Il Trebbiano Spoletino, un grande vino bianco italiano

Il Trebbiano Spoletino, un grande vino bianco italiano

di Jacopo Cossater

L’occasione per tornare a parlare di vini bianchi, in Umbria, e per tornare ad assaggiare in sequenza un bel numero di Trebbiano Spoletino la si deve ad Antonio Boco e Paolo De Cristofaro. Un appuntamento targato Tipicamente nato per approfondire una tipologia tanto antica quanto giovane nei suoi sviluppi più recenti.

Il Trebbiano Spoletino è infatti una varietà che ha conosciuto una decisa riscoperta solo negli ultimi dieci anni. Un vitigno che appartiene al territorio compreso tra Spoleto e Montefalco e che fa parte della sua agricoltura da sempre, anche se le prime descrizioni si ritrovano solamente in alcuni manuali di agronomia dei primi del ‘900. Un vitigno per certi versi ancestrale, storicamente maritato agli olmi ed agli aceri -tra di loro si tiravano delle corde sulle quali la vite aveva la possibilità di svilupparsi- e sempre parte di una coltura più ampia, figlio di un’idea di vino/alimento oggi probabilmente dimenticata. Sopratutto, una varietà unica, lontanissima dal trebbiano toscano e da quello abruzzese. Un vitigno i cui frutti portano a vini dalla spiccata personalità, molto profumati, sempre caratterizzati da un’acidità veemente e da una dinamica gustativa piuttosto articolata. Una varietà di grandissimo talento, le cui potenzialità evolutive sono certamente conosciute ma in parte ancora inesplorate (sopratutto sarà interessante assaggiare i “nuovi” Trebbiano Spoletino, sulla distanza). Quello che è certo è che in questi primissimi anni ha saputo stupire gli stessi produttori, superando forse le loro aspettative. Insomma, per chi scrive un bianco straordinario, tra i più rilevanti della Penisola.

Interessante poi notare come si sia dimostrato sempre vitigno di grande plasticità, capace di trasmettere in modo didascalico lo stile di questo o di quel produttore. Che sia macerato con le sue bucce, che venga lasciato maturare in acciaio o in legno, che rimanga ad affinare per più o meno tempo è chiaro quanto non ci sia una unica via al Trebbiano Spoletino, i risultati dimostrano infatti quanto ogni vino abbia una dignità tutta sua, peculiarità uniche che lo rendono affascinante a prescindere. Una versatilità che è centrale nel suo tentativo di interpretazione.

Antonio Boco e Paolo De Cristofaro hanno radunato a Il Capanno – ristorante tra Spoleto e Terni che non vale solo una sosta ma anche una decisa deviazione- sei tra produttori a loro avviso più virtuosi per parlarne e per confrontarsi. La degustazione -non alla cieca- prevedeva una prima batteria dedicata alle annate più recenti, quelle oggi in commercio, seguita da una breve panoramica di vecchie annate scelte in base alla disponibilità delle rispettive cantine. Ecco alcuni appunti, in ordine di servizio (tra parentesi il prezzo medio, in enoteca).

Fratelli Pardi – Da una parte il tessile, storica attività di famiglia, dall’altra il vino. È però solo dal 2003 e con la collaborazione in cantina di Giovanni Dubini (Palazzone, Orvieto, riferimento per la produzione di vini bianchi non solo regionali) che i Pardi hanno iniziato la loro avventura nel Sagrantino e, a partire dalla vendemmia del 2011, nel Trebbiano Spoletino. I loro sono vini che si distinguono per un tratto particolarmente gentile, tra i più eleganti della denominazione.

Spoleto Trebbiano Spoletino DOC 2013 (8/10 euro)
Di sicuro equilibrio, il Trebbiano Spoletino dei Pardi conferma tutta la sua finezza a fronte di una minore profondità, almeno rispetto ai suoi vicini di bicchiere. Una traccia chiaramente agrumata si trasforma in una brillantezza gustativa comunque spiazzante. Non solo, al palato emerge una certa sensazione vegetale, di radice, che dona complessità ad un assaggio molto fresco. Crescerà. 16/20

Spoleto Trebbiano Spoletino DOC 2011
Una traccia eterea apre a bei profumi di polline, di limone, di fiori gialli. Una luminosità rocciosa, accecante ma non fredda, che apre ad un assaggio che ha stoffa ed allungo, che è giocato su note di frutta a polpa bianca di particolare integrità. Setoso e gustoso, sa di buono. 16,5/20

Perticaia – Sono ormai una quindicina d’anni che Guido Guardigli propone la “sua” visione di Montefalco. Vini raffinati e sempre equilibrati, mai eccessivi ma anzi caratterizzati da una certa misura. Un tratto inconfondibile tanto nei rossi quanto nel Trebbiano Spoletino, varietà che ha fatto la sua comparsa in cantina con la vendemmia del 2005.

