Il vino è di moda tra i protagonisti della Moda. Chiedersi perchè

di Lucia La Gatta

Milano è pronta a trasformarsi in un immenso atelier con la presentazione delle nuove Collezioni Donna Autunno/Inverno 2013-2014 e, di conseguenza, i back-stage delle sfilate spesso si trasformano in un immenso wine bar. Il vino è infatti l’aperitivo che anima sia i party che precedono le passerelle sia le serate mondane che, spenti i riflettori delle sfilate, accendono quelli del fashion-system. Tra i più richiesti ci sono le bollicine di Franciacorta che in questa occasione, in partnership per il secondo anno con la Camera Nazionale della Moda Italiana, si presentano per accompagnare uno dei momenti più attesi dell’anno. Dal 20 al 26 febbraio, infatti, presso la Vip Lounge a Palazzo Giureconsulti, gli invitati di Camera della Moda e delle Maison del pret-à-porter potranno conoscere e degustare le diverse tipologie di Franciacorta Brut, Extra Brut, Rosé, Satèn, Pas Dosé e apprezzare alcuni prestigiosi millesimati.

Intanto, sempre più stilisti non si limitano a firmare vestiti e passano a “firmare” vini. Certo sono quasi tutti vini modaioli, ma c’è anche chi, passando dalla matita alla cantina interpreta l’enologia secondo i crismi: territorio, tradizione, terra. È il caso, a questo punto, di fare un breve ripasso, ricordando le principali liason fra moda e vino.

È dal 1935 che la famiglia Marzotto produce vino. L’incipit è da attribuire al conte Gaetano Marzotto, che in quell’anno acquistò dai conti Stucky la tenuta agricola di Portogruaro per integrare la produzione agricola e industriale di famiglia. Il risultato è presto detto: ad oggi l’azienda consta di otto vigneti dislocati in tutta Italia che producono e distribuiscono vini rossi, bianchi, spumanti, distillati da dessert e acquavite in 40 Paesi al mondo, tutti racchiusi sotto un’unica etichetta, Santa Margherita.

Se nasci, vivi e cresci in Toscana non puoi non amare il vino e perché no produrlo. Così deve aver pensato Roberto Cavalli che da oltre trent’anni possiede una tenuta a Greve in Chianti. Gestita dal figlio Tommaso, l’azienda produce un vino IGT Toscana derivato da 67 ettari coltivati con filari di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Suavignon, Petit Verdot e Alicante Bouchet. Tre le tipologie vinicole che ne derivano: Cavalli Tenuta degli Dei, la cui etichetta, proprio come una collezione di moda, varia di anno in anno la sua declinazione estetica; Le Redini, un vino giovane, e la Cavalli Collection, una sorta di vino deluxe prodotta in 2000 esemplari cui lo stilista ha destinato un logo in ottone: una scritta, RC, in bassorilievo dorato applicata a una flessuosa bottiglia total black.

Non diverso il discorso per Salvatore Ferragamo. La famiglia, proprietaria dal 1993 della tenuta Il Borro, produce vino da vitigni Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot, Sangiovese, Chardonnay, per un totale di quattro nettari racchiusi nelle etichette Il Borro, Pian Di Nova , Lamelle e, infine, il Polissena, un vino più giovane che si distingue dagli altri anche per l’etichetta: una conchiglia al posto dell’immagine antica del borgo medioevale che nasce nella tenuta, utilizzata anche come meta turistica ricca di attività escursionistiche e sportive.

Un connubio nel segno del lusso lega anche l’aretino Antonio Moretti, leader della società cui fanno capo i brand Arfango, Bonora e CarShoe, e Patrizio Bertelli, AD di Prada. I due imprenditori producono vini bianchi e rossi (chiamati Anni, Grisoglia, Oreno, Poggio al Lupo e Vigna di Pallino) grazie alle viti coltivate presso la Tenuta Sette Ponti, antica dimora toscana delle Principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia. Antonio Moretti ha di recente aggiunto ad esse anche le produzioni della Tenuta Orma (destinate anche al mercato europeo ed americano) e quelle sicule del Feudo Maccari, nella Val di Noto, specializzandosi così, anche nel Nero d’Avola e nel Moscato di Noto.

