Quello che non funziona nel vino naturale, tra l’altro

di Cristiana Lauro

Bistrot Paul Bert, pochi giorni fa a Parigi, (XI). Il sommelier mi offre un calice di Champagne. Puzzava di buccia di salame e fomaggio. Gli ho detto che non avrei continuato a bere quel bicchiere perché non era di mio gusto. Mi hanno spiegato, a proposito di rivoluzione gastronomica alimentata dai vini d’avanguardia, che quel vino non faceva male, era una vino naturale e io avrei dovuto educare il mio palato a superare il disgusto di quel calice. Ho risposto: scusi ma perché? Allora mi dia un bicchiere di acqua minerale che fa ancora meno male, mica me l’ha ordinato il medico di bere alcol. Se un vino non mi piace non voglio abituarmi a berlo, io bevo per piacere non per il gusto di ingerire alcol. Sono intervenuti due ragazzi che, sostenendo le ragioni del portavoce, avanguardista sommelier, mi hanno spiegato che i palati come il mio vanno educati e che un vino senza caratteristiche di questo genere (difetti, puzze) non è affidabile, non è naturale.

Credo che tutto questo faccia male a molti bravi produttori che credono realmente in quello che fanno e producono vini che non hanno bisogno di puzzare per dimostrarmi quanto sono naturali o biodinamici. Parigi è la città della moda e non solo per quanto riguarda l’abbigliamento. I vini naturali a Parigi sono diventati di moda da qualche anno. Sì, sì, proprio di moda, null’altro. Arriveremo al paradosso di aggiungere fialette puzzolenti ai vini per renderli “naturali” e appetibili ai palati del pubblico che si sta formando su questa tendenza che oramai è moda, esattamente come quando si aggiungevano le chips per aumentare quel meraviglioso sentore di Ikea, di legno scadente. Io non mi fido.

[Foto: 716-food.com]

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Cristiana Lauro

Cantante e attrice di formazione ma fortemente a disagio nell’ambiente dello spettacolo, che ha abbandonato per dedicarsi al vino, sua più grande passione dopo la musica. Lauro è una delle degustatrici più esperte d’Italia e con fierezza si dichiara allieva di palati eccellenti, Daniele Cernilli su tutti. Il suo sogno è un blog monotematico su Christian Louboutin e Renèe Caovilla, benchè una rubrica foodies dal titolo “Uomini e camion” sarebbe più nelle sue corde. Specialista di marketing e comunicazione per aziende di vino è, in pratica, una venditrice di sogni (dice).

117 Commenti

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Diego

circa 11 anni fa - Link

Quale Champagne era?

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Ciao Diego! No il nome non lo ricordo. Non lo conoscevo però. Comunque il problema non è quello champagne, ma la deriva di chi rappresenta l'avanguardia, per dirla con Tarzan ( come si chiama? Insomma quel bifolco che girava a torso nudo sul post di ieri di Morichetti e che alla fine fumava come un turco dopo averci spiegato che i vini che beviamo noi fanno malissimo e procurano stati di ebbrezza peggiori rispetto a quelli che bevono i francesi) :-) @A3C non rompere! :D certo che l'ho scritto io, solo che era destinato ad altra funzione, era un commento veloce e spontaneo a un post. Poi quel diavoletto di Morichetti, che sotto, sotto mi vorrebbe vedere morta, lo ha editato. Bravo Morichetti e bravo tu che hai colto uno stile diverso dal mio solito @ Lorenzo Gatti ;-) @ Nicola A. Scusa, intervento scritto di getto e senza specificare che il vino non era offerto ma, ovviamente, a pagamento. Ciao!

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suslov

circa 11 anni fa - Link

ovviamente straquoto ...

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

E vabbé, così si vince facile! Troppo facile quotare questo pezzo. Io non vivo a Parigi, ma vogliamo fare la lista dei locali alla moda che propongono vini "convenzionali" (che non puzzano) tutti uguali, tutti insipidi di cui si può tranquillamente fare a meno perchè non sanno di niente e non ce l'ha ordinato il dottore?

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gabriele succi

circa 11 anni fa - Link

Scusa Nic se te lo chiedo, eh... Ma non pensi che tra "vini “convenzionali” (che non puzzano) tutti uguali, tutti insipidi di cui si può tranquillamente fare a meno perchè non sanno di niente e non ce l’ha ordinato il dottore" (cit) e quelli che "puzzano di buccia di salame e fomaggio", o peggio ancora di gabinetto, stalla, tombino (che non si capisce nemmeno da quale uva provengano), ci sia di mezzo un oceano fatto di produttori seri che non si autocelebrano dicendo "io sono naturale" et alia che producono vini senza fare male a nessuno con il loro prodotto, con valori di SO2 ridicoli, che non fanno uso di niente in cantina etc etc? Troppo grande il mare? Daiii....

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Gabriele, infatti la mia era solo una provocazione basata sull'impostazione dell'articolo. P.S: Ti ho visto a Piacenza e volevo passare per un assaggio al tuo banchetto, ma alla fine mannaggia non ce l'ho fatta (così come Togni che era vicino a te mi pare). Alla prossima :-)

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enrico togni viticoltore di montagna

circa 11 anni fa - Link

nic quando vuoi passa in azienda. concordo con te, gabriele e stefano, quello che mi fa incazzare che in tanti non capiscano che fare un vino convenzionale e' facile, farlo senza scorciatoie e prendendosi i propri rischi molto meno. al di la' di etica e altro, e' la stessa differenza che c'e' tre i mobili ikea e quelli di un falegname aritigiano.

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A3C

circa 11 anni fa - Link

è un fake firmato dalla nostra signora degli sciampi (insenso di champagne) ... non ci credo.....comunque domenica io vado a Parigi (davvero) e vado a controllare...non c'è neanche il nome del produttore...ma che cavolo di post è questo?

