Gli occhi di Coralìa Pignatelli non hanno età

di Francesca Ciancio

“C’era una volta” e la fiaba finisce qui. Il resto racconta la fatica e la tempra di una donna che ha sì un cognome blasonato, ma che porta in sè l’idea di nobiltà. Coralìa Pignatelli della Leonessa è una signora sugli -anta, sottile ed energica, nata in Giappone, cresciuta in Grecia, vissuta a Roma e ora chiantigiana, di Castelnuovo Berardenga.

Leggendo qualche post in Rete su di lei, ho trovato una cosa ridicola che dice più o meno così: “doveva essere molto bella da giovane”. La principessa di Castell’in Villa è bella tutt’oggi ed è triste pensare a quei degustatori che, sfidando mappe aggiornate dei loro tomtom alla ricerca del castello per bere vecchie annate di Chianti Classico, scrivono poi tali scemenze. Quanti anni ha la bellezza? Ma non è la domanda che le pongo. Piuttosto le chiedo, che significato ha la parola classico: “È il senza tempo, qualcosa che non mi annoia, come il sangiovese che non mi stanca mai – spiega Coralìa – perché è vivo, a volte espansivo, a volte chiuso, va su  e giù come l’umore”.

Qui non leggerete di verticali, perché toccano a un amico e collega bravo come Antonio Boco che ci racconterà sul cartaceo. Il delizioso viaggetto enoico l’abbiamo fatto assieme, partendo dal 1971 per il Chianti Classico Riserva, fino al 2005. Poi il Poggio delle Rose dal ’96 al 2006. Un Santacroce 2007 e infine il Vin Santo 1995. Approfitto della vostra squisita attenzione per consigliarvi il ristorante di Castell’in Villa: sappiate che c’è uno chef bravo giovane e pure bello che si chiama Massimo Di Fulvio che è lì da 16 anni. Non è una dritta da poco:  mangiare bene nel Chianti Classico è più difficile che bere bene nel Chianti Classico.

Niente vino dunque, ma solo chi lo produce. In questa video intervista piuttosto rara ci sono diversi spunti interessanti:
– che la necessità può trasformarsi in piacere e in ragione di vita
– che sei fai un buon vino da sempre, può valere il principio morettiano “mi si nota di più se non ci sono”
– che si fa vino anche per sopravvivere, quando una scomparsa improvvisa ti cambia la vita
– la natura è fatta di dettagli, per questo il mestiere del vignaiolo è adatto alle donne
– la campagna richiede fantasia
– nascerà un altro vino a Castell’in Villa

E, infine, “non si può mollare una cosa per la quale hai dato tanto”. E questo, permettetemi, diventa il mio motto per il 2013.

 

8 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

I N C A N T E V O L E Lei, la sua voce e quello che dice. L'ho incontrata in Asia, in piedi a versare il vino e a spiegare e rispiegare. Una donna della sua generazione e anche classe sociale, perché non dirlo? La consapevolezza delle proprie radici e di uno status privilegiato che vuol dire responsabilità, non protervia. Una testimonianza toccante, grazie Francesca.

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attoadivenire

circa 11 anni fa - Link

non si può mollare una cosa per la quale hai dato tanto Sarà anche il mio di motto ;) Penso che se metà degli addetti ai lavori nel vino avesse la metà del pensiero(e aggiungo sensibilità) di questa Donna, il mondo del vino sarebbe un'altra cosa...

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Montosoli

circa 11 anni fa - Link

Brava Francesca per la GRANDE pazienza dimostrata.................

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francesco

circa 11 anni fa - Link

...il video non parte..... grazie

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francesco

circa 11 anni fa - Link

video partito. Bella intervista e bella rarità. Ho fatto visita qualche anno fa alla "principessa" e sono stato con lei un paio d'ore, cogliendo molti degli aspetti che emergono dall'intervista. Mi ero recato a Castell'in Villa con mia moglie perchè l'Espresso dava ai suoi vini un rapporto prezzo qualità eccezionale. Non sapevo chi fosse la proprietaria. Parlammo a lungo, avendo delle affinità professionali con persone a lei vicine, fu una esperienza unica.... Quando ritornammo e parlammo dei questo incontro avuto con questa signora, il nostro interlocutore ci disse "chi, la principessa?" e cosi scoprimmo la sua origine. Nulla era emerso, nessun atteggiamento lo lasciava trasparire; solo una immensa signorilità d'altri tempi. Ci siamo sempre portati con noi quell'incontro, e di lei e dei suoi vini abbiamo sempre parlato con entusiamo. Giusto ad inizio dicembre scorso, in quel di barbaresco, abbiamo scoperto che un grande piccolo produttore, di cui siamo clienti abituali, l'ha conosciuta, apprezzata e trovati splendidi i suoi vini. Un ristoratore del senese, che conosceva i suoi vini mi disse: la cosa strana è che. se chiedi ad un produttore di chianti classico quale è il miglior vino prodotto nell'area, ti rispondono tutti senza eccezioni: quello di castell'in villa. La signora Coralia è molto restia a farsi fotografare, anche da persone che hanno l'opportunità di frequentarla, (non credo esistano sue foto, forse una reperibile su un sito americano - non esistevano fino a tre/quattro anni fa, di questo sono sicuro perchè l'unica che trovai era proprio in quel sito), quindi questo video è davvero unico per me, e l'autrice merita un bel grazie e un grande complimento. Dimenticavo che ho ancora una bottiglia del 2001, anno molto positivo per la qualità dei suoi vini (vedi menzione dell'ultima guida de l'Espresso). Non sono un esperto di vino, mi appassionano le storie di questi grandi produttori e, la storia della principessa, anche per altri dettagli condivisi in quel colloquio, ce la portiamo e porteremo con noi per tutta la nostra vita!!!.

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Questo è un cammeo. Chiamarlo post è al limite dell'ingiuria. Un tratto nobile per l'inizio dell'anno su IV. Grazie a Francesca.

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Rossi Adolfo

circa 2 anni fa - Link

Ho visto la sua foto , sono contento di vederla in piena forma , sempre bella . Si ricorderà di me del trasloco che abbiamo effettuato da Algeri e consegnato nella vostra tenuta in Toscana . I cani Dobermann sono ancora vivi ! Quanti ricordi ho con i suoi cani . A New York o gustato il suo vino buono .sono contento del suo successo , di tanti sacrifici . Auguri

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