Umbria Trebbiano Spoletino IGT 2013 (8/10 euro)
Come tutti i Trebbiano Spoletino di Guido Guardigli, anche il 2013 vive all’inizio una fase di leggera contrattura, in cui al naso sembrano emergere profumi più di scorza d’agrume che di polpa, dalla bocca leggermente scarica, quasi diluita. Una bella traccia vegetale, linfatica, ne delinea comunque il tratto gustativo fino ad una chiusura leggermente amara. Fresco e dinamico, ma da aspettare. 15/20

Umbria Trebbiano Spoletino IGT 2007
Tutto inizia con una traccia idrocarburica tutt’altro che scontata, seguita da note affumicate di torba e, solo alla fine, di polline, di scorza di limone e di fiori secchi. Un profilo olfattivo rarefatto, lontano ma al tempo stesso magnetico. In bocca restituisce sensazioni di benzene, ma è solo un incipit ad un’acidità fruttata di grande equilibrio, vero leitmotiv di tutto l’assaggio. Scorrevole ed equilibrato. 16/20

Collecapretta – Della cantina di Anna e di Vittorio Mattioli, oggi affiancati con entusiasmo dalla figlia Annalisa, si è già detto e scritto molto. A distanza di oltre cinque anni dalle prime timide apparizioni delle loro bottiglie nei ristoranti della regione quella che è cambiata è solamente la loro fama, capace oggi di superare i confini nazionali. In cantina tutto segue infatti i cicli contadini che da sempre scandiscono i ritmi di questa piccolissima azienda agricola, capace di produrre vini di rara espressività e naturalezza. Il Trebbiano Spoletino, precedentemente venduto sfuso, viene imbottigliato dalla vendemmia del 2006.

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Vigna Vecchia” 2013 (20/22 euro)
Materico e solare, il 2013 di Collecapretta richiama alcune delle migliori annate del Vigna Vecchia, il 2010 in particolare. Tracce di terra bagnata, quasi di tartufo, anticipano note di fieno, di fiori gialli appena colti, di mango. Lunghissimo, ha una partecipazione gustativa unica per i Trebbiano Spoletino della zona. Nel cuore dell’assaggio tradisce un certo calore, una fiammata che scalda e coinvolge, oltre ad una luminosità che è forse il tratto distintivo di tutta la prima batteria. Un grande Trebbiano Spoletino, una sicurezza. 17/20

Purtroppo Collecapretta non ha uno storico da destinare ad occasioni pubbliche, le pochissime bottiglie, qualche decina, che non vengono vendute sono per uso privato. Anzi, se vi doveste imbattere in vecchie annate non esitate, il Vigna Vecchia è Trebbiano Spoletino che non teme il trascorrere del tempo e che mantiene intatte le sue caratteristiche più intime, un recentissimo 2009 non ha fatto altro che confermarlo. Collecapretta propone anche una seconda etichetta, il Terra dei Preti, un Trebbiano Spoletino figlio di una lunga macerazione sulle bucce.

Antonelli – Cantina tra le più importanti e rappresentative del territorio di Montefalco, quella guidata da Filippo Antonelli è realtà capace di esprimere vini sempre eleganti e di grande classicità, storicamente tra i migliori di tutto il comprensorio. Una quarantina di ettari che ospitano le varietà tradizionali, dal sagrantino a sangiovese, dal grechetto al trebbiano (la prima vendemmia, da vecchie vigne in affitto, è del 2007).

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Trebium” 2013 (10/12 euro)
Anche alla cieca il tratto stilistico del Trebium sarebbe riconoscibilissimo. Unico della batteria che prevede un leggero passaggio in botte grande è vino tridimensionale, particolarmente lungo, molto centrato su toni leggermente amari e vegetali, che solo alla fine lasciano trasparire note più fruttate. In bocca ha grande compostezza, si caratterizza per un’alcolicità leggermente liquida che richiama in continuazione il sorso successivo. Da strabere. 16,5/20

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Trebium” 2010
Bastano solo pochi anni al Trebium per far emergere quelle note che in gioventù lascia solo intuire. Una traccia speziata, profonda e scura, sfuma su note terrose e vegetali di tartufo nero. Ma c’è un luccichio, laggiù in fondo. Una traccia non propriamente agrumata, comunque vagamente fruttata, apre ad un assaggio materico ed inconfondibile, vibrante, caratterizzato da una scodata acida di gran decisione e da una freschezza che lascia tradire un futuro ancora tutto da scrivere. Quanta decisa compostezza. 17/20

Tabarrini – Giampaolo Tabarrini in questi anni si è fatto conoscere per una produzione di sicura personalità, energica e vigorosa (con particolare riferimento ai ben tre Sagrantino prodotti). Non solo però, è sopratutto grazie a lui se in questi anni si è tornati a parlare di Trebbiano Spoletino, lo vinifica infatti con convinzione ed entusiasmo dal 2002, oggi da nuovi impianti che affiancano le vecchie vigne sempre utilizzate.