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Pino

circa 11 anni fa - Link

Parigi, prima settimana dell'anno, due ristoranti di livello molto alto (uno 2 stelle, l'altro al centro delle vorticose discussioni sui nuovi ristoranti di successo, moderni, di ricerca...). Servizio al calice in accompagnamento ai menu' degustazione. Nel primo, Champagne di grande nome, non "naturale", un Sancerre anche lui pieno di pesticidi, un pinot nero di Borgogna fantastico e anche lui con anticrittogamici e solforosa killer: vini fantastici, spiegati molto semplicemente dal sommelier. Nel secondo "ristorante" (forse meglio definirlo laboratorio), assieme al menù di 24 portate, il giovanissimo ed incasinatissimo (dentro e fuori) sommmelier propone una sfilza di 10 assaggi, tutti naturali, a partire dallo Champagne di aperitivo (quasi orrendo per 22euro al calice), passando per bianchi naturali, bianchi anforati ed ossidatissimi, rossi che assomigliavano piu' al brodo di carne che al vino...col dolce al cioccolato una bella bollicina, naturalissima, il primo descrittore riconosciuto è il calzino usato 4 giorni d'estate. Ok la cucina di ricerca, ma per i vini anche no.

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lorenzo gatti

circa 11 anni fa - Link

E vvai con le puzze.Anni fa al vinitaly quando si iniziava a parlar di biodinamica vini naturali ecc.ecc.Un conoscente mi porse un bicchiere di vino bianco dicendomi che ne pensi? Io risposi "questo vino puzza"(puzzava veramente). Cosa mi dice l'uomo,questo è un vino biodinamico(veramente è l'agricoltura che è biodinamica) e io : puzza comunque! Lui: ma è la complessita dei suoi difetti che lo rende grande! Ovviamente l'ho mandato a quel paese. Forza Cristiana non molliamo! UN abbraccio

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A3C

circa 11 anni fa - Link

...Londra una settimana fa...in un ristorante di alta classe mi viene servito un vino convenzionale di un noto produttore piemontese, ebbene un solo bicchiere di quel vino forse a causa della solforosa forse del DDT, (ma forse anche per il Napalm) mi ha scatenato un mal di testa terrificante durato tre giorni... invece la sera dopo in un piccolo bistro' che fa nuovelle cuisine fusion il sommelier mi ha servito un vino natuarale francese molto buono che mi ha fatto crescere di dieci centimetri nel giro di una settimana... sapevatelo

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A3C

circa 11 anni fa - Link

un giorno mio nonno al Vinitaly si è rifiutato di bere un vino biodoinamico perché puzzava preferendo un prodotto convenzionale di un notissimo produttore appenninico... ebbene è morto il giorno dopo... rifletteteci

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oui, je suis she-wolf

circa 11 anni fa - Link

Allo stesso Vinitaly un mio ex-fidanzato ha cercato di farmi fuori versandomi un calice di un tribicchierato pluriennale, non aveva alcun odore sospetto e quindi l'ho bevuto tranquillamente. Dopo tre giorni di coma stavano per staccare la spina quando la caposala pietosa mi ha bagnato le labbra con un vino portabandiera della naturalità, dopo avermelo sventagliato sotto le narici. Non ci crederete, non solo sono resuscitata, ma ho cambiato colore di capelli e anche sesso. ps A3C me fai ridere, me fai, dilettante!

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A3C

circa 11 anni fa - Link

sei fantastica NN

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Marco

circa 11 anni fa - Link

W la Lauro!! Straquoto. Fantastica :-D

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A3C

circa 11 anni fa - Link

fantastica si.. senza dubbio alcuno la più topa del reame dei wine blogger

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suslov

circa 11 anni fa - Link

quoto anche questa.

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Pietro

circa 11 anni fa - Link

A3C sei scatenato! Ti sei fatto il vino biodinamico in casa con l'uva seedless OGM?

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Alesio Piccioni

circa 11 anni fa - Link

Un pò facile questa storiella, non credo serva a nessuno leggere un post così.... Ho sprecato 3 minuti in cui potevo trangugiare un bicchiere di Entre Ciel et Terre di Bedel, che è da agricoltura biodinamica e non puzza di certo!!!

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

A me della Francia frega poco. Propongo un altro giochino : vai al Vinitaly e assaggia 100 vini convenzionali a caso in giro per i diversi padiglioni. Succesivamente entra al ViVit e assaggiane solo 10 ma sempre a caso. Poi vediamo in quale dei due posti hai trovato un numero maggiore di vini interessanti .

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

Non entro nelle polemiche di questi giorni sugli articoli, sulle lettere, perchè secondo me nel dibattito c'è più bisogno di silenzio e riflessione da parte di chi fa vino che di aggiungere riflessioni su riflessioni... un pò come nella giusta pratica agricola della sottrazione.... ma l'amore che mi lega a parigi e a questo momento bellissimo della gastronomia Parigina e del movimento dei gastrobistrot... (aria che arrivasse a soffiare in italia ci alleggerirebbe da tante stanche e molto spesso prive di idee cucine nostrane) mi fa dirti che non sono d'accordo su questa fotografia... Passare Da Rino da Frenchie da Septime fa capire che non è così... adesso semmai su certe interpretazioni "sbagliate" inizia il riflusso e l'attenzione è verso quei vini e quei vignaioli, che proprio attraverso le pratiche naturali in vigna ed in cantina riesco ad esaltare i loro terroir. La Naturalità in vigna e in cantina, se fatta secondo criteri seri, profondi e coscienti, non Mortifica MAI un vino e al contrario ne esalta sempre la sua espressività. Buon Soggiorno parigino e che la ville lumière ti coccoli bene.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Stefano, da giorni a questa parte trovo FINALMENTE nelle tue parole il pensiero di un produttore che non solo capisce di cosa stiamo parlando ma, soprattutto, sa BENISSIMO come intepretare al meglio i messaggi, che riceve e che lancia. I tuoi vini parlano e confermano quanto dici, da sempre, diciamo anzi dall'inizio. Dicevo proprio stamani a Cristiana che il nostro (mio e tuo) comune amico Maurizio, di ritorno da Parigi, mi ha trasmesso impressioni ben diverse. Evidentemente, in entrambi vedo ottime ragioni. Nello slancio dell'autrice, che è quello di chi non solo non ha bisogno di essere educato ma anzi vive con disagio l'approccio di chi veicola un messaggio SBAGLIATO, scorretto e purtroppo deleterio per chi fa vino in un "certo modo". E nel tuo, che è quello di chi pur avendo trovato a Parigi una grande ricettività è assolutamente consapevole di questo "riflusso", di questi eccessi che portano totalmente fuori strada il senso del vostro lavoro. Giustificare gli errori ammantandoli di etica e filosofia è una sonora cazzata. Dici benissimo: "l’attenzione è verso quei vini e quei vignaioli che proprio attraverso le pratiche naturali in vigna ed in cantina riesco ad esaltare i loro terroir. La Naturalità in vigna e in cantina, se fatta secondo criteri seri, profondi e coscienti, non Mortifica MAI un vino e al contrario ne esalta sempre la sua espressività." Dissento da te solo sul fatto che servano solo riflessioni e silenzio. Tu hai riflettuto sul tuo ermo colle e le idee ce le hai un bel po' chiare, e come te tanti altri. Proprio per questo, a margine, mi dispiace molto il silenzio dei tanti attori protagonisti di una scena viva e vitale che si tirano fuori dal dibattito in corso per le ragioni più disparate: dal mio punto di vista, accettabili molte di esse, presuntuose e al limite del fastidioso altre. Un abbraccio e grazie del contributo.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Quindi del resto dei commenti non t'importa nulla ? ;-)

