Il Wrestling Birrario è una cosa meravigliosa (e quelli del vino non lo capiranno mai)

Il Wrestling Birrario è una cosa meravigliosa (e quelli del vino non lo capiranno mai)

di Alessandro Morichetti

C’è qualcosa nel mondo della birra da cui il mondo del vino dovrebbe prendere ispirazione ma dovete arrivarci da soli. La community birraria italiana ha origini non troppo profonde ma talenti da vendere e un crescendo produttivo/comunicativo senza pari al mondo.

In 20 anni ne sono successe di tutti i colori. Dai primi microbirrifici di rilievo nel 1996 (Baladin e Birrificio Italiano su tutti) al 2016 l’Italia è diventata la sesta potenza birraria al mondo, dopo USA, Belgio, Germania, UK e Repubblica Ceca. Qualcosa di clamoroso, ma se chiedete in ambiente vinoso non si va oltre il blaterare “Beh ma il Peroncino… Eh ma costa troppo”.

Ormai superati i 1000 birrifici, addirittura 4 gli stili propriamente nostrani e riconosciuti a livello internazionale (castagne, da farro e altri cereali, con frutti vari o spezie o fiori laqualunque, contaminazioni col vino e dintorni) ma sempre e comunque una community di appassionati calda come un boiler pronto ad esplodere.

Cerco spesso di spiegarlo agli amici del vino ma è una battaglia semi-persa. Qui siamo tutti gente pettinata che si atteggia ai modi del mondo per non perdere posizioni, là c’è il sangue che scorre tra una pinta e l’altra. Sangue metaforico, amore della dialettica, verbalità spinta al limite, tra grande conoscenza e autentica cattiveria agonistica.

Tutto questo è il Wrestling Birrarioe le slide di Marco Pion – detto Tyrser, uno degli attori di riferimento – sono uno spasso.

E’ qualcosa di molto, molto oltre la semplice caciara. Antropologicamente parlando è la trasposizione di una socialità diversa in cui la birra diventa combustibile, accende gli animi e favorisce legami: talvolta l’interruzione degli stessi. Richiama per certi versi la Lotta dei Galli a Bali studiata da Clifford Geertz, è una rappresentazione metaforica della società.

Proiettate all’annuale kermesse fiorentina organizzata dalla rivista Fermento Birra – tra premi vari al miglior birraio e gran banchi d’assaggio – hanno fatto da sfondo a puro entertainment firmato dal duo Pion/Schigi (Luigi D’Amelio, birraio di Extraomnes, sommelier, polemista, l’uomo più bannato della storia). Tanti aneddoti, più show che vera lotta ma soprattutto molta, moltissima autenticità: qualcosa che nel vino manca.

Ingrandite le slide ove necessario, ne vale la pena.

In realtà, i più nella birra sono gente inoffensiva, simpatica e molto preparata. Devi solo entrare nel mood giusto per interagire, del tipo che “Benvenuto” per loro è “Ciao! E tu chi ca**o sei?!”.

La definizione di Wrestling Birrario è strepitosa.

Ogni sport ha i suoi talenti: il Catalizzatore, lo Sceriffo, Marcos, il Turco.

E i talenti in gioco sono questi.

C’è del metodo, nella lotta. Chirurgico.

A ciascuno il suo (stile).

Un po’ di storia della lotta va conosciuta.

Conoscete queste facce? Io, lo ammetto, non tutte.

Sui temi sempre caldi non c’è proprio discussione, questi li so pure io.

And the winner is…

… Ci vediamo tutti al Birrificio Lambrate, Milano (Fabio Brocca in foto è il birraio).

[Credit: Tyrser’s Tavern]

 

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

1 Commento

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erique

circa 8 anni fa - Link

le dispense col saggio sui galli a bali! che incubo quell'esame, il dramma è che lo ricordo ancora...

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