Ciao, il mio nome è Vladimir e sono una birra a torso nudo

di Antonio Tomacelli

Qualcosa mi dice che le olimpiadi invernali di Sochi non passeranno alla storia per le gare sulla neve e le medaglie agli atleti. Per ora, infatti, a tenere banco sui media sono i disservizi di ogni genere, una città che è ancora un cantiere e i cessi “collettivi”. Queste olimpiadi verranno altresì ricordate come le più omofobe sulla faccia della terra, visto il trattamento riservato ai gay dal presidente Vladimir “Torsonudo” Putin. La diplomazia ha risposto a modo suo, assentandosi dalla cerimonia inaugurale con le più svariate scuse e senza dare nell’occhio ma le assenze si notano eccome. Tra le tante iniziative di protesta ci piace segnalare quella messa in atto da quei birraioli matti della Brew Dog che, per l’occasione, hanno prodotto la birra “Hello, my name is Vladimir”. Il sottotitolo è quanto mai eloquente “Not for gay” e la retroetichetta è uno spasso. Leggiamola:

Sono una doppia IPA che va a cavallo senza sella, cavalco seminudo per la tundra siberiana e ti vado giù diretta per la gola. Sono etero al 100% e approvo leggi per dimostrarlo. Se mi bevi ti darò l’energia, l’ignoranza e il dogmatismo per sparare a un cervo (a torso nudo), andare a pescare (a torso nudo) e approvare leggi che sono discriminatorie e condannate a livello internazionale (il torso nudo qui è opzionale), tutto questo addirittura prima che abbia mangiato il tuo solito caviale per colazione. Contengo bacche di limonnik che esaltano le tue performance sessuali, a patto che tu lo stia facendo con qualcuno del sesso opposto al tuo, ovvio. Dalla Russia, senza amore. Vlad  – (Attenzione può contenere tracce di sarcasmo e protesta)

La metà dei profitti verrà devoluta alle associazioni che si occupano dei diritti civili degli omosessuali e una cassa verrà spedita al buon vecchio Vlad che, immaginiamo, se la scolerà rigorosamente a torso nudo.

[Fonte: Giornalettismo]

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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Rossano Ferrazzano

circa 10 anni fa - Link

benettonata in piena regola, dovrebbero pagare le royalties a quelli di treviso "legare i problemi della gente al proprio marchio" colpo di genio

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