Periplo della Sicilia in tre atti. Parte prima: Marco De Bartoli

Periplo della Sicilia in tre atti. Parte prima: Marco De Bartoli

di Giovanni Corazzol

Il sole, la luce, i colori, il cielo e il mare, il vulcano e i vulcani, l’isola e le isole; i greci, i normanni, gli arabi, gli spagnoli, i francesi; le voci, le lingue mischiate, le parole mischiate; le granite, le cassate, i cannoli, la ricotta, gli arancini, i pani, i pesci, l’olio, i limoni, i capperi, le arance e le insalate di arance; i mercati, i bagli, le masserie, i terrazzamenti, i muretti, le saline, gli orti; il cemento, gli scheletri delle case, le fiumare, il terremoto, i giudici, gli eroi; il Sacco, lo statuto autonomo, i 21 addetti all’ufficio stampa; gli sbarchi, i clandestini, l’incuria, la decadenza, la responsabilità delegata, l’attesa; la fatica, la schiena rotta, le mani grosse, le dita grosse, le unghie grosse; le facce rigate, asciutte, cotte, gli occhi chiari, il piatto in tavola, le sedie fuori.

Raccontare la Sicilia è un esercizio arrogante, probabilmente inutile, spesso ridicolo; per me – testimone straniero in terra scognita – insoddisfacente come le 142 parole che mi son venute in mente. Nessuna struggente poesia, nessuna condanna sociale. La Sicilia affatica, entusiasma e lascia inquieti; sembra concedere solo frasi con un’ avversativa.

Ci giro intorno, alle parole ed all’isola. Guido una Fiat Marea berlina tenendo il mare sulla destra. Val Mazara, Val di Noto, Val Demone; tre terre, tre Capi, tre vini.

A Marsala il cielo è basso e lungo; cerco i riferimenti che Giuseppina De Bartoli mi ha ripetuto più volte. Trovo il ponte che non è un ponte, il Despar che fa angolo, la chiesa da superare. La strada allontana dal mare, porta dentro, verso la campagna. Trovo la cabina dell’Enel e svolto a destra quindi seguo la piccola strada; a sinistra vedo vigne e palme, in fondo un baglio che sembra un villaggio. Ho raggiunto la mia prima tappa, il mio primo vino, sono arrivato in Contrada Samperi, nell’azienda agricola fondata da Marco De Bartoli, il restauratore del Marsala.

Renato è alto e ha occhi lunghi e chiari. Coi fratelli Giuseppina e Sebastiano, ha raccolto l’eredità del gigante. Ci accoglie, racconta del Marsala, del padre, del suo progetto affrancante: il Terzavia.

La viticoltura qui era legata per il settanta, ottanta percento al grillo allevato ad alberello col sistema alla marsalese. Il grillo era uva diffusa perché unica varietà a dare vini alcolici che garantivano così un lungo invecchiamento; il sistema si è stravolto quando da vinificatori i contadini si sono trasformati in conferitori di uva; il grillo fa trenta, quaranta, cinquanta quintali per ettaro, è sensibile a problemi fitosanitari, è molto sensibile a problemi di acinellatura con una metà degli acini che spesso rimangono piccoli e l’altra che acquista un’alta concentrazione zuccherina. Così compaiono le prime spalliere, i tendoni, il guyot, le irrigazioni, le potature più lunghe, si preferisce piantare il catarratto che è più produttivo, comincia la distillazione comunitaria, quindi l’alcol agevolato che diventa più economico da acquistare che da produrre in vigna. Insomma si sconvolge un territorio.”

“Negli anni cinquanta esistevano almeno duecento aziende in zona che producevano complessivamente un milione e mezzo di ettolitri di Marsala; oggi ce ne sono una decina e nel 2011 di ettolitri se ne sono prodotti settantasettemila. Il danno più grosso non è questo arretramento, ma il fatto che il novanta percento della produzione attuale sia di Marsala fine (ndr la qualità del Marsala conciato in ordine crescente è fine, superiore e superiore riserva, quella del Marsala vergine è vergine e vergine riserva), vini destinati alla Simmenthal, alla Motta, un Marsala che non crea la ricchezza che c’era un tempo.”

“Mio padre rampollo di famiglia cresciuto tra le botti, il vino e le auto da corsa, esce dalla Pellegrino, azienda di famiglia, perché costretto ad occuparsi di immobiliare; divenuto poi direttore commerciale di una delle sottomarche della Mirabella, a metà degli anni settanta comincia a frequentare le fiere e conosce personaggi del calibro di Giacomo Bologna, Angelo Gaja, Livio Felluga; insomma chi in quegli anni stava facendo la rivoluzione del vino italiano nei rispettivi territori. Nel 1977 esce anche dalla Mirabella e decide di intraprendere la propria strada; nel 1978 fonda l’azienda e comincia la produzione puntando tutto sulla qualità, sulla tradizione e sul grillo.”

Nel 1980 esce il Vecchio Samperi, il vino matrice, il vino culto, il Marsala paradigmatico che non può chiamarsi Marsala perché i 17°-18° di grado alcolico vengono raggiunti senza la concia o alcol aggiunto, ma attraverso la sola surmaturazione del grillo vendemmiato a fine settembre e fatto fermentare in fusti di rovere e castagno a temperatura ambiente.

