Non c’è scarsità di vino nel nostro futuro. Morgan Stanley ha scherzato

di Fiorenzo Sartore

Nei giorni scorsi l’informazione vinosa è stata attraversata dalla notizia diffusa da un report di Morgan Stanley (filiale australiana) su un’imminente scarsità di vino nella produzione mondiale (immagine in alto), lasciando prevedere un conseguente e probabile aumento dei prezzi. Ce ne siamo già occupati, manifestando perplessità. Oggi segnaliamo, a smentita del preoccupante annuncio, il post scritto da Felix Salmon sul suo blog presso Reuters, dal titolo alquanto definitivo: “There’s no global wine shortage“.

Per illustrare quanto l’analisi di MS sia inesatta, Salmon pubblica un grafico che riporta il reale andamento di mercato, integrato con alcuni elementi non inseriti in maniera fuorviante dall’ente finanziario: per esempio, Morgan Stanley omette il dato relativo all’anno in corso, che è caratterizzato da un aumento della produzione. La richiesta stimata, inoltre, sarebbe artificiosamente aumentata per assecondare le tesi finanziarie di MS australiana su alcune opportunità di investimento: “it’s simply trying to present the idea that demand for Australian wine exports is likely to rise, and to justify the fact that a company called Treasury Wine Estates is the bank’s top Australian consumer pick“. Ecco il grafico rivisto e corretto:

Ma questo stesso grafico appare ancora pessimista, se confrontato con quanto diffuso dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), secondo la quale “La produzione mondiale di vino e’ aumentata nel 2013, tornando ai livelli del 2006 e il consumo si e’ stabilizzato”. Il grafico qui sotto presenta i numeri reali, secondo OIV, espressi in milioni di ettolitri (cioè cento milioni di litri) mentre Morgan Stanley usa il milione di casse come termine unitario (cioè nove milioni di litri).

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

4 Commenti

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Stefano

circa 10 anni fa - Link

Chiunque vende vino sa che l'offerta è superiore alla domanda, ma se dall'alto di tanta cattedra ti dicono che siamo tutti scemi che puoi fare? Ti levi il cappello e pensi che la tua miserrima "visione del mondo" è troppo limitata. Che sei un provinciale ignorante. E invece.....

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AG

circa 10 anni fa - Link

C'è un territorio dove a fronte di dichirazioni trionfalistiche di facciata, il 60% della produzione è in mano a imbottigliatori a vario titolo. Venghino siori, venghino.....

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Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Pensandoci bene, però: se davvero i dati che il vino prodotto nel mondo fosse inferiore alla domanda questo potrebbe favorire i produttori e allora questo dato sarebbe sistematicamente oscurato e controbattuto dall'industria con ogni mezzo come mi sembra stia accadendo. ;) Quindi attenzione a capire chi dice la verità.

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Stefano

circa 10 anni fa - Link

E' senza senso contrapporre industria e produttori; sono tutto tranne che blocchi monolitici, ognuno gioca la sua partita in genere contro tutti gli altri. Magari ci fosse una logica, sia pure di bottega! Quanto al caso in oggetto, probabilmente qui Morgan Stanley rappresenta solo gli interessi dei sette o otto giganti aussie (ovvero l'80% del vino australiano) che devono convincere il mondo della finanza che la domanda supererà l'offerta perché da molti anni producono molto di più di quello che vendono e senza un pesante sostegno di capitali finanziari rischiano.

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