Poggio Concezione, il vulcano e la ricerca dei bianchi perduti

di Andrea Gori

Si fa presto a dire vulcanico. Però c’è una zona della Toscana dove semplicemente non esistono altri termini per spiegare la particolarità dei vini che nascono qui. Si tratta di Pitigliano, nell’entroterra di Capalbio, lontano da tutto e da tutti ma collegato attraverso un sotterraneo fil rouge con Orvieto e la Tuscia, a dimostrare che il terroir conta eccome. Susanna Patalacci è l’anima di Poggio Concezione, una piccola azienda agricola che nasce recuperando terreni abbandonati, utilizzando metodi di coltivazione biologica (certificata dal 2002) per ottenere non solo vino, ma anche altri prodotti della terra con attenzione alle nuove forme di energia, fotovoltaico e geotermico.

Gli appezzamenti più importanti sono vigneti a bacca bianca, che producono i vini “Brilléro” e “Serment”, impiantati nei decenni tra gli anni ’60 e ’70, con un patrimonio ampelografico raro e quasi unico, oggetto di molti studi universitari. Si trovano cloni di trebbiano toscano (80%) come di procanico, o ansonica, malvasia bianca toscana, verdello, grechetto e vermentino. Ma ci sono anche interessanti uve nere, sangiovese e ciliegiolo. I vigneti hanno la particolarità di essere circondati da boschi e tutti con escursioni termiche notevoli, grazie alla quota piuttosto elevata, 300 metri. Assieme ad un leggero influsso del mare, e un sottosuolo unico di roccia tufacea, forniscono condizioni speciali per la realizzazione di vini pienamente minerali e vulcanici, ovvero ricchi di note che richiamano gesso, pietra focaia e sottobosco. I due vini principali, in tiratura molto limitata, sono appunto i due gemelli diversi: Serment e Brillèro differiscono quanto ad espressività, pur nascendo dallo stesso terreno e dalla stessa idea di vino.

Serment 2010 Toscana Bianco IGP. Trebbiano da tre cloni, vermentino e malvasia bianca toscana. Esplosivo e deciso, corpo e sostanza, saporito, mentolato e croccante, un’ideale sintesi di potenzialità del territorio, modernità naturale e piacevolezza di beva comprensibile per chiunque, grandissimo vino e bellissima “concezione”. 92

Pcr 2011. Da una vigna di sangiovese del 2004: ciliegia e alloro, cardamomo e lamponi, squillante e deciso, iodio sangue e resine, piacevolmente accidentato e saporito, ferroso e affumicato, bel finale pepato. 86

Fanciôt Maremma Toscana Rosso IGP. Da sangiovese e ciliegiolo: ribes rosso e lamponi, frutta di bosco e cuoio in una combinazione che ricorda i village più caldi della Borgogna; bocca saporita e mentolata, mostarda di Digione e tabacco Kentucky, finale sul verde e sedano, bloody mary, originale e particolare; alla cieca Borgogna pura, senza toni di legno a disturbare. 89

Brillèro 2011 Toscana Bianco IGP. Trebbiano 80% da vigna degli anni ’60, più malvasia bianca toscana, verdello e ansonica. Fruttato e candito ma anche sapido e fresco, tagliente al palato, saporito netto, di corpo e struttura, arancio giallo e torbato lieve; bocca affilata, senape timo e ginestra, frutta gialla, anche un’idea di tannino, lunghezza inusitata e coinvolgente, di una struttura e di un’integrità davvero mirabili. 92

Grappa Riserva di Serment. Distillata da Nannoni: acacia e tostature leggere e grande frutto candito, miele e zafferano, tocco di vinaccia, erbaceo leggerissimo, orzo e pepe bianco, canditi e agrumi.

Poggio Concezione Società Agricola
Sede legale: Via Vignoli, 186 – 58017 Pitigliano (GR)
Sede operativa: S. R. 74 Maremmana Ovest km. 44,045 Località La Fiora-Corano – 58017 – Pitigliano (GR)
Telefono: 0564 617001
Telefono cantina: 0564 616953

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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patrizia

circa 9 anni fa - Link

Vini molto originali e interessanti. Assai difficili da comunicare ai ristoratori e anche al consumatore finale, spesso sprovvisti di adeguata preparazione. Il costo è comprensibile, ma non aiuta.

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