Il Chianti Classico di Lamole: la grande selezione fatta dal territorio. In trenta assaggi

di Andrea Gori

Ci sono pochi posti come l’alta collina di Lamole in grado di spiegare a tutti il miracoloso futuro possibile del vino italiano. Un luogo, pochi ettari, meno dieci produttori a costituire il nocciolo fondamentale. Un vino che è da sempre il proverbiale bicchiere di qualità sulle tavole a Firenze, oggi con il suo carattere sta cercando una visibilità maggiore, globale. È anche un raro caso nel quale i produttori stessi sono riusciti a mettersi d’accordo su uno stile di vino prima ancora che fosse il mercato a imporlo; c’è persino la grande azienda “globale” (Santa Margherita) che investe nel territorio senza soffocarlo o stravolgerlo e addirittura 4 etichette Gran Selezione su 9 produttori, un record ineguagliato in tutta la denominazione Chianti Classico.

Visitare Lamole, come ci raccontava tempo fa Emanuele, è un’esperienza particolare e straniante, che in pochi tornanti ti porta via dal Chianti Classico da cartolina, già molto ben sfruttato, per consegnarti ad una dimensione di famiglie capaci di ricreare un piccolo vigneto-giardino, che sfiora la viticoltura eroica per via degli innumerevoli chilometri di terrazzamenti, molti risalenti a centinaia di anni fa.

Ma soprattutto è l’assaggio ravvicinato dei vini qui prodotti a rendere rimarchevole questa esperienza: l’uniformità di stile e il livello qualitativo impressionante finiscono con l’incarnare il vino che, a parole, oggi vorrebbero produrre tutti. Qui ci sono alta acidità, colori tenui, florealità spiccate e mineralità profonda al palato. Pochissime le concessioni al merlot e ad uvaggi internazionali, la bottiglia di Chianti Classico ultima annata (spesso insieme ad altre del recente passato) è sempre la prima che ti viene offerta appena ti avvicini al banchetto.

Castellinuzza e Piuca Chianti Classico 2012: presenta al naso giaggiolo e ribes, bocca fresca e sapida, è arioso e pungente di tannino e acidità ben integrata. 87

Castellinuzza e Piuca Chianti Classico Riserva 2011: carnoso e fruttato, sapido e minerale, sangue e ribes, dal finale elegante e intenso. 90

Castellinuzza e Piuca 2013 rosato: profuma di fragola e lampone, la bocca è decisa e sapida ma con qualche nota un poco scomposta. 82

Castellinuzza e Piuca Chianti Classico 2010: lamponi e ciliegie, marasca e tabacco, finale esile ma forzuto, elegantissimo. 88

Castellinuzza e Piuca Chianti Classico 2011: pronto e diretto, arioso e floreale, con note di lampone, lavanda e ferro; di una golosità inaudita. 90

Fattoria di Lamole Chianti Classico 2011: fiore al sole e lavanda, commovente e aperto, grande bocca con tannino e menta. 89

Fattoria di Lamole Chianti Classico Riserva 2010: ricco e intenso, vaniglioso e croccante; bocca che tende al morbido ma la sapidità tiene insieme la baracca. 86

Fattoria di Lamole Vigna Grospoli Gran Selezione Chianti Classico 2011: ogni anno un vino sempre più meraviglioso e iconico; giaggiolo lime arancio pesca e tabacco, in bocca tannino che pulsa e preme, finale speziato e salatissimo, un vero Grand Cru. 93+

Fattoria di Lamole Lama della Villa 2010 Gran Selezione Chianti Classico: frutto e menta, balsamico; tannino dolce e misurato, alcol ben equilibrato, finale roccioso e di sottobosco. 92

I Fabbri 2012 Chianti Classico: note classiche di fragola e giaggiolo per un vino che al palato vira sul rabbioso e mentolato, che comprende anche un finale secco e floreale da manuale. 87

I Fabbri 2010 Terre di Lamole Chianti Classico: sangiovese e canaiolo, affinato in cemento e botte; al naso arancio rosso e liquirizia, tabacco e ribes nero; bocca coerente e succosa, dal bel finale. 85

I Fabbri Chianti Classico Riserva 2010: fiori e menta, salvia e resina; bocca di frutto e cuoio. 88

I Fabbri Chianti Classico Riserva 2011: arancio sanguinella, ribes rosso e pompelmo, ematico; bocca splendida e carnosa. 92

I Fabbri 2010 Terre di Lamole Chianti Classico: gessoso e sapido, bocca affilata e di fragola, acidità e menta, bella e saporita. 86

