Il cocktail di Papa Francesco è una mano santa se devi riformare la Curia

di Antonio Tomacelli

Prima Legge del Successo: non puoi dire di essere veramente Pop(olare) finché qualcuno non ha dato il tuo nome a una nuova specie vegetale, ad un puntino ai confini dell’universo o ad un cocktail. A Marilyn Monroe, per dire, ne furono intestati una decina, più una vodka alla fragola. All’appello delle personalità più Pop del momento mancava giusto Papa Francesco ma ecco che a colmare la lacuna ci ha pensato la rivista americana Esquire, il cui ultimo numero in edicola è dedicato proprio al papa argentino. Tutte le sezioni della rivista hanno dato il loro contributo utile a tracciare un ritratto a tutto tondo di un personaggio che ha promesso di rivoltare come un calzino la Curia romana: che Dio o chi per lui lo illumini, ne avrà bisogno.

“Eat like a man”, la redazione food&drink di Esquire, non è stata da meno ed ha commissionato a Stephen Sage, barman del ristorante Tipsy Parson di New York, un cocktail speciale che unisse lo Spirito Santo e lo spirito alcolico. Gli ingredienti del cocktail The Francis, infatti, sono un chiaro riferimento alle origini di Bergoglio e alla sua nuova professione. Il Fernet Branca, ad esempio, pare sia popolarissimo in Argentina mentre la grappa di Moscato d’Asti, un distillato di vinacce e dunque povero di per sé, rappresenta le umili origini piemontesi del Papa e la sua “voglia” di povertà. Il vermout rosso indica il vino della comunione e per rifinire il tutto c’è uno spruzzo di Benedictine, il liquore dei monaci.

E le due gocce di bitter? Quelle, forse, rappresentano l’amaro che Papa Francesco dovrà ingoiare pur di portare a termine la sua personale mission impossible.

THE FRANCIS – La ricetta

1 parte di Fernet Branca
1 parte di Grappa di Moscato
1 parte di Vermout rosso
1 cucchiaio di liquore Benedictine
2 gocce di Peychaud’s Bitters

Mescolare con ghiaccio e servire nel tumbler con una scorzetta di limone.

avatar

Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

avatar

bettino

circa 10 anni fa - Link

boh !? a leggere gli ingredienti pare abbastanza nauseabondo... però bisognerebbe provarlo... ma chi ha voglia di mettersi a pastrocchiare col Fernet ed il Benedictine ? meglio un Hemingway : shaken, not stirred...of course

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.