Non aver paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai

di Sara Boriosi

Mentre mi accingo a scrivere il post delle migliori ovvietà supposte, cerco di far mente locale sul mio archivio di ricordi personale, tentando di dare una lettura a certe passioni che fino ad ora non sono riuscita a spiegarmi.

Qualche giorno fa ero in compagnia di una collega di bevute hardcore; al terzo assaggio ci siamo guardate negli occhi per convenire con stupore di quanto quel liquido fosse perfetto. Troppo perfetto. Talmente perfetto che si sentivano, al naso e in bocca, tutti i profumi che per natura le diverse uve di cui era composto quel vino devono esprimere.

Abbiamo sentenziato con presunzione alcolica dunque che quel vino era -in pratica- la trasposizione gustativa di una modella che sfila per Victoria’s Secret. Perfetta, nessuna stortura, nessun imprevisto, nulla che facesse sobbalzare il cuore o provare contemporaneamente fastidio e attrazione.

Un vino noioso. Ci si può innamorare di una bottiglia così?

Naturale sovrapporre questa considerazione ai nostri trascorsi amorosi.

Perché vengono certi friccicori per esseri umani che nulla hanno a che vedere con quello che ci è stato insegnato essere giusto per noi? Quando un vino è tecnicamente perfetto dovrebbe essere un piacere berlo, vuotare la bottiglia con pochi sensi di colpa e tanto appagamento; e allora perché siamo finiti a star male per quella stronzetta con la carica erotica di una suora laica, che si è presa il cuore strappandolo dallo sterno perché tanto dopo di lei non sarebbe servito più?

L’odore di brett di certi vini è capace di far capitolare esperti o autorevoli amanti del vino, pronti a perdersi nel bicchiere come nelle spire dell’abbraccio di una donna dal profilo aquilino e lo sguardo obliquo che fa perdere il lume della ragione e compiere azioni goffe.

Conosco una donna intelligente, bella, vivace e spiritosa socchiudere gli occhi persa nell’odore di selvatico e chiuso di un famoso Pinot Noir pronto ad aprirsi e svelare tutta la sua grazia, qualità inversamente proporzionali al compagno, di gradevole aspetto ma capace di succhiarle tutte le energie senza pietà.

Ho ascoltato rapita esperti che declamavano il proprio amore per un Lambrusco, certo un po’ terroso e magari non perfetto, ma sicuramente meglio di certe copule senz’anima, didascaliche e svolte più per aspettative che per reale impeto.

Vini grassi e burrosi vengono bevuti con avidità da uomini dai gusti raffinatissimi, che rifuggono l’allure delle mannequin per dedicarsi con entusiasmo a maneggiare certe maniglie che più che dell’amore sembrerebbero antipanico.

Non da ultimo, ho sentito con queste orecchie la descrizione commovente di uno dei più autorevoli figuri del panorama enologico mentre si struggeva al pensiero di vini irraggiungibili, che dall’affinamento estremo, dalla ossidazione diventano opere uniche e meravigliose, come certi Madeira o la Vernaccia di Oristano. E mentre ascoltavo l’oratore infervorato me lo immaginavo alle prese con una donna pazza, estrema e divertentissima; una specie di Cayetana d’Alba – e mi auguro che nella realtà al di fuori della mia immaginazione, lui se la spassi con una donna dallo stesso micidiale connubio tra temperamento e datazione geologica . Conoscendo il suo piacere per la ricerca estetica, i suoi paradossi e il palato di cui dispone, sono pronta a scommetterci.

Con buona pace degli enologi scrupolosi e delle mamme coscienziose che ci hanno tirato sù con l’ideale irraggiungibile del bello e del buono per noi, mentre ci forgiamo il gusto e la corazza andando a sbattere con i sapori che non capiamo ma che ci fanno impazzire di desiderio di averne più e più ancora. E mentre tiro una riga per chiudere l’argomento, mi rendo conto che non ho ancora sciolto il mistero misterioso che mi ha fatto perdere il buonsenso, perché sono qui a osservare un tizio che mi ha preso il cuore nonostante non colga la differenza tra un orange wine e il diesel agricolo.

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

14 Commenti

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Samuele

circa 8 anni fa - Link

Devo dire che mentre provo attrazione per una modella di Victoria's Secrets in campo vinoso preferisco bevute imperfette. Sono fatto così.

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Sara

circa 8 anni fa - Link

Samuele, hai tanta ragione. È che sto tentando di piacermi con l'autoincoraggiamento.

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sergio

circa 8 anni fa - Link

La forma, lo stile si fonde magnificamente con la sostanza , il contenuto. Non è il solito articoletto che si legge in tanti blog. Complimenti.

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Sara

circa 8 anni fa - Link

Cavoli, grazie. Me li tengo stretti per quando avrò l'umore sotto i tacchi.

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Sergio

circa 8 anni fa - Link

Concordo con il mio omonimo, purchè non fosse sarcastico. Però mi sembra un post un po' "riempitivo", interlocutorio rispetto a un commento al fatto del giorno, che mi pare legittimo aspettarsi da voi

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Alessandro Morichetti

circa 8 anni fa - Link

Che non è detto ci interessi affrontare in questa sede, tra l'altro. C'è un antico proverbio indo-pugliese che recita: "Se soffi sulla merda, puzza di più" ;-).

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Sergio

circa 8 anni fa - Link

stupendo!!! grazie

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Giorgio

circa 8 anni fa - Link

sarà, però al di là di ogni altra considerazione oggi Intravino non presenta nessun post sulla Giornata Champagne, il che mi pare una mancanza.

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Alessandro Morichetti

circa 8 anni fa - Link

Ci hanno accoppato il rappresentante, ok? Se invece era una battuta, non faceva ridere.

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Giorgio

circa 8 anni fa - Link

ma no, non era una battuta! solo sincero dispiacere per non aver letto degli assaggi; e dispiacere non solo per quello, ovviamente!

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sergio

circa 8 anni fa - Link

"purchè non fosse sarcastico" Assolutamente no. Tra l'altro, dell'articolo, mi è piaciuto molto il vissuto personale, non sempre raccontato a questi livelli. Anche la variabilità dell'umore(a cui accennava Sara B) sapientemente incanalata, contribuisce alla bellezza dello scrivere. Saluti

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Elisa

circa 8 anni fa - Link

Hahaha, grande, l'ultima frase mi ha fatto ridere un sacco!!

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Zorn

circa 8 anni fa - Link

Troppo complicato per me,ci riprovo dopo un Varzi con una boccia di Barbacarlo.

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Denis

circa 8 anni fa - Link

Brava a non confondere bellezza e amore, regole e stupore! La bellezza si può descrivere, l'amore succede, non ha bisogno di spiegazioni e non ne vuole! Non le cercare che rovini tutto! Godi e basta!

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