I Fabbri Due Donne: Schioppettino e Sangiovese (2011) Vino da Tavola; da uve di schioppettino friulane coltivate da Iole grillo a Prepotto e sangiovese di Lamole, un vino balsamico e tostato, con tanto sottobosco e pepe (il rotundone dello schioppettino è dominante almeno in questa fase); per certi versi lezioso ma energico, con tabacco e lavanda; finale saporito e cangiante. 88

Il Doccio I Fabbri IGT 2011: un merlot tostato e ricco, ferroso e cangiante, non lunghissimo, difficile da inquadrare ma è esemplare per come il terroir lamolese marchi in maniera preponderante i vini che qui nascono. 83

Selezione Lamole Grevepesa Chianti Classico 2008: more e mirtillo, castagno e ribes rosso; bocca pepata e resinosa, maturo e rotondo, tannino placido. 84

Selezione Lamole Grevepesa Gran Selezione Chianti Classico 2010: succo di ciliegia, resina e menta, tipico e arcigno; bocca piacevole e mentolata, bel finale floreale con tannino ricco e perfettamente chiantigiano. 90

Le Masse Di Lamole Chianti Classico 2011: sangiovese in purezza; giaggiolo e ferro, lamponi e fragole in sciroppo; bocca fresca e saporita, lieve e croccante, finale in punta di piedi. 88

Le Masse Di Lamole Chianti Classico Riserva 2010: con malvasia nera, è ricco e scuro, lamponi e mirtillo; bocca ispida e nervosa ma  rustico e brillante. 83

Podere Castellinuzza Chianti Classico 2011: solo cemento, intensità floreale e ribes rosso, grip preciso, scalpitante e croccante, bel finale. 92

Podere Castellinuzza Chianti Classico 2010: fragola e sasso, ciliegia e pepe, bocca bella ma un poco scarna. 85

Podere Castellinuzza Chianti Classico Riserva 2011: succo di mirtillo, mela, resina e cardamomo; bocca decisa e dritta, succosa e freschissima, tannino vivo e dissetante, finale che ben promette pur essendo già godibilissimo. 92

Lamole di Lamole Chianti Classico 2011: sangiovese e canaiolo dolci e con ritmo acceso e luminoso, bocca squillante e solare, grande finezza e saporosità lamolese. 88

Lamole di Lamole Chianti Classico 2010 barrique etichetta blu: pepe e spezie, tostature e vaniglia, caffe e finale fruttato ma non lunghissimo. 83

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 2009: cuoio e menta, spezie e rafano, potpourri floreale, rosmarino e tostatura di caffè. 91

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva Campolungo 2009: Gran Selezione in pectore con tanto balsamico e resina, tabacco e mirtillo; bocca completa e dal tannino finissimo. 90

Lam’Oro 2007 Lamole di Lamole: 70% cabernet e 30% sangiovese, note di peperone e ribes rosso, amarene e pepe, finale ancora in evoluzione. 86+

Castellaccio Chianti Classico 2011: floreale e arancio, freschezza e sapidità, agrumi rossi e lamponi, campagnolo e solare. 87

Castellaccio Chianti Classico Riserva 2009: esile e raffinato, con rosa e castagno; bocca educata e misurata, fine ed elegante anche se senza slanci particolari. 86

La cifra stilistica e territoriale di tutti i vini assaggiati si conferma quella della snellezza, con aromi originali e distintivi come il giaggiolo, scelto non a caso come simbolo della manifestazione e come dono ai Lamolesi DOCG che ogni anno vengono scelti nel mondo della comunicazione. Un giaggiolo che si mescola alla viola e talvolta alla lavanda, a sottolineare anche un legame storico con la coltivazione dei fiori che è stata un’attività importante locale.

L’altro caposaldo, oltre le note floreali, è sicuramente l’alta acidità che ricorda la Rùfina ma che qui è giocata in maniera più diretta e non mascherata dal frutto che a Lamole, seppure dolce e talvolta carnoso, resta sempre sullo sfondo se non per incursioni di mora, ribes rosso e nero e mela rossa. Anche il tannino è ben sostenuto e acceso, contribuendo all’impressiona di durezza complessiva, decisamente la più elevata di tutto il Chianti Classico.

Un gusto spogliato di tanti orpelli che finisce per incarnare lo spirito nuovo della denominazione, che non è frutto di scelte di marketing ma solo di fedeltà a quello che il terreno può dare, un terreno composto da rocce di arenaria, galestro, tanto scheletro (sassi) e solo piccole quantità d’argilla. Vini che non vogliono piacere a tutti i costi ma che finiscono con il deludere nessuno. Mica poco.

[Disclaimer per un mondo migliore: tra i premiati come “Lamolese DOCG” quest’anno ci sono anche io].

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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marten

circa 10 anni fa - Link

non sapevo nemmeno che esistesse questo luogo...!

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