanno potere ! :)

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Gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Quello che dice Stefano e' vero, ma non e' solo una questione di quante bottiglie si fanno girare, perche' altrimenti l'Italia sarebbe quantomeno la seconda forza mondiale, anche e sopratutto all'estero. Il deficit va oltre la forza economica, e questo lo vediamo anche nell'economia tout court: l'Italia e' la terza economia dell'Eurozona e una delle prime dieci al mondo; e' tra i primi paesi contribuenti di tutti i maggiori organismi internazionali, eppure, diciamocelo in faccia, non conta politicamente molto. Allora c'e' da capire il perche' di questo, e per cercare di farlo possiamo provare a buttare giu' della cause: -e' tutto un complotto, gli altri ci odiano -non parliamo inglese, gli altri non capiscono che diciamo -siamo noi che non capiamo gli altri, e quello che non si capisce si finisce per sospettare e ci rende isolati -siamo deboli politicamente, non ci presentiamo compatti e uniti come nazione, non sappiamo come muoverci negli ambiti internazionali, non sappiamo come fare alleanze -invece di muoverci come nazione, c'e' sempre chi pensa di incassare qualche vantaggio immediato muovendosi individualmente, cercando si ritagliarsi uno spazio di visibilita' maggiore. -abbiamo qualche complesso di inferiorita' che ci deriva da eventi accaduti nella storia recente (stesso che la Germania) ecc. ecc. Ma il piu' grosso difetto che io riscontro e' quello di un miscuglio provincial-nazionalista da parrocchia che ci spinge, come nazione, a non aprirsi al mondo, che coltiva il retropensiero che "l'Italia e' l'America" e che sono gli altri che non capiscono. Fare un passo avanti, anche con una certa umilta', imparare da chi oggi e' avanti a noi, aprirsi e accettare critiche e consigli, potrebbero essere una ricetta da considerare.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Mah, non mi torna. Parliamo poco l'inglese, siamo provinciali, furbetti e tutto quello che vuoi, ma con tutti questi handicapp siamo tra le dieci forze economiche del globo e la seconda nel vino. Dato che nessuno regala nulla, si vede che nel complesso non siamo poi così male. Il motivo per cui nelle classifiche di chi conta nei mercati mondiali siamo indietro è molto più banale; ha influenza chi orienta i consumi, e per definizione questo lo fanno gli operatori commerciali e/o media operanti sui mercati dove sono presenti tutti i vini del mondo. Noi su quei mercati siamo solo fornitori, per cui non siamo tra quelli che orientano i consumi, e il nostro è un mercato solo di prodotti italiani per cui a livello internazionale chi conta qui è ininfluente. That's all e chi se ne frega, perchè è evidente che non è avendo persone della propria etnia nell'albo d'oro degli MVP che si vende di più.

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Gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

sostanzialmente e' quello che ho detto, ovvero che l'Italia ha una forza commerciale e una forza economica nei fatti, direi nei numeri. Ma notoriamente non ha una forza politica, per cui l'influenza, un po' come il coraggio di manzoniana memoria, chi non ce l'ha non se lo puo' dare. Io ritengo invece che il nostro paese, e non solo nel vino ma anzi sopratutto in tutto il resto, non dovrebbe essere solo bravo nei numeri, ma quei numeri stessi gli dovrebbero servire anche a contare qualcosa nei salotti buoni, dove di solito sono gli altri che decidono, e l'italietta si adegua. Questo forse non contera' per vendere due bottiglie di vino in piu' o in meno, ma conta per tante altre cose. Capire il perche' la situazione e' questa, certamente puo' non essere risolutivo, ma sicuramente aiuta.

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francesco vettori

circa 11 anni fa - Link

"Solo due italiane tra le cinquanta donne del vino più potenti del mondo. Dov’è l’errore?" Nel fatto che il potere è stupido per definizione. Non lo dico certo solo io ma solida tradizione storica e filosofica. Lettura consigliata, brevissima epitome, Carl Schmitt, Dialogo sul potere. Se poi si da altro significato alle parole, liberissimi...La ricerca del sensazionalismo a tutti i costi, specie nei titoli, è quel che ormai distingue la testata. Non riesco davvero ad entrare nel merito, quando si parte da premesse così campate in aria. Salute e buone feste.

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Di..Vino

circa 11 anni fa - Link

Non so se conoscete la cantina Abruzzese"Villa Medoro" e la sua giovane e vulcanica proprietaria Federica Morricone,vi assicuro che meriterebbe una menzione e ne sentirete certamente parlare.

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Go'

circa 11 anni fa - Link

si' ... io la conosco, Villa Medoro non e' solo la cantina piu' moderna e maggiormente quotata nel nostro favoloso Abruzzo, ma e' anche una tra le pochissime ad avere una donna magnifica e speciale a capo della sua direzione. Federica Morricone e' stata una delle prime giovanissime donne ad avviarsi nel mondo del vino prima ancora che questa dimensione prendesse un sapore cosi femminile!

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