Quelli che le Guide? Erano tutti insieme appassionatamente contro Daniele Cernilli. E il web

di Andrea Gori

L’ultima edizione di “Quelli che le Guide”, l’annuale ritrovo/confronto dei curatori delle Guide enologiche, è stata segnata dal de profundis di Daniele Cernilli di qualche settimana fa. Le accuse al Gambero Rosso e alla guida Bibenda hanno messo pepe a una discussione altrimenti soporifera che ha visto tra i più attivi partecipanti il presidente dell’AIS Antonello Maietta, al suo debutto sul palco.

In ordine di presentazione si sono avvicendati al microfono i vari curatori, chiamati da Guido Ricciarelli a commentare le parole chiave degli editoriali delle guide e a dire la loro sul momentaccio della carta stampata.

Bibenda
Antonello Maietta ha precisato che l’AIS avrà comunque una guida: “non voglio passare alla storia come il presidente che ha tolto questo strumento ai sommelier, io stesso lo reputo valido e ottimo per la diffusione della cultura del vino”.  Con un un milione di euro da spendere in editoria — parole sue catturate nel video — c’è da credergli. Inoltre, rispondendo a Cernilli, lo invita a leggere con più attenzione la guida: le note, contrariamente a quanto affermato dal Doctor WIne, ci sono anche se in posto diverso rispetto a prima!

I migliori Vini d’Italia – Ian d’Agata
A sentire Michele Massimo Claudio Comparini, curatore della guida con Ian D’Agata, saranno i primi a tentare il coraggioso passo di una pubblicazione esclusivamente elettronica, bissando il successo dell’edizione cartacea, ovvero 4-5mila copie vendute: secondo alcuni è un azzardo ma l’accoglienza da parte dei produttori per ora è positiva.

Vini Buoni d’Italia – TCI
Mario Busso illustra la sua guida che punta su territorialità e autoctoni. La novità di quest’anno sono le Corone assegnate dai lettori, venuti da esterni ad assistere ed assaggiare di persona i vini nelle finali a Buttrio.

I Vini di Veronelli
Daniel Thomases ha risposto in maniera piccata a Cernilli con un tono del tipo “senti da che pulpito viene la predica…”. Per quanto riguarda la guida, Veronelli quest’anno ha ancora più pagine ma sono sempre tante le aziende che restano fuori e ci rimangono male. anche se come impegno, a fronte di un contributo per la pubblicazione della guida,  I lettori in libreria continuano ad essere pochi ed il contributo economico richiesto alle aziende per la pubblicazione è fondamentale. Thomases ci ha tenuto a specificare che la redazione restituisce i soldi in caso di mancata presenza in guida.

Gambero Rosso
Giuseppe Carrus parla per il Gambero e, commentando l’editoriale che contiene molti riferimenti ai mercati esteri, ribadisce che non c’è nulla di male nei roadshow: “Se poi  Cernilli ha dati precisi su aumento premi per parco buoi lo dica e non faccia illazioni e accuse a casaccio come ha fatto nel suo ormai famoso editoriale”.
Sulla questione e-book e app, il Gambero ha già un’applicazione online da tre anni ma finora non ha dato tante soddisfazioni in termini di vendite, di certo sarebbe meglio un e-book che replichi il cartaceo più che un app fine a se stessa.

Slow Wine
Secondo Fabio Giavedoni, rappresentante la guida Slow Wine, l’Italia è un posto bellissimo e non dovremmo avere tutto questo pessimismo che genera stagnazione. Poi la frase che ha fatto incazzare più di un vignaiolo: “I produttori dovrebbero spendere meno in auto di lusso e più nel territorio che li ospita”. Plauso al lavoro della Fivi contro la burocrazia e appoggio a chi cerca di lavorare senza vendere servizi come appunto la FIVI fa da sempre.  Segue un annuncio importante: dal prossimo anno Slowine si espanderà online  anche se né app né e-book (anche in USA) hanno funzionato tantissimo in termini di vendite. Giavedoni afferma che, rispetto allo scaffale o alla carta dei vini, Google e la ricerca web sono più veloci, mentre gli ebook non funzionano tout court, basti vedere il caso di Giallo Zafferano che non è riuscito con il libro cartaceo né con la app ad ottenere un risultato paragonabile a quello del sito online. Insomma non è certo il mercato degli smartphone che risolverà il bilancio delle guide.
Giavedoni chiude il suo intervento con una battuta: “Su Cernilli dico solo che “da buoni consigli solo perché non può più dare il cattivo esempio”.

