Emmanuel Giboulot, il viticoltore biodinamico che rischia il carcere piuttosto che usare gli insetticidi

di Antonio Tomacelli

La viticoltura biodinamica o biologica che sia ha un nemico più o meno occulto: la flavescenza dorata, una malattia della vite contro la quale l’unico rimedio possibile è l’estirpazione del vigneto o l’uso di insetticidi contro l’insetto vettore: lo Scaphoideus titanus, meglio conosciuto come “cicalina”. Tutte le vigne che dovessero trovarsi in una zona dichiarata infetta o a rischio d’infezione, devono essere irrorate per prevenire l’attacco dello Scaphoideus.

Può un viticoltore biodinamico rifiutarsi di usare l’insetticida? La risposta è no, ai sensi del Decreto Ministeriale n° 32442 del 31 maggio 2000, recante le “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite”. Chi dovesse rifiutarsi va incontro alla violazione dell’art. 500 del codice penale e può beccarsi da 1 a 5 anni di prigione più una multa in denaro. Addendum: la legge è più o meno uguale in tutta Europa.

Ne sa qualcosa il viticoltore biodinamico Emmanuel Giboulot che, in quel di Beaune (Francia), rischia sei mesi di carcere e 30.000 euro di multa per essersi rifiutato di praticare il trattamento sistemico contro la cicalina.

Giboulot dichiara: “Mio padre si è convertito all’agricoltura biologica nel 1970, e ora siamo in regime completamente biologico e biodinamico. Non voglio annullare decenni di lavoro per applicare un trattamento i cui effetti sulla salute delle viti, e sull’uomo, sono ancora sconosciuti”.

Intanto, però, dovrà presentarsi al più presto davanti al Tribunale per rispondere di violazione del codice rurale vigente in Francia.

“Io non sono un irresponsabile — dice Giboulot — e non sto cercando di essere radicale. Io semplicemente non credo che un trattamento sistematico — anche senza alcun sintomo della malattia — sia la soluzione. Voglio mostrare alla gente che ci sono altre opzioni, e che dobbiamo pensare alla nostra salute e quella dei nostri clienti”.

Insomma, alla fine della fiera sei biodinamico solo finché la legge te lo permette e le tue opinioni su di una legislazione eccessivamente prudente valgono zero. Come se ne esce da una situazione del genere?

[Foto credits: www.savoirsdesterroirs.com]

avatar

Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

38 Commenti

avatar

ale

circa 10 anni fa - Link

E' stato obbligato perchè i suoi vigneti sono in una zona dichiarata a rischio di infezione? Chi e come dichiara le zone a rischio?

Rispondi
avatar

Federico Graziani

circa 10 anni fa - Link

mi chiedo: se una persona rischia il carcere, dove sono finiti tutti gli altri produttori che professa(va)no la stessa fede?

Rispondi
avatar

Pietro

circa 10 anni fa - Link

Bastava semplicemente fare il trattamento con insetticidi permessi nel disciplinare biologico, ad esempio il piretro naturale. Se in un area a rischio anche un solo viticoltore non fa i trattamenti necessari vanifica il lavoro di tutti gli altri, perchè dal suo vigneto la malattia si può spostare ai vicini, anche se hanno usato l'insetticida, vanificandone il lavoro. Quindi è giusto obbligare tutti ad intervenire.

Rispondi
avatar

Rolando

circa 10 anni fa - Link

Chi fa agricoltura biologica o biodinamica può utilizzare trattamenti a base di piretro. In teoria la normativa prevede tre trattamenti. Per tanti agricoltori l'utilizzo del piretro, soprattutto per trattamenti ripetuti comporta la riduzione degli insetti che compongono la biodiversità del vigneto e che concorrono alla salute delle piante. Insomma, il gatto che si morde la coda. Per molti Vigneron che da anni si impegnano in una agricoltura "pulita" è una grande sconfitta, con la paura di veder vanificato il lavoro di una via e traditi i propri ideali.