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Kiain

circa 11 anni fa - Link

Touchè! 1a 0 per Nic Marsél! :)

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

...e infatti, Stefano, sottoscrivendo quanto dice Alessandro qui sopra mi permetto di contraddirti su un punto solo: nelle polemiche di questi giorni c'è forse una superfetazione di commenti apodittici o speciosi o giocosi, ma precisazioni come la tua non andrebbero risparmiate. Dovrebbero piuttosto entrare sempre nelle polemiche. L'ho scritto poc'anzi in una nota di risposta ad Antonio Marino (Les Vignerons, RM) su FB. Non che - come celia Nic Marsél - gli altri commenti non servano, ma se uno se ne può trovare quale Gegenargument, polo dialettico, insomma come "l'altra campana" che in una discussione utile ( = sana polemica) serve sempre, allora quello è il tuo.

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Claudio Nadal

circa 11 anni fa - Link

Secondo me i difetti per quanto "naturali" dovrebbero essere tali da aumentare (se possibile) la componente emotiva della degustazione: così come un vino senza difetti (alcuni potrebbero definirlo "costruito") può essere perfetto ma non darci emozioni, allo stesso modo un vino difettato diventa disgustoso se le emozioni che ci dona sono negative.

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

Claudio ti faccio un esempio? ieri a Pisa andando a trovare gli amici di Cecco rivolta abbiamo stappato una bottiglia di Giovanna Morganti le Trame 2008, ecco quello che tu dici di fascinoso in quella bottiglia era contenuto. Ma bada bene non c'erano difetti che stimolavano la componente emotiva nostra nel sorseggiare quel bicchiere, ma c'era un equilibrio ed una rafinatezza unita ad una personalità e naturale espressione del frutto alla quale una piccolissima, piccolissima, piccolissima nota di chiusura liberava la fantasia lanciandoti con la mente nei vigneti della giovanna....hai detto poco!! Altra cosa sono i difetti marchiani che son come i bimbi un pò strulli gli si vuole bene ormai ci sono,... ma oltre questo.....

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AG

circa 11 anni fa - Link

Un saluto a Maurizio.

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Nicola a.

circa 11 anni fa - Link

Curiosità,....mi offre un calice di Champagne. Inteso offerto a gratis? o offerto inteso servito, a pagamento?

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Maria Beresicuro

circa 11 anni fa - Link

Ma alla fine, senza star qui a parlare a vanvera... che Champagne era?!?

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bertox

circa 11 anni fa - Link

Quando si pubblica un post come questo è opportuno fare nomi e cognomi altrimenti mi sa tanto di generico sputtanamento del vino "naturale" (sull'uso improprio del termine si potrebbe scrivere fino a domani) cosa che negli ultimi tempi mi sembra molto più "di moda" del vino "naturale in sè. Pessimo.

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

Ma piuttosto che fare questi discorsi generalistici non si potrebbe entrare nel vino della discussione? Se invece di parlare di vini e ristoranti naturali contro vini e ristoranti convenzionali si iniziasse a scrivere che il vino di Mariuccia puzza mentre quello di Piero è ottimo o che il sommelier del bistrot de trois fessacchion non capisce una mazza di vino si abbandonerebbe l'approccio da derby e si parlerebbe finalmente di fatti. Onestamente, se non si espongono dati controllabili, sembra di ascoltare la canzone "Mio cugino" di Elio e le storie tese

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A3C

circa 11 anni fa - Link

...caro Andrea è proprio quello che cercavo di dire con i miei interventi...ma credo che ci sia solo tanta malafede in giro...come diceva sempre mio cugino....

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

Elio! Ti ho scoperto! ;-)

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suslov

circa 11 anni fa - Link

quello che sa un colpo segreto che se te lo da dopo tre giorni muori ???

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Conosco benissimo...quello che da bambino una volta è morto. A mio cuggino! ;-)

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massimo lanza

circa 11 anni fa - Link

soltanto a sentire le parole "va educato" mi vengono i brividi e mi tornano in mente vecchi slogan che spererei non sentire mai più. Poi visto e considerato che esistono, e si che esistono, tanti vini naturali o bioqualcosa e perfino vegani che non solo sono buoni, ma non puzzano e ma sono capaci anche di emozionarmi, non vedo perché dovrei sporcarmi il palato con ciofeche del genere. mi bastano per quello tutte le cose tristi che mangio quotidianamente per poi potermi permettere di abbuffarmi quando posso con le calorie e gli zuccheri di vini che a prescindere da come sono fatti sono buoni e non sanno come ha scritto qualcuno di calzino usato quattro giorni d'estate con le Superga.

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

Alessandro grazie della replica e delle belle parole, citavo il silenzio perchè sai non è semplice sintetizzare i propri pensieri soprattutto riguardo a questi temi e la velocità con la quale si accavallano i post con tutti gli spunti che ne derivano rendono ancor più difficile declinarli in un blog. Ma ci possiamo provare;-)

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

La verità vera è che ci fosse la metà della retoriche e delle parole berremmo tutti più tranquillamente, sia "naturale" che non.

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

sai tommaso è vero quello che dici, ma non fermarti al livello della bottiglia, ricorda che questi temi accalorano perchè riguardano il modo di interpretare le aziende agricole e le campagne che ci circondano, il vino, per il suo essere edonistico, davvero ne può può essere l'amplificatore.