l’Espresso
L’intervento conclusivo e in qualche modo riassuntivo tocca a Gianpaolo Gravina de l’Espresso che insiste sul significato di alcuni termini ricorrenti nella comunicazione del vino di oggi ovvero “mondo contadino” e “naturale”.  Tutte le guide esaltano il mondo contadino ma in realtà è in atto un ripensamento profondo del come si degusta e si valuta. Lui la chiama Aporia delle Guide (ho gugolato: in termini filosofici indica l’impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema poiché ci si trova di fronte a due soluzioni che, per quanto opposte, sembrano entrambe apparentemente valide) che porta da un lato a scegliere vini perfetti, precisi e pulitissimi ma con poca anima e dall’altro a preferire vini più contadini, meno perfetti ma appassionanti. La difficoltà delle valutazioni è anche dovuta al livello molto più alto dei vini italiani degli ultimi anni e al fatto che i produttori paiono concentrarsi  su vini che alle guide non piacciono, o non piacciono più come un tempo.

Last but not least il conteggio preciso al grappolo dei vini premiati dalle 7 Guide che ha visto concordanza totale solo nel caso ormai famoso dell’ES di Gianfranco Fino. Tra gli spumanti il vino che mette d’accordo più guide è Annamaria Clementi 2005 Ca’ del Bosco (5 guide su 7) e tra i bianchi il  Cervaro della Sala Castello della Sala Antinori 2011.

Altre  interessanti concordanze (almeno 6 guide su 7) per:

  • Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 2007
  • Brunello di Montalcino Riserva Poggio di Sotto 2007
  • Cepparello Toscana IGT Isole e Olena
  • Sassicaia Bolgheri Rosso 2010 Tenuta San Guido

e anche notevoli (5 guide su 7) per:

  • Amarone della Valpolicella Classico 2006 Bertani
  • Fontalloro 2010 Felsina Berardenga
  • Grattamacco Bolgheri Superiore 2010 Colle Massari
  • Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli 2009
  • Barolo Villero Riserva 2006 Vietti
  • Brunello di Montalcino Col d’Orcia Poggio al Vento 2006
  • Le Pergole Torte 2010 Montevertine
  • Il Caberlot 2010 Podere il Carnasciale
  • Terra di Lavoro Galardi 2011
  • Toros Franco Collio Friulano 2011
  • Soave Classico La Rocca 2011 Pieropan
  • Verdicchio Castelli di Jesi Riserva Villa Bucci 2010
  • Greco di Tufo Vigna Cicogna Benito Ferrara 2011

Saranno pure in crisi ma, quando si parla di guide, i Supertuscan e i vini toscani in genere mettono d’accordo tutti.

[Foto: Elena Farinelli]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

27 Commenti

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Tommaso Farina

circa 10 anni fa - Link

Ma Cernilli era presente o è stato un elegantissimo linciaggio in contumacia?

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Stefano

circa 10 anni fa - Link

Ma mio caro come sei cavalleresco, o non lo sai che è uso delle rivoluzioni divorare i propri padri? Lo so che tu sei un fan di Luigi XVI e queste cose non le capisci, ma fidati e lassa perdé che loro si divertono così.

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Tommaso Farina

circa 10 anni fa - Link

Semmai Luigi XIV

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Stefano Cinelli Colombini

circa 10 anni fa - Link

Tu sei così romantico che ami identificarti coi perdenti, il Re Sole è troppo vincente per i tuoi gusti.

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she-wolf almost nostalgic

circa 10 anni fa - Link

Daniele Cernilli, ovvero Il Convitato di Pietra.

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durthu

circa 10 anni fa - Link

"Sulla questione e-book e app, il Gambero ha già un’applicazione online da tre anni ma finora non ha dato tante soddisfazioni in termini di vendite, di certo sarebbe meglio un e-book che replichi il cartaceo più che un app fine a se stessa." Oddio, gia' avere una app decente sarebbe un inizio, quella attuale (almeno nella versione android), e' totalmente inutile.

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MG

circa 10 anni fa - Link

Quoto, le versioni android (non ho idea di quelle iOS) andrebbero migliorate parecchio per aver successo, quella di Bibenda non mi sembra male, visto che costa 1/4 della guida con praticamente gli stessi contenuti e decisamente meno ingombrante. Del Gambero esiste? io non l'ho trovata.

