Dal terroir al terrorismo: breve storia del Comité d’action viticole

di Pietro Stara

La notte tra sabato e domenica scorsi migliaia di abitanti dell’Haute-Garonne, vicino a Tolosa, sono stati lasciati senza possibilità di comunicare via cavo. La motivazione: attacco contro due punti di interscambio telefonici. Firma sui muri: C.R.A.V., ovvero Comité régional d’action viticole. En colère (in collera), prosegue la scritta fatta con lo spray rosso.

C.R.A.V. è un nome che parte da molto lontano, dagli anni ’70 della scorso secolo. Alcune fonti parlano di circa un migliaio di aderenti tra piccoli e piccolissimi vignaioli e di un numero imprecisato di simpatizzanti presenti, ma non in maniera esclusiva, nella terra di fondazione del movimento: Languedoc-Roussillon.

La finalità costituiva del gruppo, che non ha mai disdegnato azioni rivendicative facendo uso di violenza esplicita, sarebbe quello di difendere la viticoltura indipendente e locale contro il capitalismo depredatore e globalizzato (in estrema sintesi).

Il T.r.a.c. (Terrorism Research & Analisys Consortium) classifica il C.R.A.V. come gruppo terroristico, di estrema sinistra, che avrebbe come tattica predominante l’uso di bombe al fine di attaccare infrastrutture e approvvigionamenti idrici. Il T.r.a.c commette, forse, un’analisi impropria quando afferma che il C.R.A.V. sarebbe un gruppo inattivo.

Già nel 1973 Gheddafi prese in simpatia il C.R.A.V. tanto da offrire al suo leader, Mais Jean Vialade, ben 50 milioni di euro (attuali) per rovesciare il governo francese. Mais Jean Vialade, morto l’anno scorso all’età di 86 anni, rifiutò l’offerta.

Nel 1976 avvenne il battesimo di fuoco: a seguito di una sommossa di viticoltori, alcuni colpi di fucile vennero sparati dentro due commissariati di polizia CRS (Corps de police en France) a Montredon (Aude), facendo due morti: un comandante dei CRS e un viticoltore.

L’elenco delle imprese della C.R.A.V è molto lungo e se ne trova un dettagliato resoconto, con relative fonti aggiornate, su Wikipedia Francia. L’arco temporale degli attentati copre un periodo di 35 anni a partire dal 1976.

Negli ultimi anni le azioni del C.R.A.V si sono concentrate contro aziende di imbottigliamento (Servian, Mèze, Carcassonne), ipermercati nelle stesse zone, attacchi a sedi di rappresentanza industriale agricola, distruzione di ettolitri di vino di alcune società di produzione.

Un’azione eclatante, dal punto di vista scenico, venne realizzata il 6 marzo del 2006 quando oltre 120 uomini incappucciati, armati di mazze di ferro e piedi di porco, calarono sulla città portuale di Sète, per colpire due distributori a cui buttarono per strada, distruggendole, centinaia di botti cariche di vino. Ebbri di vino e non paghi dell’azione compiuta, alcuni vignaioli decisero di bloccare la strada principale di collegamento tra Montpellier e Béziers, dando fuoco ad un’autovettura della polizia.

L’ultimo attentato firmato Crav, prima di quello dell’altra notte, avvenne il 17 luglio del 2013, quando alcune bombe danneggiarono la sede del partito socialista di Carcassonne (e la scuola adiacente). Sui muri della sede socialista campeggiava una scritta contro il ministro dell’agricoltura francese, Stéphane Le Foll. L’attacco era però firmato dal CAV: era sparita la dimensione regionale.

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Pietro Stara

Torinese composito (sardo,marchigiano, langarolo), si trasferisce a Genova per inseguire l’amore. Di formazione storico, sociologo per necessità, etnografo per scelta, blogger per compulsione, bevitore per coscienza. Non ha mai conosciuto Gino Veronelli. Ha scritto, in apnea compositiva, un libro di storia della viticoltura, dell’enologia e del vino in Italia: “Il discorso del vino”.

6 Commenti

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L'agendina@wordpress

circa 10 anni fa - Link

È inutile, rimarremo sempre due passi in dietro a loro.

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bettino

circa 10 anni fa - Link

lunga vita ai C.R.A.V.

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Vittorio Merlo

circa 10 anni fa - Link

I soliti estremisti.....ecco cosa può portare un 'eccessiva radicalizzazione del confronto piccoli vignaioli e grandi aziende. E in alcuni ambiti italiani certi produttori si credono paladini della giustizia che devono combattere il grande industriale del vino. Per fortuna il tutto è ancora rimasto nella dialettica, ma per fare il passaggio successivo basta poco.

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Lagendina @ wordpress

circa 10 anni fa - Link

Ero ironico.

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graziano

circa 10 anni fa - Link

l'ironia è esprimere il proprio pensiero/verità prendendosene anche gioco...o no??

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