Miracoli in vigna: una bella foto per una brutta annata

di Antonio Tomacelli

Guardate bene questa fotografia: è stata scattata tre giorni fa in uno dei vigneti di Nicola Chiaromonte, nella doc Gioia del Colle. Delle tante particelle che possiede nel territorio di Acquaviva delle Fonti, questa è stata la più danneggiata dalle insistenti piogge estive. Qualche grappolo è venuto giù per l’acqua e la peronospora si è affacciata qua e là.

Il vigneto è a conduzione biologica ed è uno di quei classici impianti circondati dai muretti a secco. Gli alberelli di primitivo hanno un’età media di 60 anni e tra i filari c’è spazio per qualche albero di pesche, mandorle e susine. Si lavora tutto a mano e l’aspetto dei filari è quello tipico della giungla amazzonica. Insomma, ci siamo capiti, il vigneto gode di una certa libertà e subisce pochissimi interventi (vedi foto sotto).

Torniamo alla foto: notate nulla? Sì, qualcosa di strano c’è: la pianta è fiorita di nuovo a distanza di qualche mese e si prepara per un secondo raccolto. Sotto il grappolo in fioritura, infatti, se ne nota un altro già pronto per l’invaiatura, con i chicchi ben formati.

Un amico agronomo, con noi nel vigneto, ha dato una spiegazione affascinante del fenomeno: “È come se la vigna non fosse riuscita ad esprimersi al cento per cento per il maltempo, e ora si stia sforzando di portare a termine la sua missione con un nuovo raccolto”.

Non sono un agronomo ma la spiegazione mi ha molto colpito. A pensarci bene la vigna è un essere vivente e come tale ha una fondamentale missione da compiere: riprodursi attraverso i semi contenuti nei chicchi.

Lo sforzo che fa la pianta però è immane e mi chiedo: sarebbe potuta succedere la stessa cosa in un vigneto convenzionale e meno “selvaggio” di quello di Nicola Chiaromonte?

Lo so, la domanda è un filino oziosa ma la foto è comunque molto bella per la speranza che riesce a trasmettere in questo 2014 da dimenticare alla svelta.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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ardol

circa 10 anni fa - Link

Proprio vero, l'obiettivo di qualunque pianta è produrre i frutti, che portano e nutrono i semi... e a tal fine la pianta può arrivare a debilitarsi, con ripercussioni sullo sviluppo dell'anno successivo. Avanzo un'ipotesi: la pianta trovandosi martoriata dalla grandine, quindi con poche foglie e anche pochi grappoli (i quali tengono a freno l'attività vegetativa ) ha emesso nuovi germogli (femminelle, che presentano un minor diametro) per ristabilire la vegetazione, ciò favorito anche dalle abbondanti piogge. Arrivando alla domanda, penso che sia più una questione di predisposizione del vitigno. Le femminelle in numerose varietà di vite sono fertili, cioè posso dare grappoli; che però spesso, purtroppo, non riescono a giungere a completa maturazione. quest'anno per ora è un pianto.. poi chissà.. lo era anche il 2002 e i frutti li vediamo adesso.. gustativamente parlando. Sperem

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Francesco Paolo Valentini

circa 10 anni fa - Link

Il fenomeno di una nuova fioritura sulla vite non è una novità. Tale evento, negli ultimi anni, è abbastanza ricorrente e non solo sulla vite, ma anche su altre piante. Nel luglio del 2007 notai lo stesso fenomeno su alcuni olivi. E' una manifestazione, sotto un certo aspetto, abbastanza inquietante. E' come se una donna incinta fosse contemporaneamente pronta per un'altra gravidanza. Probabilmente tale evento può in parte essere scatenato da un'eccessiva esuberanza idrica (molte piogge), anche se la stessa dovrebbe solo far aumentare la vegetazione e non il frutto. Anche le grandinate e alcune fitopatologie (peronospora larvata al grappolo) possono stimolare la pianta a produrre nuovi grappoli, Però è anche vero che tali fenomeni non sono del tutto ricorrenti e normali, poiché Madre Natura ha i suoi modi e i suoi tempi. Del resto queste anomalie vengono riscontrate anche nel regno animale, come nel caso degli orsi marsicani del Parco Nazionale d'Abruzzo, che sono usciti dal letargo con un paio di mesi d'anticipo, come anche le tartarughe. Per non dire dei cani e dei gatti che mutano il pelo anche in periodo invernale o delle api, il più grande indicatore biologico, che stanno lentamente scomparendo. Tutto questo, non dovrebbe essere visto come una semplice curiosità ed anomalia del mondo vegetale ed animale ma come espressione di una rottura di un equilibrio che si è formato in milioni di anni. Pertanto non dovremmo solo osservare con curiosità tali fenomeni, ma soprattutto riflettere, cercando di capire le cause che li determinano. E' inequivocabile che la prima e forse unica causa è il cambiamento del clima, molto probabilmente operato dall'uomo.

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Alessandra

circa 10 anni fa - Link

La risposta e' si, in un vigneto sufficientemente vigoroso se non si sono eliminate le femminelle o in caso di annate come questa in cui l'attività vegetativa non si arresta, succede eccome, biologico e non biologico.

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