Rispondi
avatar

Andrea

circa 10 anni fa - Link

...allora al Sig.Giboulot non resta che dimostrare che la sua tecnica di coltivazione non è solo filosofica ma anche pratica e difende il vigneto dalla FD senza l'uso di alcun insetticida. In caso contrario lo sconfitto sarà sicuramente lui, poichè il vigneto avrà vita breve, e poi i suoi "vicini di casa" che si beccheranno tutti i suoi scaphoideus. PS: detto questo, se non fossi obbligato non tratterei nemmeno io sistematicamente tutti i vigneti dal momento che è ovvio (vedendone lo stato di salute) che non stiamo risolvendo il problema con gli insetticidi. A quanto pare la ricerca è più importante e redditizia in campi come i lieviti, additivi e coadiuvanti....ma quando non basterà più l'uva magari ci si porrà il problema!

Rispondi
avatar

Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

Mi colpisce l'ignoranza di questo viticoltore francese quando dice:" Io semplicemente non credo che un trattamento sistematico — anche senza alcun sintomo della malattia — sia la soluzione". Infatti è cosa ormai nota che le viti possono essere infette, e quindi fonte di inoculo, anche senza presentare i sintomi che possono rimanere latenti per alcuni anni. Non capisco perchè questo viticoltore non vuole trattare visto che non esistono ad oggi rimedi contro la FD se non il trattamento insetticida contro il vettore. La diffusione rapida ed estesa in alcune aree, in Italia ad esempio il Piemonte, della patologia è causata principalmente dall'incuria di alcuni viticoltori e da scelte politiche sbagliate sponsorizzate ad esempio da Coldiretti. Per quanto riguarda l'incuria da parte dei viticoltori essi spesso non prestano molto attenzione ai dati dei voli degli insetti, non trattano nei periodi idonei e non fanno molta attenzione ai sintomi in vigneto ed estirpano tardivamente le piante sospette con sintomi. Poi i vari sindacati agricoli hanno chiesto ed ottenuto cospicui contributi per il rimpiazzo delle viti estirpate,il problema è che le piante giovani sono molto suscettibili alla FD e se messe a dimora in un vigneto ove è presente la malattia hanno vita breve e contribuiscono alla ulteriore diffusione del fitoplasma. Infine i vigneti in stato di abbandono, oramai avvolti dalla boscaglia, sono focolai di infezione molto pericolosi in quanto non trattati contro il vettore. Poi non è vero che la ricerca si occupa solo di insetticidi. L'università di Torino e l'Università di Milano da anni stanno studiando la FD. Le recenti scoperte dicono che alcune piante hanno la capacità di "risanarsi da sole"(fenomeno detto recovery), e ciò pare sia dovuto a batteri e funghi endofiti che competono con il fitoplasma nei vasi della pianta. Si sta ora cercando di capire come le condizioni ambientali influiscono questi microorganismi e se esiste la possibilità di sviluppare prodotti per il trattamento. Inoltre si è scoperto che all'interno degli insetti vettori esistono numerosi microorganismi endosimbionti che regolano alcune attività dell'insetto. Si sta studiando la possibilità di sviluppare batteri in grado di alterare il metabolismo dell'insetto vettore. Sono scoperte grandiose, ma come per ogni scoperta i tempi per le applicazioni pratiche sono lunghe.

Rispondi
avatar

Andrea

circa 10 anni fa - Link

concordo con una buona parte delle sue affermazioni, intendevo dire che c'è un interesse mediocre alla ricerca, i fondi sono pochi e i costi, e i tempi, altissimi. Il problema forse appare ancora ridotto ad alcune aree e a certi vitigni in particolare, ma considerando il gettito e l'importanza economica e sociale che il settore vitivinicolo ha in Piemonte ed in tutto il nostro Paese, meriterebbe sicuramente un'attenzione maggiore. Parlando da viticoltore, sicuramente l'impegno che questa categoria sta mettendo nella lotta alla FD va incrementato a dismisura, perchè ci sono lacune e negligenze infinite agli occhi di tutti.

