Lista epica e quasi perentoria di 15 vini naturali che ci fanno impazzire. Oh no, ho detto naturali?

di Antonio Tomacelli

Il vino naturale, passatemi il paragone, è come la Cappella Sistina dopo il restauro: un trionfo di colori accecanti che, all’epoca, spiazzò i critici d’arte abituati a secoli di nerofumo e vernici polverose. Chi ripristinò il “sapore” di Michelangelo, fu accusato di aver cancellato per sempre i ritocchi postumi, le morbidezze e le correzioni dell’artista. Nulla di più falso, in realtà: i colori accesi erano funzionali per avvicinare l’osservatore ad un dipinto posto a 20 metri di altezza, in tempi di candele e poca luce naturale. Avvicinarsi al vino naturale è un po’ come riscoprire il colore originale di un affresco e non importa se questo sia un capolavoro come la Cappella Sistina o un’opera minore relegata in una pieve di campagna perchè lo scopo è sempre lo stesso: riscoprire la verità di un dipinto, di un’opera. In definitiva, del lavoro degli uomini.

Per riscoprire o, semplicemente, per chi vuole avvicinarsi al mondo dei vini naturali, abbiamo chiesto alla nostra redazione una lista di 15 produttori, alcuni perennemente in discussione, altri unanimemente accettati. Sono i vini della riscoperta, forse della rinascita, sicuramente della bellezza ritrovata.

Siate laici nel giudicarli e felici nel berli.

1. Per chi si avvicina al mondo dei vini naturali c’è da varcare un passaggio obbligato: il vino di Josko Gravner. Non perché sarà il vino che lo coinvolgerà dal primo minuto ma perché sarà un concetto di vino ancestrale a cui il proprio palato si è diseducato. La filosofia di Gravner si basa sul modo più antico di concepire la vinificazione, attraverso l’utilizzo delle anfore. I vini di Josko si comprendono lasciandosi andare senza cercare a tutti costi una risposta a ciò che ci si trova nel bicchiere. E’ un vino che non si manifesta in tempi brevi e che si concede piano piano, proprio come Josko. (G. Giacobbo)

2. San Fereolo di Nicoletta Bocca, perché mi disse in un’intervista: “Le uve biodinamiche sono molto meglio, sono in grado di bilanciarsi, di badare a se stesse; si equilibrano più facilmente da sole: non è più necessario intervenire, perché non ti serve più.” (P. Stara)

3. A me delle etichette non frega un tubo. Mi spiace per quelli che si sbattono giorni su un tono cromatico o un logo, ma in definitiva mi rimbalzano sempre. C’è solo un’etichetta che, storicamente, lascia a bocca aperta i clientes, e porta scritto su: “Scusate ma non seguiamo il mercato, produciamo vini che piacciono a noi, vini della nostra cultura. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”. Ora è chiaro che “non seguire il mercato” è un modo come un altro di presentarsi sul mercato. Il punto è che quell’etichetta dice la verità, ed è un rarissimo caso nel quale descrive perfettamente il contenuto. E sì, parlo di Alessandro Dettori. (F. Sartore)

4. Mi piace il Syrah di Stefano Amerighi, perchè lui è una bella persona e perchè il vino che produce è l’esempio di un prodotto naturale che può essere anche molto preciso, pulito e definito, lontano anni luce dai biopuzzoni, così poi non c’è nemmeno bisogno di scuse. (A. Marchetti)

5. I Masieri, La Biancara. Sia il bianco (garganega e trebbiano), sia il rosso (merlot con un saldo di cabernet sauvignon e tai rosso). Perché entrambe le versioni base dei vini di Angiolino Maule raccontano senza distrazioni, tanto la mineralità vulcanica del territorio di Gambellara, quanto la qualità di un lavoro capace di restituire semplicemente la percezione di un frutto che dalla vigna passa al bicchiere e dal bicchiere al gargarozzo con disarmante, naturale disinvoltura. (G. Corazzol)

