Occupy Cuba. Il vino italiano alla conquista del mondo

di Antonio Tomacelli

“Dunque vediamo: il mercato americano cèlo, i tedeschi e gli inglesi vanno pazzi per l’italico vino, quindi cèlo, gli scandinavi lo bevono a colazione: cèlo anche loro. Su Cina e Russia ci stiamo lavorando ma la concorrenza dei Francesi è spietata, cèlo un cavolo ma non gliela do vinta. Chi manca? Ah, sì, ci sarebbe il resto del BRIC, ma Brasile e India hanno le accise che uccidono….mumble, mumble…quali altri paesi potremmo invadere con le nostre bottiglie? Ci sono, Occupy CUBA! Come ho fatto a non pensarci prima? Cuba è the next big thing per chi esporta vino e le condizioni ideali ci sono tutte: gente allegra, accogliente, con tanta voglia di divertirsi e miliardari a frotte che spostano un sacco di grana. Quale posto migliore per vendere a caro prezzo le nostre bottiglie di vino? Dai, partecipiamo anche noi alla XIV Festa Internazionale del Vino che si svolgerà a l’Avana, CUBA, presso l’Hotel Nacional dal 2 al 4 Ottobre! Dici che ai nostri associati costerebbe troppo? Mannò, figurati, chi si perderebbe un’occasione del genere per soli 2.700 euro? Per due giorni di fiera è praticamente un regalo. Ora scrivo una bella letterina a tutti e sfondiamo l’ultimo mercato vergine rimasto sul pianeta terra.

Dunque, vediamo…Spett.li aziende, con la presente desideriamo informarvi in merito alla XIV Festa Internazionale del Vino che si svolgerà a l’Avana…”

Non so voi, ma io il colloquio tra i funzionari Bioagricert che hanno proposto ai loro associati questa “gita” a Cuba me lo immagino così. Chi è Bioagricert? Semplicemente l’associazione che raggruppa tutti gli enti certificatori del biologico, praticamente un gigante. Perché si occupano di fiere all’estero e perchè Cuba? Vattelapesca, qui tutti si occupano di tutto, l’importante è partecipare.

Ultima domanda: perché siamo in possesso di questa lettera? Perché di mail del genere i produttori ne ricevono una a settimana e si sono un filo rotti le scatole di “conquistare il mondo” un giorno si e l’altro pure, il tutto senza un minimo di coordinamento tra i millanta soggetti preposti. Ormai l’export italiano somiglia tanto ai due simpatici topolini di un famoso cartoon americano, Pinky and the Brain, in italiano Mignolo e il Prof.

MignoloYuk, Prof.! Che cosa vuoi fare stasera??
Prof.Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo: TENTARE DI CONQUISTARE IL MONDO!

Ecco, l’ho detto.

 

 

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

2 Commenti

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gianpaolo

circa 11 anni fa - Link

quando si parla di promozione, in Italia di soldi se ne spendono tanti, molti milioni. Spesso pubblici. L'efficacia, la resa di questi investimenti? Quasi mai esiste un sistema di rendicontazione, ne' a livello locale ne' a livello paese. Ma, essendo soldi del contribuente, non sarebbe almeno doveroso rendicontarne non solo l'uso, ma l'utilita? Naturalmente il mio e' un discorso generale, non mi riferisco al caso specifico che non ho approfondito.

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apalmero

circa 11 anni fa - Link

Di questi tempi potrebbe anche essere interessante lavorare col Venezuela, paese ideologicamente molto vicino a Cuba, dove la Conferenza Episcopale afferma che il vino per celebrare la messa scarseggia: un mercato di nicchia, magari, ma certo non sara un fenomeno di breve durata! ;))))) http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/venezuela-litugia-messa-missa-mass-25168/

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