L’intervista a Gareth Lawrence, professore per 34 anni al Wine and Spirit Education Trust (WSET)

di Elena Di Luigi

Per oltre 34 anni Gareth Lawrence ha insegnato alla Wine and Spirit Education Trust (WSET), la scuola che prepara i sommelier, i wine buyer e winebusiness people di Londra. In questa intervista Gareth parla di come il mondo vinicolo si sia evoluto e del successo internazionale della WSET nella preparazione professionale degli operatori. Nel 2013 la scuola ha aperto una sede a Dublino e ha tradotto il sito anche in cinese.

Dove e quando hai iniziato a bere il vino?
A casa con i miei genitori con il tradizionale arrosto della domenica. Il primo vino, che era anche il mio preferito, si chiamava Tiger Milk, un dolce prodotto in quella che era un tempo la Yugoslavia; presumo una traduzione accettabile di “Radgonska Ranina”.

Nella tua lunga carriera di insegnante di quale importante cambiamento sei stato testimone?
È difficile metterne in risalto uno, il settore vino degli ultimi 40 anni è stato così dinamico. Dovendo sceglierne uno però, direi l’aumento di consumo di vino e di produzione in quei paesi che non hanno nel loro passato una tradizione vinicola. Basti pensare agli Stati Uniti che dal probizionismo sono passati a essere il quarto paese produttore e il primo importatore; poi l’Australia che da consumatore di birra oggi è uno dei principali produttori. Infine chi avrebbe mai immaginato solo cinque anni fa che la Cina nel 2013 sarebbe diventato il solo stato non europeo con una superficie vitata in aumento?

La reputazione di un vino la fa il passa parola o la recensione di un esperto?
Dipende dal vino. Se parliamo di un investimento allora l’esperto può influenzare molto, per esempio i 97 e 98 punti di Parker. Ma c’è l’imprevedibilità del mercato che si muove anche indipendentemente da ciò che il consumatore o l’esperto dicono. In GB la recensione favorevole di un giornalista può fare esaurire in poche ore le scorte di un vino in magazzino. Ma il consumatore medio si basa ancora sul passa parola, un modo efficace di raccomandare un prodotto. 

Quali varietà consiglieresti a chi non ha mai bevuto ma ha voglia di imparare?
È importante imparare a conoscere le diversità che offre un vino, idealmente partendo da ciò che uno sente più vicino. Per esempio a chi piace il vino dolce direi di scegliere il medium Riesling per iniziare a esplorare gradualmente le compessità di questa uva. Chi invece ha un palato più secco può scegliere lo Chardonnay e vedere i possibili stili che offre. Per gli amanti del rosso consiglierei il Merlot.

Quale winemaker del presente e/o del passato inviteresti a una cena per parlare di tutto?
Inviterei Robert Wenzel da Rust in Austria perché fa dei vini eccellenti e li giudica con grande modestia. Poi lo scomparso Robert Mondavi per chiedergli come sia riuscito a sopravvivere al proibizionismo mantenendo intatta e viva la sua passione. La vedova Clicquot per l’eccellenza del suo Champagne, perché è stata una grande businesswoman e per aver trovato un metodo efficace per estrarre il sedimento dallo Champagne. Infine Angelo Gaja per la sua pura passione per clima e qualità.

Perché la WSET è una delle scuole vinicole più apprezzate al mondo?
La WSET di Londra ha potuto beneficiare della vasta conoscenza imprenditoriale del paese, fatta di centinaia di anni di esperienza, attingendo alle competenze di esperti di business in molti settori. È stata anche in grado di combinare tali competenze con le migliori prassi educative, cosa altrettanto anzi più importante. L’ethos della London Wine & Spirit School è quello di cercare di migliorare le prestazioni, anno dopo anno.

Quali sono le lezioni più seguite?
Direi quelle sui vini e i sui frizzanti, ma stanno crescendo in popolarità anche le lezioni sui super alcolici.

