Consigli per gli acquisti mirati tra le vecchie annate di Pergole Torte. Tanta roba

di Gionni Bonistalli

Partecipare ad una verticale (quasi) completa di Pergole Torte dal 1988 al 1999 non è cosa da tutti giorni. Se poi sono presenti anche il patron Martino Manetti e signora, allora diventa quasi memorabile. L’occasione creata dall’amico Pietro Palma, in collaborazione con il pusher fidato Luca Santini, ci ha permesso di affrontare degnamente l’evoluzione di questo splendido sangiovese toscano che non teme il tempo.

La verticale di nove annate di Pergole Torte, con l’inserimento in extremis di un Cannaio 95 e di un Montevertine Riserva 96 ci ha lasciato letteralmente senza fiato. Non solo per la superba qualità media, quanto per la capacità di questo vino di esprimersi e raccontarsi, mantenendo la propria personalità e assecondando le differenze di ogni singola annata, con la naturalezza che soltanto un piccolo capolavoro può regalarci. Questi gli appunti di degustazione.

1988 in Magnum
Colore rubino ancora vivo, al naso note leggermente evolute con fungo porcino, tartufo e radice. Lieve nota di amarena. Bocca leggermente scomposta, con acidità che sovrasta il corpo, tannino ancora vivo e leggermente allappante. Buona corrispondenza al naso, con frutto presente e progressione abbastanza lunga. Bottiglia leggermente compromessa, soprattutto considerando il formato.

1989
Colore rubino scarico tendente all’aranciato. Naso fresco e mentolato. Origano, sandalo e cenni di cuoio. L’assaggio è più semplice, con un buon ingresso, e con un centro bocca integro. Il tannino è levigato per un allungo delizioso di marasca.

1991
Colore granato brillante con riflessi rubino. Inizialmente meno tonico, con sottobosco in evidenza e grafite. Pian piano si apre con note minerali più evidenti e tabacco dolce. Bocca ancora vivida con molta spinta su acidità e tannino. Corpo leggermente sottile, ma ottima bevibilità.

1992
Colore ancora molto brillante, con riflessi granati. Profumi terziari importanti con accenni di pelliccia e leggermente polverosi. Note erbacee nel finale. Bocca in stato di grazia, integra con tannino vibrante e un corpo verticale. Assaggio non lunghissimo ma con una bella intensità nel finale. Forse la sorpresa della serata.

1993
Bottiglia con evidenti problemi si al naso che in bocca. Peccato, mi sarei aspettato grandi cose.

1995
Colore rubino acceso e brillante. Naso molto delicato, con note di ciliegia matura, cipria e sensazioni gessose. In bocca è molto vivo, ancora giovane con un ingresso fresco. Bell’acidità e tannino ruvido. Finale vivace e avvolgente con amarena in sottofondo. Sicuramente sul podio.

1996
Colore rubino profondo. Naso affumicato, tabacco da pipa e cuoio. Il frutto è molto più maturo, con una sensazione leggera di dattero (?!? ). In bocca si presenta con un tannino molto evidente, ancora ruvido, con un corpo rotondo e vellutato. Il finale è molto lungo con note di amarena e nuance ferrose ed ematiche.

1997
Altra bottiglia purtroppo difettosa. Al naso in sottofondo si riescono a percepire anche note fruttate e aromatiche, ma tutto è sovrastato da una sensazione molto cotta. La bocca è troppo spigolosa con l’acidità veramente eccessiva e con il corpo quasi svanito. Aripeccato, anche se su questa annata avevo meno aspettative.

1999
Gran finale, rubino vivo e brillante. Naso armonioso, ancora cipria e sottobosco, cenni di rosmarino e fragoline di bosco. L’assaggio è fresco, equilibrato e setoso. Il corpo è rotondo, con una morbidezza ben bilanciata da acidità e tannino fittissimo e fine. Il finale, non lunghissimo, è molto elegante, affiancato dall’intensità del frutto. Vino di una beva sorprendente e sicuramente il migliore della batteria.

Cannaio 1995
Colore rubino scarico, riflessi granati. Al naso spicca una nota di alloro, di pane tostato e spezia dolce, con un bel frutto maturo. In bocca è più diretto e meno sfaccettato, un corpo rotondo e una buona acidità. Ritorna il pane tostato che lo rende molto piacevole nella beva. Vino più facile e un po’ meno elegante, ma di grande fascino.

Montevertine Ris. 1996
Rosso granato profondo. Al naso l’attacco è restìo, molto polveroso e indistinto. Le sensazioni sono molto intense, ma non nitide. Escono note erbacee, di muschio e di sottobosco. In bocca è molto deciso, giustamente ruvido, con un’acidità spiccata. Il frutto è maturo, ma delicato in contrapposizione alle sensazioni olfattive. Il finale è vellutato, con una buona estrazione che lascia sul palato una nota affumicata e leggermente amarognola.

Le Pergole Torte molto probabilmente può essere considerato in questo momento il punto di riferimento per il sangiovese per tipicità e longevità. Merito sicuramente di Sergio Manetti, Giulio Gambelli e Bruno Bini che hanno portato questo vino a diventare unico nel panorama chiantigiano. Adesso il testimone è passato completamente in mano a Martino, ma lo stile e l’eleganza delle Pergole sono e saranno sempre ben riconoscibili.

[Questa non è la prima verticale di Pergole ospitata da Intravino. Vi consigliamo di leggere pure quella di Fabio Cagnetti. Un altro contributo proviene da Andrea Gori]

Gionni Bonistalli

"La vita è troppo breve, per bere del vino cattivo"

5 Commenti

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Andrea Pagliantini

circa 11 anni fa - Link

Si, dentro quelle magnifiche bottiglie si conserva il ricordo di due persone che non potranno mai essere dimenticate in chi ama il vino e in special modo quello del Chianti: Bruno Bini e il Maestro Giulio Gambelli....... non dimenticando Sergio Manetti: il triangolo equilatero delle emozioni chiantigiane.

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Per quanto poco possa contare la mia testimonianza, quasi due anni fa ho bevuto da Caino un Pergole 88 mg che quanto a impressioni non si discostava troppo dalla tua descrizione. Ed avendo fatto anche un giro in cantina, immagino che la bottiglia fosse conservata più che bene. Forse la tua non era compromessa, ma semplicemente è un vino che ci sta lentamente ma nobilmente abbandonando. saluti.

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Gionni Bonistalli

circa 11 anni fa - Link

Ciao Francesco, in realtà sembrava più stanco che compromesso, proprio come dici te, ma proprio Martino ha definito la bottiglia non perfetta. Non posso che non credergli!!!! :)

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Sandro

circa 11 anni fa - Link

Invidia? No. Dispiacere di non aver avuto l'occasione di partecipare ad una degustazione così complete ed ...emozionante. Che alla grandezza del vino unisce la bellezza delle etichette. Grazie comunque per averla partecipata.

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Cristina

circa 9 anni fa - Link

in cantina ho una bottiglia di Montevertine Le Pergole Torte 1999... sarà giunta l'ora di degustarla leggendo ciò che avete scritto.

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