Nel 1983 vengono acquisiti 8 ettari in Contrada Bukkuram a Pantelleria cui in seguito se ne aggiungeranno altri 5. Dallo zibibbo allevato ad alberello pantesco (alto non più di 10 cm) viene prodotto un vino ammaliante, evocativo, suadente, risultato di una complesso metodo di vinificazione separata che prevede l’essicazione al sole di metà delle uve ed il semiappassimento in pianta delle rimanenti.
Nel 1985 arriva il Vigna La Miccia, un Marsala superiore tipo oro, fatto fermentare in vasche d’acciaio a temperatura controllata ed invecchiato quattro anni in fusti di rovere francese da 225 ettolitri: un Marsala entry level di bevibilità pericolosa in cui le note ossidative volutamente meno evolute permettono a frutto e freschezza di emergere chiaramente.
L’anno dopo nel 1986 (oggi in vendita il 1987) nasce il primo Marsala superiore riserva prodotto dalle riserve ventennali di Vecchio Samperi invecchiate col metodo Soleras.
Nel 2009 Renato cerca la sua via:

L’ho chiamato Terzavia perché è la terza via del grillo: nasce con il Marsala, si accredita come bianco secco e oggi si dimostra versatile anche come spumante. Facciamo la raccolta solo quando l’uva è matura dal punto di vista fenolico e inoltre, sconsigliato da tutti, mi sono inventato di aggiungere mosto fresco in tiraggio invece che zucchero. Così di fatto vado a diluire la componente alcolica e contestualmente aggiungo la dose di zuccheri che poi è utile per la rifermentazione. Oggi è ancora un vino con un grado alcolico importante (13°-13,3°) ma voglio portarlo a 12° aumentando un po’ le rese e facendo due cimature per togliere le foglie giovani e consentire comunque alla pianta di continuare a vegetare diminuendo la capacità di fotosintesi; quindi meno zuccheri mantenendo l’acidità.”

Il Terzavia Metodo Classico è qualcosa più di un progetto in corso. La nuova Cuvèe fatta con le riserve di Vecchio Samperi, è un esperimento di straordinario potenziale, dimostrazione della volontà di integrare il retaggio del padre con le aspirazioni del figlio.

Restate per pranzo?” Restiamo e mangiamo  una pasta col qualeddu, una verdura spontanea leggermente amarognola, bevendo Grappoli del Grillo 2010 e 2002. Pur con complessità diverse (il 2002 ha sentori mielosi, una leggera nota di vaniglia nobile, frutta secca e arancia candita) sorprendono entrambi per sapidità, mineralità spiccatamente marina e soprattutto per equilibrio, un equilibrio che consente ad un vino da 13,5° abbondanti, grande bevibilità pur in assenza di acidità spiccata.

Arrivano poi quattro bottiglie. “Questi vini mio padre diceva che li restaurava – dice Renato – andava nei bagli e comprava tutte le botti di vino anche vecchissimo, che riusciva a trovare; poi prendeva questi vini che oramai erano quasi solidi e li faceva rinascere.” 1955, 1945, 1935 e infine 1860. Il 1860 è stato etichettato e messo in commercio, ce ne sono circa 300 bottiglie. Io li ho assaggiati, descriverli mi sembra ridicolo, basti lo stupore.

E’ ora di andare. Ci congediamo e penso a quel  vino che sta lì, in quelle botti messe a piramide; il vino del padre che si mischia con quello dei figli. Il metodo perpetuo.

La Fiat Marea berlina riprende la strada. Il mare è a destra, la statale 115 Sud Occidentale Sicula lo segue  lunga, la più lunga di tutta la Sicilia; ed io devo arrivare a Ragusa.

[img dei tre valli presa da www.lasumasumalia.it]

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

11 Commenti

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

you got the blues. u sapìri, u sapùri.

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she-wolf panta rei

circa 11 anni fa - Link

Mi chiedo come hai fatto ad arrivare a Ragusa. Probabilmente hai volato, dopo un'esperienza del genere. Insieme alla Fiat Marea, come city-city-bang-bang. Hai fatto volare anche me, grazie.

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Cristiana Lauro

circa 11 anni fa - Link

Mi sono lasciata trasportare da questo bellissimo racconto. Ho origini siciliane e mille ricordi di bambina in quell'isola meravigliosa. Complimenti Giovanni, si legge con chiarezza che sono parole del cuore. Attendo le puntate seguenti. :-)

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francesca ciancio

circa 11 anni fa - Link

boom. dritto al cuore. e fa pure male

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Paolo De Cristofaro

circa 11 anni fa - Link

complimenti, bellissimo racconto.

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Manlio

circa 11 anni fa - Link

Queste poche righe trasmettono in pieno le sensazioni provate questa estate quando sono andato a trovare Giuseppina De Bartoli...Contrada Samperi. Nel caso non fosse inopportuno, moderatori a voi la sentenza, ecco il mio piccolo ricordo: http://infernot.org/2012/08/29/de-bartoli-e-il-marsala/

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avvinato

circa 11 anni fa - Link

Complimenti , grandi emozioni! Volevo sapere se il Terza Via è in vendita e se si trova in Veneto o Friuli. Grazie

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Giovanni Corazzol

circa 11 anni fa - Link

Il Metodo Classico Terzavia lo puoi trovare a Venezia all' osteria enoteca I Rusteghi e a Campagna Lupia al Bar Campalto. Verifica prima. Alternativa è fartelo spedire direttamente dall'Azienda, lo fanno senza problemi. My 2 cents: la Cuvèe

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Manlio

circa 11 anni fa - Link

Certo il TerzaVia è in vendita e io personalmente lo trovo favoloso. Lo distribuisce Heres quindi facile trovarlo, bisogna vedere se trovi qualche enoteca che lo tiene.

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radicchio

circa 11 anni fa - Link

che bello...grazie!

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stefania

circa 11 anni fa - Link

Grazie, dritto dal cuore.

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