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Tommaso Farina

circa 11 anni fa - Link

Lo so bene. ;)

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Maria Beresicuro

circa 11 anni fa - Link

A Parigi il livello culturale dei ristoratori e dei consumatori e` piu` alto, e di solito i francesi arrivano prima di noi, ad ogni livello. Per questo vanno di moda. (tanto per riportare il mio intervento sulla postata precedente, http://www.intravino.com/grande-notizia/te-la-do-io-la-risposta-a-michel-bettane-e-gambero-rosso-sul-vino-naturale/) W Danny e W il Gambero, soprattutto! Comunque di Champagne naturali fino in fondo, come i vini che intendo io, non ce ne sono, anche a causa del tipo di vino e della zona dove son fatti! Quelli considerati naturali peraltro sono tutti di gran fattura, mi sembra. Al limite poteva essere un po' ossidato... per questo il post di Cristiana mi sembra proprio fuori luogo e pare un puro attacco ai vini naturali, come va di moda fare su questo blog e in altre sedi... W anche l'ipocrisia italiana. Finche` stiamo tanto qui a parlarne, i migliori e la maggior parte dei nostri buoni vini naturali italiani se li bevono all'estero, senza troppe pare mentali!

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suslov

circa 11 anni fa - Link

noio vulevons savuar l'indiriss .....

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dazerovini

circa 11 anni fa - Link

mi è piaciuto il tuo intervento "controcorrente" nel post precedente ma qua secondo me hai toppato. Vai a trovare Beaufort poi ne riparliamo...

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

Boulard, Bedel, Selosse, Agrapart, Léclapart...continuo? Di questi signori non ho mai bevuto un vino che non fosse buonissimo.

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Ci ho riflettuto a lungo, e sono arrivato alla conclusione che il problema sia tutto negli aggettivi. Da quando i vini non sono piu' semplicemente bevande da aprire e gustare, ma vengono incasellati in industriali, convenzionali, naturali, biologici, biodinamici la situazione si complica invece di semplificarsi. C'e' per forza bisogno di etichettarli? I vini "naturali", e i vini "industriali" esistevano anche prima (anzi, prima esistevano solo i primi), ma solitamente li si distingueva tra vini buoni, grandi, medi, pessimi, ognuno nel suo merito, senza creare delle classi a parte (come "il peggior vino del contadino e' meglio del miglior vino dell'industriale"), e quindi in modo oggettivo. Saro' ingenuo, ma se si ripartisse da li' credo che a beneficiarne sarebbero sopratutto quelli che i vini li fanno buoni, veri e magari proprio i "naturali", mentre tutti i portatori sani di puzzette e difetti rimarrebbero nudi di fronte alla realta'.

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

NON sono d'Accordo, quell'espressione "il peggior vino contadino è migliore del miglior vino industriale" ha liberato la campagna da infrastrutture mentali che da sempre hanno abitato la mente di chi usava la parola contadino come un offesa e quella dell'industriale come un punto d'arrivo a prescindere... ha dato coraggio ai tanti piccoli che non avevano Blasoni, ville 500 ed enologi di imbottigliare quello che magari vendevano ad altre cantine. La portata è stata a tal punto rivoluzionaria che anche gli "industriali" adesso giocano a fare i contadini... e tutto in poco più di dieci anni... ti pare poco????

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Scusate l'intrusione poco seria ma forse per la prima volta vedo gianpaolo costretto all'angolo :-)

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Allora pero' bisogna anche essere d'accordo con lo stesso Veronelli, che pochi anni dopo denuncio' con amarezza il fatto che i "suoi contadini" avessero sostituito il trattore con la mercedes [“quando ho iniziato il mio lavoro – l’ho iniziato in Piemonte – i ‘miei’ contadini avevano le pezze al culo, oggi tengono nei garages le Mercedes”. (EV 68/03)]. Ed infatti, coerentemente, a me non piace ne' la prima espressione, ne' la seconda: quello che uno tiene in garage e', vivaddio, affar suo, e ci sono persone odiose che vanno in giro con i capelli sgaruffati e le camice a scacchi e persone amabilissime col maglioncino di cashmire.

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

nella fretta ho riportato solo meta' della frase attribuita a Veronelli, che e': "Sono stanco. Ci scommetto: non per l’età. Per la presa di coscienza – questa sì, forse dovuta all’età – d’essere maltrattato dalle persone (dalle aziende agricole) che molto mi devono. Una frase ch’io sovente ripeto – reale – è: “quando ho iniziato il mio lavoro – l’ho iniziato in Piemonte – i ‘miei’ contadini avevano le pezze al culo, oggi tengono nei garages le Mercedes”. (EV 68/03)" Il probelma qual'e', che una volta che "i suoi" contadini ebbero successo rinnegarono gli ideali contadini, oppure che avessero la Mercedes in garage, oppure che non gli servisse piu' la retorica anarcoide di Veronelli?

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

giampaolo scusa ma citare un pensiero di un altro e con questa modalità, di fronte alla portata del discorso che facevamo mi sembra che non aggiunga nulla. Citi una frase e pensi che sia il tutto... conosco un prete "contadino" che una volta toscanamente imprecò (è il mio parroco) ma non penso che anche in quel momento non volesse bene a nostro Signore...

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

secondo me e' pertinente al discorso, in quanto Veronelli parte dallo stesso presupposto da cui partono alcune visioni del vino qui rappresentate, ovvero che non e' il prodotto che sta in primo piano - il peggiore vino e' migliore di ecc. - ma la filosofia che lo supporta. Salvo poi verificare che i portatori di quella filosofia, i "suoi contadini", stavano cercando di affrancarsi dalla miseria materiale e che anzi, erano pronti ad abbracciare quel mondo che l'anarchico Veronelli odiava profondamente, quello dell'industria e dei consumi. Se poi questa storia pensi che non ci insegni nulla rispetto a quello di cui stiamo discutendo oggi, quello e' un tuo diritto, ma io la vedo diversamente.

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Luigi

circa 11 anni fa - Link

Andrea, anch'io ho avuto una simile esperienza. Sono andato il giorno 12 in un negozio di vini grandissimo che si chiama Lavinia in centro a Parigi e per sfizio mi sono comprato una bottiglia di Chateauneuf du Pape Bio domaine de Villeneuve 2008, consigliatomi da loro. La sera vado per stapparlo con degli amici e sapeva di uva secca andata a male. E ho fatto anche la figura del Menga con gli amici...