6. Il Teroldego di Elisabetta Foradori, perchè quello del vino naturale è un mondo tutt’altro che dogmatico, fortunatamente figlio di percorsi personali che si intrecciano profondamente con quelli produttivi. È questo il caso del più famoso dei rossi che nascono nella Piana Rotaliana, in Trentino. Un vino che rispecchia appieno questa tensione al cambiamento prima ancora che al miglioramento. Che poi le due cose siano andate con del tempo sempre più di pari passo è una piacevole sorpresa, che continuiamo a trovare nel bicchiere. (J. Cossater)

7. Il Trebbiano di Francesco Guccione è tutta una vita in una sola bottiglia. Dentro c’è forza, carattere, Sicilia, disperazione, voglia di riscatto, sole e rinascita. È la prova che se il vino ce l’hai dentro, nulla e nessuno potrà strappartelo. E adesso bevi, che è proprio buono. (A. Tomacelli)

8. Barbacarlo, Lino Maga. Un vino mai uguale a se stesso, spremuta estrema di un uomo burbero e scontroso, succo di un territorio che riflette l’anima del produttore. Difficile raccontarlo perché ogni annata è diversa: dal frutto fresco può virare a un inizio di marmellata, concentrazione degli zuccheri estremamente variabile, a volte fermo altre micro effervescente; lascia la bocca piena con un fondo tannico bilanciato da un corpo diritto e presente, acidità in funzione della frutta. Una sorpresa costante (G. Mancini)

9. L’Amarone della Valpolicella Classico 2007 di Monte dei Ragni è un vino tridimensionale, vero fino al midollo e lunghissimo. Zeno Zignoli è una icona perfetta del vino naturale ma bisogna arrivare a Fumane per capire la travolgente e resistente bellezza del seguire la propria strada senza sconti e con argomenti stringenti. Correte il pericolo, ne vale la pena. (A. Morichetti)

10. Il Frappato di Arianna Occhipinti perchè lì dentro c’è un po’ tutto. Sole, mare e terra. Perchè è un vino che rappresenta un’idea prima ancora di un progetto e se in tanti si sono accorti non solo di Vittoria ma di “un’altra” Sicilia è anche grazie a lei. E poi non solo perchè è buonissimo ma anche perchè evolve magnificamente. (J. Cossater)

11. La Visciola Vigna Mozzatta è un crescendo di concentrazione, vitalità e ricchezza, nel colore, nel naso e nel gusto. Grande l’ampiezza di frutta rossa tra lampone e bacca di goji ma anche mirtillo, mora e rabarbaro, caramella inglese, mallo di noce, humus e corteccia. Ti sorprende in bocca profondo e coinvolgente eppure fresco, continuamente ravvivato dal pepe presente in grande quantità. il vino che ha mostrato una via all’eccellenza per il Lazio che non fosse solo legno e iperconcentrazione (A. Gori)

12. Domaine Leflaive Montrachet Grand Cru. Perché i più bravi a essere biodinamici sono sempre i francesi e la biodinamica viene meglio lì che da noi. Prezzo in scaffale: sopra i 10 euro (C. Lauro)

13. Il vino naturale è l’immaginazione al podere: questo avrebbe postulato Marcuse. Soprattutto, questo avrebbero gridato Timothy Leary e i Jefferson Airplane se mai avessero intrapreso un viaggio diversamente psichedelico in Alta Maremma, fino a Massa Marittima, sulle tracce del Rosato di Massa Vecchia: il vino per eros-e-civiltà, libero e multidimensionale, vera scaturigine d’energia creativa in modalità sensoriale. Pangèusico, panòsmico, eidetico e, secondo Timothy, finanche lisergico. Io, più semplicemente, lo trovo polimorfo e caleidoscopico e basisco per la fitta trama di associazioni e rimandi, il compendio di scorze d’agrumi, melagrana e anguria; per il subisso di frutti in varie preparazioni; per čaj, pot-pourri, kriek, zenzero, olio di rosa canina, neroli, cardamomo, rosolio, sandalo; per l’innata tensione minerale e la progressione armonica, soprattutto per i suoi surrealistic pillows e white rabbits. (E. Giannone)

14.  ‘A Vita di Francesco de Franco perchè quando tutti intorno a te perdono la testa per i vitigni alloctoni devi mantenere i nervi saldi e la barra a dritta. Si fa rotta verso il Gaglioppo della tradizione e una volta arrivato scoprirai un porto accogliente e sicuro. Ad attenderti ci sarà uno dei migliori bicchieri naturali che tu abbia mai bevuto, tutto frutto di Calabria e passione. Preciso e regolare, nonostante le tempeste. (A. Tomacelli)

