Blog, commenti, diffamazioni e condanne. Al Tribunale di Varese vanno giù duri, e pure i wineblog sono avvisati

di Fiorenzo Sartore

Qualche giorno fa mi sono ritrovato a moderare in tempo reale un commento ad un post che riguardava Luca Maroni. Dico in tempo reale perché qui su Intravino non badiamo a spese e ci siamo dotati di formidabilissimi sistemi ultra-avanzati di monitoraggio. In sintesi, me ne sto gran parte del tempo con la pagina dei commenti su wordpress che fa refresh ogni pochi secondi. Confusi? Non preoccupatevi. Vi basta sapere che c’è qualcuno che controlla, sempre. O quasi. Per esempio, quando dormo non riesco a fare il moderatore. Insomma, pure io trascorro porzioni della mia esistenza a fare altro che stare attaccato ad un monitor.

Comunque sia, farei bene ad inventarmi qualcosa di (ancora) più efficace, perché tira di nuovo un’aria poco piacevole per blog, forum e ambiti di conversazione in rete: il Tribunale di Varese ha condannato l’amministratrice di un forum per diffamazione, a causa di alcuni commenti inseriti nel forum che amministra. Come scrive sul Post Carlo Blengino (avvocato penalista) “Condannereste il gestore di un bar per diffamazioni pubblicamente compiute dai suoi avventori all’interno del locale?” – la risposta, secondo quel giudice, pare affermativa. In sostanza il Tribunale ha applicato la vecchia legge del 1948 sulla stampa, equiparando forzosamente web e carta stampata con un’interpretazione (cito l’avvocato) “singolare”:

La condanna arriva per altra contorta via. Il Tribunale, che sa perfettamente che quelle leggi citate dalla Procura non sono applicabili perché un sito non è una riproduzione tipografica né una trasmissione radiotelevisiva, tenta di superare l’ostacolo addentrandosi in una singolare interpretazione del web per provare a dimostrare che i nuovi media digitali ben possono esser parificati, tutti, al concetto di “stampa”. Si legge così in sentenza che “L’informatica e la telematica altro non sono che applicazione combinata di mezzi (variazioni di stato) meccanici, fisici, chimici”.

Insomma, una lezione di chimica assieme alla giurisprudenza, si direbbe. Io, che mi sentivo ancora in colpa per la moderazione applicata alla velocità della luce a quel commento, mi sono un po’ rincuorato. Vuoi vedere che avevo fatto bene? Mi rispondo da solo: sì, avevo fatto bene. Ma si può vivere così? (E come dice Massimo Mantellini: sì, dovremmo fare qualcosa).

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

11 Commenti

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Lizzy

circa 11 anni fa - Link

Uffa, che p. Quel commento l'ho ritrovato anche in un altro wineblog. Praticamente uno spam, che scatta automatico quando qualcuno cita il citato. Lo spammatore avrà ragione, avrà torto, non ci interessa, il web non è l'equivalente di un tribunale low cost. E comunque non sono questi i modi. Anyway, spiegatemi una cosa: com'è che quando c'è da trascinarli in giudizio i blog sono equiparati alla "stampa", e quando c'è da mettersi in fila per prendere i fondi destinati alla medesima (una volta c'erano, ora non so), si voltano tutti dall'altra parte?

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giò

circa 11 anni fa - Link

Condivido al 100% . Però un barista non fa più entrare a casa sua chi continua a bestemmiare.

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Rossano Ferrazzano

circa 11 anni fa - Link

Bisognerebbe regolamentare adeguatamente, non punitivamente, a scopo intimidatorio. Basterebbe l'obbligo di rimozione e dissociazione in capo al responsabile del blog, al più una piccola multa nei casi di recidiva per l'eccessiva inerzia di fronte a violazioni vistose da parte di utenti abitudinari. E procedere d'obbligo contro chi scrive, equiparando la cosa non alla stampa, ma al luogo pubblico Anche qui, mano più pesante con i recidivi cronici. Sarebbe semplice, ma evidentemente l'intenzione è altra, porca tempora...

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Armando Castagno

circa 11 anni fa - Link

Secondo me un blog è null'altro che riproduzione e pubblicazione (=sottoposizione al pubblico accesso) di testi scritti, e quindi è stampa in piena regola, a senso. E va soggetto alle leggi della stampa, tutte, quelle brutte e quelle che consentono una serie di sacrosanti accrediti e accessi per diritto di cronaca. A meno che non si ritenga che nel 2013 serva ancora il foglio di cellulosa o di cotone battuto dalla linotype o stampato a caratteri di piombo per soggiacere alla legge sulla stampa del 1948, nel qual caso alzo le mani. My two cents. Tutto questo senza minimamente entrare nel merito della questione su torto e ragione, non avendo idea di cosa sia accaduto. Per inciso, tuttavia, il tribunale di Varese fu l'ultimo a fare pubblico rogo di libri (nel 1961, Veronelli editore, testo del Marchese De Sade illustrato da par suo, cioè licenziosamente comme il faut da Alberto Manfredi, quello delle etichette del Pergole, di cui avete parlato stamattina; tutto si tiene).

