La dura vita del sommelier a Londra: wine tasting professionali, per iniziare

di Lorenzo Abussi

Con il nuovo anno, la Londra del vino impazzisce e crea eventi senza soluzione di continuità. Tutti i distributori mostrano i muscoli e organizzano tastings, spesso in contemporanea, che meritano qualsiasi acrobazia per esserci. Le degustazioni sono tutte esclusivamente dedicate ad un pubblico di professionisti, è quindi eliminata l`italica orda degli “assaggiatori da aperitivo”. Ad aprire la stagione 2013 sono stati due tra i piu’ importanti distributori della città: Fells e Liberty Wine, molto diversi tra loro per l’offerta in catalogo. Fells ha presentato le nuove annate di alcuni dei suoi pezzi grossi: Guigal, Fevre e Bouchard. Banchi d’assaggio, taccuino alla mano, listino e schede tecniche. Ho avuto modo di provare gran parte della produzione di Guigal, senza avere particolari emozioni da ricordare. Cosi come per Bouchard, uno tra i piu’ grandi negociant della Borgogna, ed anche William Fevre mi ha lasciato abbastanza indifferente. Vini tecnicamente perfetti, ma poco altro sono riuscito a cogliere. Una selezione classica, istituzionale, quella di Fells. In sala ci si aggira in giacca e cravatta bella stretta. Facevo da unica eccezione con jeans, felpa e cuffie al collo.

Saluto riverente la compagine di Fells e, a piedi, copro il percorso da Oxford Street fino a Berkeley Square. Nel cuore di Mayfair, proprio alle spalle di Green Park, si trova Darthmouth House, al 37 di Charles Street, la selezione di Liberty Wine mi attende. Tanti nomi interessanti sui banchi: David Moret, Francois Carillon, Jean Claude Boisset, Domaine Perraud, ecc. Il pubblico di minoranza era in cravatta, qui il vino raggiunge la sua vera dimensione. Vignaioli dietro i banchi, alcuni non parlano nemmeno una parola di inglese, e il mio francese è ancora troppo corto per articolarmi in grandi discussioni. Assaggio prodotti emozionanti e degni di nota, come la selezione di David Moret – Narvaux e le Perrieres – o l’Aligoté di Perraud, con i suoi vini dedicati alla storia di
“Cappuccetto Rosso”. Village e Premier Cru passano uno dopo l’altro appresso appresso, mi soffermo per più di un assaggio da Jean Claude Boisset, assaggio i
suoi bianchi con ordine e pazienza. Lui stava parlando con un francofono collega, non volevo disturbarlo. Arrivo al suo premier cru di Puligny Montrachet “La Garenne” 2007 imbottigliato con tappo a vite. Ho avuto una piacevole discussione con lui sui motivi di una scelta così controcorrente in una regione che fa della tradizione il suo punto di forza.

Questa la risposta: “Solo così posso controllare l’evoluzione del mio vino, il tappo in sughero non mi assicura una omogeneo affinamento. Inoltre il tappo a vite mi preserva
dal difetto del “tappo” salvaguardando tutta la mia produzione. So che la scelta di utilizzare questo tipo di chiusura va contro tutte le tradizioni della Borgogna, ma io faccio il mio vino, e solo io so come conservarlo al meglio per preservare tutte le sue caratteristiche. Sono considerato dai miei colleghi un provocatore, un matto, ma io voglio avere la mente aperta, e non legata a schemi secolari del ‘si è fatto sempre così’. Il vino è perfetto ,i clienti mi danno ragione e soddisfazione. Il resto conta poco.

All’assaggio il vino è stupendo, un 2007 bellissimo, pieno, avvolgente, profumato, gradevolissimo ed evoluto quanto basta. Prima di lasciare la sala mi concedo un assaggio all’ultimo banco della selezione, si tratta di Mongeard Mugneret. Provo due eccellenze della sua produzione Vosne Romanée 1er Cru “Les Orveax” e Nuit St. Georges “Le Plateaux” 2008/2009. Che dire, si sono decisamente meritati il premio di Top Wine della serata. Interessanti e curiosi tutti gli altri, ma questi due spazzano ogni altra concorrenza. Vini entusiasmanti, aromi già complessi che con qualche ulteriore anno di affinamento sapranno conferire al prodotto un aspetto ancora più accattivante.

4 Commenti

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Sir Panzy

circa 11 anni fa - Link

Davvero tra M. Mugneret e il resto dei degustati hai registrato questo abisso? Di Fevre e Guigal, per esempio, cosa c'era in assaggio?

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Lorenzo

circa 11 anni fa - Link

Mugneret mi ha lasciato veramente di stucco, considerando poi che è stato l'ultimo assaggio di tutta la giornata di degustazione. Per Fevre e Guigal erano presenti tutti i vini della produzione. Di Guigal ho assaggiato anche il Condrieu "La Doriane" il loro Top Cru di Viognier. Bello si, ricco, sicuramente, ma sinceramente cerco qualcosa di più in un vino oltre che alla potenza alcolica. Per Fevre vale lo stesso, prodotti tecnicamente perfetti, e niente oltre.

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Armando Castagno

circa 11 anni fa - Link

Lorenzo, hai per caso preso nota di ciò che hai assaggiato di Bouchard Père et Fils, i cui vini se ho capito bene ti hanno lasciato del tutto indifferente?

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Lorenzo

circa 11 anni fa - Link

si: - Grand Cru Chevalier Montrachet "La Cabotte" - Premier Cru Mersault Perrieres - Premier Cru Beaune de Chateau - Pouilly Fuisse' - Premier Cru Meursault Genevrières di Fevre - Chablis Grand Cru "Le Clos" - Chablis Premiere Cru "Vaulorent" - Chablis Premiere Cru "Montée de Tonnere" - Chablis Premiere Cru "Montmains" - Chablis Premiere Cru "Beauroy" - Chablis Premiere Cru "Vaillons" - Chablis Grand Cru "Bougros" - Chablis Grand Cru "Grenouilles" - Chablis Grand Cru "Valmur" - Chablis Grand Cru "Vaudesir" erano le nuove annate in presentazione, la maggior parte di loro 2011, alcuni, addirittura campioni di botte. Questo potrebbe si giustificare una non peefetta forma, lo so. Mi rammarico per la faciloneria con la quale ho "bocciato" certi prodotti, però...anche gli altri prodotti che ho assaggiato immediatamente dopo erano annate nuove, e di tutt'altra caratura. 2011 anch'essi eppure nettamente superiori. ...ho ancora tanto, molto da imparare e conoscere!

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