Orrore e meraviglia. Giacomo Leopardi, una pasta e carciofi favolosa e mammà che ti vuole bene

di Orrori da Mangiare

“Giacominoooooo, vieni Giacominooo, è ora di mangiare, siamo tutti a tavolaaa”.
“Sì mamma, arrivoooo”.
“Tutto il giorno chino a scrivere, non se ne può più, Giacomino! Ma perchè non esci a fare due passi ogni tanto?”
“Uscirò domani, mamma”.
“Uscirò domani, uscirò domani. Sempre la stessa scusa e questo domani non arriva mai! Guarda come sei pallido, Giacomino, sembri un cencio!”
“Non preoccuparti mamma, ti ho detto che uscirò domani”.
“Staremo a vedere. Intanto mangia che si fredda. Oggi ho preparato la pasta e carciofi che ti piace tanto, quella con gli spaghetti spezzettati, così non hai problemi ad arrotolarli attorno alla forchetta, gioia mia!”
“Grazie, mamma”.
“Eh, hai visto? Chi ti conosce meglio di mammà? Chi ti conosce meglio di mammà, sù rispondi!”
“Nessuno, mamma.”
“Amore mio, te l’ho lasciata bella brodosa come vuoi tu. Lo vuoi un filino di olio di crudo?” “No, grazie mamm..”
“Eh ma un filino di olio di crudo ci vuole!”
“Si, mamma, ma l’olio di crudo non mi pi…”
“Eh si che ci vuole, non facciamo storie!”
“Mhh mhgrhhhh”
“Hai visto che è buono? Te l’aveva detto mammà! Ricorda Giacomino, mammà ti vuole bene, e soprattutto la cosa che vuole di più è la tua felicità. Sorridi a mammà.”
“Mamma, sto mangiando.”
“Ho detto SORRIDI a mammà!!”
“Mamma, ti prego…”
“GIACOMINO!!!!”
“……”
“Bravo a mammà, finisci la pasta e carciofi adesso.”
“Poi posso tornare in camera mia?”
“Sì a mammà”.
“…….”

A morte la minestrina

Metti, o canora musa, in moto l’Elicona
e la tua cetra cinga d’alloro una corona.
Non già d’Eroi tu devi, o degli Dei cantare
ma solo la Minestra d’ingiurie caricare.
Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l’oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.

O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d’umil villano!
Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti;
ma il diletto è degno d’uomini invero poco accorti!

Or dunque esser bisogna morti per goder poi
di questi benefici, che sol si dicon tuoi?
Non v’è niente pei vivi? Si! Mi risponde ognuno;
or via su me lo mostri, se puote qualcheduno;
ma zitti! Che incomincia furioso un tale a dire;
ma presto restiamo attenti, e cheti per sentire:
“Chi potrà dire vile un cibo delicato,
che spesso è il sol ristoro di un povero malato?”

È ver, ma chi desideri, grazie al cielo, esser sano
deve lasciar tal cibo a un povero malsano!
Piccola seccatura vi sembra ogni mattina
dover trangugiare la “cara minestrina”?

                                             Giacomo Leopardi (1809)

L’abbinamento di Intravino: sempre caro mi fu quest’ermo abbinamento e niente si addice a questa schifezza di piatto meglio dello Zero Infinito di Pojer & Sandri. Il piatto vale zero e solo un Infinito omaggio all’eterno ed immenso poeta di Recanati può migliorarne le sorti.

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