Ho bevuto un Sauvignon che sapeva di siepe senza accusare effetti collaterali

di Massimo Andreucci

Ah già il blog. Da oggi ricomincio. Ero alla Nato e Internet non prendeva, e se prendeva partiva il roaming internazionale che costava un botto. Insomma ho smesso di scrivere per un po’, ma qualche bottiglia l’ho aperta lo stesso. Più di qualche in verità. Ad esempio c’è quel Sauvignon 2010 di Venica & Venica che m’è piaciuto molto: il Ronco delle Mele. A me piacciono i Sauvignon erbacei. In teoria sarebbe un difetto: il sauvignon erbaceo è una specie di escamotage italiano perché col clima caldo non si riesce a portare l’uva a piena maturazione senza sviluppare troppo alcol e, insomma, si anticipa la vendemmia, l’uva è verde e, in vinificazione, escono fuori quei profumi di bosso, salvia e menta.

Per avere ben chiara la differenza, si sa, bisognerebbe prendere un Sauvignon della Loira e fare il confronto. Lì il clima è più fresco blablabla e si può fare il vino con l’acino maturo, e tutti i vantaggi del caso, pur senza eccedere i dodici gradi di terrore alcolico. Tutto vero, per carità, i Sauvignon della Loira sono i migliori del mondo, comunque a me piacciono anche quelli all’italiana. Dev’essere per via del bosso: in campagna ne avevo piantata una siepe ma me ne sono andato prima di vederla crescere (ci mette tantissimo), adesso ne ho uno sul balcone e ogni tanto mi sorprendo a infilarci il naso per tirare su quel profumo aspro dei giardini all’italiana. Avete presente Villa Lante? Nel vino quel sentore fa il paio, di regola, con una bocca ugualmente verde, che poi sarebbe il vero difetto ma che in fondo non mi dispiace affatto.

Ad ogni modo non è il caso del Ronco delle Mele che è pieno, sapido e persistente; tutt’altro che banale insomma. Ma il punto è un altro. Sono passati cinque anni ed è ancora estremamente giovane – l’ho già detto che è erbaceo? Ecco mi aspettavo qualche aroma terziario, macché – tanto che mi dispiace di averlo aperto.

Ultimamente invece mi è capitato di stappare qualche bianco del 2009 e di trovarlo un po’ sfinito. Bottiglie insospettabili peraltro. Certo, l’annata non è stata buona quanto la successiva ma è pure vero che appena un anno fa erano in ottima forma. Uno di questi è un Verdicchio che adoro, forse quello che mi piace di più. Ne avevo un cartone che ho centellinato nel corso degli ultimi tre anni e, insomma, scoprire che a un certo punto l’alcol prende così il sopravvento dispiace. Ora ne ho tre bottiglie del 2010 in stato di grazia assoluta, una roba incredibile. Che faccio tracanno o rilancio?

nella foto: il vigneto Ronco delle mele (ph.: Venica & Venica)

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Massimo Andreucci

Bianchista. Compulsivo. Uno che per indole starebbe sempre a mangiare e bere ma non potendolo fare ci scrive sopra qualche riga nel vano tentativo di prolungare una gioia sempre troppo breve.

5 Commenti

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gianpaolo

circa 9 anni fa - Link

se posso permettermi, il sauvignon erbaceo non è affatto un difetto, è uno stile sul quale, per es., hanno costruito la loro fortuna i neozelandesi. Ci sono ricerche scientifiche sui metodi migliori per intrappolare e consevare quei tioli responsabili degli aromi di sambuco, bosso, foglia di pomodoro, ecc. che sono molto apprezzati dai consumatori di mezzo mondo.

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moreno

circa 9 anni fa - Link

Buon giorno, una precisazione da friulano, il 2010 non la considererà una grande annata in Fvg. È stata fredda e piovosa anche in vendemmia; ha dato forse vini capaci d'invecchiare bene su quello posso essere d'accordo rispetto.

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

Bravo! Annata passabile per i bianchi, negativa per i rossi. La 2009 non è male secondo me, meglio di 2007 e 2008 in generale.

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

2009 "non male" per i bianchi, ovviamente. Annata fantastica in rosso, invece.

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moreno

circa 9 anni fa - Link

Scusate ho scritto da mobile e il correttore ha fatto un po' come ha voluto...ma credo si riesca a capire quello che volevo dire

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