Chateau Musar | Intervista a Serge Hochar, l’inesperto di talento

di Elena Di Luigi

Serge Hochar è il proprietario e winemaker di Chateau Musar, la cantina che raccoglie l’uva nella Valle della Beqā, a 1000 metri di altitudine e a 30 km est di Beirut. La carriera di Serge inizia nel 1959, quando ancora allievo di Jean Riberau ed Emile Peynaud a Bordeaux, produce la prima annata per la cantina del padre. Da allora e con la sola eccezione della guerra civile in Libano del 1976, Serge ha interpretato con i suoi vini una tradizione vecchia di 6000 anni. Eppure ancora oggi nelle interviste ama dichiarare di non sapere nulla di vino, anche se sa come farlo, e di scoprire ogni giorno di saperne sempre di meno.

Qual è stata a oggi la vendemmia/annata che ti ha messo di più alla prova?
Ogni annata è una sfida poichè la natura non è mai la stessa e il vino è più intelligente di quello che uno pensa.

Chi o cosa ti ha portato a fare i vini?
Era nel mio destino dal momento che mio padre fondò la cantina e mi costrinse a entrarne a far parte.

Qual è stato il punto di svolta nella tua carriera di winemaker?
L’essere nato.

Cosa hai sacrificato in nome del tuo lavoro?
Non ho sacrificato nessuno, solo me stesso perché in realtà volevo essere un monaco e vivere nelle montagne del Libano.

Dove sei più felice, in un vigneto o in una cantina?
Decisamente in una cantina, vicino ai miei vini.

Ti preoccupano i cambiamenti ambientali già in atto?
Sì, e lo sono più di quanto tu immagini, dal 1958 cioè dall’inizio della mia carriera nel mondo vinicolo. Mi preoccupano il riscaldamento ambientale, l’inquinamento atmosferico, la scarsità d’acqua, il tempo sempre più imprevedibile e l’evoluzione umana.

Quale produttore contemporaneo ammiri di più?
Ammiro solo quelli che dimostrano fedeltà alla natura.

Quale varietà d’uva consideri sopravvalutata?
Il Cabernet Sauvignon.

Se tu potessi partecipare e gestire una vendemmia del passato e produrne il vino quale sceglieresti e dove andresti a farlo?
Durante gli anni di guerra ho spesso pensato a molti altri posti e mi sono sempre chiesto: essere o non essere in Libano.

Se tu potessi organizzare una cena ideale chi inviteresti e quali tuoi vini serviresti agli ospiti?
Inviterei il Papa e gli servirei Chateau Musar bianco 1959.

Hai rimpianti relativi alla tua carriera?
No, non credo. Penso che rimpiangere non serva.

Come ti rilassi?
Non mi rilasso mai.

[Home: Chateaumusar.com]

3 Commenti

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Eleutherius Grootjans

circa 11 anni fa - Link

Persona di una bonomia e una grazia rare.

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carlo tabarrini

circa 11 anni fa - Link

Persona che infonde pace, e gli piace il mio vino.

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Pacifico Fioravanti

circa 10 anni fa - Link

Eccellenti domande, incredibili, inaspettate e per me coinvolgenti risposte: stessa visione della vita: ascetica, tesa alla spiritualità, al rispetto del Creato e poi ... un brindisi con il Papa! Invidio l'aver appreso da Riberau e Peynaud. E poi la Sua straordinaria umiltà, sposa inseparabile della grandezza così come per l'Amico Giacomo Tachis. Stesso pensiero sul Cabernet Sauvignon.

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