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Dormi pure tranquillo Sartore perché in questo divertente Paese il diritto è una lotteria, che tu censuri o meno chi può dire se ti condanneranno? Dai, lascia passare qualche commento assassino così poi mettiamo su un bagarino e facciamo i soldi con le scommesse.

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Fiorenzo Sartore

circa 11 anni fa - Link

io voglio il 90%, pero'

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Ok, se ci dai l'esclusiva del video dell'arrivo della polizia per l'arresto.

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vincenz

circa 11 anni fa - Link

Io vorrei chiedere,può un blog non pubblicare i commenti corretti ,ma che non sono graditi alla redazione ? Cmq,sono favorevole alla censura di commenti che contegono insulti . Non sono riuscito a trovare l'offesa a Maroni,che non conoscevo.Ma,per quel poco che ho letto mi sembra lontanissimo da Veronelli,di cui sembra essere allievo.Si può dire?

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Mario Magro

circa 11 anni fa - Link

La blogger in questione non è stata condannata per aver omesso di rimuovere dei commenti offensivi, ma perché lei stessa se n'è resa autrice, come specificato nella sentenza.

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Fiorenzo Sartore

circa 11 anni fa - Link

Ho letto la sentenza (http://www.micozzi.it/?p=385) ma non ho ravvisato quello che lei dice. L'avvocato Daniele Minotti (http://www.minotti.net/2013/05/09/stop-allanarchia-del-web/) parla di condanna "non per i propri scritti, ma per quelli di altri". Una cosa è certa: se lei stessa "se n'è resa autrice", non c'è dubbio che sia responsabile della sua condotta. Io ho trovato preoccupante un altro aspetto, peraltro rilevabile dal testo della sentenza: "Non è certamente idonea a escludere la responsabilità penale dell’imputata la clausola di attribuzione esclusiva di responsabilità agli autori dei commenti contenuta in un “regolamento” di natura esclusivamente privata per l’utilizzazione del sito (gli autori, semmai concorrono nel reato, ma di essi in questo processo non vi è traccia di identificazione, né sono imputati)" Sul piano del diritto cioè trovo preoccupante che io sia responsabile nella stessa misura (anzi, in misura preliminare) di chi ha commesso un reato, benché io non sia minimamente autore dello stesso. Il mio reato consisterebbe semmai in una mancata vigilanza, o ritardata vigilanza, dei comportamenti del commentatore insultante (tecnicamente, il solo autore del crimine). Da qui a parificarmi ad autore del reato, io credo, ce ne corre. Temo che tale meccanismo sia possibile appunto con l'interpretazione della legge, definita da un altro avvocato "singolare", che prevede appunto l'applicazione della legge sulla stampa (1948) ai contenuti immessi in rete - equiparazione che, con buona pace di chi pensa il contrario, io trovo totalmente criticabile. Tutto quanto sopra decade, ovviamente, se il comportamento insultante è tenuto da ME. E comunque, e spero che sia chiaro dai comportamenti che tengo, il mio intento non è quello di ammettere il famigerato "far west" che in questi giorni (avviene a scadenze periodiche) qualcuno descrive parlando della rete, che al contrario consente strumenti di tutela, comunicazione e velocità tali da apparire l'esatto contrario. Per questo in definitiva la rete NON è assimilabile all'arcaica stampa che il legislatore descriveva in una norma del 1948.

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Random

circa 11 anni fa - Link

Bene, io non credo che sia un problema di definizione ma piu` che altro di categoria. Mi spiego meglio, internet viene paragonata sempre ad altri mezzi di comunicazione, in questo caso alla stampa. Sebbene ci sia anche del giornalismo via rete, urge definire in leggi piu` chiare tutta la fattispecie di reati conducibili o meno a blogger, siti, chat e quel che sia. In secondo luogo mi trovo daccordo se il blogger ha omesso di cancellare o addirittura si e` resa partecipe del smiffato a condannare tale azioni. Ledere le persone solo perche` si usa un mezzo piu` che un altro non vuol dire scamparla! Ho trovato questo articolo (di cui mi documentero` meglio) perche` in questi giorni in un sito ho appreso che molti utenti recitivamente si sentono in diritto di poter offendere, denigrare e talvolta molestare le altre persone e molte volte di sesso femminile. Io personalmente ho fatto varie segnalazioni senza aver alcun risultato tangibile. Se qualcuno mi puo` informare di piu` su queste tematiche gliene sarei grato. Non posso aggiungere altro per farmi indirizzare meglio sul caso in questione, posso solo dire che ci sono stati atti di vero e proprio perseguitamento, molestie anche verso minore in un sito dove si gioca multiplayer e quindi con annessa chat. Buona Giornata Internauti

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