Rispondi
avatar

Roberto Stucchi

circa 10 anni fa - Link

"Mi colpisce l’ignoranza di questo viticoltore francese quando dice:” Io semplicemente non credo che un trattamento sistematico — anche senza alcun sintomo della malattia — sia la soluzione”" Questa non è ignoranza, per me è saggezza che viene dalla conoscenza. Le normative sulla FD sono molto discutibili,basate su ricerche molto parziali; e comunque se fanno trattare vigneti senza prima metterre le trappole prima per verificare se ci sono scafoidei sono da rinchiudere.

Rispondi
avatar

Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

Le viti infette da FD possono essere asintomatiche per anni, non per questo non sono fonti di inoculo......è semplice!

Rispondi
avatar

Roberto Stucchi

circa 10 anni fa - Link

La prima assurdità è costringere a trattare solo perchè si è in zona dichiarata infetta o a rischio di infezione. In presenza di numeri significativi di Scafoideo si può anche ragionare di cosa fare,ma in assenza di insetti non ha proprio senso. Sarebbe come se in presenza di un'epidemia di una malattia causata da batteri dessi antibiotici a tutti preventivamente, anche a quelli non malati! Esistono le trappole a feromoni per verificare la presenza o meno di insetti della specie in questione. Nel caso in questione non è chiaro nemmeno se gli insetti c'erano.la seconda assurdità è di ordine più generale: l'uso degli insetticidi (di sintesi o naturali) porta alla diffusione del parassita in questione, dovuta alla distruzione indiscriminata di tutti gli insetti. Il secondo effetto documentato scientificamente da almeno 40 anni è lo sviluppo di parassiti secondari. Quindi danni significativi a fronte di un effetto "benefico" del tutto dubbio.

Rispondi
avatar

paolo rusconi

circa 10 anni fa - Link

Abbiamo sentito il viticoltore al telefono, nelle sue vigne non c'è traccia di scafoideo, idem nelle vigne dei vicini. Il resoconto della chiaccherata telefonica http://www.sorgentedelvino.it/francia-vignaiolo-rischia-multa-e-detenzione-per-non-avere-trattato-i-vigneti-contro-la-flavescenza/

Rispondi
avatar

Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

Magari non c'è nel suo vigneto e in quelli dei vicini, ma la Cote d'Or è grande e confina con la Saone et Loire, dove ahimè il vettore e la flavescenza dorata sono arrivate l'anno scorso...e questa malattia si diffonde velocemente. In questo caso meglio prevenire che curare, e probabilmente viti infette e non sintomatiche ci sono già nei vigneti.

Rispondi
avatar

Roberto Stucchi

circa 10 anni fa - Link

Gli insetticidi non sono preventivi! ammazzano gli insetti esistenti, non quelli futuri.

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

dice "Voglio mostrare alla gente che ci sono altre opzioni, e che dobbiamo pensare alla nostra salute e quella dei nostri clienti" E' forse un esperto di fitopatologia ? Ha elaborato dei suoi protocolli per contrastare i vettori di questo patogeno pericoloso ? Mi sembra ci sia molta ignoranza. E' un po' come quelli che per motivi religiosi rifiutano determinate cure ai propri figli e li espongono a rischio di morte. Tocca fidarsi della scienza altrimenti siamo in balia di esoterismi new age etc etc

Rispondi
avatar

paolo rusconi

circa 10 anni fa - Link

Scusami ma tu ti curi per una malattia che non hai?

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

E' una situazione diversa. Esistono delle malattie delle piante pericolosissime in quanto incurabili. Fortunatamente alcune non si sono diffuse in Europa, ma se arrivano possono infettare moltissime ettari di vigne con danni enormi. Ripeto si tratta di malattie che si diffondono ma non si ha una cura. La soluzione trovata dagli esperti e' stroncare sul nascere i focolai, uccidendo le piante infette e combattendo a tappeto gli insetti che la trasmettono da pianta a pianta. Questa e' la realta' scientifica. La globalizzazione porta dei patogeni in giro per il mondo. Alcuni sono pericolosissimi in quanto non si conoscono ancore le cure.