15. Brunello di Montalcino Bolsignano, perché Roberto Rubegni è un dissidente, non fa parte della Montalcino scintillante tutta lustrini, paillettes e prezzi folli, non fa parte nemmeno del Consorzio, non è certificato da nessun ente, ma in vigna è assolutamente non interventista, non fa trattamenti, in cantina non usa lieviti selezionati, è naturalmente naturale ed è pure amico di un altro personaggio piuttosto scomodo col quale si confronta spesso: Gianfranco Soldera. Se capitate a Montalcino andate in cantina a trovarlo, non ve ne pentirete, conversare con Roberto è molto istruttivo e vi farà scoprire il suo Brunello caldo e saporito del versante sud-ovest. (A. Marchetti)

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

50 Commenti

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Paolo

circa 10 anni fa - Link

Mi mancano il prosecco di Follador e di Perlage, a Montalcino i vini di Podere Le Ripi

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il chiaro

circa 10 anni fa - Link

Podere le ripi l'ho provato l'anno scorso al vinitaly ed ho avuto la sensazione di esser preso per i fondelli sia per la qualità del vino, che ho ritenuto assolutamente ordinaria che per i prezzi, davvero "straordinari". Mi si dirà che con tutto quel lavoro che fanno bla bla bla...., ma se il risultato è quello che ho bevuto io perchè sbattersi tanto?

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L'agendina @ wordpress

circa 10 anni fa - Link

Io il Campo delle Oche lo avrei messo in cima alla lista e voi non l'avete messo affatto. Vi auguro di rimanere bloccati in ascensore con Cotarella e Martelli.

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Adriano Aiello

circa 10 anni fa - Link

Ma anche Barale, Roddolo, Carussin, Arpepe, Filippi, Pepe, La Distesa, Fiorano, Tabarrini, Picariello, Calabretta,Montisci,

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Cristiana Lauro

circa 10 anni fa - Link

Adriano però non capisco quale sia il criterio per stare dentro o fuori. Mi sembra una lista piuttosto eterogenea. @Giampiero Pulcini DRC, what else? ;-)

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Giampiero Pulcini

circa 10 anni fa - Link

@Cristiana: non costasse una cassa come una Twingo, sarebbe la quadratura del cerchio. Circa il criterio unificante, effettivamente sfugge anche a me.

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Tommaso Farina

circa 10 anni fa - Link

Tranquillo, di mafiosi russi ce n'è in giro abbastanza, madame Leroy arriverà a fine mese.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

Senza scomodare il DRC, se vi avanza qualche sfrido, che so, di Rossignol-Trapet, eccomi: è arrivato lo stracciarolo, raccolta calcinacci etc.

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Adriano Aiello

circa 10 anni fa - Link

Booo, figurati se l'ho capito io il criterio:) Alla fine i naturali si autocertificano. Tra i tanti (troppi?) che si trovano alle varie fiere questi sono alcuni di quelli che mi godo con più piacere.

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AG

circa 10 anni fa - Link

Adriana Lima in vigna è troppo!

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Giampiero Pulcini

circa 10 anni fa - Link

Tutta la gamma della Romanée-Conti. "A stronzo" me lo dico da solo, comodi.

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Andrea

circa 10 anni fa - Link

http://www.cantinamargo.com

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sinbad

circa 10 anni fa - Link

Cosa fa di questi 15 vini, tutti buoni, vini naturali? La dichiarazione del produttore? Un minimo protocollo comune?

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

Nel caso dei 15 sopra mi sentirei di dire: la conoscenza, da parte di chi li ha segnalati, delle pratiche di coltivazione e produzione; e la corrispondenza delle stesse a criteri, protocolli e regolamenti convenzionalmente sussunti sotto la categoria informale del vino naturale. In breve, il naturale convenzionalmente inteso. Le piace questo falso ossimoro?

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Ozziaccio

circa 10 anni fa - Link

Vigna San Valentino e Pipparello di Bea

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Alessandro C.

circa 10 anni fa - Link

Bravo, e magari anche tutti gli altri di Bea. Sempre che, nella definizione di vino naturale (???), ci possa rientrare.

