Vent’anni di Luce a Montalcino per capire se sangiovese e merlot si possono parlare

Vent’anni di Luce a Montalcino per capire se sangiovese e merlot si possono parlare

di Andrea Gori

L’uomo disegna il sole per difendersi dalle tenebre, per avere la sua forza, la sua energia“. Con questa dichiarazione comincia il film realizzato a Montalcino per raccontare l’epos dietro al progetto Luce, che taglia il traguardo delle venti vendemmie. In una bellissima chiesa sconsacrata in Brera, allestita a fighettodromo per l’occasione e scintillante di rosso e oro (senza pacchianerie, va detto) è andato in scena l’assaggio delle venti magnum messe a disposizione di altrettanti giornalisti invitati da tutto il mondo. Una degustazione libera, circolare, in cui ognuno poteva versare i vini per fare le proprie considerazioni, una maniera snella agile e nuova che ha fatto mugugnare molti presenti ma che permetteva di fare i propri percorsi accompagnati da schede tecniche dettagliatissime.

Vent’anni in effetti sono tanti, si cresce e si passa dal sogno alla realtà e soprattutto cambia praticamente tutto nel mondo del vino. Da joint-venture Mondavi-Frescobaldi attraverso l’epopea dei Supertuscan e la rinascita di Montalcino per il Brunello fino ai successi commerciali e di immagine (soprattutto all’estero) che hanno zittito molti scettici della prima ora. E che non hanno mai però scaldato più di tanto la critica nostrana che non è andata oltre un TreBicchieri qualche anno fa. La storia di Luce è complessa e molto meno raccontata di quanto si creda, a partire dall’origine dell’etichetta che riprende un disegno nella Chiesa di Santo Spirito, edificata a Firenze grazie ad un terreno donato dalla famiglia alla città.

Anche volendo leggere solo i dati analitici delle vendemmie, stiamo parlando di un vino che passa in vent’anni da 13,5% di media a 15% di alcol, ma anche da 5,4 di acidità a 6,77 (anche se con ph quasi costante sui 3,33), sangiovese da 7 di acidità alla raccolta fino a quasi 8, merlot da 5,9 a quasi 7, zuccheri da 230 a 250 per il sangiovese e da 230 a 260 per il merlot. Se le uve sono sempre le stesse e anche le loro percentuali, i risultati cambiano molto sia per il numero di bottiglie (da 28 mila a quasi 150 mila e poi indietro fino a 80 mila) che per la percentuale di barrique nuove. Cambiano, anche e soprattutto, le stagioni che vedono Luce brillare in maniera molto più decisa nelle grandi annate per il sangiovese mentre in altre il merlot è un fardello un po’ pesante da portarsi dietro.

1993. Annata calda e asciutta, piuttosto precoce: sangiovese vendemmiato la seconda settimana di ottobre, merlot terza di settembre. 13,5% alcol, 5,3 acidità, 28 mila bottiglie, 50% barrique nuove. Tono caldo, speziato, morbido di lamponi e ribes rosso, menta e rafano, eucalipto, lieve muffa e sottobosco, finale che asciuga un poco il sorso. 85

1994. Annata tranquilla, precoce ma con un settembre fresco: il merlot si vendemmia a fine settembre, il sangiovese nella seconda di ottobre, 13,5% alcol, 5,4 g/l acidità, 29 mila bottiglie, 66% barrique nuove. Note delicatamente erbacee e rafano, incenso e talco, menta e tabacco, bocca con struttura e sapidità, polposo e vitale, ancora impressionante. 88

1995. Primavera ed estate complicate ma con un bellissimo settembre e ottobre: il sangiovese è vendemmiato nella seconda settimana di ottobre, e il merlot a ottobre (!) 13,5%, 5,8 acidità, 80 mila bottiglie, 66% barrique nuove. Spezie e finezze, finocchio e anice, frutta rossa candita, bocca elegante e luminosa, aggraziata e gentilissima con forza sottesa, lunghissimo. 94+

1996. Annata tardiva con un settembre piovoso, il sangiovese si raccoglie l’ultima settimana di ottobre, il merlot nell’ultima di settembre, 13,5% alcol, 5,6 acidità, 90 mila bottiglie, 66% barrique nuove. Cassetto leggero e sacrestia, senape e pepe nero, bocca dimessa che cede un poco al centro ma finisce grintoso. 84

1997. Annata acclamatissima, primavera calda ma anche una gelata il 18 aprile, agosto e settembre caldi, sangiovese raccolto la seconda di ottobre, merlot l’ultima di settembre, 13,5%, 5,25 acidità, 100 mila bottiglie, 66% barrique nuove. Carnoso, iodato e fruttato giovane di bosco, fragola e melograno, bocca ricca ed elegante con pesca e rosmarino, piacevolissima sapida e luminosa, splendido e croccante ancora. 94