Rispondi
avatar

Roberto Stucchi

circa 10 anni fa - Link

"La soluzione trovata dagli esperti e’ stroncare sul nascere i focolai, uccidendo le piante infette e combattendo a tappeto gli insetti che la trasmettono da pianta a pianta. Questa e’ la realta’ scientifica." Anche accettando questo approccio, che è comunque discutibile, rimane l'assurdità di usare un insetticida su insetti che NON CI SONO ANCORA. Se uno scafoideo arriva portato dal vento la settimana successiva al trattamento l'insetticida non gli fa nulla. Se mai un vigneto "sterilizzato" da un insetticida è più facilmente colonizzabile dall'insetto nocivo.Questo lo dice la scienza,non altri.

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Certe malattie sono virus o batteri, basta una cellula ad infettare una pianta e basta un insetto per portare una cellula da un vigneto ad un altro. Certi insetti possono riprodursi molto velocemente. Oggi sembrano non esserci, dopo qualche giorno ce ne sono molti. Dire che in un vigneto non c'e' neanche un insetto della specie dei vettori e' davvero difficile e considerati i rischi si e' scelto evidentemente in alcune zone di trattare comunque. Cosi' non si corre il rischio che qualche insetto contamini i vigneti sani. Capisco che non sembra una buona strategia, ma e' l'unica in certe situazioni. Un vigneto non e' un ecosistema naturale. Tante piante tutte uguali una vicina all'altra costituiscono un facile attecchimento di agenti patogeni. Se uno vuole essere davvero in sintonia con la natura, vada nei boschi a cibarsi di bacche e radici oppure pianti qualche vite qua e la e raccolga l'uva cosi' come viene. Il vigneto e' comunque un impianto di agricoltura intensiva e per mantenerlo sano servono degli interventi, non sempre possibili con rimedi naturali allo stato attuale delle conoscenze.

Rispondi
avatar

Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

Le trappole magari non rilevano insetti, ma in vigneto c'è ne uno che inizia ad insediarsi e dare origine ad una popolazione. Inoltre se si trovano adulti magari è già troppo tardi in quanto sono le fasi giovanili che acquisiscono il fitoplasma e lo trasmettono, infatti il primo trattamento è contro gli stadi giovanili (ninfe), che si trovano sulle foglie basali. Gli adulti se acquisiscono il fitoplasma difficilmente lo trasmettono ad un altra vite perchè vivono meno del periodo di latenza necessario per diventare infettivi. Però è necessario trattare anche contro gli adulti perchè depongono le uova nel legno vecchio, dalle quali si sviluppano le forme giovanili l'anno successivo. Una delle cause della diffusione endemica in Piemonte della FD è stata proprio la sottovalutazione di quanto scritto sopra, quindi, che piaccia o meno, trattare è necessario e non ci sono altre soluzioni al momento

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Perfetto Vittorio Merlo. Guardate cosa sta succedendo in Salento con un attacco agli olivi di una malattia non ancora del tutto identificata, ma dove sembra coinvolto un batterio da quarantena classe A1 EPPO la Xylella Fastidiosa, per la prima volta sbarcata in Europa. "Complesso del disseccamento rapido degli olivi." http://www.youtube.com/watch?v=doNHN2ZzBUE Anche qui molti gridano al complotto delle multinazionali per vendere insetticidi, ma attenzione a sottovalutare il problema

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Attenzione e' un batterio molto pericoloso anche per la vite anche se questo ceppo sembra non attaccare la vite, ma potrebbe mutare.

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

E comunque si' , mi curo per malattie che non ho. Tutte le persone intelligenti e civili fanno prevenzione sopratutto per le malattie incurabili o pericolose. Vedi vaccinazioni ecc ecc .

Rispondi
avatar

Roberto Stucchi

circa 10 anni fa - Link

Questo proprio non c'entra nulla, l'insetticida non è una vaccinazione, il paragone corretto sarebbe prendere l'antibiotico preventivamente per evitare di prendere l'infezione, cosa che qualunque persona di buon senso capisce essere assurda. La scienza è fondamentale,ma non può essere presa fideisticamente. La scienza agricola poi è molto giovane e ancora molto immatura.

