Risotto alla pizzaiola: veramente una schifezza imperiale. E pure fortemente brutto

di Orrori da Mangiare

“Questo piatto evoca fortemente l’estate”, dice il foodblogger sul suo blog che puzza di fritto. Un’estate proprio tapina, ci verrebbe da rispondere. Ma poi ci accorgiamo che siamo signori, e ingoiamo il rospo, il quale risulta di gran lunga più saporito di questa infame poltiglia.

Signore e signori, benvenuti nel consueto salotto buono della gastronomia italiana, vi trovate su Orrori da Mangiare, che solo per Intravino vi spadella ogni settimana il peggio dei piatti del Belpaese, con un occhio al buongusto e una mano in un posto che non possiamo dirvi.

Oggi parliamo di risotto, e poiché la primavera sembra abbia finalmente preso il sopravvento su questo inverno rigido e cattivo, con il cuore gonfio di sole vogliamo trasmettervi tutta la nostra vibrante felicità: sta arrivando l’estate, la stagione più bella delle quattro, secondo il nostro umido parere.

E dunque, ecco un piatto che evoca fortemente (fortemente!) l’estate, dice l’autore di questa pietanza, che rapisce lo sguardo e la bocca dello stomaco con i suoi colori accesi e i suoi abbinamenti a dir poco effervescenti. Adagiato in un piatto dalle tinte psichedeliche, questo riso in poltiglia viene sopraffatto da una schizzata precoce di sugo di pomodoro già pronto. Si, già pronto, perché a noi foodblogger frega un cazzo cucinare, preferiamo i sughi già pronti. All’infelice sugo industriale si va ad aggiungere, come un matrimonio tra ubriachi a Las Vegas, del pesto di basilico anch’esso industriale, poggiato con noncuranza ed estremo scazzo a cucchiaiate veraci. Poi mozzarella a brani e una pioggia di origano, che fa tanto gourmet.

Il nostro risotto alla pizzaiola è pronto, non ci resta che affrontarlo con la forchetta (o qualunque altro utensile abbastanza robusto) ed evocare, fortemente, l’estate.

L’abbinamento di Intravino: quel “fortemente estate” terrorizza, inquieta, toglie il sonno. Se è questo ad attenderci meglio inverno, neve, gelo e piumoni sotto a cui spadellare con maggior successo. Quindi oggi l’esorcismo da mangiare chiama a gran voce, come un indemoniato, un rosso robusto, alcolico, non inferiore ai 18 gradi, insomma qualcosa che faccia dimenticare e pure alla svelta questa solenne schifezza imperiale. Anzi, fate così: stappatevi l’ultima annata del Tuderi di Tenute Dettori. E cogliete l’occasione per dare il piatto al gatto. Che avrà da ridire, ovviamente.

1 Commento

avatar

Gianni Morgan Usai

circa 9 anni fa - Link

Degno compare degli spaghetti senz'acqua lanciati dalla Barilla negli USA..

Rispondi

Commenta

Rispondi a Gianni Morgan Usai or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.