1998. Anno precoce, pioggia a ottobre, sangiovese vendemmiato la seconda di ottobre, merlot nella terza di settembre, 13,5%, 5,4 acidità, 100 mila bottiglie, 60% barrique nuove. Naso che cede e appare un poco stanco, balsamicità e resine, ginepro e alloro, caramello e dattero, bocca fine ma un po’ corta. 86

1999. Ottima annata mite con bel sole in vendemmia, il sangiovese si raccoglie alla seconda settimana di ottobre, il merlot alla terza di settembre, 14,5%, 5,3 acidità, 120 mila bottiglie, 66% barrique nuove. Cupo, ombroso, con pepe nero, cangiante e carnoso, il naso si nasconde un poco ma la bocca esplode con una riserva di energia insospettabile, tanta spezia e ginepro, rosmarino e alloro, balsamico. 93

2000. Quasi siccitoso, precoce, sangiovese vendemmiato la seconda di ottobre, merlot ultima di settembre, 14,5%, acidità 5,6, 130 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Mediterraneo e solare, rosmarino, mallo di noce e spezie, sole e sale, bocca che asciuga e disseta con grip tannico da merlot che stupisce, retrogusto accogliente. 88

2001. Una gelata primaverile poi piogge e poi agosto e la vendemmia col sole ma le notti sono fresche, sangiovese prima di ottobre, merlot prima di settembre, 14,5%, 5,65 acidità, 87 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Ombroso e cupissimo, quasi impenetrabile, cardamomo e liquirizia, olive e anice, bocca carnosa e stupefacente per integrità e sapore, pepe e spezia, da tavola e perfetto per abbinamenti arditi, tannino mordace e ancora vispo anche se un po’ sopra le righe per legno ed estratto. 89

2002. Annata fredda e piovosa, complicatissima, sangiovese nella terza di settembre, merlot alla prima di settembre, 14,5%, acidità 5,4, SOLO 8 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Carne e sangue, finissimo speziato, potpourri, rose, alloro, patchouli e aloe, bocca piacevole ma anche troppo delicata. 85

2003. Vendemmia calda e caldissima, anticipata, bucce molto spesse, sangiovese alla prima di ottobre, merlot alla prima di settembre, 14,5%, 5,7 acidità, 48 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Surmaturo come da copione, con tostature che coprono il frutto e note balsamiche che però al palato si ripresentano, bocca con tannino croccante e finale particolare, nervoso. 84

2004. Annata regolare con escursioni termiche giuste, ottimo clima in vendemmia, sangiovese nella prima di ottobre, merlot prima di settembre, 13,5%, 5,73 acidità, 53 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Classico e balsamico, anice camemoro e ribes rosso, merlot che domina la scena ma ingessa un poco il vino che è molto segnato anche dal legno. 85

2005. Primavera mite e fresca, settembre e ottobre temperati, sangiovese vendemmiato alla prima di ottobre, merlot a metà settembre, 14,5%, 5,6 acidità, 80 mila bottiglie, 100% barrique nuove. Datteri fichi e mandorle Chiaverini, tabacco cubano e ribes nero, bocca di polpa e fresca, intrigante e promettente con sangiovese che sveglia e disseta in maniera sapida e fruttata, bellissimo il finale. 90

2006. Primavera temperata, estate con piogge e autunno bellissimo, sangiovese raccolto la prima settimana di ottobre, merlot alla prima di settembre, 15% alcol, 5,7 acidità, 100 mila bottiglie, 100% barrique nuove. Carnoso e speziato, talco e resina, prugna e lime, bocca con riserva di energia prodigiosa e trascinante, dove il sangiovese regala magie di rimandi terrosi e fruttati nitidi. 93

2007. Clima temperato, con poca pioggia e autunno caldo, si vendemmia il sangiovese alla prima di ottobre in contemporanea col merlot, 15%, 6,17 acidità, 48 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Ombroso e pepato, susine in confettura e olive nere, fico secco e noci, bocca ampia con dolcezza sontuosa e struttura possente che ancora richiede di assestarsi, fine e saporita, con rosmarino e salvia, tannino ben colto e con prospettiva, naso da merlot e trama in bocca da sangiovese. 90+

2008. Pioggia a primavera, mesi estivi caldi, sangiovese raccolto la prima di ottobre, merlot la prima di settembre, 14,5%, 5,9 acidità, 75 mila bottiglie, 90% barrique nuove. Pepe e balsamico, note vegetali piacevoli, finocchio e senape, bocca fresca ed elegante con speziature e balsamicità, caramello e castagno, finale in crescendo ma ancora un po’ contratto. 88+