Ti è mai stata proposta una strana combinazione di cibo-vino?
Sì, quella tra il Mosel Riesling Auslese con il pollo Biryani (da una ricetta originale, preparata da una signora asiatica). Mi aspettavo che il cibo coprisse il vino invece i sapori fruttosi dell’Auslese e la sua dolcezza hanno lavorato bene con il piatto. Comunque consiglierei di provare la combinazione prima di proporla a una cena.

Quale varietà continui a non capire nonostante tutti gli sforzi possibili?
Non ce n’è una ma continuo a cercare.

Quale traguardo raggiunto nel tuo lavoro consideri il più importante?
L’aver insegnato a capire e ad apprezzare il vino a studenti provenienti da tutto il mondo, che spesso non avevano esperienza nel settore.

Quale super potere ti aiuterebbe nel tuo lavoro?
Quello di potere essere in due posti allo stesso momento.

Come ti rilassi?
Facendo camminate con amici nella campagna britannica, iniziando o terminando con un buon pranzo al pub, accompagnato da vera birra inglese.

6 Commenti

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gianpaolo

circa 10 anni fa - Link

posso dire di aver avuto la fortuna di aver avuto Gareth come insegnante non molto tempo fa. Tra le cose che ho letto a seguito del suo pensionamento (attivo, perche' continuera' a fare qualche seminario), mi ha colpito un fatto: la maggior parte dei professionisti inglesi del mondo del vino, inclusi alcuni dei piu' famosi masters of wine, buyers di grandissime aziende, e persone influenti che operano oggi, sono passate dalle sue lezioni. Dire che la Wset abbia aperto una sede a Dublino e che il sito sia tradotto in cinese, forse non rende bene l'idea di quello che e' oggi questa scuola, che ha oltre 27000 studenti, in 55 paesi del mondo, con corsi insegnati in una dozzina di lingue. In altre parole, l'istituzione di insegnamento del vino piu' globale e piu' grande che esista, molto rispettata in tantissimi paesi (molto in Asia, per es., oltre i paesi occidentali) e per fortuna da qualche anno in costante espansione anche in Italia. Nessuna scuola e' perfetta, e quindi neanche il Wset, pero' da una contaminazione reciproca abbiamo solo da guadagnare noi italiani, potendo contare sul "global reach" degli insegnamenti, sopratutto in paesi per noi strategici dove ancora i nostri vini sono dei players minori. Thank you Gareth.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Chissà come il WSET evita l'Italia così accuratamente, siamo praticamente l'unico paese a non avere i testi localizzati ( e sono tradotti persino in greco e finlandese giusto per capirsi!) e si possono sostenere qui solamente i primi due livelli mentre in altri paesi come Francia, Belgio, Spagna, Finlandia ecc fino al quarto livello, un vero peccato

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gianpaolo

circa 10 anni fa - Link

non è proprio cosi Daniele, in Italia ci sono oggi almeno 5 centri, e si può arrivare al livello 3. So per certo che a breve ne apriranno degli altri, grazie ad un impulso che da due o tre anni è stato dato all'istituto dal settore del vino italiano. Quando due mondi non si incontrano di solito i motivi sono sempre attribuibili ad entrambi, pero' finalmente qualcosa comincia a muoversi. Da notare che storicamente in Italia è attiva la scuola di sommelier, che in qualche modo è un concorrente, e quindi anche questo non facilita

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Solo nel centro in Toscana dovrebbe essere attivo il terzo livello, dico dovrebbe perchè di fatto il corso e il relativo esame non è mai stato fatto e i primi due sinceramente sono talmente basici da risultare un po' inutili a mio avviso. Cosa intendi per scuola di sommelier?

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gianpaolo

circa 10 anni fa - Link

ais, fisar e compagnia. Credo che ci sia un livello 3 in friuli, in toscana e a milano. So che a breve lanciano uno importante in toscana, almeno 3.

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Daniele

circa 10 anni fa - Link

Beh quelle ci sono anche in Francia, Spagna e tutte le altre nazioni in cui hanno localizzato manuali, esami e tutto il resto. No a Milano abbiamo solamente primo e secondo livello

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