Judy Leissner: Grace Vineyard è come uno Chateau, però in Cina

di Elena Di Luigi

Judy Leissner è il direttore generale della cantina Grace Vineyard, situata nella provincia di Shanxi, a sud di Pechino. Fu fondata nel 1997 dal padre di Judy, Chun Keung Chan, e poi guidata da lei dal 2004, con il preciso obiettivo di conquistare non solo il nascente mercato domestico ma anche quello internazionale. Judy Leissner che nel 2012 è stata anche Asian Wine Personality of the Year per l’Institute of Masters of Wine, dice che all’inizio l’intento era di copiare il modello Bordeaux, oggi invece si sperimenta di più e meglio, pensando alla qualità e lasciando ad altri l’ossessione della quantità.

Quale bottiglia ti ha fatto innamorare del mondo vinicolo?
Non è stata una bottiglia in particolare ma l’atmosfera e l’umore che in genere si associa con questo mondo. La gente che apprezza il bere vino in genere è più allegra. Poi il vino è spesso associato al mangiare… chi non ama mettere insieme vino e cibo?

Quale modo di fare vino ti ispira di più?
Quello capace di riflettere un’annata e la provenienza del vino. Non si tratta di una bevanda qualsiasi, ma di un prodotto che dovrebbe avere un certificato di nascita che parli della sua origine.

Cosa rende Grace Vineyard unico in quello che fa?
In primo luogo il produrre vini in Cina. Ritornando al concetto di certificato di nascita, la Cina è un paese nuovo nel settore, stiamo ancora cercando di capire cosa e dove coltivare, e quale stile si addice di più a noi. É un percorso lungo e siamo tra le prime poche cantine che stanno facendo questo. In secondo luogo l’impegno a produrre un vino di qualità. Non è uno slogan ma un nostro principio.

Cosa diresti a chi ancora non crede che la Cina abbia le basi per produrre vini buoni?
Direi di assaggiare una bottiglia di Grace Vineyard, degustando “blind” e con vini di altri paesi.

Quali sono i punti di forza e le debolezze dell’industria vinicola cinese?
Punti di forza: un mercato enorme e in crescita. Il paese è grande e offre molte possibilità su dove e cosa piantare. Debolezze: poca gente con esperienza, tra l’altro non abbastanza comprovata.

Qual è la varietà che i Cinesi amano bere di più?
Il Cabernet Sauvignon. La Cina è un mercato molto orientato verso il rosso. Essendo il Cabernet un’uva facile da coltivare è anche facile da trovare qui e per questo popolare.

Quale traguardo raggiunto nel tuo lavoro consideri più importante?
Immagino il fatto che Grace Vineyard ci sia da 16 anni, nessuno ci credeva. Mio padre e io non avevamo esperienza nell’industria di vino e del suo consumo. Non sapevamo come piantare un vitigno e neppure come fare i vini. Infatti io non bevevo neanche prima di arrivare a Grace Vineyard. Quindi, il fatto che stiamo andando bene è una specie di miracolo.

Quale dei tuoi vini metteresti in vetrina per rappresentare la tua azienda?
Il nostro Tasya’s Reserve Chardonnay – è il vino di mia figlia. Sebbene il bianco qui non sia molto apprezzato, io amo molto lo Chardonnay. Per quanto riguarda il rosso sceglierei il Deep Blue, un uvaggio bordolese che la compagnia aerea Cathay Pacific serviva in business class.

Quale varietà si accosta meglio ai piatti cinesi?
Direi lo Chardonnay.

In quali liste vorresti vedere i tuoi vini?
Sono già in lista in molti hotel e ristoranti a 5 stelle della Cina e ne sono molto soddisfatta.

La più grande minaccia che la produzione vinicola deve fronteggiare oggi?
Wow…è una domanda importante e non sono sicura di essere la persona giusta a rispondere. Per quanto mi riguarda, pensando alla Cina, direi il focalizzarsi su obiettivi a breve termine e l’incontrollata espansione dei vigneti.

Quale varietà non ancora coltivata nel tuo paese ti piacerebbe piantare in un futuro non troppo lontano?
Touriga Nacional.

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