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

Se non erro una delle enoteche preferite da Nossiter, il signore che ha scritto "Il Clos Rougeard è un Saumur Champigny di media levatura" (cito a memoria ma il senso era quello) Cosa vuoi che aggiunga?

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A3C

circa 11 anni fa - Link

Nossiter ne parla male assai di Lavinia...

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stefano amerighi

circa 11 anni fa - Link

...anche perchè Lavinia è un enoteca abbasta fredda ed impersonale, unica bellezza lo spazio dei vecchi millesimi di Bordeaux e di Borgogna...

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A3C

circa 11 anni fa - Link

ci vado sabato sera a controllare

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Andrea Barbaccia

circa 11 anni fa - Link

"Ci ripensavo davanti alle bottiglie di Lavinia, piacevolmente sorpreso da questo negozio che all'inizio credevo lontanissimo dalla mia cultura. Chi lo dirige si è servito dei considerevoli mezzi di cui dispone per selezionare molti degli stessi produttori borgognoni che avrei scelto anch' io. è un po come arrivarea una festav in cui si teme di non conoscere (e di non voler conoscere) nessuno, e in cui si trovano invece solo amici e gente che si stima" -Le vie del vino- pagina 70 Non mi sembra una critica

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sir panzy

circa 11 anni fa - Link

Chissenefrega quale fosse lo champagne in questione! Qui si parla di gusto da "adattare" "modificare" per bere un vinopuzzone! Non solo, si arriva a dire che non si è capaci, in grado, di "apprezzare" un intruglio frizzante che puzza di muflone sudato al 15 di agosto. Parlo per me, ma sarà mica che in 10 anni di bevute, studio, passione che sfiora il fanatismo, stipendi interi lasciati in enoteca, coma etilici sfiorati e transaminasi sempre alle stelle non ci ho capito un caiser? Molto probabile, anzi ne sono certo, ma non prendermi per il cubo dicendomi che quelle puzze sono "simboli" dei vini natur. Bene, adattate pure il vostro di gusto, io continuo a bere krug. Grazie

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Maria Beresicuro

circa 11 anni fa - Link

suslov, che problemi hai? giampaolo, bravo! ma che c'e` di male nel distinguerli, anche in modo netto, pur senza retorica e ipocrisia, come (ad esempio) va di moda su questo blog?

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suslov

circa 11 anni fa - Link

io non ho nessun problema. ma quando sento in-francia-sono-piu'-avanti mi parte immediata l'associazione mentale di toto e la malafemmina ... potenza degli stereotipi da colonizzati culturali .....

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

perche' la distinzione non sta a garantire nulla, come di fatto si vede. E' come se io dicessi che mi fido solo di quelli che portano un maglione verde. Poi ci vai a parlare e scopri che tra quelli che hanno il maglione verde ci sono degli imbecilli, e tra quelli col maglione rosso persone interessanti.

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Tommaso B

circa 11 anni fa - Link

purtroppo il signore che lo ha scritto non si rende conto che se per una vita il tuo gusto è stato condizionato dall'industria del vino è chiaro che un gusto diverso ti crea disgusto. probabilmente uno che ha sempre e solo bevuto vini naturali (lo so, difficile ma non improbabile), se gli dai un vino industriale lo trova anche lui disgustoso e secondo me lo farebbe anche sentire male... Se ad una persona che ha mangiato tutta la vita cioccolato ferrero o lindt, gli dai un cioccolatino domori, lo troverà strano, non piacevole, acido e amaro. dopo una sola settimana che però mangia domori, chiedigli cosa preferisce...

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Condivido al 100 %.

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Tommaso, quello che bevi tu non lo so, quello che bevo io lo puoi leggere su IV. Il progresso è far mettere la cravatta a Tarzan, non far viaggiare una signora su una liana. L'artigianato è anche raffinatezza, non solo spontaneismo, e il vino è cultura, opera dell'uomo. ;-) @ Francesco Romanazzi vale pure per te! ;-) Non toccare Romanazzo, si è comportato benissimo stavolta! Capito Jane? ;-) [a]

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Caro Panzy, sono quasi d'accordo con te. Ma chi ha servito Cristiana era un incompetente. Nel ristorante di Torino dove lavoro (90 % vini "naturali") se un cliente ci chiede un vino " a rischio" innanzitutto gli chiediamo se lo conosce, poi gli diciamo che non dovrà aspettarsi i soliti profumi di vaniglia o acqua di colonia, e se fosse necessario caraffiamo il vino cercando di "addomesticarlo" un po'. Ma semmai il cliente dovesse dirci che il vino NON GLI PIACE , molto semplicemente gliene proponiamo un altro che magari può far meglio al caso suo, senza attaccare arroganti e saccenti filippiche sulla sua ineducazione gustativa. Mai e poi mai le puzze saranno rappresentative dei vini naturali - cosa che "noi" sosteniamo da sempre e che TUTTI i detrattori del naturale - NESSUNO ESCLUSO - sanno bene, così come gli odori di gomma, di chewing-gum o di galak non lo sono per i vini convenzionali. Lo dimostrano quei tanti champagne - che costano 10 volte meno del Krug - meno blasonati e spesso più naturali di altri dove non trovi una puzza neanche a volercela mettere. Se fai un salto in quel ristarante di Torino o in quel geniale bistrot di Roma che è Remigio troverai tante conferme. Ti mando un saluto, sperando d'incontrarti presto alla prossima bevuta langarola (dove qualche puzza, ahimé, dovrai concedermela!). Un saluto anche a Mademoiselle Lauro!

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A3C

circa 11 anni fa - Link

lavori al Consorzio?

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Conosci un altro ristorante di Torino col 90 (anche 95) % di vini "naturali"?

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A3C

circa 11 anni fa - Link

vi verro' a trovare.. siete immensi

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

PS: Parigi è piena di bistrot o ristoranti radicali, talebani o quello che volete (per me tutti squisiti) dove al contrario di quello in cui è incappata Cristiana lavorano sommelier e camerieri seri, preparati, educati (non al vino ma alle buone maniere) e soprattutto professionali.

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A3C

circa 11 anni fa - Link

caro Francesco dovrei cenare a Parigi sabato sera cosa mi consigli per mangiare accetabilmente e bere naturale? Grazie....