2009. Piogge in primavera poi caldo e siccità ad agosto e settembre, sangiovese vendemmiato la prima settimana di ottobre, merlot alla prima di settembre, 15,5%, 6,4 acidità, 75 mila bottiglie, 100% barrique nuove. Frutta di bosco, lamponi e ribes, semi di sedano e capperi, bocca con sandalo e rafano, grintosa e arrembante, col merlot che salva la freschezza e il frutto, decisamente strong e peso ma figlio della sua annata. 87

2010. Primavera piovosa poi buona alternanza estiva di pioggia e sole, autunno perfetto, sangiovese raccolto la prima di ottobre e merlot la prima di settembre, 14,5%, 6,35 acidità, 67 mila bottiglie, 100% barrique nuove. L’annata delle meraviglie debutta con un balsamico straordinario, coccoina resina e olive, pepe nero lamponi e caramello, bocca ancora indecifrabile ma rocciosa e intrigante, da attendere con fiducia che sarà ripagata. 92

2011. Grande caldo ad agosto, precoce, sangiovese nell’ultima di settembre, merlot nella prima di settembre, 14,5%, 6,59 acidità, 74 mila bottiglie, 85% barrique nuove. Esile e femmineo, susine e prugne in confettura, lavanda e rose, bocca che si agita e ruzza nel palato, tannini decisi e saporiti davvero difficili da decifrare, anche se la freschezza non è altissima l’estratto è di un nitore raro davvero. 90

2012. Piogge a primavera, estate calda ma ben ritmata, sangiovese vendemmiato l’ultima di settembre, merlot all’ultima di agosto, 14%, 6,77 acidità, 80 mila bottiglie, 85% barrique nuove. Luce nell’annata del ventennale è opulento ma sapido già al naso, ha calore e struttura, ferro sale e cumino, per ora ombroso e nervoso ma di carattere, finezza e struttura composte, dalla prospettiva interessante, in equilibrio tra calore e freschezza. 91+

Dicevamo che il merlot e il sangiovese spesso si compensano, ma capita a volte (un paio di vendemmie in un decennio) che si esaltino a vicenda e allora Luce brilla davvero di luce propria scrivendo pagine inedite nella storia dei vini di Montalcino. Soprattutto dal 2004 in avanti, quando la direzione del progetto è passata completamente in mano ai Frescobaldi, si registra una coerenza e un percorso di progressione notevole fino a mostrare davvero come un’idea di un vino puro marketing e coolness può trasformarsi in un vino vero in cui territorio e clima si riflettono in maniera esemplare.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

6 Commenti

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Vincenzo Geminiani

circa 9 anni fa - Link

Viene mai acidificato?

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Andrea Gori

circa 9 anni fa - Link

credo proprio di no Vincenzo! anche dando un'occhiata ai dati vendemmiali direi che di acidità ce ne è a sufficienza

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Vincenzo Geminiani

circa 9 anni fa - Link

Grazie, Andrea. Mi sono spiegato male. Pensavo fossero dati analitici finali, non vendemmiali. Perché mi interesserebbe sapere a Montalcino chi è che ha quasi 7 di acidità in bottiglia non dico sul Brunello, ma sul Rosso persino. Nemmeno Baricci, credo, nemmeno Tiezzi. E a tuo avviso come è possibile che salga in questo modo l'acidità, a fronte di valori zuccherini che arrivano ai livelli della provincia di Lecce?

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Andrea Gori

circa 9 anni fa - Link

bisognerebbe chiedere a Niccolò d'Afflitto ma tieni comunque conto che i vigneti sono in luoghi piuttosto particolari e le vendemmie sono relativamente precoci specie in alcuni anni

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Fabio F.

circa 9 anni fa - Link

è una considerazione interessante signor Vincenzo, mi permetto di portare la mia piccola esperienza di produttore di vini rossi (lombardo, non toscano, ma questo fa poca differenza), paragonando le nostre acidità della vendemmia 2007 e la 2014 di un vigneto di circa 20 anni di età; il 2007 13,7% vol. e 7,8 di acidità totale, 3,10 di pH. il 2014 12% vol. 6,70 di acidità totale e 3,40 di pH. Cosa voglio dire con questi dati? Non è detto che valga sempre l'assunto per cui "annata fredda, acidità alte, annata calda acidità basse". La considerazione analitica andrebbe fatta confrontando la collocazione esatta delle precipitazioni dei due-tre mesi antecedenti la vendemmia ed inoltre esaminare anche il pH che in fondo in fondo esprime l'acidità reale del vino (quantomeno quella che noi percepiamo). Nel caso del Luce. il caldo del 2007 e l'assenza di precipitazioni nella zona ha consentito il miracolo di concentrare acidità e zuccheri. Se si paragona il 2006, che invece qualche pioggerella l'ha avuta si nota infatti un calo dell'acidità che potrebbe sembrare paradossale... ma non lo è affatto.

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