Progetto “Cantine che dovete visitare”/4. Una cosa molto simile a una guida turistica per enofili, a puntate

di Fiorenzo Sartore

La nostra elencazione ideale di cantine da vedere assolutamente si sposta a sud: oggi tocca ad Antonio Tomacelli fornirmi la sua personale hit parade di aziende, che si aggiungono a quelle delle puntate precedenti, per comporre la mappa collettiva di luoghi del vino che dà il titolo al progetto. Ecco la sua scelta, e buon viaggio.

La cantina non è solo un luogo nel quale lavorare o conservare il vino. Alcune, le più belle, sono dei veri e propri libri aperti nei quali è scritta la storia di un popolo ed il carattere di un terroir. Sono cantine estreme, spesso scavate nella profondità della roccia ma è da lì, dalla parte delle radici, che si comprende meglio il vino. Il criterio di visita prescelto, dunque, non è solo la bontà dei prodotti ma anche l’unicità e la capacità di raccontare un luogo che la cantina possiede.

Cantina Carbone, Melfi (Pz)
Siamo in Basilicata, sulle pendici del vulcano spento del Vulture: la visita vi costerà una deviazione dalla strada delle vacanze, ma ne vale la pena. La cantina di Sara Carbone è nel centro storico di Melfi perché il vino, un tempo, era bevanda quotidiana e alimento. Passavi dal macellaio, compravi le verdure e, tornando a casa, ti infilavi in cantina per riempire il bottiglione da due litri. La porta d’ingresso, d’altronde, è simile a quella del beccaio o della vicina impicciona. Si attraversa il cortiletto (occhio al gatto dei vicini) e si infila la porta vera e propria della cantina. Passata una sala neanche grandissima, iniziano gli scalini in terracotta, tanti, ché il viaggio nelle viscere della terra è lungo.

Terminata la discesa, inizia la meraviglia. Le pareti sono di di roccia lavica scavata al vivo e le volte sono disegnate con il piccone. La forma ricorda una piccola cattedrale con una navata centrale e tre absidi laterali. La luce azzurrina illumina le pareti ma non è merito delle lampade. Il colore è dovuto agli affioramenti di un minerale rarissimo, l’Hauyna o hauynofiro di Melfi, un cristallo ben visibile in alcuni punti. Siamo a 15 metri sotto il piano stradale e fa quasi freddo ma la temperatura è ideale per l’aglianico di Sara, uno dei più tipici sul Vulture. Ecco, adesso sorseggiatene un bicchiere e, guardando le pareti di lava, capirete perché è così buono.

Carbone Vini
Via V. Emanuele, 84 – Sede operativa: Via Nitti, 48 – 85025 Melfi (PZ) – Italia
TEL/FAX 0039 0972 237866 – Email: info@carbonevini.it

Cantina Polvanera, Gioia del Colle (Ba)
L’altopiano delle Murge è il teatro della seconda “discesa agli inferi” che vi propongo. Dopo qualche giro tra muretti a secco e terra rossa si arriva nella cantina di Filippo Cassano circondata dai vigneti di primitivo. La costruzione è recente e, vista dal di fuori, non dice un granché. Il segreto del terroir di Gioia — e delle Murge in particolare — è ben nascosto tra le cisterne del piano terra, in pratica la zona lavoro. Mentre voi attraversate la soglia io apro una parentesi. Le Murge sono, geologicamente parlando, un altopiano carsico. La terra rossa che ne forma il paesaggio è, nella zona di Gioia del Colle, non più profonda di un paio di metri. Da lì in poi è tutta roccia, senza speranza. Chiusa parentesi.

Per “costruire” una cantina in un simile territorio basta dunque scavare una decina di metri, aggiungere il tetto ed il pavimento ed è fatta. Oddio, magari non è semplice come la racconto (la pietra è dura) ma la cantina di Filippo è fatta così. Il colpo d’occhio che si ha dalla balconata in cima alle scale mozza il fiato: le pareti sono aspre, taglienti ed in più punti danno l’idea del crollo imminente, ma la pietra è dura e la vite fatica il triplo per trovare nutrimento e acqua. Il primo istinto che vi verrà sarà di accarezzare il ventre della terra, e lo sentirete umido e freddo. La cantina è profonda circa 10 metri ed è praticamente a forma di elle. Guardate bene la foto: non c’è traccia di botti perché Filippo, semplicemente, non le usa. Lo spazio è adibito all’affinamento in bottiglia e a deposito.

Sui vini non mi dilungo più di tanto: i suoi Primitivo di Gioia del Colle sono di una bontà spaziale, puri, diretti e solidi come la roccia di una cantina di Puglia. Consiglio la scorta.

Cantine Polvanera
Strada Vic.le Lamie Marchesana, 601 – 70023 Gioia del Colle (Ba)
La strada è complicata da raggiungere, meglio le coordinate GPS:
N 40.825475°  – E 16.875759°
tel +39 080 758900 – fax +39 080 2140523 info@cantinepolvanera.it

[Prima parte – Seconda parte – Terza parte]

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

1 Commento

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gian paolo

circa 11 anni fa - Link

Bellissimo itinerario ...e poi Sara Carbone è molto gentile e molto carina :) :)!tornando alle cantine direi che quest'anno un bel itinerario al fresco delle cantine è quello che ci vuole.Ciao GP

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