Edmundo Montecristo, o della sapidità
di Andrea GoriOggi parliamo di sapidità e di quelle note salmastre che stuzzicano il palato, carezzandolo allo stesso tempo. Succede con i vini e capita anche con i sigari. Per capirlo meglio abbiamo fumato uno dei riferimenti in materia, ovvero, uno dei “nuovi” prodotti di Montecristo, azienda culto per quanto riguarda Cuba e i sigari in genere.
La costruzione è impeccabile, l’aspetto imponente, esaltato dal tubo di metallo che lo protegge con tanto di foglia in legno. Spento, ha già note fruttate piene e rotonde e qualche cenno umami e di humus che ricorda certi mangimi per pesci (Tetra Rubin anyone?). Le dimensioni sono davvero importanti e come tutti i cubani oversize non è adatto a tutte le bocche; le capacità di fumarlo non sono banali anche perchè occorre regolare bene l’ossigenazione per non avere fumo troppo caldo in bocca e sarebbe un peccato perchè il pregio principale di questo Edmundo (chiamato così in onore di Edmond Dantes, protagonista del Conte di Montecristo di Dumas) è proprio l’equilibro tra note di ciliegia, frutta secca, pepe e la durezza che la rinomata sapidità montecristiana dona all’insieme.
Dall’accensione, dolce e pacata e senza strappi, fino al terzo tercio è un continuo profluire di sensazioni positive, anche se manca un cambio di passo che renderebbe la fumata meno monotona. Sigaro insomma meno imponente di quanto le dimensioni facciano immaginare che vi farà sembrare esperti e rilassati anche se non lo siete. Tra gli abbinamenti, se pensiamo ad una bollicina d’oltralpe pensiamo ad uno Champagne Vilmart Coer de Cuvée, magari del difficilissimo millesimo 2001, con la sua bocca cremosa di fico maturo e nocciole fresche mentre tra i distillati, volendo andare oltre il “solito” Rhum, ci piace pensare ad un brandy ricco di fascino come il Villa Zarri Assemblaggio Tradizionale, vellutato quanto basta.
Scheda:
Origine : Cuba
Formato : Robusto/Toro (Edmundo)
Dimensioni : 135 x 20.69 mm
Ring : 52
Peso : 15 g
Prezzo in Italia : 14 €
7 Commenti
claudioT
circa 11 anni fa - LinkEffettivamente uno dei maggiori pregi della maggior parte dei Montecristo è la spiccata sapidità che emerge durante tutta la fumata che per il resto si mantiene sempre molto elegante quanto regolare senza però quella evoluzione che in altri sigari è più marcata e a volte anche marchiana. Io, un Montecristo invece l'ho abbinato a una birra piuttosto che a uno Champagne (idea da te molto indovinata e ribadita in più occasioni!) e con risultati altrettanto soddisfacenti: http://grappolospargoloo.spazioblog.it/181439/Birra+e+Cubano...nuove+frontiere+di+abbinamento.html
RispondiAndrea Gori
circa 11 anni fa - Linknon male l'idea della birra Claudio! in effetti spesso meglio dello Champagne che va scelto sempre piuttosto morbido per evitare eccessi in bocca. Prossima volta me ne ricorderò...
RispondiclaudioT
circa 11 anni fa - LinkGrazie. Penso anch'io che la capacità ripulente sia una bella storia da provare nelle fumate di sigari ma come sostieni tu, per non accentuare troppo la sapidità di questi ultimi o il loro finale amaro, è sempre preferibile scegliere un Blanc de Blancs dall'espessività cremosa (Paillard) o un Satèn franciacortino, che in linea di principio non amo molto ma che può essere in questo caso utile alla causa (Camossi)
RispondiGianni Ruggiero
circa 11 anni fa - LinkCiao Andrea,cosa ne pensi della nota acida?Sukling mi disse che amavo vini e piatti a tendenza acida,ad esempio trovo la sensazione di leggera volatile nel Brunello un pregio,perché fumatore di sigari.Infatti sono d'accordo sullo straordinario abbinamento con lo champagne.Grazie per la notizia corro a comprarlo anche perché adoro il formato robusto,Partagas serie D n4 in primis.Un saluto fumante.
RispondiAndrea Gori
circa 11 anni fa - Linkla tendenza acida (in teoria l'opposto di quello che piace a James) va affermandosi da circa un lustro ormai principalmente come controriforma del gusto morbido e polposo che ha imperato in precedenza. Di sicuro chi fuma il sigaro ha una tolleranza diversa di fronte all'acidità e anche alla volatile (e mettiamoci pure l'ammoniaca!) . Però non ne farei una regola generale, qua dentro io sono quello con più derive morbide nei vini ma anche l'unico fumatore di sigari. Di sicuro so una cosa, mai abbinare un Brunello con volatile alta ad un sigaro robusto, sono due piaceri da tenere ben separati...
RispondiGianni Ruggiero
circa 11 anni fa - LinkForse mi sono espresso male,sono io che amo le acidità non Sukling,mai abbinerei un robusto con un brunello.Cosa intendi per tolleranza diversa era questa la mia domanda?Tu sei quello con più derive morbide nei vini,scusami ma non ti seguo,il tema che ti proponevo e' se l'essere fumatore di sigari influisce sul palato di un degustatore o meno.
RispondiAndrea Gori
circa 11 anni fa - Linksi Gianni l'avevo capito il discorso! mi sembrava solo strano che lo rammentasse Suckling, tutto qua! Sul palato del fumatore di sigari non saprei, però è un tema interessante da approfondire, è che ce ne sono pochi in Italia che degustano sigari e vino. Mi viene in mente Alberto Lupetti e il grande Lauciani su Bibenda. Proviamo a girare la domanda a lui!
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