Il legame tra il patron del marchio Diesel al vino è, invece, antico. Figlio di agricoltori, Renzo Rosso, possiede una tenuta nel vicentino, ribattezzata DieselFarm, da cui trae rossi e bianchi (Rosso di Rosso, Merlot, Cabernet, Bianco di Rosso, uno Chardonnay in purezza, Nero di Rosso e, dal 2003, Pinot Nero) imbottigliati in vecchie bottiglie di Madeira con stampigliatura effettuate direttamente su vetro.

Altro figlio d’arte che alle passerelle ha preferito i vigneti è Giorgio Schön, figlio di Mila Schön. Dopo essersi dedicato a disegnare abiti d’alta moda per la propria griffe, Giorgio ha rilevato Colle Manora nel 2001 per lasciare l’atelier di Via Montenapoleone dedicandosi alla produzione di tre vini bianchi (Mila, Mimosa, Double Bubbole) e cinque rossi (Ray, Pais, Manora, Palo Alto, Rosso Barchetta).

Addirittura dieci sono i vini prodotti dalla società agricola Arnaldo Caprai. Il nome si lega a quello della nota casa di cachemire Cruciani. L’azienda, leader nella produzione di Sagrantino di Montefalco, vino rosso prodotto da uve Sagrantino, è attualmente in prima linea sul fronte dell’ecocompatibilità produttiva, con soluzioni ad hoc inerenti la deriva, la sostituzione dei vigneti e le tecniche antiparassitarie.

L’ecosostenibilità è il principio base che sottende la produzione dei vini Piani Rossi, tenuta agricola nel cuore della maremma Toscana che fa capo a Stefano Sincini, AD del marchio Tod’s. Qui vengono prodotti due vini rossi: il Rosso Slus e il Rosso Pianirossi, effluvi distinguibili da due etichette minimal (bianca e nera) su cui campeggia un punto rosso vivo.

L’ultimo arrivato ha un nome illustre, Alessandro Benetton, che ha rilevato una quota societaria delle Cantine Farnese, in Abruzzo. L’obiettivo di Alessandro è puramente industriale: raddoppiare nel giro di pochi anni il fatturato del colosso di Chieti, portandolo dagli attuali 50 milioni di euro a 100 milioni.

(foto credits: winemag.com)

9 Commenti

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Andrea Pagliantini

circa 11 anni fa - Link

Antani.

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ammazzachepost

circa 11 anni fa - Link

Tutti imprenditori da SOGNO.....

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Francesco

circa 11 anni fa - Link

Di quelli assaggiati ce ne fosse uno che sia uno che mi sia piaciuto. Insignificanti, non sono "cattivi" o "non buoni" sono anonimi, con la sola eccezzione di qualche Sagrantino di Caprai, ma solo dopo almeno 10 anni.

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AG

circa 11 anni fa - Link

Ma che è, Winenews?

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Daniele

circa 11 anni fa - Link

Tra le differenze, esistono pure affinità tra i due mondi..è innegabile. Al di là della simpatia dei personaggi o della qualità dei loro vini, queste iniziative sono da accogliere positivamente

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Simone e Zeta

circa 11 anni fa - Link

La migliore copertura per qualche starlette alcolizzata, comperare una cantina

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nicola a.

circa 11 anni fa - Link

"VINI DI STOFFA"

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anna wood

circa 11 anni fa - Link

Non bevo certe etichette e ben me ne guardo! Il Vino ai produttori , ma quelli seri che stanno in vigna sul serio tirandosi un culo a cozza, non a questi pseudo vignaioli con la Ferrari sotto il culo che ci mettono solo il nome senza manco sapere distinguere le foglie dei diversi vitigni

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Alessandro Bandini

circa 11 anni fa - Link

Per la precisione Ferragamo possiede anche Castiglion del Bosco a Montalcino.

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