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LA MONACESCA

circa 10 anni fa - Link

Umilmente da produttore , anche abbastanza premiato trasversalmente, dico che il linciaggio con Cernilli assente lo trovo assolutamente poco elegante e permettetemi ingiusto...in fondo un pò di riconoscenza credo gliela debbano tutti perchè se si è aperto un mercato lo si deve anche all'opera di quel gruppo del gambero Rosso di allora che creò un prodotto assai credibile , cosa che oggi forse il pubblico non ritrova più, per vari motivi...allora è su questo che dovrebbero interrogarsi per motivare il calo di interesse e domandarsi magari come mai i consumatori consapevoli di tutto il mondo invece continuano a comprare e a consultare Il Wine Spectator o il Wine Advocate di turno.

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Angelo

circa 10 anni fa - Link

Trovo estremamente scorretto sparlare degli assenti, quando questi non possono replicare. poi mi chiedo : perchè quando era direttore del gamberorosso nessuno lo criticava cosi' aspramente ? Il limite di noi italiani è proprio questo : una miriade di guide ed una competizione a suon di gomitate da far paura. Anzichè fare squadra e sistema continuiamo nel nostro male atavico : dividerci gli uni contro gli altri, quando dovremmo tutti quanti remare nella stessa direzione, ovvero VALORIZZARE I NOSTRI GRANDI VINI ! I cugini fanno scuola per gli ignoranti del caso

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Vignadelmar

circa 10 anni fa - Link

Antonello Maietta invitando Cernilli a leggere con maggiore attenzione Bibenda, afferma che le note ci sono, pur se posizionate diversamente rispetto al passato. Però se prendiamo la scheda destinata alla Antinori leggiamo: "Una filiera aziendale coordinata al dettaglio e con mano ferma dalla famiglia Antinori, una filosofia produttiva coraggiosa ma che non ha mai perso di vista le antiche radici e il prezioso contributo enologico di Renzo Cotarella sono gli ingredienti grazie ai quali apprezzare costantemente le grandi performance di questa azienda. Cinque grappoli alti, molto alti, per il Solaia 2010: poliedrico, goloso, chiantigiano e già inverosimilmente espressivo. Segue il Tignanello, sorprendente per soatanza, maturità fenolica e misura. Tutto il resto è una garanzia." . Chiedo a voi ed a Maietta se queste possano essere considerate le note organolettiche descrittive ed esaustive nella descrizione dei vini prodotti da quella che è una fra le più importanti aziende vinicole italiane. Secondo me assolutamente no. . Ciao

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MG

circa 10 anni fa - Link

Abbastanza vero, per altre cantine sono piu' esaustive, mentre per altre non c'e' proprio niente. Aggiungerei che si potrebbe adattare a vesioni digitali come l'app, ma non di certo alla guida cartacea, visto anche il costo.

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Riccardo Campinoti

circa 10 anni fa - Link

Ma a quelli di slow food cosa cappero frega di quali auto guidiamo?? Invece di una guida mi sembrano diventati peggio dei salesiani. Questo non si dice , questo non si fa , niente macchine di lusso. Ma uno potrà fare e dire quello che gli pare ?

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Marco

circa 10 anni fa - Link

L'unica guida degna di questo nome è quella del l'Espresso.

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Tommaso Farina

circa 10 anni fa - Link

E non scordiamo comunque le guide alpine

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suslov

circa 10 anni fa - Link

cernilli e' come il berlusca. si e' piazzato nel centro del cerchio sociale. avra' anche tante colpe ma vi ossessiona e non riuscite a non parlarne. scusatemi l'escursus antropologico.

