Io e lui, un amore che dura nel tempo

di Sara Boriosi

L’altro giorno mi sono trovata con l’espressione di Gasparri a fissare non so cosa sul tavolo, lo stesso sguardo catatonico di chi è caduto in trance meditativa. Ma quand’è che ho cominciato seriamente a provare qualcosa per il vino?

Sarà stato quando, ventenne scapestrata, forse belloccia ma soprattutto magra, uscivo con uno dei calciatori della squadra della mia città? Ricordo che al tempo li allenava Galeone, il quale cercava di educare non solo le gambe di quei puledroni ma anche il palato, costringendoli a capire le sfaccettature dei vini che offriva loro durante le cene istituzionali.

Boh, può essere.

Di sicuro la spinta grossa l’ha data un amore tormentato: durante questa relazione, il numero di lacrime versate era direttamente proporzionale alla qualità dei vini che bevevamo.

Avevo già accennato qui circa la mia educazione etilica, la naturale predisposizione ad assumere alcolici dovuta al gene veneto (nonni cari, non vi sarò mai abbastanza grata), ma nonostante ci rifletta a fondo non riesco a pescare nella mia memoria il file che contiene il ricordo preciso di quando ho detto ecco, non posso fare a meno di questo godimento.

Io e Antonio ci conoscevamo di vista dai tempi dell’università, perché lui frequentava la stessa facoltà del mio fidanzato di allora. Da giovani un paio di anni di differenza segnano una bella distanza, e per me lui era quasi imberbe: impossibile fare discorsi seri. Ma al tempo delle occupazioni, della fine dei Nirvana a causa della morte di Cobain, oltre le discettazioni sul berlusconismo emergente, chi ne faceva?

Quando l’ho incontrato erano passati due lustri circa. A casa di un comune amico mi si para davanti questo giovane uomo, cordiale e gentile. Bello.

Naturalmente non l’ho riconosciuto.

Antonio è uno dei pochi tenaci che hanno fatto delle proprie aspirazioni un lavoro vero. Non mi metterò a elencare i riconoscimenti ricevuti nel mondo del giornalismo enogastronomico (per questo basta cercare su Google), né a descrivere con quanta caparbia ha preso in mano la gestione di un vecchio birrificio perugino di fine ottocento, riaprendolo per produrre una birra che è stata premiata nel 2013. No, via!, queste sono cose da tributo a, da articolo didascalico per rivista del settore.

Io ho un grande debito di riconoscenza verso Antonio, perché con lui ho iniziato a parlare di vino con un linguaggio diverso. O meglio: lui mi ha messo nelle condizioni di capire il vino più profondamente di quanto lo avessi percepito, perché non ne avevo i mezzi. E mi ha spiegato come lo si descrive, con la stessa generosa semplicità che, quando studiavo a Siena, riconoscevo ad Antonio Paolucci mentre raccontava a noi suoi studenti la pittura del Quattrocento. Senza spocchia e con vivo entusiasmo, mi ha spinta con la forza delle parole fin dentro le cantine che racconta, lasciando percepire vividamente perché un vino è grande, descrivendone il paesaggio dove viene coltivato il vitigno zolla per zolla, la storia e il frutto di tanto lavoro. E poi sopporta tutte le cazzate che dico, stoicamente. Forse si diverte pure.

Ecco, forse mi sono innamorata definitivamente del vino dopo aver ripreso i contatti con Antonio Boco. Il fuoco che brucia lentamente dura di più; così spero il mio amore per il vino: che non sia l’infatuazione di un momento, ne sono sicura.

 

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

7 Commenti

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Pamela

circa 9 anni fa - Link

Sei una stra-maga del blog!

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Marta

circa 9 anni fa - Link

È sempre un grandissimo piacere leggerti.

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silvana

circa 9 anni fa - Link

bellissimo racconto e belle riflessioni che fanno parte della nostra cultura enogastronomica, per la quale siamo molto considerati a livello mondiale . Importante è... non abusarne....

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Sara

circa 9 anni fa - Link

Grazie! Ma abusiamone senza pensarci, bisogna pur vivere. No?

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Andrea'S

circa 9 anni fa - Link

Un post che mi ha emozionato... Perché per ogni appassionato di vino c'è una storia d'amore da raccontare.

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Sara

circa 9 anni fa - Link

Uéla, fermi tutti: questa è una storia di amicizia! Sia mai che mi ritrovo il Boco incazzato per averlo fatto litigare con qualcuna. Grazie per le belle parole, spero di essere all'altezza delle aspettative riposte. Adesso mi viene l'ansia da prestazione.

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Denis

circa 9 anni fa - Link

Applausi!

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