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Gianpaolo

circa 10 anni fa - Link

almeno un'etichetta del Consorzio Vignaioli Biodinamici l'avrei messa... dal pignoletto San Vito al Pigato di SelvaDolce

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Cristian Di Camillo

circa 10 anni fa - Link

Non scordatevi di: Nino Barraco, Collecapretta, Vetua, Roberto Pusole, Davide Spillare, Daniele Piccinin, Daniele Portinari, Le Rocche del Gatto, Bonavita, Fattoria di Bacchereto, Giovanni Montisci, Villa Bellini, Il Vallone di Cecione, Calcabrina, L'erta di Radda ecc.

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Massimiliano

circa 10 anni fa - Link

Ma di Radikon che mi dite ?

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

bono.

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valerio rosati

circa 10 anni fa - Link

Mai quanto Adriana Lima

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AG

circa 10 anni fa - Link

E qui non è tanto in forma

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Paolo

circa 10 anni fa - Link

Ecco, questo non lo devi dire al suo fidanzato, almeno di persona personalmente (hai in mente Mirko Jaric?)

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Lorenzo

circa 10 anni fa - Link

un consiglio su dove trovarli ?

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Guido Porrati

circa 10 anni fa - Link

A Rapallo li puoi trovare, oltre ai vini di tanti altri valenti vignaioli, da ParlaComeMangi.

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valerio rosati

circa 10 anni fa - Link

Non posso resistere al richiamo di una classifica, quindi anche se non frega niente a nessuno metto qualche nome (spesso anche low cost), in rigoroso ordine sparso: - Chianti Riserva di Majnoni Guicciardini - Le Cese sangiovese di Collecapretta (ma in generale tutti i loro rossi) - Terrapura barbera di Andrea Tirelli - Muntà cortese di Andrea Tirelli - Macchia primitivo di Pantun - Rosso Palizzi di Antonino Altomonte (ultimamente e per fortuna si fa un gran parlare di vini calabresi. Lui viene ancora ignorato, speriamo davvero per poco!!!) - Rasott aglianico Irpinia di Boccella - Ruchè di Cascina Tavijn - Piedirosso Campi Flegrei di Contrada Salandra - Falanghina Campi Flegrei di Contrada Salandra - San Valentino erbanno di Togni Rebaioli - Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane 2011 di Rasicci (la prima annata senza lieviti selezionati) - Blanca malvasia frizzante di Gualdora - Lauru 2011 negroamaro di Urupia ...e tantissimi altri che ora non mi vengono in mente...

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Marco Grossi

circa 10 anni fa - Link

Ancora 5 o 6 commenti poi ci toccherà fare la lista al contrario, cioè "Lista epica e quasi perentoria di 15 vini convenzionali che ci fanno impazzire. Oh no, ho detto convenzionali?"

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Alessandro Morichetti

circa 10 anni fa - Link

Idea niente male! Comincia tu però, mettine 5 altrimenti non mi ingrana la digestione. Comprensivi di motivazione come da post. Grazie! [Pagamento in natura]

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Riccardo Campinoti

circa 10 anni fa - Link

Ma perche' Marco tu bevi vini che non sono naturali? Non lo sai che il Pergole il Monfortino e il Monprivato ci ammazzeranno tutti?

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Luca Miraglia

circa 10 anni fa - Link

Tutti, ma proprio tutti i vini di Cantina Giardino di Ariano Irpino (AV), con un plauso speciale ad Antonio e Daniela per essere i promotori della manifestazione "Parlano i vignaioli" (tenutasi a Bari poche settimane fa per la terza volta), nel cui ambito si è avuto modo di apprezzarne tanti di vini naturali, e di conoscere tanti meravigliosi vignaioli "veri".

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

A quando la lista di quelli che puzzano di più? ;-)

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Il chiaro

circa 10 anni fa - Link

Io trovo che certi chardonnay, ma anche altri bianchi, cosiddetti convenzionali puzzino. Di plastica, di banana sintetica, di qualcosa di artificiale. Certo, ci hanno abituati per decenni a bere vini fatti così e per qualcuno quello è diventato il gusto che devono avere i vini. Ehi Nic, tempo fa volevi sapere quando si organizzava un'altra giornata come a villa d'adda: ci siamo.