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Giuseppe Carrus

circa 10 anni fa - Link

Il mio amico Andrea Gori è un bravo sommelier, un bravissimo utilizzatore di social network, un ottimo blogger, per non parlare delle sue doti di oste. Sicuramente non ha la stessa bravura nell'esser giornalista (d'altronde non si può esser bravi in tutto). Mi si potrà obiettare che Andrea non è giornalista, ma visto che lo scrive nel suo profilo twitter (e non penso millanti titoli che non ha) l'ipotetica obiezione decade subito. Vengo al dunque. La giornata organizzata da Guido Ricciarelli (giunta oramai alla nona edizione) si è rivelata come sempre densa di spunti interessanti sul presente e sul futuro delle guide dei vini in Italia. Si è parlato di tantissimi argomenti tra cui anche dell'editoriale di Cernilli (mentre dal titolo si evince il contrario). Alcuni dei relatori non ne hanno minimamente parlato, altri hanno solo accennato al Cernilli pensiero con una battuta, altri ancora - perché più direttamente coinvolti come il sottoscritto - hanno speso qualche parola in più. In particolare io non sono minimamente andato contro Cernilli (come invece si evincerebbe dal titolo) e non ho usato le parole che il Gori mi attribuisce usando un preciso virgolettato. Quando ho parlato bene del Road Show mi riferivo esattamente ai tour ideati da Daniele, nati come conseguenza della Guida al fine di portare le grandi aziende italiane nel mondo. Ho ovviamente precisato che sarebbe ben diverso se prima nascessero degli eventi internazionali e sui partecipanti si costruisse una Guida. Ed è su questo che ho "solo" specificato che se Cernilli ha dei dati in suo possesso su un'inversione di tendenza di questi ultimi anni (a partire dalla sua uscita dal Gambero) sarebbe stato meglio specificare con più esattezza, al fine di non creare inutili polemiche. Aggiungo al mio pensiero Domenicale (voglio sfruttare il fatto che intravino.com ha senz'altro più lettori dei pur numerosi presenti alla rassegna "quelli che le Guide") che se il pensiero di Cernilli fosse stato solo un'ipotesi e non una precisa critica indirizzata a qualcuno, tale ipotesi sarebbe cosa sempre dietro l'angolo perché, altro argomento trattato a Firenze, la crisi economica dell'editoria potrebbe portare alcuni editori più miopi a dare più importanza e risalto a un evento (che fa cassa nell'immediato) che alla professionalità di una Guida dei vini i cui effetti economici si vedono più sul lungo periodo (e la Guida del Gambero nata nel 1987 e ancora in piedi lo dimostra). Ma questa mia affermazione, è fin troppo ovvia e banale.

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Andrea Gori

circa 10 anni fa - Link

Ciao Giuseppe in quanto ho ripartato delle tue parole è molto chiaro come la pensi su Cernilli, sei stato l'unico che lo in qualche modo difeso. Ma quando si fa un titolo scrivere 6 su 7 mi pare una approsimazione buona per scrivere "tutti"! Quando all'essere giornalista, mi sa in Toscana sono di manica larga.. [img]http://farm9.staticflickr.com/8252/8563728754_c2a11b6ec5_o.jpg[/img]

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Giuseppe Carrus

circa 10 anni fa - Link

Ciao Andrea, non ho messo in dubbio tu fossi giornalista, ma che è difficile che tu lo sappia fare così bene come fai le altre cose. Anch'io non faccio così bene il vicecuratore di una Guida così come faccio il sommelier :-) Grazie comunque della risposta, ti aspetto a Cagliari!

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Giuseppe Carrus

circa 10 anni fa - Link

Mi scuso per la lunghezza decristofariana del post e per la sua non completa scorrevolezza. Scrivo dal telefono e non sono così bravo come Andrea (anche questa volta) nell'utilizzo dello smartfon.

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Massimo comparini

circa 10 anni fa - Link

Due brevi precisazioni. 1 Massimo Claudio Comparini e non Michele. 2 nel mio intervento che per rispetto degli altri ho cercato di fare non particolarmente ridondante ho espresso il concetto che quanto Daniele DW ha scritto dava spunti di riflessione che sarebbe stato interessante, se ci fosse stato il tempo, di approfondire in modo "laico" e non ideologico.

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gian piero staffa

circa 10 anni fa - Link

Se i Signori delle Guide volevano massacrare Cernilli almeno potevano invitarlo perché avrebbe potuto ribattere. Prendersela con gli assenti e' sempre segno di debolezza quindi certi commenti non sono nemmeno degni di nota. Sulle Guide: I Signori Editori ( che appaiono tutti nervosetti) potrebbero dichiararci quante copie vendono in libreria/edicola? Quindi si dovrebbero estrapolare quelle acquistate da Produttori/Operatori che cercano di vendere qualche bottiglia in piu' da quelle realmente acquistati da Appassionati consumatori che le bottiglie le comprano. A quel punto potremmo fare una bella discussione sull' 'importanza' delle Guide. Gli Editori possono fare ricerche di mercato o pagarle a qualcuno che le sa fare per capire che cosa si aspettano i Wine Lovers da un Guida del vino. Capirebbero come e perché il web ha fatto tabula rasa sull'editoria specializzata, capirebbero il valore della brand reputation del potere virale della condivisione, di perché gli internauti si fidano di piu' delle esperienze dei loro amici in rete, e tante altre cosucce che gli permetterebbero di realizzare un prodotto piu' adeguato ai tempi.