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Adarmando” 2012 (16/18 euro)
Intenso, caldo e fine. Il tratto stilistico dell’Adarmando, in questi ultimi anni ingentilito, è caratterizzato da un’opulenza che non stanca: note di frutta matura, di marmellata di agrumi, di resina aprono ad un assaggio dinamico e slanciato, che non fa sentire il suo peso specifico e che al tempo stesso tende ad appagare il palato. Chiude con una scodata alcolica piuttosto vigorosa prima di un finale appena più amarognolo. 16/20

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Adarmando” 2006
Forse il miglior Adarmando di sempre. Intenso, certo, ma al tempo stesso capace di porsi nel bicchiere con grande understatement. Polline e tracce di miele anticipano un campo di fiori gialli scaldati dal sole. Un profilo olfattivo caldo ed estivo, che anticipa un sorso rigoroso ed equilibrato. Tutto sembra girare intorno all’acidità che ne delinea i tratti, una corda di violino mai fine a se stessa ma anzi sostenuta da un frutto di raro gusto. 17,5/20

Bea – Quella guidata da Giampiero Bea non è solamente una delle cantine storiche del territorio ma anche una delle realtà di riferimento nel mondo dei vini naturali italiani. I vini che vengono prodotti nella nuova cantina poco fuori Montefalco sono sempre ruvidi ed espressivi, rigorosi, tradizionali e mai ammiccanti. Vini particolarmente longevi, che sanno ripagare l’attesa. Il lavoro di ricerca sul Trebbiano Spoletino, con uve da piante anche centenarie, inizia a cavallo del millennio. La prima annata commercializzata è quella del 2004.

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Arboreus” 2010 (23/25 euro)
Ventiquattro giorni di macerazione sulle bucce portano ad un colore di rara bellezza, tutto giocato sulle sfumature del rame. Le note di mallo di noce, di albicocca disidratata, di fiori secchi e di fieno si affiancano ad una sensazione minerale piuttosto compatta, quasi ferrosa. Una traccia velatamente mielata apre ad un assaggio secco e piuttosto asciutto, leggermente contratto e caratterizzato da una lieve tannicità che ne limita lo slancio. Ammaliante, stupisce comunque per spessore. Da aspettare. 16/20

Umbria Trebbiano Spoletino IGT “Arboreus” 2007
Venti giorni di macerazione sulle bucce, dato puramente tecnico che anticipa un assaggio pazzesco, capace di andare oltre la tipologia (il Trebbiano Spoletino e più in generale i cosiddetti “orange wines”) e di brillare tra i vini bianchi più buoni assaggiati da diverso tempo a questa parte. Caffè e cacao, prima di tutto. Poi il rassicurante calore del fieno e dei fiori di campo, d’estate. E ancora, biscotto, pan brioche e luppolo che contrastano una traccia linfatica quasi elettrica, che invita urgentemente all’assaggio. Tenero e rigoroso al tempo stesso, tocca corde molto profonde e lascia dietro di sé un ricordo preciso, quello dei grandi. Un mostro di profondità, che si concede con generosità e che coinvolge. Non fa infatti in tempo ad adagiarsi sul palato che una leggera sfumatura sapida ne delinea il tratto, prima che una equilibrata acidità ne risollevi il finale. Carnoso, materico, caldo, luminoso. Scrivendone mi sembra di averlo ancora nel bicchiere. 18,5/20

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

1 Commento

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Francesco

circa 9 anni fa - Link

Ciao ho avuto la possibilità di partecipare a questo percorso del trebbiano spoletino e devo dire di aver trovato questo vitigno fino ad oggi ,da me male interpretato ,dai pochi assaggi fatti.decisamente interessanti i vini proposti da boco e de cristifaro,è la mia maggiore attenzione è ricaduta su "ad armando 2006" e "trebium 2010",ma piacevolissimo anche "arboreus2010"sulla stessa linea perticaia e pardi interessanti ma secondo il mio gusto leggermente più scontati,collecapretta non è una sorpresa diverso da tutti e comunque uno dei mie vini preferiti per una bevuta facile facile.grazie e alla prossima ...

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