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

Sulle puzze era solo una battutaccia, ci manca solo il linciaggio mediatico. E poi condivido in pieno il tuo pensiero sui "profumi" artificiali. Aspetto dettagli sull'evento ;-)

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Hansen

circa 10 anni fa - Link

Il paragone con la cappella sistina non l'ho trovo per nulla calzante anzi spesso alcuni vini definiti "naturali" (termine che trovo assurdo)sono in molti casi tutti uguali a se stessi perdendo spesso la tipicità del vitigno e del terroir al massimo ci poteva stare un paragone con la pop art o ancor meglio la corrente dell'arte povera ..ma non toccatemi la cappella sistina...poi ovvio che se nella lista ci mettiamo drc o laflaive allora si che si possono anche azzardare certi paragoni ma non mescoleri sacro al profano :-)

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nico speranza

circa 10 anni fa - Link

una volta ho bevuto l'anfora di Gravner, alla fine della bottiglia mi è venuta una nostalgia del passato ed ho pensato, è impazzito! Ma lui dice "dovete credermi..." Ci crediamo?

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andrea

circa 10 anni fa - Link

hai ragione, non sforzarti, beviti un ronco delle mele che vai sul sicuro. Per quanto mi riguarda, dopo Josko c'è Podversic e poi Vodopivec. Radikon se non si facesse troppe paranoie con la solforosa sarebbe a fianco del suo vicino di ....vigna! Per quanto riguarda i rossi mi sembra che nessuno abbia nominato la Morganti....

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Alex85g

circa 10 anni fa - Link

Walter de Battè lo aggiungerei...piccolo produttore della riviera di levante ligure,non arriva a 10000 bottiglie...;-)

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indie

circa 10 anni fa - Link

più di mille è già mainstream

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Federico Graziani

circa 10 anni fa - Link

Novecento, Podere il Santo. Verdicchio Gli Eremi La Distesa Barolo Bricco delle Viole Vajra mi piacciono assai

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paolo rusconi

circa 10 anni fa - Link

RdM Piandell'Orino 2010

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Barbara gioacchini

circa 10 anni fa - Link

Baccabianca tenuta grillo un cortese fuori dagli schemi prodotto da una grande persona....ha cambiato il mio modo di bere aprendomi a questo mondo meraviglioso dei vini naturali.

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Emanuele

circa 10 anni fa - Link

buono buono

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chiara

circa 10 anni fa - Link

Voltumna a Dicomano fa ottimi vini naturali.Pinot nero e sangiovese, ottimi

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Maule Francesco

circa 10 anni fa - Link

Grazie Giovanni! Piu` Masieri per tutti!!

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utente dubbioso

circa 10 anni fa - Link

ma la strafiga che fà da copertina all'articolo cosa c'antra???????? aiuahuahahauh

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valerio rosati

circa 10 anni fa - Link

Male non fa... ;-)

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Stefania Pepe

circa 10 anni fa - Link

Grazie!

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lucia

circa 8 anni fa - Link

Ma i vino biodinamici nati dalla passione sfrenata per la terra naturale di Roberto Moratti del Podere Casaccia Scandicci in Toscana? Solo vitigni autoctoni. Da non dimenticare la Malvasia Nera in purezza!!!!

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Franco

circa 7 anni fa - Link

Gli unici che salvo, sono La Visciola, Dettori, Massavecchia. Gli altri sono buoni ma non naturali! Ai primi tre aggiungerei, tutti i vini di Tirelli, Saccoletto, Salvatore Magnoni Prima la Terra, Bruno Ferrara Sardo, Podere Orto, Ligabue, Valli Unite, Cascina Zerbetta, Mani di Luna, Ludovico, Cantina Ribelà, Il Vinco, ed altri cento veramente naturali che non considerate. L'abitudine a sentire gomma arabica, profumi artificiali, tannini e acidità non aiuta a discernere. Disintossicatevi!;-)

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Maurizio

circa 6 anni fa - Link

E grazie ar caa. Questi sono quelli buoni. Ce ne sono qualche decina ancora. E poi, le mani nei capelli.

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