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cernilli

circa 10 anni fa - Link

Certo che parlar male degli assenti è proprio uno sport da poveracci, caro Gori, e ho trovato al limite della maleducazione, per non dire di peggio, il fatto che tu abbia proprio voluto tirarmi dentro al dibattito senza che qualcuno mi avesse invitato almeno per replicare. A Thomases avrei detto che il mio pulpito non è certo quello di chi cura una guida edita da un gruppo di produttori che ne giudicano altri, una cosa alla quale Veronelli in vita si era sempre opposto. A Majetta che forse la guida di Bibenda non l'ha letta bene lui, come mi pare dimostri quanto scrive vignadelmar, e a Giavedoni che a dare cattivo esempio, eventualmente, eravamo in parecchi, visto che c'era anche lui per molti anni, c'erano Gariglio, e c'era persino il "lider maximo" Carlin Petrini. Per 22 anni la guida è stata una coedizione Gambero Rosso - Slow Food, ed allora si vendeva tanto e le case editrici (non io) hanno portato molto fieno in cascina, per dirla con terminologia "agricola". Mi sembra strano che la parola "ipocrisia" non sia risuonata nelle menti degli intervenuti e dei relatori. Ma così va il mondo. Certo è che se per avere un po' di "audience" dovete ancora parlar male di me, tanto bene non siete messi.

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Andrea Gori

circa 10 anni fa - Link

Daniele forse non ti è chiaro ma io al convegno ero invitato come tanti altri ed ero nel pubblico. Non ero io che ad ogni curatore chiedeva di te e del tuo editoriale nè che conduceva la serata. Sinceramente avrei parlato d'altro raccontando il convengo ma non c'erano tanti altri argomenti in discussione quel pomeriggio

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cernilli

circa 10 anni fa - Link

Avevo capito male, meglio così e scusami. Non scuso invece chi, in modo quanto meno inelegante, si è lanciato in commenti, fossero anche battute acide, contro chi non era presente a replicare e non a difendersi. Io non devo difendermi da nulla, ho aempre operato alla luce del sole e all'epoca della realizzazione della guida che ho curato ero un dipendente e lavoravo per una società della quale possedevo quote di ampia minoranza e nella quale solo per rari periodi ho fatto parte del cda. Thomases poi è davvero patetico. Dovrebbe farsi un vero esame di coscienza chiedendosi, tra l'altro, come mai ha perso il lavoro con Parker.

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Angelo

circa 10 anni fa - Link

Sarebbe interessante sapere perchè il Thomases ha perso il lavoro con Parker, inoltre credo che ad una certa età sarebbe meglio attaccare le scarpe al chiodo, perchè è risaputo scientificamente che oltre i 70 anni i nostri sensi perdono alla grande di sensibilità. Largo ai giovani

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Nelli

circa 10 anni fa - Link

Ero presente alla serata e posso dire che Andrea ha messo in evidenza alcuni dei temi trattati. Il riferimento a Cernilli c'è stato, ma per fortuna non ha occupato tutto lo spazio del (lungo) pomeriggio dedicato al mondo del vino. Sulla questione del web avrei voluto dire la mia, ma non c'è stata occasione di dibattito. Ne approfitto qui, dopo averne scritto sul mio blog in firma: per avere successo le app devono essere utili e ben fatte. Idem gli e-book. Altrimenti sono un flop. Oltre a questo devono essere promossi, ci sono tecniche e azioni da fare. Da soli non vanno. Non è che una cosa va solo perché la metti sull'Apple Store! nel caso della guida D'Agata e Comparini è introvabile su alcuni store :-( Come twittato in diretta, non c'è alcun valore aggiunto nella versione e-book di Giallo Zafferano perchè già lo consulto online, passando dal sito o da Google. Al contrario una versione digitale di una guida mi è comoda quando vado in enoteca, per non portarmi dietro un peso. Adoro la carta e non sostituirei mai il fascino di un libro con una guida in digitale, ma ci sono situazioni in cui avere la versione digitale sul proprio iphone/ipad è comodo. Se l'editoria tradizionale lo capirà farà finalmente dei prodotti che la gente acquisterà. se farà delle brutte copie, saranno dei flop :-([img]http://www.ioamofirenze.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/12/vino-piu-premiato-in-Italia.jpg[/img]

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