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Ti rimando ad un post scritto su dissapore qualche mese fa dalla brava Lorenza Fumelli a proposito della "bistronomie" parigina. Dammi il tempo di cercarlo, oppure lo cerchi tu in archivio. 3 posti su tutti: Septime, Saturne, Rino.

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A3C

circa 11 anni fa - Link

Ok grazieeeee

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

A3C, te lo dico io dove devi andare senza squagliare il portafoglio in pluristellati un po' noiosi. Il mio preferito: Atelier Robuchon (VII), oppure Chez Dumonet (VII), Le Chateaubriand (XI), Thoumieux (VII) e Aux Lyonnais (II) Se cerchi gnocca è sempre top l'hotel Costes. ;-)

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Tommaso B

circa 11 anni fa - Link

Bravo! studio a Pollenzo, vicino a Torino. Come si chiama il ristorante dove lavori??

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A3C

circa 11 anni fa - Link

Consorzio

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Et voilà, per l'ennesima volta tutti schierati... Siamo ancora alla stolida dicotomia guareschiana, tra Peppone e Don Camillo... Quello di CRI non è un post, ma un flash dal campo. Poi non si capisce se non si conosce Parigi e la realtà del fenomeno dei gastrobistrot. Altroché, cristiana ha ragione da vendere, ma Parigi è così, una città che ci crede dannatamente alle mode. La coté naturalistica è solo l'ennesima moda parigina. Come i Bo.bo's e i ragazzi con il barbone accosciati ai tavolini di chateaubriand, come le ragazze meravigliose con poncho e capelli lunghi, come Zadig e Voltaire o le borse di Reina. Parigi è la ville dove l'essere alternativi è preso dannatamente sul serio, con negozi senza espositori come l'eclareur o bistrot fusion in cui si serve solo the! Con il medesimo slancio e convinzione si sono lanciati sulla difesa dei vini naturali, innescando una moda che viaggia a braccetto con quella di una cucina moderna e giovane, con difese di prodotti francamente poco comprensibili. Ma lo stesso succede in mille enotechine italiane, dove ti servono con convinzione Montepulciano che puzzano di cadaverina e spumantini nei quali mancano solo i pesci rossi. La verità (per me) è che esistono solo due tipi di vini... Quelli buoni e quelli cattivi, l'idea che bisogna educarsi alle puzze mi sembra incredibile, tranne che se si lavora in una discarica, il naso è un grande organo, si abitua a tutto :D Ciao A

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Mr. R.

circa 11 anni fa - Link

Ca%%o non hai tirato fuori la via pal??!!!

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Mi è sempre piaciuto prendermela calma... :D

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Per chi non lo sapesse - lacuna imperdonabile soprattutto per un romano - Remigio è in v. S. Maria Ausiliatrice 15. Tuscolano rules!

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nico aka tenente Drogo

circa 11 anni fa - Link

ma almeno hai mangiato bene? Paul Bert è un bistrot notevole a novembre ci ho mangiato un'ottima lepre royale, bevendoci un Nuits St. Georges di Pacalet un ottimo posto, di quelli che vorrei avere sotto casa

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Sì a me piace molto. Un locale semplice con una buona cucina, vera e concreta. il servizio è piacevole e, senza seguire i loro suggerimenti, alla fine ho bevuto decentemente. Anch'io vorrei avere un locale così sotto casa, mi mette a mio agio e vorrei chiarire che lo scambio di idee sui vini, è stato molto civile e urbano. Opinioni diverse, come con molti di voi, ma interessanti. Qui è stato ripreso un mio commento ma non vorrei che passasse altro da ciò che penso di Parigi, una città che amo e dove mi reco appena posso con piacere, per mille ragioni, non ultimo il gusto del bello. @ Alessandro Bocchetti concordo su tutto, peraltro diversi giri enogastronomici a Parigi li abbiamo anche condivisi e siamo in linea su tutto. @ A3C ma che dici? Sono timida, mi hai messa in imbarazzo. :-(

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A3C

circa 11 anni fa - Link

ebbravo Bocchetti..un bell'intervento equilibrato...tanto non te la da

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Chapeau, la classe non è acqua... Ma vino puzzolente :P Ciao A

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

http://www.dissapore.com/mangiare-fuori/guida-ai-migliori-bistrot-di-parigi-dove-mangiare-bene-con-poco-e-possibile/

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A3C

circa 11 anni fa - Link

grazie ancora ...controllo domani con calma.. intanto saturne e septime sono chiusi il sabato...snobismo francese....

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Gianpaolo Giacobbo

circa 11 anni fa - Link

Conosco certi vini che puzzano di solforosa e antibiotico .... molto più inquietante. Cmq all'equazione vini puzza = vino naturale non ci sto più è una visione anacronistica e non rende onore a tanti produttori appassionati che hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni per mantenere onestà produttiva e piacevolezza

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Vero! ma Credo che cristiana non abbia mai fatto questo errore, ciò non toglie che in molti, fra cui i cugini parigini con vespone e barba d'ordinanza (ACC c'è l'ho anche io entrambe :D ), giustifichino puzze con una presunta naturalità... Ciao A

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Lido

circa 11 anni fa - Link

@Cristiana che colpo con una risposta frettolosa ad un post, ti tracanni un 90 interventi. Chi se ne frega di quel lurido champagne. Mi devo ricordare di mettere in frigo una grande bottiglia, quando vorrai passare dalla Toscana io e Stefano saremo lieti ti farti degustare una grande bottiglia di ... Acqua minerale.

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Lido

circa 11 anni fa - Link

@Stefano Amerighi stai pronto, forse in settimana ti chiamo, ciao Lido.

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carlo tabarrini

circa 11 anni fa - Link

ma quindi il salame e il formaggio puzzano. ok, alcuni sono hard.

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dazerovini

circa 11 anni fa - Link

in effetti puzza più una toma d' alpeggio che un galbanino...:-)

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carlo tabarrini

circa 11 anni fa - Link

A me puzza l'articolo. e di brutto.

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Maria Beresicuro

circa 11 anni fa - Link

grande Carlo!