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

L'insetticida in questo caso e' un trattamento a scopo preventivo, visto che la cura non c'e' o e' difficoltosa/pericolosa/problematica. Il vaccino e' un trattamento preventivo che si attua quando la cura non c'e' o e' difficoltosa/pericolosa/problematica. Wikipedia Vaccino: ...Le vaccinazioni sono un presidio preventivo fondamentale per la salute...

Rispondi
avatar

bettino

circa 10 anni fa - Link

una persona che" si cura per malattie che non ha", non mi pare molto attendibile ! in psichiatria questo comportamento viene classificato tra i disturbi nevrotici, e si definisce "Ipocondria" Mi scusi, ma quello che Lei scrive omologando la "prevenzione" ( le vaccinazioni) e la "cura" di malattie che lei stesso definisce "incurabili o pericolose" mi fa comprendere che ci sia una grandissima confusione...

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Mi sono sicuramente espresso in modo improprio. Il trattamento insetticida viene fatto in questo caso a scopo di profilassi in quanto e' probabile che esistano insetti vettori. Per questo viene fatto questo trattamento anche se la vigna e' sana e apparentemente sembrano non esserci vettori. Lo ha spiegato bene Vittorio Merlo, qui sopra. Quindi la mia e' stata una risposta provocatoria per dire che in assenza di malattia possono essere necessarie pratiche di prevenzione.

Rispondi
avatar

Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Come al solito sono in sintonia con Roberto Stucchi, quindi non aggiungo altro; mi dispiace per Armando Castagno che ha scelto altra posizione. La questione mi ricorda tanto l'opera e la divulgazione con minaccia delle case farmaceutiche di perdere tutto se non si usava quel tal prodotto sintetico come succedeva negli anni 60/70 quando davvero non c'era cultura ambientalista e loro (la Sandoz e altri) avevano le mani libere e tutti ci credevano.

Rispondi
avatar

Stefano De Santis

circa 10 anni fa - Link

Che faccia il trattamento e basta! Mi sembra come quelli che non vogliono vaccinare i bambini. Se c'è un rischio si ha il dovere di intervenire.

Rispondi
avatar

Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Vede Sig. Stefano, io ho 5 figli, stanno benissimo, e sono stati vaccinati solo per le vaccinazioni obbligatorie. Ma per ottenere questo abbiamo dovuto lottare non le dico quanto in quanto i vaccini obbligatori sono legati insieme a quelli non obbligatori, per cui non c'era chance di scegliere. Abbiamo davvero lottato per ottenere i nostri diritti… ce l'abbiamo fatta ma solo in tre o quattro in Toscana. Tutti gli altri sono stati convinti dai medici a scegliere anche i vaccini facoltativi. Non voglio entrare in polemica con nessuno, ma si legga le controindicazioni dei vaccini...

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Se lei si e' potuto permettere il lusso di non far fare le vaccinazioni facoltative e' perche' quelle malattie sono ormai sostanzialmente debellate grazie al fatto che tutti gli altri cittadini negli anni passati, civilmente, per il bene comune, si sono sottoposti a tutte le vaccinazioni prescritte, accettando i rischi degli effetti collaterali. Se tutti facessero come lei certe malattie potrebbero tornare ed il lavoro fatto sarebbe vanificato e anche quelle facoltative tornerebbero obbligatorie e se qualcuno dimenticasse di vaccinarsi rischierebbe la vita.

Rispondi
avatar

Paolo Cianferoni

circa 10 anni fa - Link

Lo dica alla mamma di un bambino qui a Radda morto dopo lunga agonia causa vaccino.

Rispondi
avatar

frhack

circa 10 anni fa - Link

Questa notizia non risulta, ne e' sicuro ?

Rispondi
avatar

Federico

circa 10 anni fa - Link

Per la malaria non esiste vaccino. Chi si vuole salvaguardare e deve andare in zone ad alto rischio, fa una profilassi. La profilassi è in sintesi la cura preventiva alla malattia che potresti contrarre. Si può essere d'accordo con il sistema o meno, ma in mancanza di altro è l'unica soluzione che da statisticamente una reale tutela. In tutti queste situazioni sarebbe opportuno mettere da parte il cuore e usare i numeri forniti dalla statistica e quindi le valutazioni di merito. Se si valuta che il rischio da contagio è statisticamente elevato, è necessario porre in rapporto i danni di un possibile contagio con il rischio e i danni di una profilassi preventiva comporta. Da questa valutazione dovrebbe scaturire la necessità di un'azione preventiva o meno.

Rispondi
avatar

bettino

circa 10 anni fa - Link

"Chi si vuole salvaguardare e deve andare in zone ad alto rischio, fa una profilassi. La profilassi è in sintesi la cura preventiva alla malattia che potresti contrarre. Si può essere d’accordo con il sistema o meno, ma in mancanza di altro è l’unica soluzione che da statisticamente una reale tutela." Non è proprio così come viene detto... sulla profilassi antimalarica con farmaci, e sulla sua efficacia invito a leggere attentamente : http://www.trovanorme.salute.gov.it/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=23628&parte=1%20&serie= in sintesi : la prevenzione con misure di profilassi "comportamentale" riduce il rischio di contrarre mlattia fino a 10 volte, (!) e molti medici suggeriscono di evitare qualsiasi profilassi con farmaci, iniziando una terapia farmacologica solo al manifestarsi dei sintomi della malattia, al fine di evitare i numerosi e non secondari effetti collaterali, oltre a cercare di evitare il fenomeno della farmaco resistenza.... i concetti espressi poco sopra che "la profilassi è la cura preventiva alla malattia che potresti contrarre" è che la profilassi con farmaci sia " l’unica soluzione che da statisticamente una reale tutela". è quindi parecchio lontano dalla realtà, almeno nel caso tirato in ballo della malaria. scrivendo queste note ( sono un medico, non un agronomo) non posso però non fare delle curiose osservazioni sulle analogie tra l efficacia delle "norme di comportamento" e l'efficacia dei "farmaci". ...il Plasmodium falciparum non è certo meno spaventoso della Flavescenza dorata, ovvio,e penso che, per analogia, una pianta di vite in salute, rispettata, ben collocata nel suo ambiente anch'esso tutelato e rispettato, non violentato da un eccesso di trattamenti inutili e "preventivi" possa forse essere in grado di restare in salute più che una pianta annaffiata da tossici. credo di essere d'accordo con il coraggioso vigneron borgognone : non penso voglia rischiare la galera senza una solida convinzione maturata sul campo.

Rispondi
avatar

maurizio gily

circa 10 anni fa - Link

l'epidemia è possibile se c'è il fitoplasma e se c'è il vettore. Se mancano entrambi o se manca uno solo dei due l'epidemia non c'è e quindi non ha senso trattare. In Borgogna ci sono entrambi, anche se il problema non è grave come in Piemonte. Che da Giboulot non ci sia l'insetto mi pare molto, ma molto improbabile. Qualora così fosse, avrebbe ragione lui.

Rispondi
avatar

Valdor

circa 10 anni fa - Link

leggete qui amici: http://grognards2011.blogspot.it/2013/12/francia-vignaiolo-rischia-multa-e.html

Rispondi
avatar

Monica Carletti

circa 10 anni fa - Link

In alternativa il ricoso al pireto verde a base di estratto naturale di crisantemo il ci utilizzo non comporta la perdita della certificazione biologica, ma il Signor Gibolout dice che ( ed io concordo): " Qursto trattamento non è selettuvo non uccide solotanto l'insetto responsabile delle malattie ma anche la fauna ausiliaria necessaria all'equilibrio naturale della vigna" Meglio dunque a sua convinzione sorvegliare attentamente ogni ceppo per identificare prontamente segni di contagio. GRANDE EMMANUEL!!!

Rispondi

Commenta

Rispondi a bettino or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.