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Sir Panzy

circa 11 anni fa - Link

Caro Francesco, è un piacere leggere le tue parole. I vini naturali hanno bisogno soprattutto di buon senso. Non parlo della produzione ma della vendita/promozione. Questo voler classificare, dividere é deleterio per tutti... Condivido al 100% il Bocchetti-pensiero poco sopra. A proposito di cene... quel Chianti che parte un po' ridotto e che via via si pulisce... Ma anche durante i primi minuti nel bicchiere ti accorgi che in bocca è poesia. Nonostante la riduzione iniziale la frutta in bocca é nitida almeno quanto la struttura e la polpa, poi il tannino fine, l' aciditá bella tesa.. Insomma un grande vino! Ecco per prodotti così, e qui scatta un elenco infinito da Bressan a Occhipinti, il mio gusto NON deve essere educato o adattato.. Ma la buccia di salame e il formaggio (casse proteica? Ossidazione? Malo in bt? Feccia? Uva non sana?BrettPit?) non fa parte di nessun vino degno di essere definito tale. W il vino BUONO! ;) A presto caro!!

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Mau

circa 11 anni fa - Link

Trovo abbastanza divertente ( specialmente dopo aver passato tutta la sera a mescere vino ) leggere articoli come questi e vedere le reazioni che provocano; il vino che abbiamo bevuto con Stefano Amerighi martedì a molti non sarebbe piaciuto, e molti dicono che è un vino "difficile", come riporta la stessa Giovanna. A me e a Stefano quel vino affascina anche se presenta una piccola riduzione che inizialmente può essere fastidiosa. I vini di Macle o di Tissot, volutamente ossidati, per molti sono imbevibili, per altri ( io tra questi ) sono affascinanti e buonissimi. Bere vino è un viaggio sensoriale e non tutti vogliono vedere le solite cose, se uno va a Roma non deve vedere il Colosseo per forza. Nessuno è obbligato a bere vini che non gli piacciono o a farsi consigliare da persone che non conosce. Stiamo parlando nella maggior parte dei casi di vini che sono destinati ad un pubblico di "appassionati enofanatici" che spesso comprano consapevolmente, questo non toglie che possono piacere e non piacere e questo avviene sia con i vini "convenzionali" o "naturali". Il difetto si può anche amare come si possono amare uomini o donne brutti/e; basta che non si usino bizzantinismi per elevare il difetto al ruolo di pregio e non si abbia la pretesa di imporre il proprio gusto al mondo. Personalmente il piacere che trovo in un vino non è dato solo dalle sue qualità organolettiche ma anche da componenti esterne alla bottiglia, il produttore tra tutti, il territorio, il modo di produrlo ed anche i ricordi che mi suscita. Credo quindi che questa disputa tra fazioni non produca nulla di costruttivo, ognuno può trovare un mare di cose da bere nell' universo che più gli interessa. Magari se poi uno è abituato a bere cose che per molti sono inarrivabili è probabile che trovi anche gli champagne di Bedel degni del lavandino.

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Mau devo contraddirti/La. Questa disputa non è solo tra fazioni ma anche tra persone molto competenti e tolleranti (due qualità ricorrono spesso insieme). Vedi tra gli altri i commenti di Stefano Amerighi, Francesco Romanazzi, Alessandro Bocchetti. Nonché il tuo. Credo che una disputa come questa produca molto di costruttivo e chiarisca molto. Tutto sta a smettere gli occhiali acrimoniosi del tifoso, o quelli 3-D buoni per gli amanti di effetti speciali (e aromi artificiali).

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Mike Tommasi

circa 11 anni fa - Link

d'accordo sulle puzzette di certi vini, ma il Bistrot Paul Bert rimane un bel posto per pranzo!

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ludovica

circa 11 anni fa - Link

comunque a noi, sereni ignoranti di passaggio su intravino, passa la voglia di bere con tutte 'ste minacce. A me il post è piaciuto, sai le volte che ho dovuto dire mmmmmh, sorseggiando un puzzone?. No, non ricordo quale fosse, ricordo solo quelli che mi piacciono perché poi li compro. io, speriamo che me la cavo. e speriamo pure mio cugggino.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Tutti quei fintissimi e artificialissimi sentori di caramella alla frutta (di ogni tipo) che si trovano in parecchi vini convenzionali sono da ritenersi profumi o puzze?

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

superpuzze... of course :D ciao A

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

A quando allora un post di intravino su questo tema?

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Che vuol dire artificiali? Non mi risulta che gli aromatizzanti siano ammessi come pratiche enologiche.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Che non corrispondono a nulla che il mio naso ritrova in natura, se non in certe caramelle o gomme da masticare (indicate genericamente alla frutta). E' capitato solo a me? Il mio naso è anomalo (dimensioni a parte)? sono stato solo sfortunato? o si vede che bevo soltanto robaccia da pochi euro?

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

no, certamente, ma volevo sapere se eri al corrente che qualcuno adoperasse sostanze estranee, visto che hai usato parole come "finti e artificiali", il che ovviamente sarebbe proibito dalla legge. Se poi il tuo commento era figurativo, e quegli aromi derivano da un tipo di vinificazione con uso di tecnologie spinte, anche se ammesse, si ritorna al punto di partenza, e' questione di gusti. Quello non e' il mio gusto, ma ci sono diverse centinaia di milioni di persone che li trovano attraenti. Certo, loro sono ignoranti, ma che ci vogliamo fare?

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Gianpaolo, mi spiace che tu chiuda in modo sarcastico. Esperimenti condotti su bambini dimostrerebbero che essi riconoscono l'aroma di un frutto nella sua forma artificiale ricreata in laboratorio piuttosto che in quello del frutto stesso. E' una forma di assuefazione indotta fin dalla giovane età. Credo l'abbiano mostrato anche a Report.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

Se invece il tuo non era sarcasmo e davvero pensi ci siano in giro milioni di ignoranti, allora qualcosa si puo' fare : informarli. Come? Con un'etichetta degna di questo nome.

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suslov

circa 11 anni fa - Link

comunque l'altroieri mi trovavo in un bistro' a parigi a bere vino naturale. ero insieme al mio amico coccodrillo bianco delle fogne di new york e al mio chirurgo plastico di pronto soccorso preferito. oh, bevevo bevevo bevevo inebriato dalle puzzette come un mongolo che cavalca a pelo d'agosto quando poi mi sono trovato in un fosso tutto bagnato che mi mancava un rene ...

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ma

circa 11 anni fa - Link

allora mi state dicendo che tutte le volte che sono stata in un negozio ed ho provato una maglietta che mi stava malissimo e la commessa continuava a dirmi che è così che si porta e che quindi doveva piacermi per forza...ho sbagliato a prendermela con la commessa maleducata...me la dovevo prendere con la maglietta!!!che sciocchina che sono! domani comincerò la mia battaglia contro le magliette! articolo ridicolo.

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Alessandro Dettori

circa 11 anni fa - Link

Segreto di Pulcinella. Tutti sappiamo (gli addetti ai lavori) e taciamo. I lieviti e gli enzimi fungono da aromatizzatori eccome. Divertitevi qui http://www.enartis.it/ http://www.lallemand.com/ Sono due tra le più importanti aziende produttrici/distributrici di prodotti enologici professionali. Guardatevi le schede dei vari prodotti. Il vino prima di tutto deve essere buono ma deve essere presentato e PAGATO per quel che è realmente. Tante delle persone che scrivono e/o leggono non mangierebbero mai da McDonald ma poi bevono vini fatti con le stesse logiche, tecniche e materie prime. Ho letto gli articoli sul vino naturale (il vino naturale non esiste. Esiste il vino ottenuto da metodi e tecniche naturali), non sono interventuo (come tanti amici e colleghi) perché per poter affrontare un discorso serio sul Vino (quindi tutti i tipi di vino) c'è bisogno di iniziare a parlare (studiare-capire-provare) di agricoltura. Perché se non si usano i prodottini di cui ai link precedenti occorre che tutto sia nell'Uva e dell'Uva. Voi riuscite ad acquistare uva da tavola buona? Avete mai assaggiato le uve dei vini che comprate di solito? Buona giornata a tutti.

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

Quando ho iniziato a lavorare l'ho fatto con un enologo (uno di quelli bravi, per cosi dire), e per mancanza di esperienza ho usato i lieviti selezionati delle marche di riferimento del settore, che sono tra quelli che hai citato qui. Adesso da qualche anno non uso piu' lieviti, a meno di problemi con l'uva o arresti di fermentazione. Pero' posso dire con certezza che quello che le ditte scrivono sulle potenzialita' dei loro lieviti nel 90% dei casi e' puro marketing, e che le capacita' aromatiche degli stessi sono tutte sulla carta.

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RobertoBardelli

circa 11 anni fa - Link

D'accordo sul nocciolo della questione,meno sul fatto che a Parigi il fenomeno dei vini naturali sia una moda cosi' evidente: ci sono stato 4 volte per piu' settimane nell'ultimo anno,ma in nessun bistrot o ristorante mi e' stato consigliato o proposto di default un vino naturale!

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Vittorio Vezzola

circa 11 anni fa - Link

Speriamo che la tendenza si consolidi: Gli champagne puzzolenti li lasciamo contendere ai parigini, ai sempliciotti come me svenderanno quelli senza puzze e gradevoli visto che ormai in patria non si fila più nessuno.

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Vediamo di fare chiarezza che mi pare il dibattito abbia portato qualcuno fuori strada. Soprattutto vorrei definire una posizione, evidentemente la mia...una tale Cristiana Lauro :-) Paul Bert è uno dei bistrot più semplici, divertenti e buoni di Parigi dove mangio bene e vengo trattata in maniera eccellente. Il sommelier non è assolutamente incompetente, come qualcuno qui ha ipotizzato, ma, semplicemente, cerca di diffondere con garbo e buone maniere, la sua idea di vino naturale. Cosa frequente nei bar à vin di Parigi. Scambio di opinioni, urbano e civile, fra persone che si concedono il piacere di un bicchiere di vino a fine giornata, senza pensare con questo di cambiare le sorti del mondo con "rivoluzioni gastronomiche alimentate da vini d'avanguardia...ribaltando il potere di un'aristocrazia volgare, pomposa e decandente" (Cit. Denny, Baldin, quel signore svestito da Tarzan, preoccupatissimo per i danni procurati dalla solforosa e incurante, nel contempo, di quelli causati dalle sue sigarette). Il problema però è un altro. A Parigi, in diversi locali e qui da noi al ristorante Il Povero Diavolo e in varie enoteche, mi hanno spiegato che il gusto va educato a certi sentori che io trovo fastidiosi e pregiudicano la mia bevuta. Se non ho capito male, dovrei imparare ad apprezzare gli educati afflati di buccia di salame, di formaggio, di fogna scoperchiata, l'ossidazione, l'aceto e via dicendo poichè queste non sono volgari puzze ma veri e propri "olezzi certificatori". Essi garantiscono di avere a che fare con vini, non proprio perfetti, ma, di certo, naturali. E la piacevolezza di bere un grande vino dove va a finire? Deduco che se un vino non è caratterizzato da difetti, vada analizzato, prima di fidarsi a cuor leggero, vada studiato, controllato, perchè potrebbe appartenere alla categoria dei vini industriali. A parte il fatto che non mi piace l'idea di educare il mio palato, (prediligo la spontaneità e se un vino mi disgusta, non lo bevo), ma la cosa che mi prooccupa maggiormente è che, NON ESSENDO CHIARA UNA DEFINIZIONE UNIVOCA DEI VINI NATURALI, devo aspettarmi, come già sta accadendo, che dilaghi l'idea di riconoscibilità attraverso le puzze, i difetti. Ecco cosa contesto! E mi chiedo: ma i produttori che amo come Rinaldi, Querciabella, Castello di Rampolla, Foradori o Valentini e tanti altri in Italia; Leroy, Romanèe-Conti, Coche-Dury e mille altri francesi, rischiano di diventare borderline per tutti questi avanguardisti rieducatori del mio palato? Chiudo con un buon suggerimento, mi auguro. Un vino che dovrebbe trovare d'accordo chi, come me, è interessato alla corrente ma ne osserva, con saggio timore, la deriva. Clos Rougeard, Saumur Champigny "Le Bourg" 2008. Provato ieri, un vino che non ha bisogno di puzzare per essere molto buono o per dimostrare di non essere industriale. Ringrazio i lettori e chi ha partecipato alla discussione. :-)

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Discussione vivacissima, appassionante, vigorosa su più fronti ma, dal mio punto di vista, utile. Ringrazio Cristiana per quest'ultimo commento e chiuderei qui il cerchio, per ora. Grazie a tutti.

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